incesto
La benda rossa: incesto in incognito-Parte II
di Aquarius
24.11.2024 |
9.130 |
14
"Se lo è anche lei possiamo procedere..."
La benda rossa, ovvero: incesto in incognito – Parte IIDopo gli eventi narrati nella Parte I, prosegue la vicenda erotica di Rachele alle prese con i suoi due allievi che nel loro piano coinvolgono Samuele, fino a raggiungere una nuova dimensione nei rapporti madre-figlio.
* * * * *
I due amici esposero quanto avevano in mente a Samuele che rimase colpito dalla loro fantasia e mente diabolica per queste cose.
Così, dopo averci pensato un attimo, disse: “Va bene, ci sto!... Appena matura l’occasione giusta avvisatemi, che mi preparo per la mia parte...”
Si diedero il cinque per suggellare quell’accordo perverso.
Nei giorni successivi, Samuele era sempre più eccitato all’idea di quello che stava per succedere e cercava di immaginare la scena che si sarebbe svolta guardando in continuazione film porno di incesti in famiglia e osservava con una diversa attenzione Rachele, sapendo che sotto l’aspetto di madre di famiglia senza peccato si celava una donna con le sue pulsioni e le sue voglie.
Intanto Flavio e Franco avevano cercato di ottemperare, a modo loro, alla promessa, pur se marinaio, fatta alla loro insegnante ed effettivamente avevano provato a studiare qualcosa e a stare tranquilli a scuola e tenere buona la classe.
Così un giorno, Rachele li chiamò durante l’intervello dicendo loro:
“Ragazzi, il preside mi ha chiesto come vanno le lezioni di recupero con gli allievi più bisognosi come voi... Gli ho detto che effettivamente qualche miglioramento c’è stato, ma ci vorrà qualche altra lezione...” poi rivolgendogli uno sguardo ammiccante aggiunse: “:...E se facessimo un ripasso della materia con lezioni orali e pratiche sabato pomeriggio?... Mio figlio sono certa che non ci sarà, come tutti i sabato pomeriggio...”
I due ragazzi si guardarono compiaciuti e risposero all’unisono: “Ma certo prof!....Per lei siamo sempre a sua disposizione!... Ci vediamo sabato e vedrà che anche lei imparerà qualcosa di nuovo per le materie che le piacciono di più...”
Rachele li congedò con un sorriso e annuendo con un cenno del capo, senza aggiungere altro perché stavano rientrando gli altri alunni.
Samuele, avvisato dagli amici del giorno fatidico, informò la madre già dal venerdì che il pomeriggio successivo sarebbe andato al cinema con Martina. In realtà non era del tutto una bugia perché stava cercando di riconquistare a piccoli passi la fiducia della ragazza, rimasta scioccata dalla scenata di Rachele che li aveva scoperti in flagrante, e quindi per ora senza ritentare approcci troppo arditi.
Appena uscito il figlio, Rachele predispose la location, questa volta nella sua camera da letto dove aveva coperto con un telo l’altarino con le immagini e gli oggetti sacri chiedendo perdono e recitando l’atto di dolore per quanto stava per fare. In un tavolino mise delle bevande e preparò una torta alla crema per i suoi ospiti. Per questa occasione speciale si truccò più del solito e si vestì con un completino sexy che aveva messo solo una volta con il marito per risvegliare, senza successo, le sue attenzioni: calze a rete, perizoma trasparente e con solo una sottile striscia di tessuto coprente il retro, reggiseno altrettanto succinto che lasciava quasi del tutto scoperte le sue rotonde e morbide sfere. Per non apparire del tutto zoccola, sopra si tenne una vestaglia lasciata però semiaperta.
Quando arrivarono i suoi ospiti, li fece accomodare ricevendo i loro complimenti:
“Uaooo prof!... E’ proprio uno schianto!,,, Una bomba sexy!” a cui aggiunsero un baciamano d’altri tempi, per loro proprio non abituale.
“Grazie ragazzi, siete molto gentili... Sapete, alle volte a una donna matura fa piacere ricevere degli apprezzamenti da giovani maschietti come voi!”
Rachele cominciava già ad eccitarsi e i due avevano già un certo rigonfiamento nei pantaloni.
La padrona di casa fece accomodare i ragazzi in camera da letto, e dopo la volta precedente ora era più convinta e decisa di quello che voleva.
I suoi allievi lo erano altrettanto e non persero tempo, si tolsero in un lampo maglietta e pantaloni rimanendo con i boxer da cui spuntavano già i loro bastoni di carne, e si avvicinarono a Rachele seduta sul bordo del letto che li guardava sorridendo.
“Ecco, prof... noi siamo già pronti... se lo è anche lei possiamo procedere...”
“Mmm.... certo ragazzi... adesso guardiamo cosa c’è li sotto....” fece lei abbassandogli i boxer ed estraendo le loro verghe, già sfrontatamente erette.
Rachele rimase qualche istante in contemplazione di quei giovani virgulti, per poi menarglieli delicatamente mentre guardava negli occhi i suoi allievi. I quali le fecero scivolare giù la vestaglia, ammirando il corpo voglioso della loro insegnante in quella mise sensuale, accarezzandole e stringendole i grossi seni, facendoli fuoriuscire dal ridotto reggiseno.
Poi i due la fecero stendere sul letto, con lei accondiscendente. E mentre Franco le cacciò subito il cazzo in bocca, il compare le sfilò il perizoma e le allargò le cosce per affondare la lingua nella calda passerona pelosa.
Rachele era già in preda all’eccitazione; non le pareva vero che potesse avere due giovani amanti ben dotati che si dedicassero a lei.
Succhiava avidamente quell’uccello mentre il cunnilingus dell’altro la facevano già colare di piacere.
Continuarono così per qualche minuto, con i ragazzi che si scambiarono le posizioni ma il loro piano di battaglia prevedeva ben altro.
Flavio tirò fuori la benda rossa, agitandola sotto gli occhi della donna, dicendole sornione:
“Prof, vuole che le rimettiamo la benda per altri giochini come l’altra volta, che le era piaciuto?”
