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Fare di necessità virtù – Parte II


di Membro VIP di Annunci69.it Aquarius
15.02.2021    |    6.406    |    2 9.5
"” A Rebecca piacque assai sentire il fresco del gelato su di lei e le passate di lingua di quell’abile amante, tant’è che poi volle farlo anche lei alla madre..."
Rebecca, tutta contenta, le diede un bacio per ringraziarla e disse: “Oh, sono felice che sei d’accordo... Dai adesso, diamoci da fare... succhiamo insieme questo bel cazzo!”
Detto fatto, le due si dedicarono insieme a un pompino a due bocche per la gioia di Mauro che vedeva e sentiva il cazzo passare da una bocca all’altra e le loro lingue salire e scendere dai lati opposti per poi incontrarsi sulla cappella.
Ovviamente, anche a Ludovica piaceva succhiare il cazzo; anzi, era una delle sue specialità da brava “casa-lingua” romagnola, come alle volte si faceva chiamare.
“Ora baciatevi come si deve!”
La ragazza non se lo fece dire due volte; appoggiò le labbra su quelle della madre e vi infilò la lingua al sapore di cazzo, fino ad intrecciare l’altra. Le due continuarono a scambiarsi baci salivosi e profondi finché Mauro disse:
“Adesso vorrei vedervi in un bel 69!”
“Benissimo adoro il 69... dai mam... ehm, Ludovica... stenditi che ti vengo sopra!”
Lei eseguì e poco dopo si ritrovò con la fighetta della figlia appoggiata sulla bocca e ne sentiva già la lingua che stava passando delicatamente sulla propria vagina, sempre più bagnata.
Pur se Ludovica aveva avuto parecchie esperienze con donne, ritrovarsi a leccare il sesso glabro della figlia, così giovane, fresco e profumato, le dava una sensazione particolare ed inebriante.
Le due ci presero subito gusto. Non erano più solo madre e figlia ma due donne attratte l’una dall’altra.
Rebecca era molto eccitata nell’esplorare le intimità della madre ed oltre la lingua, vi infilò anche due dita, prima in figa e poi in culo, trovandolo piuttosto aperto ed elastico.
Mauro ammirava lo spettacolo eccitato, menandosi il cazzo durissimo, ed aggiunse:
“Ludo, dove tieni i vibratori?... Vorrei che ognuna ne infilasse uno all’altra!”
Lei, con la lingua nella figa colante della figlia, gli indicò con il braccio lo sportello dell’armadio.
L’uomo l’aprì, e trovò subito quello che cercava. Prese due dildo di medie dimensioni, li lubrificò e li porse alle due sotto di lui. Rebecca lo infilò nella vulva materna e disse:
“Dai, mettimelo dentro anche tu, accendi la vibrazione e spingi forte!”
La madre eseguì, iniziando a muovere l’attrezzo in quella passerina, che inizialmente le parve un po’ stretta ma ben presto si adattò all’oggetto aumentando la lubrificazione naturale.
Nel contempo, sentiva che la figlia stava spingendo con abilità l’altro strumento dentro di lei; evidentemente la ragazza era già esperta anche in quella pratica.
Ludovica e Rebecca continuarono il 69 per qualche minuto, poi si girarono con la più giovane stesa a gambe larghe mentre la madre, a carponi davanti a lei, continuava a penetrarla con il dildo a ritmo sempre più sostenuto.
Di fronte a quella posizione, Mauro non poteva più resistere: si mise dietro a Ludovica, appoggiò l’uccello sulla vagina bagnata e in un sol colpo la penetrò.
Lei ebbe un sussultò ed un sospiro di piacere, dicendo:
“Oh sì finalmente... volevo proprio sentire il tuo cazzo... Dai scopami, mentre continuo a dedicarmi a Rebecca...”
La ragazza, vedendo che la madre si era fatta penetrare senza profilattico, rimase piuttosto stupita e le sussurrò:
“Ma mamma!... Te lo fai mettere dentro scoperto?”
