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Gay & Bisex

il padrone 2pt.


di Berto747
03.03.2022    |    7.709    |    6 9.5
"“Veh cosa abbiamo qui!” Esclamò mentre si ungeva il cazzo eretto e grosso..."
Era giunta l’estate, e finalmente le vacanze. Il mio padrone mi disse che lui andava in vacanza per tutto il mese di Agosto, e che quindi ci saremmo rivisti a Settembre.
Il pensiero andò subito al fatto che il mio culetto rimaneva inattivo per tutto quel periodo e che mi sarei annoiato a morte. Ok così riposo e sarò ancora più voglioso al ritorno.
Anche io andai in vacanza per tutto il mese. Decisi di andare a trovare i miei genitori in collina.
La casa in collina è una bella villetta a due piani con giardino, circondata da siepi altissime di cipresso. Per vari motivi, un giorno venne per dei lavori il barista del paese, che faceva anche il manovale, accompagnato dal fratello, un uomo della mia stessa età di nome Christian.
Fatte le presentazioni, dopo aver parlato un po’, ci mettemmo a guardare la Tv, seduti per terra.
Mentre mi allungai per prendere un bicchiere, abbassando lo sguardo, mi accorsi che Christian non portava le mutande sotto ai pantaloncini corti: da una delle aperture per le gambe, vidi spuntare il suo pene e parte dello scroto.
Lui si rese conto del fatto che gli stessi guardando il pacco e, sorridendo, mi chiese se mi piacesse.
Arrossii e, schernendomi, risposi “che cavolo ti è venuto in mente?”
Lui allora si aprì le braghette e fece uscire il cazzo. Mentre se lo toccava per farlo diventare duro, io guardavo lui e la porta con paura che si aprisse. Mi alzai di scatto, chiusi a chiave e poi tornai inginocchiato per terra davanti a lui, che esibiva, adesso, un pene turgido, di tutto rispetto col glande ancora parzialmente coperto dal prepuzio. “Ti piace?” Chiese, sempre con quel suo sorriso sfrontato. Poi aggiunse: “Guarda gli so far dire di sì e di no!” E lo fece sobbalzare su e giù e a destra e sinistra.
Ero rimasto stupito e allo stesso tempo piacevolmente colpito dalla sua totale mancanza di vergogna. “Allora? Ti piace?” Mi incalzò.
Senza neanche accorgermene chiesi timidamente: “Posso… Posso toccarlo?”
“Guarda cosa ti risponde!” Disse ridendo mentre il suo cazzo andava su e giù.
Rossissimo di timidezza e di voglia, allungai una mano e strinsi, cominciando a muoverla su e giù pianissimo e dolcemente.
Christian si abbandonò con la schiena contro al muro e gli occhi chiusi, godendosi quella sega inaspettata. “Mmmhmm… Sei bravo, sai?” Disse.
“Ma non ti fa strano farti segare da me?”
“Mmmhmm… No… Con i miei amici e con mio fratello lo facciamo sempre… Bravo…”
“Segati anche te.” Disse mentre mi toccava il cazzo già duro.
Passammo così un bel po’ finché non sborrammo entrambi.
Quando se ne andò, eravamo già d’accordo di rivederci da me il giorno dopo.
L’indomani, mentre il fratello era giù in sala a lavorare, eravamo nella mia camera a parlare. Io seduto alla scrivania e lui appollaiato a gambe larghe sulla parte alta del letto a castello. Mentre si chiacchierava del più e del meno Christian si tirò fuori il cazzo già duro, chiedendomi se mi andasse di masturbarci, proprio come due addolescenti.
Annuii, mi alzai e andatogli davanti, mi issai sul letto, andando a finire col viso tra le sue gambe e ingoiai il suo pene.
Il mio amico rimase lì per lì stupito ed interdetto ma, avendomi messo una mano sul capo, guidava il ritmo delle mie ciucciate. In breve tempo mi sborrò in bocca ed io ingoiai tutto.
Mi pulii con un dito le labbra, succhiando i residui di sperma mentre mi guardava sbalordito.
“Non ti è piaciuto?” Chiesi.
“Anzi…molto bello…” Rispose.
“E so fare anche di meglio.” Dissi sorridendo compiaciuto.
Qualche ora dopo eravamo a zonzo per i campi e a lui venne l’idea di portarmi a vedere una casa abbandonata, in uno dei boschetti lì attorno.
