Gay & Bisex
la donna di tutti
di tanganica
02.11.2010 |
27.652 |
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Pulire le stive era un lavoro molto pesante ed io dopo appena tre giorni mi sentivo stanchissimo, avevo la schiena a pezzi, ma ormai non potevo tornare..."
La donna di tuttiSono nato in un paese di mare del sud Italia; pur essendo molto bello e caratteristico era molto lontano dai giri turistici che di solito hanno alcune località tipiche del meridione, dove arrivano molti turisti italiani e stranieri che vengono ad ammirare le bellezze dei nostri luoghi, e che con la loro presenza portano lavoro e benessere per tutti gli abitanti di questi meravigliosi paesi.
Qui l’unica alternativa era o fare il pescatore e vivere con quello che ti può offrire la pesca, quando va bene, oppure fare come fanno la maggior parte dei giovani del mio paese andare a lavorare sulle grandi navi da crociera o mercantili che girano per il mondo e guadagnare così in quei mesi in cui si naviga, in mari lontani, quei soldi che al paese ci vorrebbero anni per poter guadagnare. Così anch’io compiuti i 18 anni e conseguito il libretto di navigazione partii per il mio primo viaggio di lavoro. Imbarcai su un mercantile che da Genova doveva portare delle merci prima in Sudafrica e da lì dopo averne caricate altre raggiungere la Cina per poi fare ritorno in Italia con merci prodotti in estremo oriente, il viaggio sarebbe durato circa due mesi.
Al terzo giorno di viaggio mi trovavo in una sala della nave mentre facevo le pulizie quando mi sento osservato da qualcuno che da una vetrata ha lo sguardo fisso su di me, continuo a lavorare facendo finta di niente, ma poiché sento quello sguardo ancora fissarmi mi giro per vedere chi è questa persona che continua a guardarmi con insistenza, con sorpresa mi accorgo che a fissarmi è il comandante della nave, faccio un cenno di saluto con la mano e con in testa mille pensieri continuo a lavorare. La sera rientrato in cabina che mi viene comunicato di presentarmi dal comandante, ci vado intimorito pensando a qualche richiamo. Entrando nella cabina del comandante non riesco proprio a nascondere il mio timore, lui se ne accorge e mi tranquillizza dicendomi - “Non aver paura non ti ho chiamato per richiamarti per il tuo lavoro, lo so che sei un bravo ragazzo e un gran lavoratore. Ti ho chiamato perché quando ti ho visto mentre lavoravi ho pensato subito di farti una proposta particolare, che sia inteso dovrà rimanere tra di noi e che tu sei libero di accettare o rifiutare.”
“Va bene, mi dica comandante”- risposi un po’ più tranquillizzato.
“Guarda se tu accetti la mia proposta io non ti farò più pulire le stive o le sale della nave, ma sarai adibito solo alla pulizia delle mia cabina e degli altri ufficiali, inoltre farò in modo di farti avere altri soldi in più oltre lo stipendio, a patto però tu faccia delle cose per me, che adesso ti chiederò .“
Pulire le stive era un lavoro molto pesante ed io dopo appena tre giorni mi sentivo stanchissimo, avevo la schiena a pezzi, ma ormai non potevo tornare indietro e scendere dalla nave per questo ero pronto ad accettare qualsiasi proposta.
Il comandante continuò dicendomi- “Quello che voglio proporti è di fare in questi due mesi di navigazione, soltanto per me, il ruolo di una donna, quindi fare anche quello che di solito marito e moglie fanno la sera nel loro letto. Stamattina mi son fermato a guardarti così tanto perché il tuo culo mi ricorda molto quello di mia moglie tondo e sodo, inoltre hai un fisico molto elegante come quello di una donna e penso che lo potresti fare benissimo, a me piace scopare almeno tre volte la settimana, capisci però che non posso portare qui mia moglie, lei si annoierebbe per il lungo viaggio e poi sulla nave ci sono solo uomini e si troverebbe a disagio lei unica donna. Ho notato anche che non hai molti peli, per cui penso che con indosso degli abiti femminili e un pò di trucco potresti somigliare a mia moglie.” Questa proposta in un primo tempo mi aveva lasciato sconcertato ma in effetti il comandante aveva visto giusto, il mio didietro era molto femminile tanto che i miei amici quando volevano prendermi in giro dicevano che avevo il culo da signorina e inoltre con mio grande rammarico non ero affatto peloso come tanti miei coetanei che avevano una barba fitta e dura sul viso e tanti peli sia nel petto che sul corpo.
