Gay & Bisex
IL SERVIZIO MILITARE
di tanganica
24.07.2013 |
31.509 |
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"Quello stesso giorno scopammo altre volte, ogni volta lo facevo impazzire con il mio pompino e scopammo variando tantissime posizioni, addirittura lo feci..."
Fino a qualche anno fa la legge dello stato italiano obbligava la popolazione maschile abile al servizio di leva di servire lo stato in una delle sue armi.Come tanti altri miei coetanei finito il liceo anch'io dovetti partire per assolvere a questo compito, che per un anno mi obbligava a vivere lontano da casa in caserma per imparare ad usare le armi e la disciplina militare. A quei tempi anche se non lo ero dichiaramente mi sentivo già gay, durante gli anni del liceo avevo avuto numerosi rapporti sessuali con i miei compagni e amici che però sapevano tenere bene il segreto. Arrivato in caserma per me era importante stare attento a non farmi assolutamente scoprire, diversamente sarei stato bollato per sempre come frocio con le inevitabile conseguenze che sarei stato vittima di scherzi, violenze e prese in giro.
I primi giorni quando il mio erotismo era al massimo, potevo solo concedermi di fantasticare, ricordando i miei compagni e tutte le scopate che avevo fatto con loro, riuscivo a godere a volte solo toccandomi e ciò mi bastava.
Era difficile potermi mantenere calmo soprattutto quando ero costretto a fare la doccia insieme a tanti altri; la vista di tutti quei cazzi più o meno grossi, mi eccitava fino all’inverosimile.
Ma ciò che mi faceva arrapate in modo pazzesco era la sera quando nella camerata totalmente buia, scrutavo i giovani militari spararsi un segone stando a letto, avevo voglia di farlo io il segone, a qualcuno che l’aveva grosso, glielo avrei preso volentieri in bocca facendogli un favoloso pompino con l’ingoio, a qualcun altro avrei dato anche il mio culo facendogli fare una scopata da non dimenticare.
Tutto ciò invece non fu mai possibile perché non conoscevo nè desideravo conoscere le loro reazioni, se qualcuno si fosse fatto avanti avrei valutato la proposta. Un giorno si presenta l'occasione che riuscì finalmente a sbloccare questa situazione che per me stava sempre più difficile da gestire, anche perchè erano circa due mesi che non succhiavo un cazzo e bevevo la sua sborra e il mio culo desiderava essere riempito da una buona mazza.
Era esattamente il giorno di ferragosto, la caserma era quasi totalmente disabitata; i militari erano chi in ferie, chi in licenza e chi in permesso; eravamo rimasti i soliti fessacchiotti di guardia.
Io non ero esattamente di guardia, ma reperibile quindi non potevo assolutamente allontanarmi dalla caserma; ogni ora avevo l’obbligo di presentarmi al posto di guardia per dare eventuale sostituzione, diversamente ero libero di girare dentro la caserma o rimanere in branda.
Dopo essermi alzato mi recai al posto di guardia, poiché non dovevo “montare”, rientrai in camerata con il desiderio di fare una doccia.
Trovai le docce occupate da un altro commilitone che si stava insaponando e volgeva a me le spalle, aprii il rubinetto della doccia vicina e cominciai a lavarmi.
Mi girai e vidi il militare con un’imponente erezione: aveva un cazzo maestoso, lungo, dritto e grosso, con una maestosa cappella, pur di sentirmi sfondare il culo da quel meraviglioso cazzo, sarei stato disposto a fare qualunque cosa mi avesse chiesto e non mi sarebbe importato di far scoprire la mia omosessualità.
Non potei più allontanare lo sguardo da quel superbo e maestoso “arnese” tanto che il legittimo proprietario si accorse oltre che del mio interessato sguardo, anche della mia eccitazione.
“Ti sei eccitato guardandomi – mi disse – è chiaro che sei interessato al mio cazzo di cui io sono molto orgoglioso, ma ti avverto che non mi piacciono i maschietti, sono etero e intendo rimanere tale, anche se in tutta onestà oggi mi accontenterei di un bel pompino e forse…. chissà, quindi se vuoi prendilo, è tuo”.
Io ero come in trance, eseguii imbambolato, mi avvicinai a quella maestosa “mazza”, la strinsi vogliosamente con entrambe le mani, m’inginocchiai, la baciai a lungo, la leccai in tutta la sua lunghezza, feci lo stesso trattamento anche ai due grossi coglioni e poi mi concentrai sulla rosea, dura e vellutata cappella che infilai lentamente dentro la mia bocca spingendola fino in gola.
L’amico gradì il trattamento e tenendomi ferma la testa, provvide ad imprimere al suo cazzo un lento movimento d’andirivieni, cominciò a scoparmi in bocca, poi si fermò per darmi modo di leccare la sua lunga asta, che doveva superare abbondantemente i venti centimetri, perchè stringendolo con il palmo della mano alla base ne rimanevano fuori una quindicina di centimetri. La mia bocca era tornata ad assaporare un cazzo..... e di che dimensioni !!! per questo cercavo di prolungare il più possibile questi momenti leccando e succhiando molto lentamente.
