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Gay & Bisex

Sabato sera


di Berto747
03.03.2020    |    1.757    |    0 9.3
"Ci guardiamo negli occhi nel riflesso dello specchio e poi torna dentro di me, torna a scoparmi..."
Sabato pomeriggio.
Finalmente il giorno è arrivato.
Per giorni, a causa del lavoro che ci teneva lontani, passavamo le ore scrivendoci cosa ci saremmo fatti quando finalmente ci saremmo rivisti.
Io ed Enrico ci eravamo conosciuti in un club qualche mese fa, e la nostra relazione continuava senza intoppi.
Eravamo cresciuti insieme, sessualmente parlando, giocando e godendo insieme.
Dall'imbarazzo dei primi tempi per le nuove fantasie, agli incontri dell'ultimo periodo carichi di eros, perversione e disinibizione.
Amavamo scambiarci i ruoli. Io la sua puttana e lui il mio uomo, e viceversa. Noi due eravamo fatti per far fiorire quel lato nascosto ai più del nostro mondo erotico. Amava incularmi, amava il fisting, amava usare i suoi dildo su di me, adoravamo il pissing e ci lasciavamo andare ad ogni fantasia ci passasse per la testa.
Anche quel Sabato mi aspettava a casa sua. I suoi messaggi si facevano più intensi man mano che passavano le ore. Durante il breve tragitto in auto per arrivare da lui non smettevamo di confidarci la voglia e tutto quello che avremmo fatto.
Suono il campanello e salgo da lui al primo piano.
Lui non mi aspetta sulla porta. So che è di sopra, pronto per me.
Sul tavolo del salotto trovo tutto ciò che ha preparato per me: autoreggenti nere, un piccolo perizoma nero ed un tubino sempre nero.
Mi spoglio tremando dalla voglia, il mio sesso è depilato ed anche il mio culo, quest’ultimo è pulito molto bene anche internamente.
Le mutandine salgono fino a nascondere il mio sesso costretto dal piccolo lembo di pizzo.
Le calze si fermano a metà coscia ed il tubino mi copre appena sotto il mio culo fino al petto.
Lui è al piano di sopra che mi aspetta.
Salgo le scale. Il cuore impazzisce.
Enrico è castano chiaro, fisico normale e depilato, alto come me. Anche il sesso è depilato.
Lui è sul letto nudo. Lo sguardo pieno di lussuria.
"Ti aspettavo mia troia..." mi sussurra.
vicino a se ha il suo dildo preferito. Un fallo color carne lungo almeno 22 cm.
Mi avvicino a lui e ci baciamo con un trasporto unico. Le nostre lingue guizzano, giocano e affondano.
Le sue mani sul mio culo le mie sul suo.
Gli bacio e mordicchio i capezzoli. Poi scendo e sento che il suo cazzo è già bagnato.
Mi prende la testa.
"Succhiamelo". Mi ordina.
Le labbra lo avvolgono scendendo più che possono mentre lo sento in gola, quasi a soffocarmi.
Gli infilo un dito nel culo, anch’esso bagnato dalla sua eccitazione e dalla mia saliva. Gli piace da morire.
Inizio a scoparlo così. Poi le dita sono due, e poi tre. E' aperto come piace a me e sempre ben pulito.
Lascio il cazzo e con la lingua inizio a leccare avidamente le sue palle gonfie, mentre le dita non smettono di dedicarsi al culo.
Pochi minuti ed Enrico esplode in un orgasmo.
Adoro quando mi viene in bocca.
Si stacca da me e mi fa sdraiare a pancia in giù.
"Sei pronta mia troia? Ho voglia del tuo culo."
Solleva il tubino sopra il mio sedere e scosta il piccolo perizoma scoprendo il mio buchino depilato. Si avvicina e con la lingua inizia a percorrerne le grinze scure mentre con le mani mi tiene ben aperto.
Gemo e gli sussurro "Inculami, non resisto più".
Sento colare la sua saliva, con un dito gioca sulla soglia aumentando il mio desiderio a dismisura.
Ed eccolo che entra senza difficoltà. Uno, poi due dita che esperte scavano dentro di me, ruotano e aprano il mio ano abituandolo a quello che sta per arrivare.
Non ne posso più. Lo voglio. Voglio essere preso, aperto, posseduto.
