Gay & Bisex
Il compleanno (2)
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15.11.2024 |
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"Ci baciamo in continuazione, come se non ci fosse altra cosa da fare..."
(continuo...)Andiamo a dormire.
Sembra si sia tranquillizzato, ma ormai non gestisco più il suo comportamento, le sue reazioni, le sue emozioni.
Come, del resto, io non gestisco più i miei turbamenti.
Cazzo, non si fa.
Non si può!
Al mattino si sveglia, facciamo colazione e mi dice: "ci ho pensato bene stanotte. Tra meno di 2 mesi compio 18 anni, sarò maggiorenne. Comunque ho già controllato in internet e se sono consenziente l'età non conta. E non siamo nemmeno parenti veri perché se non ho sbagliato i conti abbiamo una parentela di 5° grado, quindi non rompere" e lo dice sorridendo come se avesse fatto una scoperta sensazionale.
"Facciamo un patto -continua- io ti lascio stare fino al mio compleanno, MA tu sarai il mio regalo e non se ne parla più. Una volta, una sola volta, poi ti lascio stare. E non puoi dire di no. É il mio regalo".
Rido, per non piangere, e la butto in caciara.
Ma lui è serio: "Per favore, per favore, per favore..."
Dico "ci penso".
Mi abbraccia e va a scuola.
Oggi rientra mia cugina e lui tornerà a casa sua.
Non vedo l'ora di aver la casa tutta per me.
O forse mento.
Chiamo sua madre e le racconto che è "solamente" innamorato ma non corrisposto, lei si tranquillizza, mi ringrazia e mi invita a cena da loro.
Declino gentilmente l'invito, voglio starmene tranquillo e riposare la mente, credo di averne bisogno.
Dopo il lavoro vado in palestra, c'è Giorgio (col quale ogni tanto scopiamo); mi dice che è libero, se voglio passare da lui, o lui da me, ma rispondo che sono stanchissimo anche se il suo culetto sarebbe forse salvifico.
Rientro a casa, mangio al volo, mi butto a letto cazzeggiando.
Apro Grindr, giusto per vedere cosa c'è nel disponibile.
Faccio l'arrizza cazzi con un paio di ragazzi mentre mi massaggio l'uccello, quasi mi convinco ad invitarne uno quando noto una gigantesca sborrata ormai incrostata sul copripiumino.
Cazzo, è roba sua!
L'ha fatto apposta per marchiare il territorio.
Con la mano tremante la tocco, è già secca, dovrò buttare tutto in lavatrice!
Prima però la mia mente perversa mi costringe ad annusare a piene narici, ad appoggiare la lingua su quella chiazza, assaporarla per bene mentre furiosamente mi sego e sborro pure io!
Porca puttana.
Cazzo sto facendo???
Nei giorni successivi il mio cervello è completamente in pappa.
Lui mi scrive (l'avevo sbloccato quando sua madre mi aveva chiesto di parlargli) che il compleanno si sta avvicinando; festeggerà con gli amici in una discoteca e vorrebbe ci fossi anch'io; rispondo che non ci sarei andato, sarei stato fuori luogo per milioni di motivi, soprattutto per ragioni anagrafiche.
Gli dispiace, fa un po' il risentito, ma dice di capire, e che troverà il modo di riscuotere il PACCO regalo.
Rido, ma come al solito non c'è un cazzo da ridere.
Arriva il giorno del compleanno, lo chiamo per gli auguri e lui chiede "e il mio regalo?"
"il tuo regalo l'ho lasciato ieri da mamma, te lo darà quando rientri da scuola".
"In classe oggi non ci vado, sono maggiorenne e faccio quello che mi pare. Mi hai promesso un regalo e ora lo voglio!!! perciò trova il modo" e riattacca.
Lo richiamo ma non risponde, così per tutto il giorno.
Cazzo se è capriccioso!
Mi fa girar le palle quando fa così, ma è il suo modo per attirarmi a sé.
Esco dal lavoro, lo richiamo per la centesima volta ma ancora nulla.
Vabbè, gli passerà, stasera c'è la sua festa e avrà di meglio a cui pensare.
Rientro a casa, mi butto in doccia e provo io a non pensarci.
Il getto dell’acqua mi rilassa, finalmente un po’ di pace.