Per un attimo guardandolo in faccia mi resi conto che lo avevo portato al massimo dell’eccitazione, infatti, lo sentii mugolare e subito dopo una violenta sborrata mi riempì la bocca.
Io mi affrettai ad ingoiare e non volli perderne nemmeno una goccia, continuai a succhiare e a pulire quel cazzo stupendo che mi stava riempiendo la bocca e mi aveva regalato la sua meravigliosa crema che finalmente aveva interrotto il mio digiuno.
Avevo ancora un gran desiderio, dopo questo magnifico pompino desideravo anche farmi sfondare il culo, però non sapevo come farglielo capire.
A risolvere il problema ci pensò lui stesso dicendomi “Per adesso completiamo la doccia, poi andiamo in camerata, tanto siamo soli e lì continuiamo”.
A me sembrava tutto un sogno, non risposi, ripresi a lavarmi e quando anche lui ebbe finito ritornammo insieme in camerata.
Eravamo veramente soli, ma per precauzione chiudemmo la porta della camerata; ci avvicinammo alla sua branda e poiché eravamo nudi, lo strinsi a me con passione e desiderio, lui rifiutò questo abbraccio perchè si sentiva etero, ma allo stesso tempo m’invitò a fargli di nuovo un pompino che aveva gradito tantissimo, perchè fatto con l’ingoio, poi aggiunse che se gli fosse diventato di nuovo molto duro mi avrebbe inculato perché sentiva il bisogno di scopare.
Io mi diedi da fare, lo baciai, lo leccai, lo succhiai, lo pompai facendoglielo diventare talmente duro che egli stesso m’implorava di fermarmi per non sborrare.
Era talmente eccitato che lasciò fare a me ed io messomi in posizione, mi allargai le natiche e con una mano passata in mezzo alle mie gambe indirizzai il cazzo verso il mio buco incitandolo ad entrare in me.
Lui non si fece pregare e ripreso in mano il gioco, mi fece inginocchiare a terra, mi allargò il buco del culo, lo insalivò per bene, appoggiò la sua grossa e calda cappella e con un movimento deciso entrò con un solo colpo oltre la metà del suo stupendo cazzo.
Si fermò un attimo per rendersi conto della situazione, quindi continuò e con pochi ed assestati colpi entrò il suo cazzo tutto dentro al mio culo, i muscoli dell’ano si dilatarono e si allargarono per fare passare ed accogliere con immenso piacere quella maestosa “mazza” .
Quando fu tutto dentro, si fermò quasi per accertarsi della conquista, fu soddisfatto dello sfondamento del mio culo, rimesso fuori il cazzo, rientrò violentemente dentro di me in un solo colpo per poi riprendere a scopare con tremendi colpi che produssero una copiosa e calda sborrata dentro di me.
Anch’io avevo goduto e lui mi disse di essere veramente soddisfatto, era la sua prima volta con un uomo e non si sarebbe mai aspettato d’essergli tanto piaciuto.
Quello stesso giorno scopammo altre volte, ogni volta lo facevo impazzire con il mio pompino e scopammo variando tantissime posizioni, addirittura lo feci distendere sulla branda ed io mi sedetti sopra il suo cazzo infilandolo dentro al mio culo e scopandolo senza che lui muovesse un solo muscolo: lo feci impazzire dal godimento poiché lo sentii gemere e sborrare dentro copiosamente.
Inutile aggiungere che da quel giorno in poi, cercavo tutte le occasioni possibili almeno per potergli fare un pompino che lui gradiva tantissimo.
Era difficile rimanere soli ed altrettanto trovare un posticino tranquillo e sicuro, la paura d’essere scoperti ci lasciava spesso l’amaro in bocca; talvolta entravamo in uno sgabuzzino buio quando la maggior parte dei commilitoni dormivano, qui velocemente riuscivamo a concludere o un pompino con l’ingoio, oppure una scopata meravigliosa che ci faceva godere entrambi in modo totale.
Finalmente ero riuscito a spegnere la sete di cazzo della mia bocca e del culo, avevo trovato un grandissimo amico con una tostissima mazza che per i mesi rimanenti alla fine della leva sapeva darmi piacere con il suo arnese ed io a mia volta lo ricambiavo con pompini con ingoio che lui stesso definiva da accademia del sesso, e dandogli il buco del culo dove poteva scopare alla grande e riempirlo di sborra senza nessun problema.
Ps. Se questo racconto vi è piaciuto mandate i vs commenti
e leggete anche gli altri che ho scritto e se volete mandate
delle foto del vostro cazzo mentre li leggete al mio indirizzo
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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