Arrivati a destinazione, entrammo nell’edificio relativamente grande, che doveva essere una vecchia colonia.
Parte degli arredi era ancora al suo posto. Christian, esperto del luogo, mi portò al piano superiore in uno stanzone in cui erano ancora presenti dei materassi.
“Qui è dove spesso veniamo per stare isolati.” Mi disse.
“O per giocare?.” Risposi.
Sul pavimento erano sparsi dei giornaletti porno ed erano visibili chiazze di sperma secco.
“Dai rilassiamoci allora” lo incitai
Iniziai io…mi spogliai, e subito dopo mi seguì anche lui. Christian si avventò famelico, iniziando a palparmi e succhiare i miei capezzoli mentre io gli accarezzavo dolcemente il pene, che si gonfiava a vista d’occhio.
Ci sdraiammo su un materasso lurido, baciandoci, con le lingue che si cercavano nelle nostre bocche, sfregando i nostri corpi, facendo toccare i nostri cazzi.
Ad un certo punto ebbe l’idea di un 69.
Si mise sopra di me, ficcandomi il suo pene in bocca e succhiando il mio.
Quando si fu indurito ben bene lo feci mettere supino e mi misi a cavalcioni su di lui prendendo i nostri cazzi in mano e segandoli insieme.
La sua pelle liscia a contatto con la mia mi dava una bellissima sensazione. Quando cominciò ad ansimare più forte mi fermai, dicendo: “Ti ho detto che so fare di meglio…” Mi misi a quattro zampe e lo invitai a leccarmi il buchino per inumidirlo, dato che non avevo dietro il lubrificante.
Lui non se lo fece dire due volte e, tenendomi le natiche aperte con le mani, cominciò a lavorarmelo di lingua.
Il mio ano pulsava di voglia e di piacere ad ogni tocco, che si faceva sempre più profondo.
Il mio godimento era enorme e cominciai a muovere il bacino, preso dall’estasi e dai brividi; mi portò all’orgasmo anale. Dopodiché lo invitai ad incularmi.
“Davvero?”
“Lo voglio! Dammelo!” Pregai, dimenando il culo.
Senza troppi complimenti penetrò il mio sederino che sbrodolava di voglia.
Mi puntò con il suo cazzo, ed entrò prima con la punta, poi fino in fondo.
Dato che, appena entrato si era fermato, presi a muovere il bacino furiosamente per sentire tutto il suo cazzo dentro di me, come una troia in calore.
Lo cavalcai quel cazzo, ero io che scopavo lui e non il contrario: questa consapevolezza non fece altro che esaltarmi ancora di più e far aumentare il mio ritmo.
Dopo poco venimmo praticamente insieme.
Mi farcì come un bignè, a tal punto, che perdevo il suo seme, colando dal culo per ogni dove.
Dopo esserci ripresi, tornammo con l’accordo che, il giorno seguente, sarei andato io a casa sua.
Arrivai a casa di Christian verso metà mattina.
Per salire si doveva per forza passare attraverso il bar.
Il locale era deserto. Dietro al bancone c’era Giovanni, un altro suo fratello, quello maggiore maggiore, detto “Riccio” a causa della sua folta chioma nera e riccioluta. Era grosso, ben piantato e con un certo non so che di inquietante nello sguardo…
Gli dissi che ero lì per suo fratello.
Senza quasi degnarmi di uno sguardo, mentre puliva un boccale, mi fece cenno di salire le scale oltre una porta alla mia sinistra.
Lasciandolo non mi accorsi del ghigno, che si aprì sul suo viso.
Arrivai nella stanza di Christian: lo trovai seduto a gambe larghe sul pavimento completamente nudo, intento a toccarsi il pene, già turgido e pronto all’uso.
“Spogliati e vieni!” Mi disse.
Obbedii e in men che non si dica ero a quattro zampe per terra col sedere per aria a succhiargli il cazzo.
Mi gustavo, percorrendo tutta l’asta con la lingua e succhiandolo ad intervalli regolari, ogni goccia del suo siero, sorridendo ad ogni sospiro di piacere del mio amico.
Ad un certo punto lui si piegò su di me, immobilizzandomi la testa mentre lo ciucciavo con passione, protese le braccia in avanti e mi afferrò con le mani le chiappe allargandomele.
