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Gay & Bisex

Scopato dagli amici del mio trombamico


di Berto747
02.09.2022    |    5.365    |    2 9.3
"“Ora te lo facciamo veramente sentire..."
Il suono della sveglia del cellulare mi scuote dal sonno.
Daniele, un mio carissimo amico, si alza senza fatica dal letto, ieri sera sono stato a dormire da lui. È nudo.
Sbatto le palpebre degli occhi stanchi, osservandolo muoversi armonioso per la stanza. I suoi muscoli rilassati dalla notte si tendono, mentre indossa l’accappatoio rosso.
Lo segue con lo sguardo, finché non esce dalla stanza per andare in bagno. Richiudo gli occhi, mi riavvolgo nelle calde coperte e il sonno prende nuovamente il sopravvento.
“Ehi.” Una mano mi accarezza delicatamente il viso.
“Che c’è?” Chiedo senza aprire gli occhi, ancora mezzo intorpidito.
“Devo andare. Quando gli altri due si svegliano, fate pure colazione, è tutto pronto in cucina e nel frigo.”
Spalanco di scatto gli occhi. “Gli altri due?”. “Ooohu.” Gemo, ricordando i suoi due amici che si sono aggiunti a noi, ieri notte. “Ti prego. Non andare. Prenditi un giorno libero.” Supplico, aggrappandomi al suo braccio.
Dani ride. Adoro quel sorriso e quei denti bianchi come la camicia che indossa.
“Un direttore finanziario non ha purtroppo questo privilegio.” Si svincola dalla mia stretta. “Dammi un bacio.”
Sollevo il capo verso di lui. Le nostre bocche si incontrano. Faccio per aprire le labbra, ma poi lo mordicchio per punirlo. Lui si ritrae di scatto, ridacchiando.
“Ma io volevo rilassarmi oggi. Domani è l’ultimo giorni di ferie, poi devo tornare a lavorare.”
“Dai. Sono solo di passaggio. Hanno detto che verso mezzogiorno se ne saranno già andati.”
Sospiro e annuisco. Lui mi bacia ancora sulla fronte, mi saluta e se ne va. Appena sento la porta chiudersi dietro di lui, mi alzo dal letto e mi rifugio in bagno a farmi la doccia.
Finita la doccia, con ancora i capelli bagnati, sbircio dalla porta del bagno. Stanno ancora dormendo. Protetto dal mio accappatoio, vado in camera.
Indosso la solita tuta grigia. Sono indeciso se mettermi le mutande o stare senza come al solito. Alla fine mantengo le mie abitudini.
Dato che gli altri due dormono ancora, faccio colazione da solo, e, infine, accendo il mio computer. Indosso le mie cuffiette, avvio la mia playlist e inizio a preparare la presentazione da esporre al rientro al lavoro.
“Buongiorno.” Stacco gli occhi dallo schermo.
Matteo in boxer mi saluta con un cenno della mano. Io sorrido e ricambio il gesto.
Subito riporto la mia attenzione alle slide sul computer, sperando che la conversazione termini lì. Matteo, però, non comprende e si avvicina a me incuriosito.
“Che fai? Guardi un porno?” Chiede, intromettendosi fra me e lo schermo.
Il suo odore di maschio appena svegliato mi inebria. Mi levo le cuffiette, infastidito.
“No. Meccanica dei fluidi.”
Lui annuisce deluso. Non sembra molto intelligente.
Finalmente si allontana e si getta sul divano, buttando la testa all’indietro. È un ragazzo molto bello, anche se un po’ tamarro. Cappelli quasi rasati, mascella squadrata, ma è il suo petto che attira il mio sguardo: muscoloso con una leggera peluria.
“Così, Daniele si è trovato un genietto tutto per sé.”
“Insegno all’università.” Replico, fulminandolo con gli occhi. Lui scuote le spalle.
“Ehi, buondì, gente.” Paolo ci saluta, mentre cerca di sistemarsi i capelli arruffati.
Indossa una maglietta bianca con raffigurati un uomo e una donna stilizzati in posizione pecorina. Anche lui è in boxer con un piccolo particolare.
Il suo cazzo in tiro svetta sotto la stoffa. Lo saluto e abbasso gli occhi leggermente a disagio. Paolo deve capirlo, perché si guarda fra le gambe e poi ride, portando un mano nei boxer.
“Scusami. Al mattino è sempre di marmo e non ritorna normale finché non mi faccio una sega.”
Matteo ride a suo volta. “Fai schifo, Pa.” Dice, tirandogli addosso un cuscino del divano.
Paolo riprende il cuscino e lo rispedisce con violenza al mittente.
