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Gay & Bisex

Webcam (2)


di cazzovenoso
01.03.2025    |    4.984    |    14 9.8
"Continuo a scoparlo con foga, ma sono quasi al limite..."
(continuo…)



Lascio passare qualche giorno poi decido di contattare Paolo in dm sul suo profilo.
“Gran bel culo, e come te lo allarghi bene… ce ne starebbero due lì dentro”
Visualizza dopo circa mezz’ora ma non risponde.
Torno all’attacco “So che di nascosto fai la troietta, inutile negarlo; voglio riempirti il culo di sborra”.
“Come ti permetti? Nemmeno mi conosci, poi sappi che sono fidanzato e non mi interessano altri uomini!” replica stizzito.
“Lo so bene che sei fidanzato, piccolo Paolo, ma è proprio il tuo fidanzato a non sapere che fai la zoccola… e tu non vuoi che glielo racconti io, vero?”
“Scusa? Ma cosa dici? Io non faccio queste cose, te l’ho già detto!” risponde “E vedi di smetterla, altrimenti ti segnalo!”
“L’avresti già fatto, cagna. Perché invece non racconti una scusa al cornuto e non vieni qui da me a prendere il mio uccello?” e allego una decina di foto cazzo, oltre ad un video piuttosto eloquente di me che mi sego.
E aggiungo “E prima che tu dica qualche altra minchiata, sappi che l’altra sera in cam ti ho registrato, quindi non ti conviene fare il furbo con me!”
Ovviamente non avevo registrato proprio un bel niente, non è nel mio stile, ma cercavo un modo per tenermelo in pugno.
“Non uso la cam, e non entro in siti porno”.
“Ah no? E chi era allora l’altra sera che mi pregava di spaccargli il culo? ‘Papi sfondami, papi fammi tua, papi vedi come mi si allarga il buco…’, senza parlare del tuo tatuaggio inequivocabile”
“Mi stai confondendo con qualcun altro” scrive.
Percepisco la sua tensione e la preoccupazione crescente.
Decido di tenerlo sulle spine, e di non scrivergli per un po’.

Poi, dopo un paio d’ore, lo incalzo: “Immagino che dirai la stessa cosa al cervo, quando gli mostrerò le immagini di casa vostra (che, tra l’altro, sono anche postate qui su IG); credo ci metterà un nano secondo a riconoscerla…” gli dico; in realtà non ho nessuna certezza che si fosse collegato da casa, ma poco importa… quello che conta è attirarlo nella mia rete.
“Mi stai ricattando?”
“Sto solo cercando di dirti che qui hai un bell’esemplare di minchia a tua disposizione, e che la cosa rimarrà tra noi”
“Scordatelo”
“Ok, come vuoi…” e invio un altro paio di video in cui scopo senza pietà due cagnette che mi ricordano lui “Ma questo trattamento te lo vuoi proprio perdere? Ne sei sicura?”
Non risponde.
Si mette offline.

Cazzo, forse ho esagerato. Ma ho in testa il suo culo accogliente dall’altra sera, e devo scoparmelo assolutamente.
È diventata una questione di enorme importanza; ci penso in metro, al lavoro, in pausa pranzo, al cesso, ovunque! È ormai una tale ossessione che farei qualsiasi cosa per portarmelo a letto, o in un cesso pubblico.
Lo voglio scopare.
Non ci sono cazzi.
Anzi, c’è il mio, ed è piuttosto duro al solo pensiero.
Mi disconnetto pure io, per oggi credo di averlo turbato a sufficienza.

Lo lascio cuocere nel suo brodo per una settimana, così da fargli credere che io abbia desistito.
Poi “Allora cagna, quando ti prendi cura del mio cazzo?”
Visualizza subito, ma ancora una volta non risponde.
“Lo so che lo vuoi, guarda come sono messo adesso” e invio una foto scattata 2 secondi prima, in cui tengo l’uccello in mano tipo trofeo; “Pronto per te, immagina ad avercelo infilato su per il culo”
Non risponde nemmeno stavolta.
Però non mi blocca, segno che comunque la cosa non gli dispiace.
“Papi è qui per te… lo sai che se fai la cattiva ti metterà in punizione?” e stavolta allego foto dei miei attrezzi da lavoro: corde, cavigliere, polsiere, gag ball, dildo, manette, frustino; insomma… un set di tutto rispetto.
Visualizza e non risponde.
Porca troia!!! Mi sta facendo incazzare sul serio.
Gioco l’ultima carta: “Ok, l’hai voluto tu. Domattina contatto il tuo boy”
Passano meno di 10 secondi e arriva una risposta: “No, ti prego, faccio tutto quello che vuoi”
Ma stavolta sono io a non rispondere.
Lui incalza: “Hai un bel cazzo, lo voglio. Non posso negarlo. L’altra sera in cam ho sborrato come non mai immaginandomelo piantato in culo. Hai un cazzo notevole, devi scoparmi”
Io nulla.
“Papi ti prego, farò tutto quello che vuoi… Mi sono spaventata e ti ho bloccato, ma mi sarei fatta sbattere più che volentieri” e aggiunge “Dimmi cosa devo fare, non farmi stare in ansia. Sarò tua, tutta tua, quando vuoi, troverò il tempo, ti prego…”
“Brava la cagnetta, così iniziamo a ragionare!” rispondo.

