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Gay & Bisex

il marine americano


di tanganica
15.12.2008    |    43.067    |    3 9.0
"Stavo per rispondere che non potevo perché quella era l’ultima corsa, e che sarei rientrato in deposito, ma pensai, ormai si è seduto accanto a me, al ..."
IL MARINE AMERICANO

Fra i tanti lavori svolti prima di trovare un occupazione nella pubblica amministrazione , per qualche anno ho fatto anche il tassista e proprio durante lavoro di tassista mi sono capitate alcune avventure che vi vorrei raccontare. Questa avventura che sto per raccontarvi mi è capitata durante notte di servizio. Ricordo che era in piena estate e avevo appena portato con il mio taxi una coppia di anziani dal porto, dove erano arrivati con un traghetto, al centro della città. Quella doveva essere l’ultima corsa che facevo, perché poi sarei tornato a casa, ma proprio mentre stavo tornando a casa, passando davanti a un locale notturno, all’improvviso una persona mi si para in mezzo alla strada facendomi segno di fermami. Dovetti piantare una brusca frenata per evitare di investirla e stavo cominciando a imprecare contro questa persona, che in un attimo sento aprire la portiera e sedersi accanto a me un gigante nero di quasi due metri con in mano una bottiglia di birra che in un inglese misto all’italiano mi chiede di essere accompagnato al porto.
Stavo per rispondere che non potevo perché quella era l’ultima corsa, e che sarei rientrato in deposito, ma pensai, ormai si è seduto accanto a me, al mio rifiuto potrebbe reagire violentemente e considerate le sue dimensioni e il fatto che era anche ubriaco forse era meglio evitare possibili guai, perciò risposi -“OK”
Perciò riparto avviandomi verso il porto, mentre il mio passeggero continua a bere altra birra e per aprire discorso mi chiede con una frase che un po’ tutti conosciamo - “What is your name ?” Io non parlo l’inglese, ma durante il periodo scolastico ho imparato alcune frasi e parole di uso comune, e dando un tono più inglese possibile risposi – “My name is Giovanni” - di rimando lui - “ My name Robert”
Continuando a bere e a parlare dice altre frasi tipo “ bella Italia ….. belle donne Italia “
“ buona pizza e spaghetti “ e altre ancora che non stavo a sentire o non riuscivo a capire.
Lo guardai pensando, che per come doveva essere ubriaco avrebbe continuato così per tutto il tragitto e infatti continuò sempre a parlare. Alla fine di tutti i suoi discorsi, riuscii soltanto a capire che era un marine americano che stava andando in missione nel Golfo Persico ( nel porto in mattinata erano arrivate delle navi da guerra americane ), che era di San Francisco e che aveva 22 anni.
Mentre parlava qualche volta mi giravo per guardarlo in faccia e rispondere alle domande che riuscivo a capire, aveva le caratteristiche tipiche di un marine americano, capelli rasati, fisico massiccio, un vistoso tatuaggio sulle braccia e poi essendo di colore il naso leggermente schiacciato, occhi scuri,delle labbra molto carnose in cui spiccavano dei denti bianchissimi. Indossava una vistosa camicia arancione con dei disegni floreali molto grandi, che per il caldo teneva quasi completamente aperta mostrando i suoi pettorali possenti tenuti a stento in quella camicia, portava dei pantaloni di lino bianco molto attillati. E proprio nel guardare i suoi pantaloni non potei fare a meno di notare una grossa e lunga protuberanza che dall’inguine proseguiva lungo la coscia sinistra. Spalancai gli occhi per guardare meglio e mi resi conto che quella protuberanza altro non poteva essere che il suo uccello, adesso ogni occasione era buona per dare un’occhiata lì in mezzo alle sue gambe. Premetto che ero eterosessuale, sono stato anche fidanzato con una ragazza per quasi due anni avendo rapporti anche completi, ma da qualche tempo avevo forti desideri omosessuali e cominciavo a guardare gli uomini quasi come si fa con una bella ragazza specialmente lì in mezzo alle gambe. Forse tutto è nato a causa dei turni che facevo di notte quando mi capitava di portare alle loro case degli omosessuali che si prostituivano nella zona del porto.