In effetti, l’essere bendata a Rachele le era piaciuto assai, anzi l’aveva ancor più eccitata, così rispose: “Mmm... certo ragazzi, come volete...i vostri giochini bendata mi attirano...”
Così, poco dopo l’insegnante si ritrovò bendata con i suoi allievi che si sollazzavano con il suo corpo e facendosi spompinare da lei.
Poi la misero a pecorina sul bordo del letto e mentre uno continuava a farselo succhiare, l’altro la penetrò da tergo in un sol colpo, facendola sussultare.
“Oohhh!... com’è grosso!... che delizia sentirlo tutto dentro così....”
Ma ora era venuto il momento in cui scattasse la fase successiva del loro piano. Così Franco le disse:
“Prof, avremmo una sorpresa per lei... dato che non c’è due senza tre, che ne dice se ora viene anche un nostro amico?”
Rachele fu colta alla sprovvista. In condizioni normali mai avrebbe pensato di fare sesso con addirittura tre persone, ma ormai era in balia dei suoi amanti e avrebbe fatto qualunque cosa che le avessero chiesto. Così, pur un po’ titubante, rispose:
“Un vostro amico?... E chi è?...Se è un altro mio studente non posso certo farmi trovare così... per quanto se è esperto e ben dotato come voi, confesso che l’idea mi eccita...”
“Stia tranquilla prof... non è un suo studente.. lo chiameremo... Mister X... lei.. ehm... non lo conosce... e anche lui è bravo a fare sesso come noi... vedrà come sarà eccitante farsi scopare da noi tre mentre resta bendata...” aggiunse Flavio, mentendo spudoratamente sull’identità dell’amico, per tranquillizzarla ma puntando a farle crescere la libidine.
.“Adesso lo chiamiamo...”
Quindi inviarono un messaggio sul cellulare al terzo invitato che ovviamente altri non era che Samuele, il quale già da quasi un’ora stava aspettando nervosamente il segnale nei giardinetti vicino a casa, arrovellandosi il cervello nel pensare a cosa stesse succedendo tra la madre e i suoi amici.
Così in tre minuti Samuele fu sull’uscio di casa che Franco era andato ad aprire per farlo entrare senza fargli usare le chiavi. Gli sussurrò: “Tutto bene!... Lei è calda e pronta!”
Quando entrò in camera, Samuele si bloccò per qualche attimo dall’emozione e dallo stupore nel vedere la madre a pecorina sul letto, nuda, bendata, e con il cazzo di Flavio in bocca.
Ma subito dopo lo stupore divenne un’eccitazione mai provata, con l’uccello che gli divenne duro all’istante, menandoselo appena tolti i vestiti nel vedere la scena.
Si mise anche una mascherina tipo ffp2 per camuffare sospiri e mugugni e non farsi riconoscere.
“Ecco prof, è arrivato il nostro amico... lui non dirà nulla per rimanere in incognito... per lui parlerà il suo cazzo che è già pronto per farglielo assaggiare!”
In effetti Rachele ci cascò alla grande, accecata dalla pulsione sessuale, senza porsi dubbi sulla reale identità del terzo invitato; così si tolse un attimo l’uccello che aveva in bocca, per dire:
“Benvenuto amico misterioso... come vedi sono una donna matura e vogliosa pronta per tutti i giochi con voi maschietti... serviti pure... fammelo sentire tutto dentro!”
A quelle parole Samuele ebbe un ulteriore sussulto; la madre stava rivelando una natura da porca e una troiaggine mai venuta fuori e che non avrebbe mai sospettato a questi livelli.
Così non resistette più, si mise dietro di lei, appoggiò la cappella nella vulva pelosa grondante di umori e spinse, socchiudendo gli occhi e aprendo la mente.
“Sto scopando la mamma!” penso lui, che ora non era solo la sua genitrice ma una donna che non solo voleva ma che proprio aveva bisogno di fare sesso con i suoi giovani amanti.
Oramai era entrato dentro quel ventre che lo aveva generato. Ma non si fece prendere da remore mentali o rimorsi esistenziali, era lì per scopare e lo avrebbe fatto, tanto più che lei lo incitava:
“Mmm... anche questo è proprio un bell’uccellone che mi riempie bene... ora possiedimi anche tu come si deve!”
Samuele prese subito il via stantuffando con foga come mai aveva fatto nelle sue rare esperienze con le sue coetanee. Non sapeva quanto a lungo sarebbe durato, ma voleva godersi il momento.
Flavio e Franco osservavano compiaciuti la scena con il loro amico che scopava in incognito la madre, riprendendola furtivamente con lo smartphone.
Poi rimisero i cazzi in bocca a Rachele, che li accolse volentieri dimostrandosi ancora una volta un’abile pompineuse.
Dopo quell’inizio a tutta forza, Samuele rallentò il ritmo per non venire subito ma la madre lo incitava:
“Dai... dai.... continua... che sto per venire... siii...godo... godooo!”
Rachele in preda all’orgasmo fu presa dalle convulsioni, e Samuele rimase stupefatto nel vedere la madre godere così, quasi incredulo di esserci riuscito.
Lei si accasciò sul letto, ma gli altri due volevano la loro parte. Così fecero girare e stendere la vacca, che Franco riprese a scopare alla missionaria alzandole le gambe per poi darsi il cambio con Flavio, mentre Samuele gli avvicinò il membro al viso. Rachele ne sentì l’odore di cazzo e di sesso, impregnato com’era dei propri umori, e sorridendo da sotto la benda sussurrò:
“Mmm... questa è la verga che mi ha appena fatto godere... ora te la succhio per bene, ragazzo...”
Samuele temeva che stando così vicino, lei sbirciasse da sotto la benda o lo riconoscesse in qualche modo, ma la madre era impegnata in tutt’altre faccende e stava godendo a ripetizione sotto i colpi delle mazze dei suoi allievi.
Rachele prese quell’uccello, senza sapere che fosse del figlio, leccandolo prima delicatamente dalla base al glande, per poi insalivarlo e iniziare un’azione di risucchi sempre più intensi, sollazzandogli la cappella inizialmente tra le labbra poi facendo arrivare l’asta fino in gola.