Ma prima lui vuole possedermi con il suo giochino, il suo dildo maestoso.
Sento colare del lubrificante sul mio buco e poi il fallo. Grosso, lungo, maestoso.
Gioca con il buco, avanti e indietro, mi apre, mi sento pieno, mi piace, ma la voglia di lui aumenta.
Gemo, lo chiamo a me, lo voglio, “Dammi il tuo cazzo” gli grido voglioso.
Sfila il suo giochino, e finalmente lo sento che si sdraia su di me. Appoggia la sua cappella ed inizia a spingere. Il suo cazzo è grosso, lungo quasi come il suo dildo, ma è caldo e mi fa godere come una vera troia.
Il mio ano è già aperto ed accoglie la punta. Urlo, ma è piacere non dolore, e lui mi sussurra all'orecchio "Ecco troia, ti sto inculando, lo senti?"
Centimetro dopo centimetro lo sento entrare sempre di più. Non ha fretta. Ci sa fare.
Inizia a scoparmi lentamente per farmi abituare al suo enorme cazzo. Avanti ed indietro, avanti ed indietro. Inizio a gemere con il viso schiacciato sul cuscino mentre lui inizia a danzare dentro di me sempre più deciso. Le sue mani sui miei fianchi mi sollevano. Mi vuole a pecorina.
Lo estrae tutto e mi guarda.
Enrico ama guardare il mio culo oscenamente aperto. Una bocca affamata desiderosa d'esser riempita.
E poi affonda.
Adoro avere quel cazzo in culo. Adoro sapere che lui è eccitato. Che gode nel sottomettermi, nel dominarmi.
Continua per un tempo che pare infinito. Possono essere secondi, ore. Il tempo acquista un significato diverso quando ci si abbandona così, è tutto dilatato, sfuocato, velato da una patina d'oblio.
Esce da me, lasciandomi quella sensazione di vuoto e di voglia.
Mi fa alzare, mi prende per mano e mi porta in bagno.
So cosa vuole. Incularmi davanti allo specchio. Vuole ch'io veda riflessa la mia espressione mentre mi incula.
Mi appoggio con le mani al lavandino. Lui dietro di me. Ci guardiamo negli occhi nel riflesso dello specchio e poi torna dentro di me, torna a scoparmi. Gemo, mi chiama troia ed io gemo più forte. Prendo un piccolo specchio e lo porto sotto di me per vedere il cazzo che mi spacca, che entra nel mio culo. Lo tira fuori, ammiro il mio buco aperto e poi affonda di nuovo.
Le gambe iniziano a tremarmi, ho bisogno di stendermi.
Torniamo sul letto. Lui si sdraia. Mi inginocchio sopra di lui e con la mano guido il suo cazzo dentro di me. Amo impalarmi così. Il mio culo è ormai così accogliente, da farlo entrare senza fatica.
Tiro fuori dalle mutandine il mio sesso bagnato e gocciolante, e inizio a masturbarmi.
Non è del tutto eretto, quando godo di culo mi succede sempre così.
Mi bastano pochi colpi e gli dico che sto per venire. Avvicina la testa e lo prende un in bocca sostituendo il cazzo con le sue dita, che poi diventa la sua mano. Vengo. Gemo e piango di piacere.
Mi sfilo la mano e mi sdraio sfinito al fianco di Enrico.
Mi bacia e mi carezza. Sono ancora vestito con il tubino, e il perizoma a mezza via.
Mi spoglio. lui mi infila di nuovo il dildo e torniamo in bagno.
Non è ancora finita. Manca ancora una cosa che ci eravamo scritti quella mattina.
Entriamo in doccia. Mi inginocchio davanti a lui con la bocca aperta e la lingua che sfiora la sua cappella gonfia. Gli lecco il frenulo, passo la mia lingua tutto intorno la cappellona che gocciola di piacere. Lui piega leggermente le gambe e poi si lascia andare.
Un rivolo di pioggia dorata inonda il mio viso scendendo sul collo e percorrendo il mio corpo.
Lecco avido. Il sapore salato mi riempie la bocca. Rimango li fino a che l'ultima goccia non è stata asciugata.
Mi rialzo. Lo bacio.
Apre la doccia e l'acqua calda inizia a riportarci dolcemente a galla, lasciando dentro di noi sensazioni e ricordi che ci accompagneranno per sempre.
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