“Ehm... ecco... sì, come ti ho detto a lui concedo alcune libertà che non consento ad altri... E’ il mio cliente più fedele; lavorando nella sanità si controlla spesso e scopa quasi solo come me... vero, Mauro?”
“Sì certo, puoi stare tranquilla...” disse lui continuando nella sua opera penetratoria.
Così rassicurata, Ludovica disse: “Allora, dato che prendo la pillola, lo voglio prendere anch’io al naturale!... Mi piace di più!”
A seguito del continuo lavorio materno che alternava abilmente lingua e dildo, Rebecca era sempre più eccitata e la sua giovane vulva colava abbondanti effluvi del piacere.
“Oh mamma!... Mi stai facendo godere... tra poco ci sono... dai continua... che voglio venire con te prima di prendere il suo cazzo!”
“Si figlia mia... anch’io sto quasi per godere... leccarti e contemporaneamente farmi scopare è stupendo!”
Oramai le due avevano dimenticato i loro nomi d’arte ed erano quasi incuranti della presenza dell’uomo, che, capendo la situazione, in quel frangente non voleva essere invadente ma già pregustava altri giochi da fare.
Così poco dopo le due arrivarono all’orgasmo una dopo l’altra.
“Sì... mamma... godo... sto venendo... mmm.... non ho mai goduto così con una donna....sì... sì...”
e proruppe in una cospicua squirtata che inondò il viso della madre che cercò di raccoglierne il più possibile. Ciò la spinse ulteriormente verso l’apice del piacere e disse:
“Mmm...il tuo squirt mi fa impazzire..” e aggiunse: “Dai Mauro scopami forte che adesso godo anch’io... oh. sì... sì....vengoooo”!
E con un rantolo anche Ludovica raggiunse un inteso orgasmo, accasciandosi sopra la figlia.
Lui, pur se era lungi dal venire, per rispetto si fermò un attimo, estrasse l’uccello ben duro e si diresse con la lingua verso la vagina, che aveva appena posseduto, per gustarne i succhi del godimento.

Dopo l’orgasmo reciproco, le due femmine non si erano affatto acquietate, anzi erano ancora più vogliose. Rebecca, rimanendo stesa a gambe larghe, disse:
“Forza Mauro... ora scopa anche a me!... Voglio sentire il tuo cazzone!”
L’uomo non se lo fece ripetere. Si mise davanti a lei alla missionaria e la penetrò molto delicatamente, per rispetto di quella giovane passerina che non conosceva. Lui di solito non cercava incontri con le giovanissime, si sentiva un po’ a disagio per la differenza di età, ma in quella situazione a tre ogni remora era superata ed era assai desideroso di provare, dopo la madre, anche la figlia.
Una volta che il suo attrezzo entrò in quell’ambiente inesplorato, sentì che effettivamente era un po’ più stretto che quello, più navigato, della madre, ma non per questo meno piacevole. Anzi, la novità e la freschezza giovanile ora l’attraeva assai.
Così iniziò a scoparla con ritmo crescente, sentiva che la vagina si bagnava in continuazione e quindi era abbondantemente lubrificata, adattandosi ad ospitare quel bastone di carne.
“Oh sì... lo sento... che bello il tuo cazzo... mi stimola proprio il punto G.... scopi molto bene... molto meglio che i ragazzi della mia età... dai continua...sbattimi forte!”
A quelle parole, lui sorrise compiaciuto e per ringraziarla, assestò alcuni colpi potenti e profondi che la fecero sussultare, provocandole un principio di squirting.

Ludovica guardava teneramente la figlia mentre veniva scopata da quell’uomo molto più grande di lei, con un misto di preoccupazione materna, compiacimento ed eccitazione.
Quindi, rivolta a lui disse:
“Mauro, ti piace scopare la mia bambina?”