A fronte di quel lavoro di bocca, Samuele rimase stupito di come la madre fosse brava a succhiare i cazzi, chiedendosi come avesse fatto a diventare così esperta dato con il padre da tempo i rapporti sessuali erano assai sporadici e pensando: “Se lo fa oggi con noi, chissà quante altre volte lo ha fatto con altri...”
Dopo un po’ di quel trattamento intenso a cui non era abituato, Samuele sentì che lo sperma gli stava salendo e fece per ritrarsi ma Rachele, sentendo che il pene si stava irrigidendo e pulsando, capì che era al momento culminante e gli disse:
“Forza ragazzo... sento che stai per venire... fammi assaggiare tutto il tuo seme in bocca!”
A quelle parole oscene, Samuele si lasciò andare e scaricò una intensa sborrata con quattro o cinque fiotti di sperma in bocca alla madre. La quale, l’assaporò per qualche attimo in bocca per poi ingoiarla tutta con soddisfazione, e infine disse sorridendo:
“Mmm...... Visto, l’ho ingoiato tutto!... è così buono questo sperma di voi giovani, dolce e inebriante....”
Anche se era appena venuto, Samuele era rimasto eccitato e quindi aveva l’uccello ancora ben in tiro, prodezze della giovane età.
In un momento in cui Rachele era a gambe larghe e senza nessun altro volatile posato sul suo nido, il ragazzo fu attratto dalla vagina materna e vi si avventò, abbassando la mascherina che indossava.. Emanava un odore erotico, di donna che aveva appena goduto, e lui vi affondò il viso per annusarla e passarvi la lingua in ogni dove, prima disordinatamente, poi prendendo le misure e seguendo un movimento più preciso dalle labbra al clitoride turgido che leccò e succhiò avidamente.
Lei mostrò di apprezzare quelle attenzione con dei: “Sìì... sììì... continua... continua...” e allungò le mani per accarezzare la testa di quel maschio che la stava leccando.
“Sento che ha i capelli corti e lisci, come mio figlio” pensò Rachele senza andare oltre.
Samuele provò a ritrarsi temendo che così lo potesse riconoscere al tatto, ma lei lo spinse sul suo sesso per farsi continuare a leccare.
Poi Samuele si dovette scostare perché gli altri due volevano riprendere a scoparla. Così, Flavio e Franco si misero in staffetta a fottere Rachele a tutta forza, facendola gridare di piacere sotto i loro colpi.
Finché anche Flavio raggiunse l’apice del piacere sborrando copiosamente in quella figa famelica:
“Prof!... ecco... vengooo!... sììì”
“Sì caro...fai pure... dammela tutta la tua venuta!” fece lei senza ritegno, facendosi tranquillamente inondare di sperma.
Samuele era incredulo di come la madre si facesse venire dentro così liberamente, ma adesso voleva riprendere a scoparla anche lui.
Però Franco lanciò un’altra idea perversa:
“Prof, che ne dice di una doppia penetrazione?... Io sotto da davanti, e il nostro amico sopra da dietro.... vedrà come godrà!”
Rachele rimase un attimo interdetta, ma il parossismo erotico era oramai a livelli incontrollabili:
“Una doppia penetrazione?... Oh, mi piacerebbe provare ma non so se ci riesco... è da quando ero giovane che non ne faccio una... Comunque, sì!... Voglio proprio sentirli due arnesi come i vostri insieme!”
“Incredibile – pensò Samuele – come mamma abbia già avuto esperienze simili e ora non veda l’ora di rifarla...”
Così, Franco si stese sul letto e guidò Rachele, sempre bendata, che si calò lentamente sopra di lui fino a impalarsi sul suo cazzo duro, con un sospiro di piacere quando lo sentì tutto dentro:
“Oohhh!... Così è proprio fino in fondo...”
Prese a molleggiarsi sulle gambe appoggiate al letto per cavalcare quel bastone di carne, in una posizione per lei fuori dall’ordinario.
Ma da dietro era pronto Samuele per completare il gioco.
Vedeva la madre muoversi lentamente sull’uccello dell’amico, mentre ammirava il suo culo un po’ abbondante ma succulento che non aspettava altro che essere penetrato.
Samuele non aveva molte esperienze di sesso anale; le poche volte che ci aveva provato con alcune ragazze per la maggior parte avevano rifiutato intimorite dalle sue dimensioni e con le poche con cui ci era riuscito aveva faticato non poco e il risultato non era stato dei migliori.
E men che meno non aveva mai provato a fare una doppia penetrazione.
“Adesso sto per inculare mamma, che non sa che sono io!” pensò lui, un po’ titubante per la sua inesperienza in quel gioco da esperti, ma eccitato ai massimi per la situazione.
Così, infilò prima un dito nella rosellina per saggiare l’ambiente, scoprendolo caldo e accogliente e quindi ne aggiunse un altro. Rachele nel sentire quelle dita che la esploravano, disse:
“Cosa stai facendo birichino?!... Ti piace il mio buchino?... Su forza, mettimelo dentro!”
A quell’invito esplicito, Samuele ebbe un’ulteriore scossa; ormai voleva andare fino in fondo. Si mise un po’ di gel lubrificante che Flavio, spettatore della scena avendo appena goduto, gli porse.
Quindi si mise in posizione dietro di lei, appoggiando la cappella all’orifizio anale mentre Rachele smise di muoversi per favorire l’operazione, e infine spinse prima delicatamente poi con più decisione, finché il glande e parte dell’asta entrarono nell’oscuro pertugio.
Lui, non potendo emettere parola, fece una sorta di grugnito di soddisfazione, mentre lei emise un lungo sospiro di piacere, quel piacere particolare di essere posseduta in quel modo che da troppo tempo le mancava:
“Oohh....sììì... li sento i vostri arnesi.... tutti e due dentro di me!... E’ una sensazione stupenda, che non pensavo di provare più... Ora continuate... scopatemi forte e fatemi godere!”
Samuele non riusciva a credere che la madre parlasse così e si facesse prendere in doppia, ma sentiva il culo materno avvolgere e stimolare il suo cazzo, e prese a muoverlo spontaneamente avanti e indietro per sodomizzarla a dovere, mentre la teneva per i fianchi per poi allungare le mani per stringerle da dietro le grosse e morbide tette che le procurava una ulteriore stimolazione.