A volte salivano dei ragazzi veramente molto belli che non avevano nulla da invidiare alle più belle ragazze, così una notte, alla fine del mio turno di lavoro chiesi a uno di loro di avere un rapporto sessuale con me. La cosa mi piacque molto, essere toccato da una persona del tuo stesso sesso che ti mena l’uccello o che te lo prende in bocca fino a farti sborrare, che si fa inculare senza tanti problemi, era diventato per me più eccitante dello scopare con una donna. A poco a poco comincia a trascurare la mia ragazza, che mi lasciò per mettersi con un altro, e divenni molto amico di alcuni omosessuali.
Adesso mentre lo guardava in mezzo alle gambe, provavo ad immaginare le dimensioni del suo uccello e ciò mi eccitava così tanto, che attraverso i miei pantaloni leggeri si poteva vedere la mia erezione e malgrado io cercassi in tutti i modi di tenere a freno, non riuscivo a fermare. Robert se ne accorse degli sguardi che continuamente lanciavo lì proprio in mezzo alle sue gambe e della mia erezione, così mentre continuava a parlare, mi appoggia la sua mano sulla patta pantaloni. Io resto sorpreso di questa sua mossa, e rallento fino a quasi fermarmi, e chiedere spiegazioni ma Robert mi guarda e con un grande sorriso mi dice - “ Giovanni you fuck con me ? “- . Il significato della parola “fuck” si traduce in italiano con l’espressione - “ fottere scopare “- ed io ne conoscevo il significato, per questo lo guardo abbastanza sorpreso credendo di non aver capito bene, ma lui continuava a tenere la sua mano sui mie pantaloni per ripetere nuovamente - “ you fuck con me ?- “ . Non avrei potuto immaginare una proposta simile, in quel momento era la cosa che più desideravo, perciò tutto contento gli risposi “ yes -” Eravamo quasi giunti nelle vicinanze del porto e cercai di ricordare dove era possibile trovare un posticino tranquillo dove poter scopare con Robert senza essere disturbati da nessuno. Alla fine ricordai di un posto vicino a una piccola officina dove soltanto chi conosceva bene il luogo poteva arrivarci. Mentre guidavo impaziente di fottere con Robert, pensavo che sicuramente sarei stato inculato, visto gli sguardi che avevo lanciato al suo uccello, e se per me questa fosse stata la prima volta ciò mi avrebbe fatto soffrire parecchio se i miei pensieri sulle dimensioni del suo cazzo corrispondessero a verità. Ma per fortuna la mia verginità anale l’avevo già persa, anche se non ero abituato a ricevere uccelli di grosse dimensioni e il suo cazzo mi avrebbe fatto male, ma nonostante questo adesso il mio desiderio più grande era di stringere tra le mani il suo cazzo e di sentirmelo entrare in culo. Ricordo che la verginità anale l’ avevo persa con Silvia, o meglio con un trans brasiliano il cui vero nome era Josè, ma che nell’ambiente era conosciuto come Silvia. Ho conosciuto Silvia come molte delle persone che frequento, durante il mio lavoro, in una serata fredda e piovosa. Lei era sul ciglio di una strada poco frequentata e indossava un lungo impermeabile nero, faceva molto freddo e pioveva a dirotto, lei vedendo passare il mio taxi, mi fa cenno di fermarmi, quando accosto a quella che sembrava una donna, una voce mista fra quella maschile e quella femminile, mi dice quasi scoppiando in lacrime se la potevo accompagnare a casa. Mi chiede se può pagarmi una volta arrivati a casa sua perché dei balordi poco prima gli avevano rubato la borsetta con il portafogli. Io acconsento e la faccio salire, quella sera avevo incassato pochissimo e speravo di guadagnare adesso qualcosa anche perché il luogo di destinazione era lontano. Ogni tanto la guardo attraverso lo specchietto retrovisore e potevo notare i suoi lineamenti delicati che erano più da donna che da uomo, la natura gli aveva giocato uno brutto scherzo. Arrivati a destinazione mi invita a salire a casa sua per darmi i soldi e per offrirmi una tazza di caffè caldo, il tempo era proprio pessimo e di un caffè caldo ne sentivo il bisogno, così accettai di salire insieme a lei nel suo appartamentino. Appena entrata si toglie subito l’impermeabile bagnato e il maglione bagnati.