“Ce l’hai un bel porno da farci vedere? Con donne, però, eh?!”
Io lo fisso interdetto, senza capire se sta facendo sul serio o sta solo scherzando.
“Dai, Pa. Lascialo stare. È un frocetto. Guarda i video per quelli come lui.”
“Come mi hai chiamato, scusa?” Sibilo.
Lui si volta verso me e ridacchia. “Non è quello che sei? Un frocetto. Non te lo mette forse nel culo, Dani?”
Non so più come trattenermi. Il sangue mi ribolle nelle vene. “Oh, ma che cazzo vuoi?”
Matteo smette di sorridere e si alza di scatto dal divano. Con un gesto rapido mi stringe i capelli e mi strattona indietro la testa.
“Non parlarmi con quel tono. Il fatto che tu sia il puttanello di un mio amico non fa di te un mio amico.” Ringhia il tamarro.
Mi lamento di dolore, cercando di staccarmi dalla sua presa.
“E ora vieni.” Mi ordina, tirandomi per i capelli. “Con Daniele abbiamo sempre condiviso tutto.”
Mi trascina di fronte a Paolo e mi getta davanti a lui.
“Il mio amico ha bisogno di scaricare le palle. Dagli una mano.”
Con forza ricaccio indietro le lacrime che mi stanno salendo agli occhi. Alzo lo sguardo verso Matteo e lancio un’occhiata di sfida.
“Dagliela tu, stronzo.”
Paolo ride e il suo cazzo rimbalza nei boxer. Matteo sorride maligno. Mi prende nuovamente per i capelli e mi spinge la testa con aggressività sul cazzo di Paolo.
“Coraggio. Alla fine ti piacerà.” Cerca di consolarmi, Paolo. Penso più per il desiderio di sentire al più presto la mia bocca sul suo cazzo che per rincuorarmi.
Con eleganza si abbassa l’elastico dei boxer e il suo bastone sprizza fuori libero. Appoggia delicatamente la sua mano dietro la mia nuca, invitandomi ad accogliere il suo cazzo.
Io volto la testa, rifiutandomi. Poi la sua stessa mano gentile mi stringe i capelli in cima e mi tira su di tutto peso.
Faccio per aprire la bocca e gridare che lui ne approfitta e mi ficca in gola il suo cazzo. Un gusto acre mi riempie la testa.
Il suo cazzo pulsa e mi spinge sempre più in gola. Lo sento toccare in fondo, le pareti. I peli del suo pube mi sfregano il naso. Mi manca il respiro.
Mentre Paolo esala un sospiro di piacere, Matteo ridacchia. “Che succhiacazzi. Te l’ha preso tutto in bocca. Daniele ti ha proprio allenato bene.”
“Succhia, gola profonda. Succhia.” Mi ordina Paolo, liberandomi la testa dalla sua presa. Riprendo a respirare.
Il cuore mi batte forte. Resto un attimo immobile. Sento crescere l’eccitazione tra le mie gambe, l’erezione è incontrollabile, sì mi sta piacendo.
Dovrei mordergli quel suo cazzo di tamarro, ma poi quel sapore di sesso che mi cola in gola prende il sopravvento. Inizio a muovere la testa lentamente. È un bel cazzo. Duro. Grosso.
“Più veloce, bocchinaro.” Mi incita Paolo.
Io accelero il ritmo.
“Ti piace, eh?!”
Annuisco, ormai gemo di piacere senza staccarmi da quel palo. Paolo mi ferma la testa fra le mani e inizia a fottermi la bocca. Sembra non aver la benché minima attenzione per me.
I suoi colpi in gola divengono più rapidi. Sento il suo cazzo ingrossarsi. Faccio per ritrarmi, ma lui spinge con forza la mia testa verso la base del bastone.
Mugolando di piacere spara una serie di schizzi densi e caldi nella mia bocca.
“Ingoia, troietta, ingoia.” Ansima.
La sua sborra non ha un buon sapore. È aspra, ma faccio come dice. Con un sospiro estrae il suo cazzo dalla mia bocca.
“Puliscilo bene.” Lo succhio ancora e lo lecco con cura. “Cazzo, sei un gran bocchinaro. Però adesso devo andare a pisciare.” Esclama, rimettendosi nei boxer il suo arnese ormai svuotato e voltandosi per andare in bagno.
Matteo lo ferma, prendendolo per una spalla.
“Dove vai? Dove vai?” Gli chiede, scuotendo il capo.
“Al cesso, no?”
“Abbiamo qua il nostro cesso personale.” Dice, indicando me, ancora inginocchiato a terra. Paolo sorride.
“No, vi prego. No.”