Da sotto Franco, più esperto in questi giochi particolari, ne assecondava il ritmo per coordinarlo all’unisono, con movimenti avanti-indietro dei due membri nel corpo di Rachele, che era in visibilio, ansimando di piacere e colando per continui godimenti, con le tettone ballonzolanti seguendo i movimenti del corpo.
Samuele, una volta abituatosi alla situazione e nel sentire il membro dell’amico separato solo da una sottile parete, aumentò il ritmo per scopare quel culo a più non posso, trovandolo niente affatto stretto e pensando così che la mammina aveva avuto le sue esperienze anali e che si manteneva in allenamento con i suoi dildo.
La doppia penetrazione andò avanti per parecchi minuti; nessuno dei contendenti voleva che finisse anzitempo con Rachele, che nel mentre si faceva possedere dai due ragazzi incitandoli, si sfregava forsennatamente il clitoride ed ebbe un paio di orgasmi in sequenza.
Anche Flavio si unì al trio porgendo l’uccello, già tornato semi-duro a Rachele che non si fece pregare per prenderlo subito in bocca.
Ma Samuele, un po’ per l’inesperienza e la foga giovanile, un po’ per la situazione perversa in cui si trovava, sentì che ormai stava per venire ma non sapeva come e dove concludere l’opera.
Ci pensò Rachele a fugare i dubbi, dicendo: “Ragazzi, mi avete già fatto godere più volte... ora tocca a voi... finite pure dove siete e riempitemi della vostra cremina!”
“Sempre più incredibile - pensò Samuele - la mamma che vuole farsi sborrare dentro da entrambi!... Vorrà dire che l’accontenterò!”
Così, mentre l’amico si fermava, lui aumentò i colpi sentendo che si avvicinava il momento culminante, fino ad esplodere in una violenta sborrata che inondò il culo materno con un grido soffocato.
Ansimava parecchio, avrebbe voluto gridare il suo godimento ma si trattenne a stento emettendo solo una serie di grugniti; non aveva mai sborrato liberamente facendo sesso anale, nelle sue poche esperienze con le ragazze aveva usato il profilattico, ma si rese conto che così era una sensazione veramente stupenda, tanto più che era sua madre a ricevere la sua sborra, che dimostrò di gradire:
“Mmm... che bello sentire il tuo sperma fluire in me... ne avevi ancora tanto, eh caro?... Com’è, alla tua età non scopi abbastanza?”
Lui gli avrebbe voluto rispondere dicendo che era proprio lei come madre a impedirglielo, ma non voleva tradire la sua identità in incognito.
Samuele estrasse delicatamente il cazzo dal culo materno, che gli apparve subito dilatato e colante di sperma e si sentì soddisfatto di tale risultato.. Tale visione gli diede un’ulteriore stimolazione erotica facendogli venire un’idea perversa che aveva visto in qualche film porno: si chinò verso la zona anale e, senza pensarci tanto, si mise a leccare il buco sfondato.
“Sto leccando il culo di mamma, da cui esce la mia stessa sborra!... Sono proprio un gran porco... come del resto lei!” pensò il ragazzo, che aveva già assaggiato il proprio sperma quando si masturbava.
Al sentire la lingua lì dietro, Rachele sorrise e sussurrò:
“Oh, che lingua delicata!... Ti piace leccare li dopo che sei venuto... sei proprio un bel maialino!”
Intanto, anche Franco stava raggiungendo il culmine; fece girare la sua insegnante, facendo perno sul cazzo, mettendola stesa sul letto e riprese a scoparla con intensità, finché poco dopo anche lui giunse a compimento eiaculando in abbondanza nel ventre di Rachele:
“Uuhhh... ecco prof!... sto venendo!... Ancora tanta sborra per lei!”
“Sì, caro... la sento... oh, che sensazione sublime ricevere i vostri godimenti in me, dopo che ho avuto un orgasmo dietro l’altro!” disse sospirando Rachele.
La quale poi, quasi pensando ad alta voce, aggiunse:
“Ragazzi, se io fossi un dolce, che tipo di dolce sarei?”
Fla & Fra si guardarono un attimo e per stare al gioco, Flavio rispose:
“Prof... direi certamente una torta alla crema, come quella che ha preparato sul tavolino, così invitante e gustosa...”
“... E che noi riempiamo adeguatamente, farcendola con la crema pasticcera di nostra produzione...” aggiunse Franco.
“Oh, che carini e maliziosi a fare questo paragone... Però ci sta e devo dire che non ho mai goduto tanto e mi sento finalmente appagata.... ne avevo proprio bisogno dopo che questi piaceri della vita mi sono mancati da molto tempo...”
E con i pensieri che le uscivano a ruota libera, Rachele aggiunse, quasi sussurrando tra sé e sé:
“Del resto, che gusto c’è a vivere senza sentirsi vivi?”
Nel sentire quelle parole della madre, Samuele ne rimase colpito; mai avrebbe pensato che lei avesse quei pensieri reconditi e che ora, dopo una performance sessuale simile, si sentisse finalmente realizzata.
A quel punto, tutti avevano goduto in abbondanza e si acquietarono qualche attimo per riprendere fiato dopo aver fatto sesso per quasi due ore.
Rachele stesa sul letto tra Franco e Flavio che l’accarezzavano, essendo ancora bendata, chiese ai suoi due allievi:
“Ragazzi, ora posso togliere la benda?... Mi ha eccitato moltissimo farlo così al buio, stile “Nove settimane e mezzo”, ma ora vorrei guardarvi negli occhi e vedere chi è il vostro amico misterioso...”
A quelle parole Samuele, che si stava ancora riprendendo dal godimento di poco prima, scattò come una molla e uscì di corsa dalla camera da letto raccogliendo i suoi vestiti, infilandoseli al volo nell’ingresso per poi uscire in fretta e furia per non farsi scoprire.
Così i suoi amici risposero a Rachele:
“Certo prof, adesso gliela togliamo...”