Concordiamo di vederci da me il sabato successivo: io non ho impegni, il suo fidanzato sarà fuori città.
Arriva puntualissimo, appena mi manda la posizione scendo a prenderlo; non gli ho comunicato il nome sul citofono, per preservare la mia privacy.
Di certo non si aspetta che non lo farò salire, ma che invece lo porterò in cantina.
Il giusto posto per quelli come lui.
Già nell’androne del palazzo lo sbatto al muro e lo limono con passione, infilandogli una mano nei pantaloni della tuta palpandogli il culo cercando col medio l’ingresso principale.
La troietta ansima, si vede che gradisce.
Si stacca dal bacio e fa per inginocchiarsi ma lo fermo subito: “Non qui!”.
Lo sospingo verso le scale, fa per salire in ascensore ma “Dove pensi di andare?” -dico- e lo trascino giù dalle scale, al piano interrato.
“Seguimi!” gli intimo.
Verso la fine del lungo corridoio semibuio, all’altezza delle ultime cantine, mi fermo, lo guardo e mi sbottono la patta.
Il cazzo è già bello pronto, svetta trionfante e non chiede altro che essere spremuto per bene.
“Fammi vedere quello che sai fare, cagna!”
Non se lo fa ripetere due volte, in men che non si dica è già in ginocchio e con la lingua inizia un fantastico bocchino.
Inumidisce le labbra e inizia ad avvolgerlo con la bocca e dopo qualche istante assaggia la cappella, per poi continuare scendendo lentamente più in profondità, alternando il succhiare al leccare, aumentando progressivamente la velocità.
Si vede, e si sente, che è esperto… Mi guarda negli occhi come a chiedermi ‘ti piace?’ già conoscendo la risposta.
Nel frattempo gli faccio abbassare i pantaloni, mi chino sulla sua schiena, e ricomincio a ravanargli il culo a piene mani.
Lui succhia e io esploro, sputandomi sulle dita, quella stessa voragine che già mi aveva mostrato in cam.
È dannatamente accogliente, le dita vengono risucchiate senza problemi “Cazzo se sei slabbrato” gli dico.
Lui mugugna, gustandosi il bastone per una decina di minuti.
“Ora basta, alzati” lo giro e lo metto a pecora, con le mani appoggiate all’intonaco scostato.
Succede tutto all’improvviso: gli punto la nerchia sul buco e lui, da vero esperto, spinge il culo e la inghiotte in un colpo solo, complice il fatto che la troietta già era arrivata abbondantemente lubrificata da casa “Scopami papi, spaccami il culetto!” mi intima senza ritegno.
100 punti in più!
Le mie palle schioccano contro le sue natiche sode, lui stringe istintivamente lo sfintere provocandomi una scarica elettrica.
Mi eccita un botto sto Paolo, e si vede proprio che è goloso di cazzo; del mio soprattutto.
Si dimena più di tutte le troiette che mi sia mai scopato, inghiotte il mio uccello come se non avesse fatto altro nella vita, lo divora col culo e mi fa impazzire.

La pacca sul sedere durante la pecorina è arte... chi riesce a farne a meno? Io sicuramente no.
La mia mano, quindi, parte da sola, automaticamente: 2, 3, 5 schiaffi ben assestati gli stampano il segno sulla natica destra.
Non riesco a stare fermo vedendolo in quella posizione, mi viene anche di afferrarlo per i capelli e cavalcarlo brutalmente.
Ed è quello che faccio.
“Ti metto incinta, cazzo” dico mentre stantuffo quel buco spanato.
“Sì ti prego, ti prego, ti prego, riempimi!!! Voglio tutta la tua sborra, papi, fino all’ultima goccia!” risponde col fiatone.
“Non ancora, cagna!”
È risaputo che quando mi chiamano papi divento ancora più bastardo, mi eccita da morire essere appellato in questo modo…
Affondo il mio membro con tutta la violenza che posso, lo sbatto come si farebbe con la peggiore delle mignotte; so che gli piace questo trattamento, lo capisco da come mugola.
Il suo cazzetto schizza senza che nessuno lo stia toccando, è evidente quanto sia eccitato, il ragazzo.
Continuo a scoparlo con foga, ma sono quasi al limite.
Ormai è qualche minuto che mi sto trattenendo, la nerchia sta per esplodere.
Non mi controllo più, lo sento, e un fiume di sborra si riversa direttamente in quel tunnel che pare senza fondo.
Grugnisco, e credo mi abbiano sentito anche i vicini, ma fottesega.
Ho goduto, ha goduto, a posto così.
Lui sembra esausto, ma io non ho molto tempo, e lì nello scantinato di certo non possiamo perderci in chiacchiere inutili.
Non ho nemmeno dei kleenex per ripulirci, così gli ficco la salsiccia in bocca in modo che finisca il lavoro nei migliori dei modi.
Mi rivesto, e lui fa lo stesso.
“La prossima volte voglio scoparti in un cesso pubblico, sappilo!”
“Mmmmmm che porco che sei papi”, e mi stampa un bacio sulla bocca.
Lo riaccompagno all’ingresso e un attimo prima che esca dal portone gli dico “salutami il cornuto!”
Ride, e se ne va.
Una bella risorsa, questo Paolo..
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