“Su, apri la bocca e fai attenzione a non perdere troppe gocce. Non vorremo dover raccontare a Daniele come mai c’è del piscio in sala.”
Paolo riporta il suo cazzo ormai a riposo di fronte alla mia bocca. Mi stringe il naso fra le dita e non posso far altro che aprire le labbra.
Fa strano sentire il suo cazzo così piccolo in bocca. Paolo rimane un attimo in attesa. Il corpo in tensione. Poi uno spruzzo caldo mi inonda la bocca.
Fortunatamente controlla il getto e riesco a fatica a deglutire quell’infinita pisciata. Ho un paio di conati di vomito. Poi finalmente finisce.
Mi fa aprire la bocca e agita il suo membro per far cadere le ultime gocce sulla mia lingua.
Matteo mi fissa ammirato. Vedo il suo cazzo ormai in erezione far capolino dai boxer.
“Vado a farmi una doccia. Divertiti.” Esclama Paolo, allontanandosi.
Matteo sorride malizioso. Non posso trattenermi dal pensare che è proprio figo.
“Sì, ora ci divertiamo. Muoviti, spogliati.” Mi ordina con un cenno perentorio del capo.
Mi levo la maglia e i pantaloni della tuta, restando nudo. Matteo ride.
“Niente mutande. Non vedevi l’ora di essere ripassato da noi, vero?”
Abbasso gli occhi imbarazzato.
“Forza, vieni qua che voglio provare anch’io la tua gola profonda.”
Il cazzo di Matteo è più grosso di quello di Paolo. Quella cappella lucida di presperma sembra un richiamo per la mia lingua, che trascino con gusto per godere di quel primo antipasto succoso.
Accolgo con fame il suo cazzo in bocca. Con la lingua ne misuro la circonferenza e le vene nodose. Poi prendo a pompare con impegno.
Matteo si siede sul bracciolo del divano. Le gambe spalancate mi dominano sensuali. Appena inizia a sospirare mi spinge indietro la fronte.
“Basta, succhiacazzi.” Si solleva dal divano, mi fa alzare e appoggiare a novanta. “Che bel culo liscio. Chi sa come ti sfonda per bene, Dani. Ora te lo rompo in due, io.”
Non riesco a trattenere un gemito di desiderio.
Matteo ride. “Lo vuoi anche tu, vero? Dimmi cosa vuoi.”
Mi volto a fissarlo negli occhi. Sembra un toro da monta. “Voglio il tuo cazzo in culo. Scopami.”
“Sei proprio un rottinculo. Ora vedrai come godrò col tuo buco.” Si abbassa verso il mio culo e ci sputa sopra varie volte.
Poi percepisco le sue dita bramose passarci prima sopra, poi senza preavviso insinuarsi invasive nel mio buchetto. Dopo averlo allargato e lubrificato per ben, come è entrato, esce, lasciandomi per un attimo vuoto e voglioso.
Sento sputare nuovamente e, infine, la sua cappella sfiora il buco. Strofina varie volte il suo cazzo sul mio culo. A ogni passaggio il mio desiderio aumenta.
“Ti prego. Ficcamelo in culo.”
Matteo ride. “Aspettavo che me lo chiedessi.”
Con un colpo secco sfonda il mio buco. Mugulo di dolore e goduria. Percepisco il suo cazzo sfregare le mie pareti.
Matteo mi sbatte con violenza. Sembra che goda a dominarmi completamente, a decidere lui quando posso provar piacere e quando dolore.
Si aggrappa ai miei fianchi. Ogni colpo mi percuote tutto.
“È incredibile come sia stretto nonostante Dani ti abbia già spaccato in due. Allora chi ha il cazzo più grosso?”
Daniele ha il cazzo più grosso, ma sapevo che cosa dovevo rispondere.
“Tu. Il tuo cazzo è fantastico.”
Matteo ride sodisfatto. “Allora prenditelo fin in fondo, puttanello.”
Le sue palle sbattono ritmicamente contro il mio culetto. Poi inizia a scoparmi più rapidamente e, infine, lancia dei colpi profondi e il mio ano si riempie della sua sborra calda.
Estrae il suo cazzone e lo pulisce sul mio culo rotto, mentre io non riesco più a trattenermi ed esplodo di piacere sul pavimento. Matteo ride con la sua solita risata.
Paolo, che si era gustato tutta la scena senza intervenire, si avvicina a noi.
“Lo hai sfondato e riempito per bene, Matteo. Adesso però mi è ritornata voglia.”
Paolo si siede sul divano stringendo il suo cazzo alla base e lo posizionò in verticale, maestoso e voglioso.