Non mi preoccupai di nulla e non mi accorsi del Riccio che, nel frattempo, era entrato nella camera.
“Veh cosa abbiamo qui!” Esclamò mentre si ungeva il cazzo eretto e grosso.
Non mi scomposi: l’idea di farmi scopare dai due fratelli non mi dispiaceva.
Risero di me mentre Giovanni, inginocchiatosi, prese ad incularmi furiosamente.
Mi scopava velocemente, senza pietà, senza la benché minima preoccupazione di farmi male o di darmi piacere. Improvvisamente ero diventato solo un buco da riempire. Anche Christian, il mio amico, incitato da suo fratello, prese a fottermi la gola con forza e, tra un accesso di risa e l’altro, mi insultava. All’improvviso un flash illuminò la stanza; e poi un altro; un altro ancora.
Il Riccio scattò tre foto, ritraendo la scena.
“Che troia fantastica!” Esclamò. Poi aggiunse: “Non vorrai che le faccia vedere a qualcuno… Adesso sarai nostro schiavo.” Esplose in una risata e riprese a montarmi con violenza.
Dopo un po’ si diedero il cambio.
Mi fecero sdraiare supino a gambe larghe. Mentre Christian mi scopava come una fighetta, il Riccio si mise a cavalcioni sul mio petto, schiaffandomi il suo cazzo enorme in gola.
“Ti Piace, eh? Hai il cazzo duro!” Esclamò quest’ultimo “ Dai fratellino, mentre lo scopi, prendigli in mano quel cazzo duro e fagli una bella sega!”
Christian, staccò una mano con cui mi teneva sollevata una gamba, prese in mano il mio uccello e, prese a segarmi.
Qualche minuto dopo, ecco l’orgasmo, violento forte, mi sborrai addosso, gli schizzi arrivarono fino al petto e sulla pancia.
I due fratelli scoppiarono in un’altra risata, si staccarono da me e si alzarono; presero a masturbarsi fino ad inondarmi di sperma.
Io rimasi stordito per un po’ a terra, coperto di sborra.
“E adesso facciamo un accordo…” Disse ghignando Giovanni.
“Non scherzavo quando ho detto che sari il nostro schiavo, se non vuoi che facciamo vedere queste foto in giro, farai quello che ti viene ordinato per una settimana.
Per tutta la prossima settimana, devi venire nel casolare in campagna, quello che ti ha fatto vedere Christian, e sarai il nostro anti stress umano…
La cosa non sembrava così male, e infatti non lo era.
La settimana è passata con giornate piene cazzo.
Mi hanno dissetato e riempito, come mai successo prima.
L’ultimo giorno, mi presento al casolare e ci sono già i miei due padroni ad aspettarmi.
“oggi dobbiamo fare festa, è l’ultimo giorno, poi puoi decidere di tua volontà se rimanere oppure no!”
Christian e il Riccio si avvicinano, uno da una parte e l’altro dall’altra, iniziando a baciarmi sul collo per poi passare alla bocca. le nostre lingue si intrecciano e si esplorano, amandosi in un intreccio peccaminoso. Mi ordinano di mettermi in ginocchio e di cominciare a succhiare i loro cazzi. Ormai li conoscevo a memoria e sapevo come compiacerli. Mentre li pompo entrambi, dal cazzo di Christian cominciano a uscire alcune gocce di piscio, che si riversano dentro la mia bocca, che io prontamente bevo. A quella vista anche il Riccio si appresta a farmi una doccia, ed ecco. Le prime gocce si riversano dentro la mia bocca, poi il resto mi inonda su tutto il corpo, seguito da quello di Christian. Calda e profumata. Mi piace da impazzire, e, dato che ero già eccitato per il pompino che stavo facendo, sono venuto senza toccarmi, riversando il mio piacere sul pavimento.
Finito questo trattamento, mi hanno rimesso entrambi i loro cazzi in bocca.
“Questa troia guarda come apre bene la bocca, due ne sta prendendo.” disse il Riccio
“vediamo se riesce anche da altre parti con due” ribatté Christian
Giovanni mi prese di forza, mi sollevò girandomi di schiena e mi prese da sotto le cosce. Così facendo avevo il culo aperto e pronto. Infatti mi posizionò sopra il suo uccello durissimo e dritto, e lo infilò dentro. Quando fu tutto dentro, Christian si posizionò davanti a me, e puntò anche il suo uccello.