“Oh sì certo... è una ragazza stupenda e direi già abituata a certe cose... Anzi, Rebecca, se vuoi stringimi anche tu i capezzoli che mi eccita ancora di più!”
La ragazza eseguì prontamente, gli diede una bella stretta e, dato che a lui piaceva, anche lei ci prese gusto a farlo mentre veniva scopata.
Poi Ludovica le prese la mano per farle sentire la sua vicinanza; la figlia le sorrise rassicurandola e accompagnò la mano materna sul proprio clitoride dicendole:
“Dai, sfregami il clito mentre lui mi scopa... così mi fa impazzire... “
Così mentre lui continuava con il suo ritmo, i suoi affondi da esperto scopatore e le stimolazioni materne sul clitoride fecero raggiungere in breve tempo un altro orgasmo alla ragazza, che questa volta fu Mauro a voler leccare e gustare.
Adesso Rebecca aveva bisogno di un momento di riposto dopo due godimenti uno dietro l’altro.
Mauro invece aveva ancora il cazzo duro e un’idea in mente:
“Ludovica, mentre lei si riposa, che ne dici di passare al tuo magnifico culetto?”
“Oh sì certo... sai che mi piace tantissimo... così facciamo vedere a mia figlia come lo prendo nel culo!”

Così, Ludovica si mise a pecorina, si lubrificò il buchino, vi appoggiò la cappella di Mauro, che con una leggera spinta, entrò agevolmente.
“Il tuo culo è sempre stupendo, caldo e accogliente!” disse Mauro e cominciò a spingere; oramai voleva godere anche lui ma aveva ancora una certa autonomia.
Mentre il suo lato-B era così impegnato, Ludovica aveva sotto di lei il stupendo corpo della figlia. Si lasciò andare a languide carezze e baci prima sul seno per poi risalire fino in bocca, cercando la lingua della ragazza che ricambiò in un intrecciò amorevole.
“Sì... Mauro... dai inculami come si deve mentre mi dedico anche a mia figlia” disse Ludovica mentre la sua vulva grondava di piacere.
Intanto, il suo culo stava facendo effetto sul cazzo di Mauro, avvolgendolo come un guanto e stimolandolo adeguatamente.
Così, dopo diversi minuti, lui sentiva che lo sperma stava risalendo il percorso dai testicoli fin verso l’uscita, e poco dopo disse concitato: “Mmm... sto per venire....sì.... godo... sborro!”
e quindi esplose in una intensa sborrata, inondando la cavità anale di Ludovica.
Ludovica fece un sospiro di piacere rimanendo in silenzio, ma incrociò gli occhi della figlia che con tono quasi supplichevole disse:
“Uaooo.... che bello vedere che ti ha sborrato nel culo!.... Con quelli che conosco non capita spesso.... Vorrei tanto assaggiare il suo sperma... Mamma, posso?”
E così senza attendere la risposta, valendo il silenzio-assenso, la ragazza si alzò si mise dietro la madre ed iniziò a leccare avidamente il liquido che fuoriusciva in abbondanza dall’ano dilatato.
A Rebecca piaceva il gusto dello sperma e quella di Mauro era di particolare gradimento:
“Che buon sapore la tua sborra Mauro!... E’ così dolce... poi leccarla dal culo di mamma è ancora più buona!”
Passò la lingua a ripetizione fino a dentro il buchino finché la ripulì tutta. Poi diede un bacio con la lingua alla madre, offrendogli una parte di quel sapore, ed infine si rivolse allo stesso Mauro prima baciandolo e poi succhiandogli ancora un po’ il cazzo che aveva perso vigore ma era ancora piuttosto sostenuto.

Ludovica non sapeva più cosa dire alla figlia, dimostratasi così esuberante e disinibita oltre ogni immaginazione, ma in fondo ne era contenta. Cercò di cambiare la situazione e disse:
“Che ne dite se facciamo la doccia e ci rinfreschiamo un po’?”