Quando toglie il maglione lascia scoperto il petto in cui facevano bella mostra due grossi seni molto sodi con dei capezzoli piccoli e scuri che sembravano come quelli di certe ragazze pin-up di alcune copertine di giornali. Guardandomi mi dice - “ Non ti scandalizzerai se sto un po’ cosi, ma sono fradicia di pioggia e non voglio ammalarmi.”
- “ Figurati – risposi con distacco- fai pure sei a casa tua “. Mentre si asciugava un po’ si occupava anche di preparare il caffè, io la guardavo mentre girava a seni nudi con un paio di pantofole ai piedi e un’ asciugamano in testa per i capelli. Aveva ancora addosso una minigonna nera che metteva in risalto le sue gambe belle tornite, sode e lisce. Anche se avevo detto che non sarei scandalizzato dal fatto che fosse seminuda, il suo modo di camminare mi aveva fatto eccitare come un mandrillo. Intanto che parliamo del tempo pessimo di quei giorni, mi racconta anche un po’ di lei, dice di essere in Italia da due anni, che prima era stata a Verona e che i soldi che guadagna buona parte li manda in Brasile, dove c’e la sua famiglia e dove vuole comprare una piccola fattoria. Sorseggiando il caffè mi parla anche del suo lavoro, mi racconta che fra i suoi clienti ci sono molti impiegati, anche delle persone sposate che vogliono provare sensazioni nuove o che magari dentro di loro sono omosessuali anche se si sono sposati con una donna e che avrebbe voluto nascere donna. Alcuni suoi clienti gli sono così affezionati che dopo aver fatto tante volte l’amore con lei, hanno voluto fosse lei a violare per al prima volta i propri culi provandone anche gran godimento durante i loro incontri. Questo suo raccontare aveva aumentato la mia eccitazione tanto che lei se ne accorge e mi dice maliziosamente –“ Ti stai eccitando parecchio alle mie parole. Quasi quasi mi dispiacerebbe parecchio lasciarti tornare a casa così eccitato. Che ne diresti se ti facessi un bel servizietto per scaricare il tuo uccello ? “
Io arrossisco come un peperone e timidamente rispondo - “ Se ti va fammelo pure ”
Lei si avvicina al divano dove ero rimasto seduto, inginocchiandosi sul pavimento, mi tira giù i pantaloni e gli slip, quindi prende il mio uccello, già in erezione, e comincia a menarlo con una mano per poi portarlo alla bocca per succhiarne gli umori e dare delle lunghe leccate. Poi lo toglie dalla bocca e lo strofina sui suoi seni e sui capezzoli, stringendolo infine tra i seni cominciando a farmi una goduriosa spagnola. Mentre massaggiava con i suoi seni il mio cazzo, con la lingua riusciva a dare lunghe leccate al mio glande, io non riuscendo più a tenere la mia eccitazione gli sborro in faccia e sui seni. Non avevo goduto così tanto finora, lei raccoglie una parte del mio seme e ne spalma un po’ sui capezzoli, ne assaggia una parte raccogliendola con la lingua e ne mette un po’ in bocca anche a me.
Adesso avevo allentato la mia tensione sessuale, mi sentivo più rilassato e quasi soddisfatto, ma c’era una cosa che adesso volevo fare con lei, e gliela chiesi mentre si stava alzando per andarsi a ripulire, con un filo di voce e con gli occhi bassi gli chiesi - “ Silvia adesso ho anche voglia di farmi inculare, ancora non l’ho fatto con nessuno, vorresti essere tu il primo a farlo ? ”. Lei mi guardò sorpresa, come non avesse capito le mie parole, ma rispose -“ Se proprio lo vuoi lo farò con piacere, cercherò di non farti male, preparati che vado in bagno e torno ” –disse sorridendo.