“Sia inteso che tutto questo deve rimanere tra di noi, - continuò il comandante - e sei libero di accettare o meno, dovrai solo essere a mia disposizione quando te lo chiedo, in cambio ti farò avere avrai soldi in più e un lavoro meno pesante”.
Quella proposta così inaspettata mi colse di sorpresa, ma non so se a farmi decidere in fretta fu il fatto che difficilmente avrei sopportato altri 57 giorni di duro lavoro nelle stive o che da qualche tempo avevo strane tendenze con il sesso e anche se ero già stato un paio di volte con una donna e non avevo fatto mai sesso con un uomo, decisi di accettare.
“Bene vedo che sei uno che decide in fretta, allora possiamo cominciare subito, vai in bagno dove troverai una borsa con abiti femminili e prodotti per il trucco, indossali e poi torna qui.”
Entrai nel bagno e aprii la borsa dove trovai una parrucca bionda, una camicetta, una gonna corta, un paio di calze a rete, un piccolo perizoma e un paio di scarpe con i tacchi oltre a un contenitore con dei cosmetici.
Guardando quelle cose pensai sorridendo a quando ci si veste e si trucca per carnevale, per cui pensando che fosse proprio carnevale comincia ad indossare quegli abiti, poi mi misi davanti allo specchio e con un pò di civetteria comincia a truccarmi anche il viso usando cipria, rossetto e fard. Misi anche le scarpe anche se erano di un numero più piccolo del mio piede e cercando di stare in equilibrio sui tacchi uscii dal bagno, in quei pochi passi che riuscii a fare dovevo sembrare una puttana ubriaca per come mi muovevo ed ero vestito. Il comandante si era già tolto la camicia e vedendomi disse “Perfetto, sembri proprio la mia puttanona” e avvicinandosi a me si mise dietro e strofinando il suo pacco sulle mie natiche mentre con una mano apriva la camicetta come se volesse cercare un seno che non potevo avere, ma la muoveva come se ci fosse. Mi tolse la camicetta e cominciò a baciarmi sul collo, aveva un pò di barba e con i peli mi faceva il solletico sulla pelle, poi mi fece cadere anche la gonna strofinando adesso direttamente sule mie natiche il suo pacco, visto che il perizoma le lasciava scoperte. Dopo un pò di questi strofinamento si tolse i pantaloni e gli slip mostrandomi il suo uccello:
“Adesso mia bella puttanona me lo succhi come sai fare” disse facendomi mettere in ginocchio. Io di pompini ne avevo ricevuti ma mai fatti per questo non sapevo proprio come cominciare.. Il comandante era un uomo che doveva avere più di 50 anni, di altezza media e dal fisico massiccio, con molti peli su tutto il corpo, il suo cazzo quasi in completa erezione aveva una leggera curvatura verso l’alto e non mi sembrava di grosse dimensioni. Non ebbi nemmeno il tempo di pensare a come cominciare che il comandante avvicinando il suo cazzo alla mie labbra me lo caccia dentro la bocca dicendo - “succhialo bene troia”- in un attimo mi sento il suo uccello che mi spinge fino in gola e muoversi dentro la mia bocca lasciando anche un sapore che cominciava a piacermi. Quando lo uscì era tutto imbrattato di rossetto che io avevo messo con abbondanza sulle labbra, tanto da essere diventato di un colore rosso vivo. Lui continuava a farlo entrare e uscire dalla bocca o a sbatterlo in faccia facendo sciogliere tutto quel trucco che avevo messo in viso. Mi teneva ferma la testa e spingeva il cazzo dentro la bocca fino a farmi sentire i peli del pube strofinare contro la mia faccia. Dopo un paio di minuti di questo lavoro mi fece stendere sul letto e si buttò su di me cominciando a baciarmi sul collo, scendendo poi sul petto per leccarmi e succhiarmi i capezzoli, poi scese ancora più giù verso l’inguine, pensavo volesse succhiarmi l’uccello invece si mise a baciarmi l’intermo delle cosce. A sentire quei baci e quelle carezze avevo paura di sborrargli in faccia, tanto mi avevano eccitato quel suo modo di baciare, ma per fortuna questo non avvenne. Dopo questi preliminari mi sento sollevato per i fianchi e il mio buco del culo sistemato in direzione del suo uccello che comincia a strofinarmi contro, adesso si stava avvicinando il momento che più temevo, quello fatto prima mi era anche piaciuto ma adesso un cazzo stava per entrare per la prima volta dentro il mio culo ed io avevo paura del dolore che potevo provare. Pensavo che il comandante lo facesse in modo più delicato invece dopo aver messo il suo cazzo contro il buco lo spinge con violenza e di colpo sento il mio sfintere dilatarsi e il cazzo del comandante entrare tutto dentro il culo.