Rachele, dopo un attimo per riabituarsi alla luce seppur soffusa, si guardò intorno; sorrise ai suoi due giovani amanti accanto a lei, li baciò sulla bocca sussurrando:
“Ecco ragazzi, un bacio affettuoso per suggellare la mia riconoscenza per voi che mi avete fatto provare sensazioni ormai dimenticate...” poi osservò meglio la camera e aggiunse:
“Ma il vostro amico... Mister X... dov’è?”
“Ecco prof... lui... ehm... è dovuto subito andare via... preferisce non farsi vedere da lei... sa, lui è molto timido e poi si emoziona con le donne più grandi di lei...” rispose Flavio, pensando nella sua mente: “Speriamo che ci caschi e non sospetti nulla...”
Infatti Rachele rispose ingenuamente:
“Ah, ecco... peccato, volevo conoscerlo e ringraziarlo.. .Mi ha fatto godere tanto anche lui!... Salutatelo da parte mia... Adesso miei cari, è ora di mangiarci qualcosa per recuperare le forze dopo tutta questa ginnastica erotica... C’è la torta alla crema che vi ho preparato, proprio quella mi rappresenta!”
“Molto bene prof, grazie!... Lei è così brava in cucina come in altre cose... Ma poi c’è lo dà un bel voto nella sua materia per passare agli esami?” disse Franco, azzannando una fetta di torta, affamato com’era.
“E voi mi promettete che oltre a queste attività ludiche e diciamolo pure erotiche, vi impegnerete a studiare come si deve?”
I due si guardarono e risposero sornioni: “Sì, certo prof, promesso!... Ma avremo bisogno di qualche altra lezione di recupero con lei...”
E Rachele replicò con: “Certo ragazzi, per voi sono sempre disponibile... così anche voi mi insegnerete qualcosa di nuovo, come oggi...” abbracciando e baciando ancora i suoi giovani amanti.
Intanto Samuele, si era rifugiato nel bar abituale per recuperare le energie fisiche e schiarirsi la mente dopo quell’esperienza di sesso di gruppo così particolare. Certo, aveva goduto intensamente come mai gli era successo, ma era rimasto piuttosto frastornato.
Non tanto perché c’erano anche i suoi compagni di merende con cui aveva condiviso altre uscite simili, ma soprattutto perché aveva fatto sesso con sua madre e pure a sua insaputa, come se fosse stata una qualsiasi amante occasionale,
Lì per lì lo aveva fatto senza pensarci tanto, spinto dai suoi amici anche per vendicarsi di lei per quell’episodio con Martina che si era legato al dito, ma adesso gli cominciava a venire qualche dubbio esistenziale, specie su cosa sarebbe potuto succedere e su come avrebbe gestito la situazione con la madre rivelatasi una donna vogliosa, attratta dal sesso in modo insospettabile e aperta a ogni esperienza erotica.
Dopo circa un’ora finalmente arrivarono Franco e Flavio, sorridenti e soddisfatti per come erano andate le cose. Videro il loro amico un po’ giù di corda e gli dissero:
“Oh Samuele... com’è che sei così mogio?... Dovresti essere allegro e pimpante... è andato tutto bene e ci siamo divertiti!”
“Mah, sono solo un po’ stanco e stavo ripensando a quello che è successo... certo, ci abbiamo dato dentro e fatto del gran sesso... ma adesso non so come comportarmi con lei... se farle capire qualcosa o cosa dire se lo scoprisse...”
“Ma sta tranquillo... fregatene e divertiti!... Hai una madre eccezionale, una milfona così portata per il sesso e vedrai che se ricapitasse non si tirerà indietro!... Ora su beviamo qualcosa e brindiamo in onore di tua madre!”
Samuele rientrò a casa verso l’ora di cena. La mente gli si era un po’ rasserenata ed era giunto alla conclusione di non avere rimorsi o crearsi complessi per quello che era successo, anzi era stata un’occasione rara, forse unica di grande libidine che mai aveva provato così. E gli era rimasto un certo stato di fermento con gli ormoni a palla.
Nel mentre appendeva il giubbotto nell’attaccapanni dell’ingresso, vide, appoggiata su una sedia, la benda rossa usata durante i giochi di gruppo con la madre. Si chiese perché fosse lì, forse l’avevano dimenticata i suoi amici e la madre non l’aveva vista, a meno che non l’avesse volutamente lasciata proprio lei in vista, quasi come un segnale. Decise di prenderla, chissà poteva servire per qualche sviluppo della situazione.
Salutò come se niente fosse Rachele che era in cucina a preparare la cena. Notò che, come dopo il primo incontro di sesso con i suoi amici, lei indossava una vestaglia scollata apparentemente senza nulla sotto. Lì per lì cercò di non pensarsi, ma sentì che il suo amichetto sotto si stava già ingrossando.
In effetti Rachele dopo quell’intenso amplesso di gruppo e con le sensazioni vissute che le avevano consumato tutte le energie fisiche e mentali, si era addormentata di botto rimanendo nuda sotto il lenzuolo. Anzi, non si era neanche lavata le parti intime; le piaceva sentire dentro di sé quella cremina che i suoi giovani amanti le avevano donato in abbondanza. E al risveglio non si era ancora acquietata, rimanendo in preda di uno stato di turbamento e agitazione interiore.
E così quando Samuele salutò la madre con l’abituale bacino sulla guancia, in quell’attimo vicino a lei gli parve di sentire che fosse permeata di un odore particolare, di feromoni di donna in calore.
Durante la cena, Rachele cercò di nascondere il suo stato e di evitare qualsiasi discorso imbarazzante, chiedendo al figlio che film avesse visto con Martina, cos’altro avevano fatto, se doveva studiare nel fine settimana e così via, ma si agitava ed era visibilmente accalorata.
Ma Samuele notò subito che quando si muoveva da sotto la vestaglia fluttuava il seno nudo e per un attimo vide anche la passera pelosa libera di prendere aria.
Così pensò tra sé e sé: “Se mamma sotto è ancora nuda vuole dire che è ancora in fregola... non è che vuole fare ancora sesso?... E se ci riprovassi?”
