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Gay & Bisex

Il miotrainer - parte 2


di Berto747
27.06.2024    |    6.210    |    8 9.9
"Mi masturbavo così forte che venni anche io sul petto di Alex..."
Suonò il campanello e Alex andò ad aprire.
Pietro, questo era il suo nome, era ancora più muscoloso di Alex. Era di pelle bianca e il cranio era completamente pelato, cosa che gli metteva in risalto i begli occhi azzurri. Le braccia e la parte superiore del petto erano piene di tatuaggi e superava in altezza Alex di una buona spanna. Anche lui completamente depilato e, anche se non aveva il cazzo enorme come quello di Alex, era comunque dotato di un bastone di tutto rispetto, e a guardarlo mi venne l’acquolina.
Pietro entrò mi guardò e mi sorrise.
“Beh, devo ammettere che sei una schiava niente male”, disse.
“Grazie. Tu sei stupendo. Siete entrambi stupendi”. Risposi con tono voglioso.
Alex si rivolse a Pietro.
“Senti che bocca da favola che ha”, gli disse.
Io ero inginocchiato a bordo del letto, Pietro si avvicinò e mi porse il cazzo e non mi feci pregare. Il cazzo di Pietro era della misura perfetta per fare un pompino. Al di là della robustezza, era bello lungo, ma senza eccedere, cosa che mi permetteva di prenderlo tutto fino in gola. Anche la cappella era perfetta per potere essere bloccata dalle labbra e succhiata a volontà.
“Cazzo, che favola! – disse Pietro – Non mi ricordo da quanto non mi facevano un pompino del genere”.
Alex si rivolse a me con tono gentile.
“Tesoro, continua, ma fatti in dentro, così stiamo tutti e tre sul letto”.
Così feci, e Alex, sdraiandosi accanto a me, me lo prese in bocca senza impedirmi di continuare a lavorarmi Pietro. Continuammo così per un po’ fino a quando Pietro si staccò con dolcezza, e Alex fece lo stesso.
“Adesso ti ricambio il favore”, mi disse Pietro, inginocchiandosi e portando il mio cazzo tra le labbra.
Alex si avvicinò a me, e io lo presi per la nuca e gli infilai la lingua in bocca.
“Siete fantastici. Voglio vedere cosa mi farete adesso…”
MI chiedevo che tipo di amicizia legasse quei due, ma indirettamente arrivò la risposta, quando Alex, cominciò a spompinare Pietro mentre lui non mollava il mio cazzo. Poi Pietro e Alex si scambiarono di posto e il pompino a tre continuò per almeno altri cinque minuti.
Quando smisero, Alex mi prese e mi rimise a pecora. Pietro si posizionò in ginocchio dietro il mio culo.
“Posso andare tranquillo, tesoro?”, mi chiese.
“Vai pure – disse Alex – Questa zoccola è già abituata al mio”.
Mi sentivo più lussurioso che mai e mi voltai verso Pietro.
“Sono abituato a prenderlo dal mio padrone, gli dissi, Non preoccuparti per me, tu pensa solo a sfondarmi il culo”.
Lo sguardo di Pietro si illuminò, poi si prese il cazzo in mano e lo appoggiò sul buco del culo.
“Agli ordini”, disse, infilandolo tutto.
Anche se non era incredibile come quello di Alex, il cazzo di Pietro era comunque molto superiore alla media, sia per lunghezza che per robustezza, e appena lo ebbi dentro mi misi subito a gemere.
Pietro dava degli ottimi affondi, e a ogni colpo lanciava un grido di piacere.
“Ti piace?”, gli chiese Alex, che intanto si era messo in ginocchio davanti a me.
“Stupendo – disse Pietro – Avevi ragione, è un culo da favola”.
Stavo per incitare Pietro a sfondarmi ancora, ma appena feci per aprire la bocca, Alex mi infilò dentro la sua gigantesca cappella.
“Non vorrai dimenticarti di me, puttanella?”.
Mentre sentivo la cappella di Alex pulsarmi nella bocca e il cazzo di Pietro scoparmi duro il culo, mi sentii felice e appagato. Fu quello il momento in cui ebbi un nuovo orgasmo, violento, irresistibile, che mi fece vibrare, tremare. Mi sentivo come realizzato, come se il mio corpo e il mio desiderio sessuale fossero finalmente realizzati entrambi.
Malgrado Alex e Pietro si divertissero a portare avanti quel gioco di insulti e di ordini brutali, in realtà erano molto attenti a non esagerare. Certo, non potevano immaginare che io volessi da loro di più, molto di più. Così, contravvenendo al loro gioco di ruolo, chiesi ad Alex di sdraiarsi.