Mentre lo faceva con la voce di massima eccitazione dice - “adesso prendilo tutto nel culo troia, lo so che ti piace prenderlo così ora ci divertiremo ancora, te lo faro sentire fino in gola”-
Quel modo così violento mi aveva fatto gridare di dolore, ma il comandante non sentendo niente continuava a spingere dicendo con una voce sempre più forte - “ti piace non è verò? stai godendo troia! Godi quando ti spacco il culo così”. Io invece di godere sentivo solo un gran dolore che si alleviava solo quando se ne stava fermo con l’uccello per leccarmi i capezzoli.
Sembrava che non avesse fatto sesso da molti mesi,tanto era il modo con cui spingeva il cazzo dentro il culo. Mi volle scopare in tante posizioni diverse, facendomi letteralmente sedere sul suo cazzo, alla pecorina, prendendomi di fianco, poi a gambe aperte m’inculò guardandomi in faccia e mentre mi stava inculando mi diceva un sacco di parole volgari. Dopo tutto questo entrare ed uscire del suo cazzo nel culo non sentivo più nessun dolore anzi avvertivo un sensazione di piace per quel cazzo che si muoveva, anche se con violenza, dentro il mio intestino, tanto che questo piacere mi spinse a eiacularmi con grande soddisfazione e quantità sul petto. Il comandante vedendo che mi aveva fatto godere, raccolse la mia sborra e la portò alla mia bocca e dicendo - “bevila che adesso te ne darò dell’altra nel posto dove più ti piace”.
Mi scopava con grande foga senza dare segni di cedimento, poi a un certo punto mi disse di mettermi a quattro zampe sul pavimento, si sistemò dietro, mi allargo le natiche e con un colpo solo mi penetrò attaccandosi a me come un cane quando prende la sua femmina.
Mentre mi inculava come un cane si metteva a fare anche il verso dell’animale dicendomi -
”godi cagna senti come ti fotte bene il tuo comandante!”. Io sorridevo sentendo il suo ululare di piacere e avevo capito che lui con sua moglie scopava così. Ormai sentivo che anche lui stava per avere il suo orgasmo, infatti mi stringe fortemente i fianchi e dando colpi più violenti nel culo mi scarica nel culo la sua sborra che caldissima inonda il mio ’intestino, continua a tenermi fino a quando non ebbe schizzato l’ultimo goccia di sborra. Quando finalmente lo esce si avvicina e me lo fa leccare e pulire, con gusto raccolgo con la lingua la sborra mista agli umori del mio culo sentendola molto buona, poi messi nel letto lui si accende una sigaretta e mettendomi una mano sul petto disse - “sei stato bravissimo, finora solo pochi marinai mi hanno fatto godere come hai fatto tu, ho visto che per te questa era la prima volta e ti chiedo di scusarmi se ti ho fatto male, ma a mia moglie piace prenderlo così con violenza, comunque domani vedrai che sentirai meno dolore” poi aggiunse “vedrai che quando torneremo a Genova il tuo culo sarà come quello della mia Sandra. Adesso puoi rivestirti e tornare in cabina, ti aspetto domani vedrai che ci divertiremo ancora”.
Tornai verso la cabina ripensando che forse avevo fatto una scelta sbagliata e che avrei dovuto recitare quella parte chissà quante volte ancora e sentirmi prendere il culo in quel modo. Mentre camminavo sentivo il mio culo bruciarmi per come il comandante mi aveva scopato, ma allo stesso tempo lo sentivo vuoto e desideroso di essere riempito nuovamente.
Ma tornando in cabina un’altra sorpresa mi si stava preparando che vi voglio raccontare nella seconda parte. intanto se la prima parte vi è piaciuta mandate i vostri commenti e se avete delle belle foto di voi o di maschi altrettanto belli.
Il mio inrizzo e-mail [email protected]
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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