“Forza, impalati. Fammi vedere quanto sei puttano.”
Mi avvicinai e feci per mettermi sopra di lui, ma mi fermò.
“No, no, voltati. Voglio vedere il mio cazzo che affonda nella tua carne.”
Mi girai, dandogli la schiena. Scendevo lentamente sulla sua nerchia che mi puntava. Paolo mi bloccò appena sentii la sua cappella sfiorarmi il buchino.
“Che belle chiappe. Guarda quanta roba che cola, lo hai preparato per bene Matteo.”
Mi fece scendere, più rapido di quanto volessi. Gemetti, mentre mi trafiggeva le interiora. Sentii quel palo duro fin dentro l’intestino. Respiravo affannoso.
Poi mi ordinò di muovermi. Mi sollevai lentamente e mi lasciai cadere. Mi sollevai di nuovo e di nuovo mi trafissi. Girai la testa per vederlo, continuando il mio sali e scendi.
“Che faccia da troietto. Ti piace proprio avere il mio cazzo in culo.”
Lasciò che mi impalassi da solo per un altro po’.
“Ora te lo facciamo veramente sentire.”
Così dicendo mi prese, mi fece sdraiare sul suo petto e, facendo passare le sue braccia sotto le ascelle, intrecciò le sue mani dietro la nuca, mi bloccò, impedendomi ogni tipo di movimento.
I due si guardarono e con un cenno di assenso, Matteo si avvicina con il suo cazzo nuovamente in tiro, grosso e duro. Lo teneva alla base, e si mette davanti a me, allargandomi le gambe.
Capisco le loro intenzioni, cerco di divincolarmi, oppormi, ma non riesco a muovermi.
“No, vi prego. No. Cosa cazzo volete fare. Non scherzate, sono stanco e dolorante, vi prego basta”.
Speravo di dissuaderli, invece ho ottenuto l’effetto contrario. Infatti si sono ancora più eccitati.
Matteo, si posiziona davanti a me, con la punta del suo arnese spalma il suo sperma, che era fuoriuscito nello smorzacandela, tra il mio culo e il cazzo di Paolo ancora saldamente dentro.
Un colpo secco, ed entra anche lui.
Urlo forte, mi sento dilaniato. Ho due cazzi nel culo, cerco di rilassare i muscoli il più possibile, ma il dolore è quasi insopportabile.
Urlo ma ottengo l’effetto che i due si eccitano ancora di più. Cominciano a scoparmi, sembrano un unico enorme cazzo che mi dilania il culo. Sento sfregare tutte le pareti interne, ho una sensazione di riempimento indescrivibile.
Il dolore poco alla volta svanisce e lascia il posto al piacere. Paolo comincia ad allentare la presa, così mi posso muovere meglio, godendomi quella doppia.
Senza toccarmi comincio a godere, e riverso il mio sperma sul mio ventre. I colpi dei miei due stupratori si fanno sempre più intensi. Sento le loro cappelle che mi colpiscono vescica e prostata in contemporanea. Questo mi produce schizzi di sborra a ogni colpo, ma, complice anche della vescica piena, non resisto più e non trattengo più. Comincio a scaricarla. Una pisciata mista a sperma mi arriva sul petto. Matteo prende il mio cazzo e lo direziona in modo che mi arrivi in viso.
Quasi automaticamente apro la bocca e bevo del mio nettare.
I due aumentano il ritmo, facendomi urlare ancora, ma questa volta di piacere. Poi, all’unisono riversano dentro di me il loro sperma. Sento schizzi caldi che mi inondano le viscere. Sento i loro schizzi riempire l’intestino.
Si sfilano da me insieme, lasciandomi una sensazione di vuoto e di fresco. Mi tocco il mio buchetto. È orrendamente aperto. Senza fatica ci infilo l’intera mano. È sensibile. Sento la differenza di temperatura tra l’interno e l’esterno, e questo mi provoca un brivido profondo.
Andiamo insieme in bagno per lavarci. Faccio fare la doccia prima a Matteo e Paolo, non vorrei che gli venisse mai l’idea di replicare.
Usciti dal bagno, mi guardano e si complimentano con me.
“Dovremo venire a trovare più spesso, Dani, d’ora in avanti.” Esclama Matteo, dandomi uno schiaffo su una chiappa. “Vado preparare la borsa e a vestirmi, che tra non molto dobbiamo andare.”
Rimango solo in sala, nudo, immobile, il culo dolorante, ancora aperto. Non riesco a trattenere la sborra che mi cola ancora dal buco. Sento un vuoto dentro. Non so se sia perché non ho più i loro cazzi o perché mi sento ferito nell’orgoglio.
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