Essere inculato era un desiderio che provavo spesso durante i rapporti che avevo avuto con gli omosessuali, ormai anche miei amici, ma tutte le volte pensando al dolore che avrei potuto provare ci rinunciavo. Quando Silvia tornò aveva tolto la minigonna che indossava e aveva con sé in mano una spugna ed era completamente nuda e oltre ai suoi meravigliosi seni potevo vedere i suoi organi genitali e il culo, che erano completamente depilati, il suo uccello era di buone proporzioni e di un colore più scuro della sua pelle mentre il culo era sporgente e sodo. Mi invita a mettermi a quattro zampe sul divano, allarga le natiche e con la spugna umida mi pulisce il culo, poi si inginocchia e tenendomi le chiappe allargate comincia a leccare intorno al mio buco. Con movimenti concentrici della lingua passa tutte crespe del mio ano spingendo la sua lingua direttamente nel mio buco riuscendo a farne penetrare un po’, potevo avvertire la sua saliva tutta intorno al mio ano, poi si ferma un attimo e sento un dito forzare delicatamente il mio culo, mentre lo muove dentro mi dice -“ Hai un buco molto stretto, forse ti farò male ” – “ Non importa “ -risposi con un tono di voce molto eccitato. Silvia adesso stava cercando di far entrare due dita, mentre io allargavo di più le gambe per agevolare i suoi movimenti.
Poi sento sfilare le dita dal mio culo e la vedo aprire un preservativo che mette sul suo uccello che nel frattempo era diventato bello teso, ormai era giunto il momento da me tanto desiderato.
Infatti Silvia si posiziona dietro di me puntando la sua cappella proprio all’ingresso del mio culo, dicendomi - “ Preparati stai per non essere più vergine “- . Intanto la sua cappella si era appoggiata al mio culo e aveva cominciato a spingere, il mio buco per effetto di questa spinta e della saliva che era rimasto attorno ad esso incominciava ad aprirsi dolcemente, lei spingeva ma senza forzare, ed io riuscivo già a sentire la sua cappella entrare nel culo e dopo i glande anche un altro porzione del suo cazzo lentamente si faceva strada dentro il mio intestino, trattenendo il respiro finalmente lo sento entrare tutto.
Silvia si ferma per dare modo al mio culo di adattarsi alla presenza del suo cazzo, ormai avevo perso la mia verginità, c’era stato un po’ di dolore all’inizio, ma adesso aveva preso il posto del piacere anche perché Silvia aveva iniziato a pomparmi, l’andare su e giù del suo cazzo mi procurava magnifiche sensazioni, non avrei mai creduto che col culo si potesse godere a questo modo. Silvia mi scopò con passione facendomi provare sensazioni mai sentite e raggiungendo l’orgasmo. Sfilò il suo uccello dal mio culo dopo aver tolto il presevartivo ne rovesciò il contenuto sulla mia schiena per spalmarlo intorno al mio buco e sulle natiche. Ero contento di aver fatto questa esperienza e aver superato la paura del dolore che è stato brevissimo, e volli ringraziare Silvia per come era stata brava dandole un bacio. Da quella sera diventammo molto amici e quando lei era libera dai suoi impegni andavo a trovarla per fare l’amore con lei ed imparare come si può godere e far godere con il culo e la bocca.
Adesso che vi ho spiegato da come passato da eterosessuale a omosessuale, continuo a raccontarvi la magnifica avventura che ho vissuto con Robert.