“Oh sì certo... dai tutti insieme, che ci stiamo!” disse intraprendente la ragazza.
Andando nel bagno, Mauro sornione disse:
“Ludovica, nella doccia facciamo quello che sai che mi piace tanto?”
Rebecca guardò la madre con sguardo interrogativo e chiese: “E cioè? Cosa vorrebbe fare?”
“Beh, ecco... a lui piace che gli faccio il pissing addosso!”
“Ah, però... bene, Mauro, se vuoi te lo faccio anch’Io!”
“Oh si certo... dai... fatemi assaggiare entrambe la vostra plin plin!”
Così si sistemarono nel vano doccia, piuttosto ampio. Mauro si accovacciò davanti a Ludovica che alzò una gamba e fece subito sgorgare un fiotto di urina calda sul viso e in bocca all’uomo, abituato a gustarla.
“Mmm... che buona... dai Rebecca adesso tocca a te!”
Così anche la ragazza, per niente a disagio in quel gioco, fece altrettanto: dalla vagina uscì un getto chiaro come da una fontana che Mauro raccolse il più possibile in bocca.
“Oh Rebecca... il tuo pissing è così leggero, come acqua fresca... Grazie ragazze, questo giochino mi piace tantissimo.... Adesso ci laviamo che poi vorrei continuare con altre fantasie di inversione di ruoli...”
Rebecca guardò ancora una volta la madre, che disse solo: “Vedrai cara, cosa gli piace che gli faccia una donna, anzi due...”
E lasciandola nel dubbio, i tre fecero una doccia rinfrescante. Poi si sedettero nell’angolo cucina per gustare il gelato che Mauro aveva portato e messo nel freezer.
Prima di finirlo, Mauro disse:
“Mi piacerebbe spalmare il gelato sui vostri bei corpi e leccarlo!”
La ragazza, che oramai aveva capito i gusti raffinati e particolari dell’uomo che non riscontrava certo nei suoi coetanei, disse prontamente:
“Ma certo!.... Dai mettimelo dove vuoi!”
Così lui cominciò a spalmare il gelato con il cucchiaino sulle tette e sulla fighetta della giovane e quindi lo leccò avidamente fino a ripulirlo tutto, dicendo:
“Che buono il gelato così! ... Meglio che dal cono...”
A Rebecca piacque assai sentire il fresco del gelato su di lei e le passate di lingua di quell’abile amante, tant’è che poi volle farlo anche lei alla madre.
“Mamma, me lo fai fare su di te?... Vedrai che ti piacerà!”
“Certo che mi piace, l’ho già fatto con lui... Dai, accomodati pure!”
Così Rebecca spalmò il gelato e si mise subito a lappare la vulva e il seno materno, soffermandosi sui capezzoli eretti.
“Oh mamma... che gusto leccarti così....Mmm.... hai dei capezzoli stupendi, così sviluppati e turgidi... mi piacerebbe tanto averli come i tuoi...”
“Ma tu hai già un seno bellissimo così com’è... Grazie per le tue attenzioni... adesso, vai pure da Mauro che vuole continuare con te!”
Intervenne quindi l’uomo che disse: “Si Rebecca... infatti vorrei metterti il gelato anche sul buchino posteriore per leccarlo ben benino così lo prepariamo.... per poi continuare in altro modo...”
La ragazza, capendo le intenzioni finali dell’uomo, rispose:
“Ma certo... sono pronta!... Anche il mio culetto vuole la sua parte!” mettendosi a pecorina sul letto
ed offrendo la vista del suo culetto dalla forma perfetta alle attenzioni di Mauro.
Il quale con il cucchiaino riempì di gelato quel piccolo orifizio, facendole provare una sensazione di frescura, e quindi vi si avventò per leccarlo a fondo.