Arrivati al dessert, Rachele mise in tavola quel che restava della torta alla crema, che nel pomeriggio aveva offerto a Franco e Flavio al termine dei giochi. Samuele nel vederla ebbe come una scossa mentale; pensò che forse nel mettere in tavola proprio quella torta la madre lo avesse fatto come gesto spontaneo e innocente, ma se invece fosse un segnale subliminale, una sorta di provocazione?
A quel punto decise di giocare la sua carta e provare a stimolarla sull’argomento e quindi, dopo averne mangiata una fetta, con fare naturale disse:
“Buona questa torta, così ben ripiena di crema... Mamma, dato sei così brava nel prepararli, se tu fossi un dolce che tipo di dolce saresti?”
A quelle parole, a Rachele andò di traverso il boccone di torta che stava masticando: era esattamente la frase che aveva detto ai ragazzi dopo l’amplesso, al che Rachele andò in piena agitazione, il viso si arrossì all’istante per l’imbarazzo e cercò di bere un po’ d’acqua per stemperare, chiedendosi:
“Come fa mio figlio a saperlo e perché lo ha detto?... Forse glielo hanno riferito i suoi amici?... O forse c’è un’altra ipotesi a cui non voglio nemmeno pensare?”
Cercò di reagire rispondendo evasivamente e un po’ bruscamente : “Ma che domanda è?... E’ senza senso!... Su mangiala se ti piace...”
Samuele capì che aveva colto nel segno e iniziò a pensare al passo successivo.
Così dopo cena, mentre la madre metteva a posto la cucina, lui si accomodò sul divano a guardare la televisione. Sapeva che sul canale 26 a quell’ora del sabato sera davano sempre film erotici, non certo porno ma d’autore. E quella sera c’era “Così fan tutte” film-cult di Tinto Brass ed iniziò a guardarlo.
Dopo circa 20 minuti, sistemata la cucina, andò in salotto anche Rachele che chiese al figlio:
“Cosa stai guardando?”
“E’ un film erotico “Così fan tutte” di Tinto Brass... la storia di una giovane donna che vuole provare nuove esperienze e giochi particolari...”
“Mmm... sì, ne ho sentito parlare ma non l’ho mai visto intero...” fece Rachele, avvicinandosi al divano.
Al che Samuele colse la palla al balzo, dicendole: “E allora vieni sul divano e guardiamolo insieme...”
Rachele in ogni altra situazione mai avrebbe pensato di guardare un film del genere insieme al figlio, ma in quella giornata così particolare le venne spontaneo sedersi vicino a Samuele e cominciarono a guardare il film l’una accanto all’altro.
Le scene si susseguirono con la protagonista Diana interpretata da Claudia Koll, sbarazzina e irrequieta, alla ricerca di nuove e stimolanti esperienze per soddisfare le proprie voglie per le quali il rapporto coniugale non le bastava più.
Samuele si rese conto ben presto che la trama e le scene di sesso in cui Diana si concedeva ai suoi amanti, compresa quella in cui si faceva sodomizzare volutamente dal nobile veneziano, stavano facendo effetto alla madre, che sospirava sommessamente, cambiava posizione di continuo e teneva le gambe scoperte con la vestaglia che si apriva sempre di più.
Era il momento per lanciare un’altra provocazione, quella decisiva Così Samuele disse con tono stuzzicante:
“Eh, in questo film Claudia Koll era così giovane e bella...”
“Già, invece adesso si è redenta ed è una specie di suora laica... “ rispose con nonchalance la madre.
“Qui però ne combina di tutti i colori e ne fa di giochi particolari con i suoi amanti...” replicò Samuele, che dopo una breve pausa fece un bel respiro e aggiunse:
“E a te mamma che giochi di questo genere ti piacciono?”
Rachele rimase sorpresa, guardò negli occhi il figlio e dopo qualche attimo di silenzio cercò di rispondere in modo deciso, ma intimamente era già in agitazione:
“Ma cosa dici?... Sono tua madre, non mi puoi chiedere queste cose!... Comunque, non mi interessa nessun gioco!”
A quel punto, Samuele giocò l’asso che si era tenuto per ultimo: dalla tasca estrasse la benda rossa che aveva ritrovato nell’ingresso, e la spiattellò sotto gli occhi della madre distendendola sul divano tra loro due, e aggiunse con tono accusatorio:
“Ah sì?... E questa? Non mi dire che non ti è piaciuto metterla mentre facevi certi giochi!”
Rachele rimase a bocca aperta, basita e incapace di reagire a fronte di quella prova evidente. Non sapeva cosa inventare come scusa né serviva negare l’evidenza. Poi la sua mente cominciò a ricollegare velocemente tutti i fili e gli elementi che erano emersi in quella giornata particolare, a partire dall’amico misterioso dei suoi allievi, che non si era fatto vedere né aveva mai parlato.
E perché? Probabilmente anzi certamente per non farsi riconoscere. E quando gli aveva accarezzato i capelli che si era ritratto subito? Poi quelle allusioni del figlio di poco prima, come quale tipo di dolce fosse o quali giochi le piacessero? E ora questa ultima provocazione con la benda; come faceva a sapere come era stata usata?
Tutto questo portava a una sola e inevitabile conclusione, quella a cui da madre non aveva mai pensato possibile ma che ora collocava il suo amato figlio sulla scena dell’amplesso. Era stata così ingenua, presa dal vortice della passione, che in quel momento non lo aveva affatto considerato.
Le prese la sudarella, salivazione azzerata, mani due spugne, le orecchie ronzanti, l’emozione violenta e il turbamento le bloccavano la favella ma dopo alcuni lunghi istanti di silenzio, riuscì a dire con le lacrime agli occhi:
“Oddio!... Samuele, eri tu!...Eri tu presente con i tuoi amici!... Come hai potuto?...Oh Madonna, mi sento male... Ti rendi conto di cosa è successo, di cosa abbiamo fatto?... Hai approfittato di un mio momento di debolezza per fare delle cose orrende, immorali.. E’... è... incesto vero e proprio!..... Siamo madre e figlio, non una donna e un uomo qualsiasi... Sono annichilita dal dolore e dal senso di colpa...”
Dopo queste parole, Rachele si ammutolì, singhiozzando e piangendo con gli occhi bassi.