Il posto dove ci eravamo appartati era molto isolato, Robert mi poteva anche rapinare, rubare il taxi o uccidermi di botte tanto nessuno avrebbe visto e sentito niente, ma ormai io non volevo più tirarmi indietro. Quindi fermo il taxi nel punto più isolato e poichè farlo sui sedili sarebbe stato scomodo, scendiamo dall’auto per farlo nel modo più comodo possibile, era una serata calda ma non afosa. Robert si appoggia con la schiena al mio taxi e mi tira verso di sé, prendendo con le mani la mia testa porta le sue labbra alla mia bocca, sento il suo alito che sa di alcool e faccio per voltarmi disgustato, ma non ne ho il tempo perché le sue labbra sono già attaccate alle mie. Sento le sue labbra carnose e la lingua che si insinua nella bocca muovendosi come un serpente in tutte le direzioni, mi lascio andare e rispondo anch’io al suo bacio e anch’io passo la mia lingua nella sua bocca. Mentre continuiamo a baciarci le sue mani afferrano i mie glutei e mi avvicinano a lui, posso sentire le dimensioni della sua mazza premere contro di me. Finito di baciarci con lo sguardo mi dice di continuare a baciarlo scendendo verso il suo uccello, libero i bottoni della sua camicia che sfilo buttandola sul tetto della macchina e resto estasiato nel guardare i suoi pettorali possenti e lisci come il marmo, comincio a baciarli centimetro per centimetro, arrivo a suoi capezzoli che sono come delle piccole macchie scure, mi soffermo un po’ su essi poi scendo giù verso gli addominali, duri come la corazza di una tartaruga, chissà quante ore di palestra dovrà fare al giorno per avere un fisico così. Slaccio i suoi pantaloni che cadono giù lasciandolo nudo con indosso solo uno slip bianco che contrasta parecchio con la sua pelle nera, e che a stento riuscivano a contenere dentro il suo uccello quasi in erezione.
Come un cane affamato mi butto e comincio a mordicchiarlo senza neanche togliere gli slip, e vedo il suo uccello eccitato fuoriuscire dagli slip, poi li toglie mostrandomi il suo cazzo grosso e dritto. Mi sembrava di vedere quelle foto di uomini di colore che apparivano con dei falli enormi, che io pensavo fossero soltanto dei fotoritocchi, ma adesso quello che avevo davanti era vero, e lo potevo vedere e toccare. Lo prendo con una mano che non riesce a cingerlo tutto, lo stringo e lo strofino sul mio volto, come per sentirne l’odore, lo porto alla bocca per sentirne il sapore. Passo la lingua sul suo cazzo partendo dai coglioni, grossi e duri come due palle da biliardo,arrivo fino al suo glande che scopro con la lingua, quindi cerco di prenderlo tutto in bocca, ripeto questi movimenti un paio di volte sentendo diventare sempre più grosso, fino a quando Roberts non mi consente più di farlo uscire, anzi tenendo ferma la mia testa comincia a pompare il suo cazzo nella bocca facendomi quasi soffocare. Adesso avevo la bocca piena della mia saliva e degli umori del suo cazzo, finendo di pomparmi in bocca, mi fa cenno di alzarmi e di appoggiarmi al cofano della macchina, voleva dopo la bocca fottermi il culo. C’era una splendida luna piena che illuminava l’oscurità del posto e in quel momento illuminava anche il corpo statuario di Robert, lo vidi nella sua completezza quando mi girai per appoggiarmi al cofano del taxi, la luce della luna metteva in risalto il colore della sua pelle e le forme perfette del suo corpo come se queste fossero state prese a modello da Michelangelo per i suoi nudi della cappella Sistina, con la differenza che i suoi nudi maschili avevano degli uccelli piccoli e mosci, Robert mostrava invece un uccello fuori dalla media, dritto come un chiodo.