Una volta ripulito il foro di entrata, lo lubrificò abbondantemente; quindi fece leccare e insalivare l’uccello da Ludovica, poi appoggiò il glande e iniziò a spingere delicatamente.
Lo sfintere della ragazza era certo molto più stretto di quello della madre, ma piano piano cominciò a dilatarsi sotto la spinta lenta ma costante di Mauro, da esperto inculatore qual’era.
Anche Ludovica seguiva l’operazione con attenzione e partecipazione, tenendo la mano della figlia.
Oramai voleva anche lei che la ragazza fosse sodomizzata fino in fondo, e disse:
“Dai Mauro... incula la mia bambina come si deve... ma con delicatezza... ancora li ne sono passati pochi...”
Lui sentiva le pareti anali avvolgere strettamente il suo grosso uccello, ma continuò imperterrito senza però affondare colpi troppo potenti.
A Rebecca comunque piaceva farsi possedere analmente; aveva visto come la madre lo prendesse in culo agevolmente e nel subconscio lei non voleva essere da meno.
Quel poderoso cazzo in culo la eccitava molto e sentiva che a ogni colpo le corrispondeva una contrazione vaginale.
“Oh sì... dai Mauro... continua a incularmi che mi sto abituando... mmm.... voglio sentirlo tutto.... dai che mi fai venire ancora....”
Infatti poco dopo, una spinta più decisa provocò un’intensa stimolazione fino ad arrivare all’orgasmo con un gemito prolungato:
“Mmm... sì.... sì... sto venendo.... si.... sto godendo di culo!”
Mauro, sempre rispettoso, sentendo lo sfintere stringersi attorno al suo membro nel momento del godimento, attese che si rilassasse per poi sfilare delicatamente l’uccello ancora eretto da quello che era uno stretto orifizio, ora divenuto un buco molto più dilatato.
Ludovica ammirò l’opera e disse: “Le hai proprio aperto il culo ben bene!” e non resistette a leccarlo delicatamente.

Quindi Mauro disse: “Ragazze, dopo che ho assaggiato i vostri stupendi culetti, volete dedicarvi anche voi al mio?”
Ancora una volta Rebecca si stupì della richiesta dell’uomo, per lei così fuori dall’ordinario ma proprio per questo ne era incuriosita.
Ludovica le disse sorniona: “Eh sì, ti avevo detto che a lui piacciono i giochi particolari e ora vedrai quanto gli piace farsi possedere da una donna....”
Mauro nel frattempo si era steso sul letto, dopo aver messo un asciugamano e due cuscini sotto la schiena, alzò le gambe e disse:
“Adesso mie care, vorrei che mi leccaste il culo prima di sodomizzarmi...”
Rebecca era rimasta senza parole, non era abituata a certi giochi ma ben intenzionata a imparare.
Così senza indugio si chinò e iniziò a leccare il culo depilato dell’uomo, pulito e gradevole, che subito si accorse essere ben più largo del suo; quindi iniziò ad esplorarlo inserendo anche due dita, cosa che lui gradì assai.
Intanto, Ludovica prese dall’armadio uno strap-on di medie dimensioni, lo indossò, lo lubrificò e si diresse verso di lui. Quindi, rivolta verso la figlia, disse:
“Adesso ti faccio vedere come si scopa un uomo!”
Così, appoggiando le ginocchia sul letto, si mise davanti a lui, posizionò la punta del suo fallo sull’ano del suo ospite e spinse con decisione. L’attrezzo entrò facilmente in un sol colpo tanto Mauro era abituato ad accogliere quei giocattoli e non solo.
Ludovica iniziò subito a stantuffare con forza, sapeva che a lui piaceva e che voleva sentirlo bene.
E lui rivolto a Rebecca disse:
“Vedi come tua madre mi incula facilmente? E’ un giochino che ci piace a entrambi... E poi vedrai cos’altro faremo!... Intanto, cara Rebecca che ne dici di succhiarmi un po’ il cazzo che è bello duro?”