Volevano scoparmi in due? L’eccitazione era tanta che li volevo entrambi dentro di me, ma non ero sicuro di riuscire.
Piano e con calma, spinse facendosi strada tra l’uccello del Riccio e il mio ano. Mi sentii dilaniare, cominciai a urlare dal dolore, ma loro incuranti delle mie proteste, continuavano a spingere. Poi sentii un dolore lancinante dato da qualcosa che era entrato facendosi strada, era la cappellona gonfia di Christian che aveva superato l’entrata. Continuò a spingere e ora li avevo entrambi dentro, che mi trapanavano in modo alternato come due pistoni. Io urlavo, prima dal dolore, poi il dolore passò e mi stavo godendo quella scopata violenta. Infatti, mentre loro continuavano a dilaniarmi il mio sfintere, io con una mano avevo preso a segarmi. Quasi subito arrivò l’orgasmo, violentissimo, schizzai sperma ovunque, con urla di piacere, il mio corpo era diventato un vibratore, da quanto fremevo. Il mio culo si era stretto intorno a quei due cazzi chemi stavano violando, li sentivo che con cattiveria mi sfregavano le pareti dello sfintere. Finalmente li sentii venire entrambi e allo stesso tempo. Un fiume di sborra si riversò dentro le viscere. Quando si sfilarono, data la posizione che portava ad avere il culo dilatato, tutto lo sperma fuoriuscì e cadde sul pavimento. Mi rimisero a terra. Ero senza forze, stremato ma felice. Mi dovetti sdraiare su uno dei materassi presenti. Anche loro erano visibilmente stanchi ma soddisfatti e si sdraiarono a fianco a me. Passai il resto della giornata scopando e bevendo sborra. Finita la giornata, quando decisero che era ora di tornare, non stavo in piedi da quanto mi avevano usato.
Fu allora che chiesi al Riccio se mi consegnava le foto per sentirmi rispondere: “Quali foto? La macchina non ha mai registrato alcuna foto, era solo flash!”
Bastardi! Pensai
*******
Ero tornato a casa da qualche settimana e passavo le mie giornate a non fare assolutamente nulla.
Il mio dirimpettaio era in vacanza ed io ero solo soletto senza un cazzo da fare nel vero senso dell’espressione.
Finalmente una mattina mi chiamò la moglie di Francesco, Paola, per chiedermi di dare una mano al marito per spostare un armadio, e lei doveva andare al lavoro. Mi offrii più che volentieri, anche perché ero sicuro che alla fine mi sarei fatto una meravigliosa scopata.
Mi presentai a casa di Francy.
Paola, mi fece accomodare, dicendomi, che doveva assolutamente andare e si scusava.
Rimanemmo soli io e Francesco, e iniziammo a lavorare.
Francesco è un mio carissimo amico, e ha un uccello fantastico, perché è enorme, e scopa divinamente.
Finito di spostare l’armadio e rimesso tutto in ordine, Francy tirò fuori il suo uccello già durissimo e mi invitò a baciarlo e a leccarlo.
Mi sedetti a gambe divaricate sul letto, lo feci avvicinare e cominciai a leccare le sue belle palle gonfie. Poi, senza mai staccarla, passai la lingua lungo l’asta dallo scroto al filetto della cappella, per poi tornare giù e risalire.
Francy stava per esplodere allora decisi di smettere per un po’: non volevo che godesse subito.
Sollevai lo sguardo e gli sorrisi maliziosamente. Poi, non appena si fu calmato, ripresi a succhiarlo con forza, insalivando per bene il membro sempre più gonfio e pulsante.
Lui prese a muovere il bacino velocemente, scopandomi la gola.
Dopo poco smisi. Mi alzai in piedi.
La mia bestia da monta capii immediatamente e mi fissava menandosi il cazzo.
Non appena mi unsi l’ano, che pulsava di voglia, Francesco non mi diede neppure il tempo di mettermi a quattro zampe sul letto: violentemente mi fece piegare in avanti e me lo sbatté dentro con una forza incredibile, facendomi gemere.
Non mi concesse un secondo per abituarmi al suo cazzo enorme, che prese ad incularmi come un animale in modo frenetico, senza controllo, privo di alcuna cognizione, proprio come piaceva a me.