Samuele cercò di consolare la madre dicendo:
“Su mamma, ormai è fatto... è stato un momento di grande piacere per entrambi... non ne fare un dramma... e poi chi ha stabilito qual è la morale da rispettare?... Il sesso in famiglia è più diffuso di quanto non si creda e in altre culture o in altre epoche è un fatto accettato... E tu hai ammesso che avevi bisogno di fare sesso liberamente e di soddisfare i tuoi bisogni di donna cui hai diritto... E allora se lo vuoi possiamo rifarlo altre cento, mille volte, quando lo desideri... io sono sempre pronto per te... Se invece vuoi rinnegare questo piacere per tornare a una vita piatta e senza emozioni, dimmelo guardandomi negli occhi!”
Lei smise di piangere, alzò lo sguardo verso il figlio, guardandolo teneramente e con voce flebile disse:
“Samuele, figlio mio... è vero, ho provato piacere come non succedeva da tanto tempo... ma ero inconsapevole che fossi tu... come possiamo solo pensare di rifarlo?... E’ pazzesco, inconcepibile!... Sei carne della mia carne, non un amante estraneo...”
Ma come le era già successo quando nel primo incontro Franco e Flavio le fecero proposte indecenti a cui lei cercò di resistere, inevitabilmente Rachele nel subconscio si stava eccitando, iniziando a bagnarsi. Il figlio se era accorto già da prima, e continuò a pungolarla:
“L’hai detto tu: che gusto c’è a vivere senza sentirsi vivi?!... Lascia che mi prenda cura di te...”
Si avvicinò ancor più a lei, sfiorandola con un bacio sulla guancia e sciogliendo lentamente la cinta della vestaglia. Lei era in uno stato di subbuglio interiore e lasciò fare. Samuele le scostò la vestaglia sotto la quale era nuda, con i capezzoli turgidi e il pelo pubico inumidito da gocce di rugiada vaginale.
“Mamma, si vede che ti stai eccitando! Lasciati andare, sarà bellissimo!... Dai è il momento giusto... Io sono pronto per te!”
Rachele tentò un’ultima debole resistenza; ma nel suo travaglio inconscio la parte passionale e irrazionale stava prevalendo su quella raziocinante e morale, e disse con un filo di voce:
“Noo... nooo... non possiamo... non dobbiamo...”
Ma Samuele le prese la mano e la guidò sul suo pacco rigonfio sotto i jeans, mentre con l’altra le accarezzò delicatamente le cosce semiaperte e aggiunse con tono deciso:
“Ma ormai lo vogliamo entrambi!”
La madre non ritrasse la mano e anzi prese a tastare e massaggiare quella massa dura che si celava lì sotto. In un attimo lui si abbassò i pantaloni e la sua mazza svettò in tutta la sua imponenza; Rachele ne rimase come ipnotizzata e la mano piano piano cinse l’asta e iniziò a muoverla lentamente su e giù.
La sua mente era un turbinio di mille pensieri di ogni genere che si sovrapponevano e che la stavano portando contro ogni logica oltre il punto di non ritorno, ma ormai contava solo che aveva in mano il sesso di suo figlio che si offriva a lei senza remore e oltre la concezione di peccato.
Si ricordò solo in quel mentre che una sua amica anche lei insegnante, con la quale si conoscevano e avevano dei trascorsi dagli anni dell’università, tempo prima le aveva confessato, facendola inorridire, che aveva fatto sesso con suo figlio e che era stata una sensazione bellissima, come mai provata con un altro uomo; quella stessa situazione indecente che si stava concretizzando anche per lei e ora non pareva poi così assurda e peccaminosa ma da accettare e vivere serenamente.
Rachele rimase ancora qualche attimo in silenzio con questi pensieri, poi guardò tremante il figlio negli occhi e alla fine, dopo un ultimo sospiro, cedette alla tentazione:
“Sììì... Samuele, figlio mio... Non posso più resistere... Lo ammetto... ho bisogno di te, del tuo amore, del tuo sesso... Se questo è il nostro destino come madre e figlio, non possiamo fermarlo... che si compia!”
Dette quelle sofferte ma sentite parole, si chinò e prese finalmente in bocca il membro del ragazzo, pronto per lei. Lo leccava, lo succhiava, lo gustava con una attrazione particolare perché ora sapeva che era il sesso di suo figlio.
“Mmm... oh, sìì... quanto è bello il tuo... – ora fammelo dire -... cazzo!...Ed è così buono da gustare!... Ti ho fatto proprio bene, figlio mio!” Rachele si era sbloccata e aveva finalmente detto quella parola proibita che finora aveva evitato di proferire, anche durante il precedente amplesso.
Samuele non rimase insensibile a quelle attenzioni materne:
“Sì, mamma... è tutto per te!... Fammi sentire come lo succhi bene!”
Il lavoro orale di Rachele continuò per diversi minuti; mentre lei era chinata a spompinarlo, lui la tastava ovunque, stringendole le tette e sditalinandole la vagina già bagnata.
Poi Rachele rialzò la testa e con la bocca impregnata del sapore di cazzo, baciò il figlio andando a cercare la lingua, che lui subito ricambiò attorcigliandola. Quindi lei chiese:
“Amore di mamma, ora me la lecchi?... Ne ho proprio bisogno!”
“Certo mamma... a tua disposizione!”
Così Rachele si appoggiò sullo schienale del divano a gambe larghe e Samuele affondò il viso nel triangolo peloso fradicio di umori. L’aveva leccata in incognito nel pomeriggio, ma ora era diverso, era proprio il figlio che leccava la madre che glielo aveva amorevolmente chiesto.
Aveva capito come le piaceva sentire la lingua, quindi cercò di seguire i movimenti in sequenza: dalla labbra verso l’interno per poi dedicarsi al clitoride, turgido e sensibile alle stimolazioni.
Subito la madre apprezzò quelle cure: “Sìì, che bravo... continua... continua... che così mi fai già venire!”