La ragazza che era rimasta ad osservare la scena piuttosto stupita, disse solo: “Sì, certo!” ingoiando l’uccello fino in gola, ma chiedendosi cosa intendesse fare dopo.
Ogni tanto Ludovica estraeva il fallo dello strap-on e lo porgeva alla figlia che così succhiava alternativamente il cazzo vero di lui e quello artificiale di lei, al sapore di culo.
Dopo oltre dieci minuti di esercizio, Ludovica cominciò a calare il ritmo dicendo:
“Ufff..... sono un po’ stanca a forza di spingere...”
Le rispose sornione Mauro:
“Vedi... è fatica fare l’uomo... io invece sono bello rilassato... prendere un cazzo in culo da una donna così lo trovo molto piacevole e riposante, specie facendosi fare contemporaneamente un bel pompino....”
E poi aggiunse:
“Adesso, vorrei che mi facessi il giochino di mano che ben sai... così godo felice...”
“Sì certo caro... così facciamo vedere anche questo a Rebecca...” disse Ludovica sorridendo, sfilando lo strap-on dal culo di Mauro e togliendosi la cintura.
Lui rimase in posizione, continuando a sostenere le gambe aperte con le braccia. Ludovica si mise un guanto di lattice sulla mano destra, la lubrificò e si avvicinò nuovamente al suo ano dilatato, e rivolta alla figlia, che la guardava senza capire cosa intendesse fare, le disse:
“Ecco cara mia... adesso penetrerò con la mano il suo culo aperto... è quello che si chiama fisting!... A me eccita tantissimo farlo a un uomo!”
La ragazza rimase a bocca aperta. Non aveva mai fatto o visto quel gioco dal vivo, non pensava fosse possibile.
Così, Ludovica iniziò a inserire le dita, prima due poi tre fino a tutte e cinque; quindi continuando a roteare il polso, fece passare delicatamente anche la sporgenza delle nocche e con una ulteriore spinta si ritrovò con tutta la mano nella cavità anale di Mauro. Il quale appariva tranquillo e rilassato, godendo di quel momento di piacere estremo che il massaggio anale gli procurava. Quella stimolazione contribuiva anche a dargli una erezione ai massimi con il cazzo durissimo che continuava a ricevere le attenzioni di Rebecca, la quale mentre succhiava con gusto guardava estasiata la mano materna immersa in quel culo maschile.
Finché Mauro le fece un cenno con lo sguardo rivolto verso lo strap-on, dicendogli:
“Rebecca, perché non provi a usare lo strap-on anche tu su Ludovica mentre lei continua a fistarmi?”
La ragazza non se lo fece ripetere: “Sì certo... che bella idea... volevo proprio provarlo!”
Così indossò la cintura, lubrificò la punta e si mise dietro alla madre che, senza dire nulla, si mise tranquillamente a pecorina offrendo alla figlia entrambi i suoi pertugi.
Rebecca aveva le idee chiare su dove dirigersi: mise un po’ di lubrificante sull’orifizio anale rimasto dilatato dalla precedente penetrazione e vi infilò senza indugio lo strap-on. Ludovica rimase ferma per agevolare l’operazione, cosicché il fallo entrò facilmente.
Così Rebecca iniziò a fottere con veemenza il culo materno, sentendo che accoglieva facilmente quella sua appendice mascolina.
Ludovica era assai stimolata da quella penetrazione, a maggior ragione perché era la figlia a scoparla, e disse:
“Oh sì.... dai Rebecca inculami... mentre io rompo il culo a Mauro con la mano...”
Il trio continuò cosi per parecchi minuti, con Ludovica che si dedicava anche a succhiare quel cazzo sempre ben duro, finché Mauro dopo la prolungata stimolazione anale ed i giochi di bocca, era prossimo all’apice del godimento:
“Mmm.... sto per venire...prendila tutta in bocca....sì... godo!”