Con negli occhi ancora la visione del suo corpo e del suo cazzo, mi appoggio alla macchina pronto a questo piacevole sacrificio, con le sue grosse mani mi allarga i glutei facendo passare un paio di volte la sua mazza nel mio solco, ogni volta che lo faceva tremavo temendo che mi inculasse con violenza, poi sento qualcosa spingere in direzione del mio culo ed entrarci dentro capisco che non è il suo cazzo a farlo ma il suo dito medio, che come dimensioni era simile a quello di un cazzo. Con il dito comincia a rovistare e muoverlo nel mio culo, mentre con l’altra mano stringe il mio uccello coglioni compresi massaggiandoli, non riuscendo a fermare l’eccitazione per quel trattamento, gli sborro fra le mani. Pensai di averlo deluso, ma lui lo sperma che aveva raccolto nelle mani provvede a spalmarlo intorno al buco del culo,dapprima non capii il perché di questo poi mi resi conto che lo aveva fatto apposta a farmi eiaculare, in modo che il mio sperma servisse da lubrificante per rendere più agevole la sua penetrazione che si apprestava ad iniziare. Infatti adesso dopo che mi aveva spalmato sentivo il suo cazzo scivolare facilmente lungo il mio solco per fermarsi in prossimità del buco, sento la sua cappella spingere lentamente e il mio culo aprirsi al suo passaggio, deve forzare un po’ perché il mio culo ancora non era abituato a quei grossi calibri e dovetti stringere i denti per non urlare di dolore. Dopo questi primi momenti di sofferenza sento entrare il suo glande e una buona parte del suo uccello, non stavo soffrendo affatto ma sentivo il mio intestino riempirsi lentamente di qualcosa di caldo e grosso. Con un ultimo colpo che Robert dà mi rendo conto che il mio culo aveva ricevuto per intero il suo uccello, potevo sentire i miei glutei toccare con i peli del suo pube, che ricci e duri mi solleticavano un po’.
Io ero appoggiato alla macchina ormai completamente rilassato e pago di essere stato inculato in una maniera così forte e dolce allo stesso tempo, Robert comincia allora la sua cavalcata, i primi colpi fanno male e mi lamento gridando, ma dopo un po’ il suo cavalcare comincia a piacere sempre di più, allora posso apprezzare al meglio il movimento del suo uccello che entra dentro fino al suo pube e ne esce quasi per intero senza però uscirne completamente fuori per poi calarsi nuovamente con rinnovato vigore di nuovo dentro per molte volte, sono letteralmente schiacciato dal suo peso e dai colpi che imprime al mio culo che si dilata sempre di più.
Poi una veloce accelerazione di colpi mi fa capire che sta per venire, il ritmo del cazzo nel mio culo si fa sempre più veloce, con le mani mi tiene fermo completamente schiacciato sul cofano mentre dalla sua bocca esce un grido di piacere, dal suo cazzo sento arrivare una valanga di sborra che inonda il mio intestino, riesco a sentire uno, due, tre schizzi riempirmi il culo, ma ancora non è bastato perché altra sborra mi arriva in faccia e sul petto quando sfila il suo cazzo e mi fa inginocchiare davanti a lui. Il colore del suo sperma è bianco come il latte e la sua consistenza lo fa sembrare panna montata e così lo raccolgo per gustamelo tutto, i suoi coglioni oltre a produrre sborra in quantità industriale erano capaci di renderlo simile alla panna.
Mi sentivo distrutto ma felice, mi tocco il culo per sentire il vuoto che Robert aveva creato, intanto lui apre lo sportello della macchina e prende la bottiglia di birra che aveva lasciato, ne beve un sorso e la offre anche a me, ma rifiuto di bere perché volevo che il sapore della sua sborra mi restasse in bocca il più a lungo possibile. Siamo uno di fronte all’altro,lo guardo come per ringraziarlo per il piacere che mi aveva dato. Il suo uccello malgrado avesse appena sborrato era ancora di buone dimensioni rispetto al mio che invece era in erezione, allora Robert guardando il mio uccello, con il suo americano mi dice - “ Giovanni, fuck me, now” -, mi chiedeva che adesso fossi io a fottere lui, non ci potevo credere adesso era lui che voleva essere inculato. Io avevo timore di non riuscire a soddisfarlo allo stesso suo modo, ma lui insistendo si era già appoggiato alla macchina con le gambe aperte mi invita fotterlo. A quel punto non potei fare altro che avvicinarmi e cercare di mettere in pratica gli insegnamenti che Silvia mi aveva dato durante i nostri incontri e cercare di non deluderlo. Tocco le sue natiche sode come due cocomeri, le apro per vedere il suo buco, mi lancio con la lingua per raggiungerlo, la mia lingua si fa largo fra i peli che lo cingono e comincia a girare intorno spingendone la punta verso l’interno del suo buco che si apre con una leggera pressione. Mi rendo conto che a Robert oltre che inculare gli altri gli piace anche essere inculato, magari saranno stati marines suoi colleghi durante i suoi viaggi in mare che avranno scopato con lui e gli uccelli che avrà preso sicuramente dovevano avere dimensioni maggiori del mio. Continuo con il mio lavoro di lingua cercando i punti in cui poteva ricevere più piacere, poi mi alzo per incularlo, mi metto in posizione e spingo il mio cazzo sul buco che si apre con facilità, comincio così la mia cavalcata, pompando prima lentamente e poi più velocemente, ogni tanto mi sento stringere l’uccello fra le natiche che quasi ritmicamente Robert contrae e rilassa seguendo i movimenti del mio cazzo. Lo sento mugolare ma non riesco a capire se lo sto soddisfacendo o no, alla fine vengo nel suo culo
con una lunga sborrata. Pensavo che ormai fosse finita che ci saremmo rivestiti e che lo avrei accompagnato al porto, ma quando si gira Robert sorride contento e mi accorgo però che il suo uccello era ancora in erezione, più teso di prima, capisco che per lui non è ancora finita e che vuole scoparmi ancora.