“Che vuoi fare, zoccola?”, mi chiese.
“Adesso voglio il tuo cazzo”, gli risposi.
Così Alex si sdraiò e io mi impalai immediatamente sulla sua verga guardandolo in faccia. Quando la risentì nello stomaco, gridai in modo selvaggio al quale Alex e Pietro risposero con una risata.
“Tu adesso siediti sulla bocca di Alex, ma rivolto verso di me”, dissi a Pietro.
Pietro fece un’espressione di ammirazione.
“Hai visto, Alex, come la troietta ama comandare?”
“E tu obbedisci”, gli disse Alex.
Appena Pietro si mise seduto con la testa di Alex tra le gambe, lui cominciò a lavorare con la lingua lì in mezzo, mentre io mi sbattevo il suo cazzo nel culo.
“Ah, ma che bell’idea…”, disse Pietro godendo, riversando il suo piacere sul petto di Alex, mentre la sua lingua prima gli leccava il buco e poi le palle.
“Inclinati un po’”, gli disse Alex, riuscendo così a prendergli il cazzo in bocca, ripulendogli le ultime gocce di sperma.
Io intanto ero preso dall’assaporare ogni attimo di quell’affare fantastico che mi riempiva il culo per intero, fino a quando Pietro non si avvicinò iniziando a baciarci in bocca. In tutto questo turbinio di sensazioni forti, il mio cazzo mi tirava da morire, e quindi mi stavo masturbando. Mi masturbavo così forte che venni anche io sul petto di Alex.
I minuti passavano e sembrava che i due non volessero mai finire. Le posizioni cambiarono e, sia Pietro che Alex, ebbero modo di usare il mio culo in tutti modi. Gli orgasmi furono così numerosi, che persi il conto. Poi, mentre Alex era sdraiato a cucchiaio dietro Pietro per affondare il suo arnese anche dentro di lui, Pietro, contratto dai colpi dell’amico, alzò la gamba per permettermi l’ennesimo pompino.
Fu questo il momento prima che a turno cominciammo a venire. Il primo fui io che, col cazzo di Pietro in bocca, mi segai fino a esplodere in modo clamoroso. L’orgasmo fu talmente forte e interminabile che non mi accorsi che Alex e Pietro mi circondavano la testa, in ginocchio, impegnati a segarsi con incredibile violenza.
A quella visione, tirai fuori la lingua per toccare ora la cappella dell’uno ora quella dell’altra.
“Dai, vi prego! Tutta in faccia! Dai!”
Non so chi dei due venne prima, ma fui investito, all’altezza degli occhi, da uno zampillo che mi accecò. Così, senza pensarci, spalancai la bocca e, tirando fuori ulteriormente la lingua, diedi ai due cazzi un bersaglio comodo sul quale sborrare. Gli schizzi furono intensi e bollenti, un fiume che sgorgava da quei due cazzi senza avere mai fine. Alex e Pietro, a ogni getto, urlavano per l’orgasmo, approfittando per intrecciare le loro lingue in un bacio lungo quanto il loro orgasmo.
Quando dai cazzi non uscì più nulla, chiusi la bocca. Molta sborra l’avevo ingoiata, ma tanta mi colò dalle labbra, finendomi sul collo.
“Oh, che meraviglia!”, sussultò Alex.
“Fantastico, cazzo!”, ansimò Pietro.
Io sorrisi, con il suo viso completamente imbrattato di sperma.
“Grazie, miei padroni”, dissi con tono scherzoso, mentre mi alzavo andando in bagno a pulirmi. Quando tornai nella camera da letto, vidi Alex e Pietro abbracciati impegnati a baciarsi.
Appena mi videro, Alex e Pietro si separarono.
“Vieni in mezzo, tesoro”.
Obbedii e, appena prese posto tra loro, cominciarono a baciarmi dappertutto.
“Allora? La vostra schiava vi ha soddisfatto a dovere?”, chiesi, continuando nel nostro gioco, mentre in ogni mia mano stringevo un cazzo di nuovo bello duro.
“Sei incredibile”, disse Alex.
Pietro annuì mentre col dito indice mi stuzzicava leggermente il buco del culo.
“Non ho mai goduto così in vita mia”, mi disse
“Allora giuratemi che sarete ancora a lungo i miei padroni…”
Ci mettemmo a ridere.
“Ragazzi, ma abbiamo di nuovo i cazzi duri”, disse, Alex.
“Il tuo bel culetto se la sente o vuole riposare?”, mi chiese Pietro.
Non riposi, ma mi girai verso di lui allargando le natiche per bene, mettendo in mostra il buco ancora dilatato.
“Padrone, ammetto di meritare una severa punizione”.
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