Esplose così in una intensa ed abbondante sborrata, che Ludovica, chinandosi su di lui, raccolse tranquillamente in bocca, come sua buona abitudine.
Rebecca dopo aver visto la scena, non voleva perdere l’occasione di gustare il frutto del godimento di Mauro. Così sfilò delicatamente il fallo dal culo materno, a cui diede un’ultima ed approfondita leccatina, poi si avvicinò alla bocca della madre dicendo:
“Me la passi un po’ anche a me la sua sborra, che mi piace tanto?”
Così Ludovica passò lentamente lo sperma nella bocca della figlia, facendolo colare lentamente sulle sue labbra aperte. Poi rimasero attaccate l’una alla lingua dell’altra per un lungo momento, abbracciandosi teneramente a suggellare la loro unione.
Il tutto per l’apprezzamento di Mauro che disse:
“Oh che brave... un bellissimo finale tra madre e figlia...complimenti!”

Quindi, Ludovica estrasse delicatamente la manina, con il guanto rimasto pulito (Mauro si preparava come si deve prima di queste pratiche), lasciando lo sfintere piuttosto dilatato.
Poi, dopo aver ripreso le forze, lui si alzò per andare a lavarsi, quindi si vestì e si preparò ad uscire, lasciando nel cassetto delle offerte una busta gonfia di banconote verdi.
Nell’accommiatarsi, salutò con un ultimo bacio le sue amanti per un giorno, che ricambiarono affettuosamente. In particolare Rebecca gli disse: “E’ stato un piacere conoscerti Mauro, sei proprio un vero gentleman, cortese e rispettoso, ed anche esperto e molto porcellino.... Ho imparato cose nuove da te e mamma... Sono contenta di aver iniziato questa attività con te... Torna a trovarci presto!” e lo baciò ancora in bocca, sotto gli occhi compiaciuti di Ludovica.
“Certo mie care... io sto così bene con voi... tornerò presto....baci, baci, ciao!”

E così, una volta uscito, le due donne rimasero sole. Ludovica e Rebecca tornarono ad essere Milena e Roberta, madre e figlia. La ragazza disse con tono felice:
“Mamma!... Hai visto quanto c’era nella busta?... Non avrei mai pensato che avremmo guadagnato tanto in un solo incontro!”
“Sì, è stato molto generoso...si vede che tu gli hai fatto effetto... io da sola avrei dovuto lavorare almeno una settimana per arrivare a quella cifra...”
“Vedi, in una volta sola abbiamo risolto il problema delle spese di fine mese... E ci siamo anche divertite!... Abbiamo davvero fatto di necessità virtù!... Pensa a quante cose potremmo fare lavorando insieme come coppia... Potremo fare un sito internet o una pagina sui social per attirare i nostri ammiratori.... O anche proporci davvero come madre e figlia e fare dei tour in altre città dove non ci conoscono... forse saremo uniche a proporre questo tipo di servizio, pensa che successo potremmo avere.... e poi chissà cos’altro...”
“Bambina mia... non correre troppo...ci sono molte cose da combinare, e poi avevamo detto che facevamo insieme solo qualche incontro iniziale...”
“Oh mamma, sono così contenta di aver deciso di fare questo passo... e di averlo fatto con te... quando abbiamo giocato insieme ho visto che piaceva anche a te, come donna e come madre, e ne sono stata tanto felice...”
“Sì è vero, mi è piaciuto.... ed è stato tutto così spontaneo, giocoso e senza morbosità che mi sono anche commossa nel sentirci così unite....”
“Sì mamma, unite per sempre... ti voglio tanto bene!”
“Anch’io te ne voglio tanto, bambina mia!”


II - FINE


Il racconto è di fantasia; ogni riferimento a persone o fatti reali è puramente casuale.

P.S. Sono graditi commenti, osservazioni e suggerimenti, anche tramite messaggio privato sul profilo. Grazie per l’attenzione.


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