Sentirmi la sua troia, il suo giocattolo di piacere mi faceva godere da morire.
Volevo sentirlo godere dentro di me. Volevo prendere tutto il suo seme. Desideravo ardentemente essere il suo schiavo.
Ed ero schiavo di quel suo pene grande, grosso, possente, che mi scavava dentro.
Raddrizzai la schiena per sentirlo ancora di più, muovendo velocemente i fianchi preso dal parossismo del godimento.
I miei orgasmi anali si susseguivano senza sosta e io li assaporavo tutti ad occhi chiusi, ansimando come una cagna in calore.
Guidai una mano di Francesco sul mio cazzo e me lo feci segare mentre il ritmo dell’inculata cresceva d’intensità.
Ero talmente preso che non mi accorsi neppure di Paola che era entrata nella stanza.
Davanti a quella scena era rimasta sbigottita: le borse le caddero di mano e cadde in ginocchio davanti a me.
Fu in quel preciso istante in cui io e suo figlio sborrammo praticamente in contemporanea: lui nel mio culo ed io in faccia a sua moglie.
Francy si staccò da me, facendomi colare il suo sperma tra le gambe, io mi ritrovai sul pavimento, non reggendomi più in piedi, a guardare Paola.
“Aspetta, ti pulisco…” Le dissi mentre leccavo ed ingoiavo la mia sborra dal suo viso.
Quand’ebbi finito mi rivestii e me ne andai, certo in cuore che quella sarebbe stata l’ultima volta che mi sarei fatto scopare da Francesco e invece…
E invece Paola mi chiamò due giorni dopo, invitandomi ad andare a “trovare” il marito, dando alla parola “trovare” un certo rilievo all’interno della frase.
Presi il lubrificante (non si sapeva mai) e mi presentai a casa loro.
Paola mi accolse come se non fosse successo nulla e uscì dopo poco tempo, non dicendo nulla al marito che già col cazzo di fuori si strusciava contro di me.
Anche quel giorno fu una scopata magnifica ma con una novità: Paola, tornata poco tempo dopo, si fermò sull’uscio a guardare la scena del marito che mi fotteva felice e contento.
La cosa si ripeté due giorni dopo: la donna, mora, sulla soglia della stanza che ci osservava.
Passarono altri due giorni.
Mi trovavo a letto a cavalcioni su Francesco a cavalcare quel cazzo possente e meraviglioso. Quando, per caso, mi voltai verso la porta della stanza la trovai spalancata e Paola che, mentre ci guardava, con la destra infilata nelle mutandine si toccava e con la sinistra si palpava il seno, appoggiata in piedi a gambe divaricate ad uno degli stipiti.
Le sorrisi ed aumentai il ritmo di chiavata fino a farmi sborrare nel culo un fiume di sperma.
Il giorno dopo, stessa scena, la moglie mentre ci stava guardando, entrò nella stanza, mentre si stava masturbando.
Io mi trovavo a quattro zampe con Francesco che mi inculava con forza, ridendo sguaiatamente.
Lui non smise di fottermi, continuò come se nulla fosse. Paola si sedette su una poltroncina davanti a me, allargò le gambe e continuò a toccarsi, infilando le dita nella vagina mentre con l’altra parte si carezzava velocemente il clitoride.
Ad un certo punto protese il bacino in avanti ed il mio viso venne a trovarsi tra le sue cosce mentre il marito, come ipnotizzato da lei, continuava imperterrito a scoparmi forsennatamente. Lei mi prese la testa tra le mani e mi sbattè in faccia la sua figa bagnata.
L’odore dei suoi umori e il ritmo indiavolato di Francesco mi stordivano e, guidato da un istinto irrefrenabile, presi a leccarle la vagina.
Paola muoveva il bacino velocemente mentre mugolava ed ansimava come una cagna finché non venne.
Dopo un po’ si fece sotto di me e mi guidò il cazzo nella sua fica fradicia.
Il calore, che mi investì, era meraviglioso. Il mio pene era come strizzato e munto in quella caverna di carne.
Non sapevo quanto avrei resistito… In pratica Fancy stava scopando sua moglie attraverso di me, che mi prendevo il meglio da entrambi.
Durai pochissimo, inondato dalla sborra di Francesco nel culo e inondando di sperma Paola.
Mi trovai, in tal modo, a scopare mentre venivo scopato.

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