Lui continuò concentrandosi proprio sul clito, succhiandolo come un piccolo pene. Contemporaneamente le infilò un dito nella vulva e un altro nell’ano muovendoli delicatamente, al che Rachele ebbe un fremito di ulteriore eccitazione e dopo qualche ulteriore risucchio, raggiunse l’orgasmo con un sospiro profondo:
“Oohhh... sto già per venire!... Ecco...sììì... godooo!” Il suo corpo ebbe un sussulto e addirittura un principio di squirting, cosa per lei del tutto inabituale, che Samuele si affrettò a raccogliere in bocca.
“Mmm... è così buono il sapore del tuo godimento, mamma!” e la baciò trasferendole parte di quel succo del piacere.
“Oh, come sei stato bravo a farmi godere così con la lingua... Ho anche squirtato, non mi succedeva da quando ero ragazza... E ora, dammi ancora il cazzo!”
“E’ stato bello vederti godere così, mamma... certo che adesso te ne do ancora!”
Detto questo, Samuele si mise di fronte alla madre e le ricacciò il cazzo in bocca muovendolo velocemente avanti e indietro, facendoglielo sentire fino in gola. Lei ne assecondava i movimenti, accogliendolo tutto tra le fauci, con la lingua che lo accarezzava accompagnato da dei suoni gutturali. Poi Rachele lo estrasse per ammirare quel grosso membro e per succhiarne voracemente la cappella rigonfia.
Nel mentre spompinava il figlio, Rachele sentiva la passerona pelosa ribollire di voglia di ricevere quel pezzo di carne viva e dura del figlio, così alzando le gambe disse ormai senza ritegno:
“Ora Samuele, rientra in questa vulva da dove sei nato... scopa la mamma!”
Lui non se lo fece ripetere. Si mise davanti a lei e la infilzò in un sol colpo, procurandole un “Oohhh!” per il piacere di sentirsi riempita in un attimo. Il ragazzo prese subito a chiavarla con intensità, con Rachele che smaniava sotto quei colpi martellanti e lo incitava viepiù:
“Sììì... dai...fammelo sentire tutto dentro...continua... scopami forte!”
Il ragazzo stava facendo il suo massimo per darle soddisfazione, come mai gli era riuscito con ragazze sue coetanee, spinto dalla libidine di possedere non una donna qualsiasi ma sua madre.
Ogni tanto, cambiava il ritmo, anche per riprendere fiato e per levare la verga dall’intimità materna per vederla dilatata e colante di succhi vaginali.
E anche Rachele era in preda a un parossismo erotico di una portata mai provata, che oltre al benessere sessuale della penetrazione in sé, era acuito dalla lussuria e dalla dissolutezza oscena che il giovane uomo che la stava possedendo era suo figlio.
Ma se nell’amplesso del pomeriggio era già avvenuto a sua insaputa, ora anche lei, superate le remore morali e i tremendi dubbi esistenziali, aveva infine ceduto alla passione e alla debolezza della carne. Adesso ne era consapevole e lo voleva come lui voleva lei.
Così entrambi, con questi pensieri reconditi che avevano aperto loro la mente in una nuova dimensione, stavano raggiungendo l’apice del piacere e volevano godere insieme.
“Mmm... aahh... sto per venire nuovamente.. Samuele, sei portentoso... dai, godiamo insieme!.... Sborrami dentro!”
“Oh sì, mamma... anch’io quasi ci sono... ancora qualche colpo...ecco...sì...sììì....sto venendooo...
aahhh... ti sto riempiendo mamma!” fece Samuele eruttando tre o quattro fiotti di sperma e gridando il suo piacere a voce alta, senza più trattenersi in silenzio come aveva dovuto fare quando era in incognito.
“Sììì.. la sento...la tua sborra dentro di me... la sborra del mio bambino che ingravida la mammina...
è stupendo!” Anche in questa frase, Rachele usò finalmente la parola sborra, come fanno gli amanti al culmine del piacere.
Samuele, avendo l’uccello ancora piuttosto duro dopo la venuta in preda all’eccitazione di quella particolare situazione, continuò a stantuffarla dando altri colpi, resi ancor più scorrevoli dallo sperma che aveva invaso la vagina, che la madre incassava insaziabile fino a che anche lei raggiunse l’ orgasmo finale con un gemito di piacere:
“Gghh... aahhh....godoo.... godooo!... mmm... Oh, Samuele.. mi hai fatto venire ancora, con il tuo cazzo e la tua sborra dentro di me... Sono appagata e ho goduto come non mai.... grazie, amore di mamma!”
I due si guardarono negli occhi, ora lei non nascondeva più la sua passione e l’attrazione per il sesso che il figlio le offriva, si baciarono come amanti navigati e Rachele aggiunse:
“Figlio mio, vorrei chiederti un’ultima cosa: mi lecchi ancora e mi passi un po’ della tua sborra in bocca?”
“Certo mamma!... Adoro leccarti dopo averti sborrato e passartela!”
Così ancora una volta il ragazzo inserì la lingua in quella vulva che aveva ritrovato il piacere di un tempo, da cui colava lo sperma che vi aveva depositato. Ne raccolse un po’, si avvicinò alla bocca materna che non aspettava altro e vi fece colare quel liquido ancora caldo e denso che la madre gustò a fondo e poi disse:
“Mmm... quant’è buona la tua sborra, figlio mio... ne vorrei sempre più... Mi prometti che me ne darai ancora?... Ormai abbiamo superato la barriera del peccato e della trasgressione... dato che tuo padre non c’è quasi mai e comunque non mi guarda più, vuoi essere tu l’uomo di casa per me e farmi sentire donna come hai fatto oggi?”
Samuele guardò teneramente la madre, la baciò nuovamente e disse:
“Sicuro mamma... io ci sarò sempre per te... sarà il nostro segreto per darti piacere e soddisfare i tuoi bisogni di gran donna come sei!”
E così madre e figlio iniziarono una nuova fase della loro vita, uniti nella passione e condividendo il pensiero che il sesso in famiglia altro non è che la forma più completa di amore verso i propri cari.
2 - FINE
Il racconto è di fantasia; ogni riferimento a persone o fatti reali è puramente casuale.
P.S. Sono graditi commenti, osservazioni e suggerimenti, anche tramite messaggio privato sul profilo. Grazie per l’attenzione.
.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.