Alzandomi per i fianchi mi fa sedere sul cofano, mi allarga le gambe e questa volta punta dritto il suo cazzo nel culo che entra ancora con qualche sforzo nonostante la sborra mia e sua che lo avevano bagnato. Comincia a pomparmi prima sul cofano, poi mi fa mettere le gambe intorno ai suoi fianchi e alzandomi di peso lascia che con le braccia gli cinga il collo, mi solleva da terra e mi tiene aggrappato a lui. La sua bocca cerca la mia che si apre alla sua lingua, mentre il mio culo è pieno del suo cazzo. Tenendomi per le natiche mi alza e mi lascia in modo tale che per forza d’inerzia quando mi lascia il mio culo si ferma alla base del suo cazzo, non potendo andare oltre. Ogni rilascio è un piccolo dolore per il mio culo che si sente sempre più slargato. Anche reggendo il peso del mio corpo sento arrivare nel mio culo la violenza delle sue spinte, questa volta Robert è più eccitato di prima, perciò spinge con grande vigore e quando qualche volta nella furia della sua cavalcata il suo cazzo esce fuori dal culo lui prontamente lo rimette dentro spingendo ancora più forte.
Quando sta per venire spinge il mio culo alla base del suo uccello e con poderosi colpi di reni mi schizza la sua sborra nel culo. Resto piantato al suo uccello fino a quando non finisce di schizzarmi dentro, poi metto i piedi per terra sentendo il suo cazzo scivolare lentamente fuori dal mio buco con un leggero rumore. Sento un grande vuoto nel culo e la testa che mi gira come fossi appena sceso da un giro sulle montagne russe, dal suo uccello esce ancora della sborra mi abbasso e la raccolgo tutta in bocca pulendo con la lingua quell’enorme cazzo che in una calda notte d’estate mi aveva regalato sensazione bellissime e mai conosciute. Robert si allontana per bere ancora della birra che era rimasta nella bottiglia e per raccogliere i suoi abiti per rivestirsi, io ancora intontito apro la macchina per prendere delle salviettine per ripulirmi. Nel camminare sento scendere dal mio culo la sborra che Robert aveva riversato in grande quantità, la sento scendere fin quasi alle caviglie, con la mano cerco di fermare questa continua fuoriuscita e tastando il mio buco mi rendo conto che Robert ormai lo aveva slargato di molto. Noto anche delle ammaccature sul cofano del taxì, dovrò inventare delle giustificazioni quando lo riporterò in deposito, non posso mica dire che sono state provocate da un nero di quasi due metri che mi ha scopato per tutta una notte. Dopo esserci puliti e rivestiti saliamo in macchina per andare al porto, durante il tragitto Robert mi mette un braccio intorno al collo, quasi come fossi la sua fidanzata, facendomi sentire come una donna che ha trovato l’uomo giusto che la sa amare e scopare bene.
Quando arriviamo al porto sta facendo quasi alba, prima di scendere mi da un ultimo bacio con le sue labbra carnose dicendomi quasi in italiano - “ grazie Giovani “- scendendo si avvia verso la nave salutandomi con la mano.


p.s

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