Improvvisamente però si spalanca la porta del bagno e lui è lì, nudo, incazzato, provocante, bello come il sole.
Io muto, salivazione zero.
Dove cazzo si era nascosto?? Com'è entrato? Poi, in un nanosecondo, ricordo che aveva ancora la copia delle chiavi di casa mia!
Cazz...
Provo a dire qualcosa ma lui entra in doccia e mi si butta addosso.
Mi tira un pugno sul braccio.
"Oh ma che cazzo fai?" finalmente reagisco.
Lui si allunga e mi bacia.
Un bacio furioso, denso, poi caldo, sensuale...
Mi lascio andare.
Ci baciamo per un tempo che sembra infinito.
I nostri cazzi sono di marmo.
Lui si inginocchia mentre mi guarda negli occhi e comincia a leccare la mia asta che non vedeva l’ora di essere ingoiata da quelle labbra calde.
Io non capisco più niente.
Da un lato vorrei cacciarlo, dall'altro finalmente è qui con me e ho la possibilità di fare tutto quello che ho sognato in questi mesi.
Succhia bene, cazzo.
O forse sono solo molto eccitato.
Sta di fatto che a un certo punto si alza e dice "scopami, zio. Scopami… SCOPAMI!"
E lo prendo come non ho mai fatto con nessun altro.
A metà tra lo stupro e la dolcezza.
Gli infilo la cappella nel culo in un colpo solo, quasi a secco, tirandogli i capelli; poi piano piano affondo tutto il cazzo che mi sembra più grosso del solito da quanto sono ingrifato.
Non so bene nemmeno io cosa mi stia prendendo ma so con certezza che è quello che voglio.
Che vuole.
Che vogliamo!
I miei coglioni sbattono sulle sue natiche e lui geme, continua a dire “sì, sì, sìì, zio sìììì. aaah, sììì…
Sborro dopo pochi colpi, porcatroia.
Lui non si è nemmeno toccato, ma gocciola.
Dice “è stato quasi come quando ti ho spiato in pineta…”, mi bacia e mentre ci abbracciamo gli stringo il culo, e sento il mio seme colargli sulle cosce.
Cristo, gli ho sborrato dentro senza pensarci due volte.
Sono proprio un depravato!
Lo insapono, lo lavo per bene, mi lava anche lui, continuiamo a limonare.
Ci sciacquiamo, ci asciughiamo, lo stringo forte a me e lo sospingo verso la camera, sul letto.
Giusto il tempo di due coccole e il mio cazzo inaspettatamente è di nuovo durissimo, lui ci si fionda con la lingua e il mio cervello non può altro che confermare che ci sa davvero fare, il ragazzino.
Mi lascio coccolare, lo lascio fare, mi voglio godere questo momento.
Lui sembra un assatanato, divora il mio cazzo come se non ne vedesse uno da mesi, ma immagino non sia così.
La saliva gli cola dalla bocca, e io glielo spingo fino in fondo con colpi secchi, a provocargli conati di vomito.
Sembra piacergli, questo trattamento.
Intanto mi sposto col busto, per andare a perlustrare il suo culo sodo, liscio, invitante.
Lo giro verso di me, sempre lasciandogli l’uccello in bocca, e la mia lingua si insinua nel suo buco divorando quel culo meraviglioso: starei ore e ore a leccarglielo, ma voglio di più, e lui pure.
Ha un sussulto quando gli infilo direttamente le due dita sulle quali avevo sputato abbondante saliva.
Entrano come nulla, non so se per il fatto che ha già preso molti cazzi nonostante la giovane età o se semplicemente è rilassato ed accogliente di suo.
Ci gioco un po’, lui mugola, ma so che non gli basta; e non basta neppure a me.
Così lo prendo con forza e lo metto supino, gli alzo le gambe sulle mie spalle e punto la cappella.
Voglio fare piano, voglio che senta centimetro dopo centimetro il mio cazzo scorrergli dentro, ma la testa mi ricorda che sono un animale, e allora senza pensarci un attimo affondo con forza l’uccello in tutta la sua lunghezza e gli si strozza la voce.
Gli occhi si ribaltano e per un istante penso di aver esagerato.
Ma lui mi guarda infoiato e dice “ecco, così devi fare con me, sbattimi forte zio, fammi ma... aa... aaa... leee”!
Quando mi chiama così io non capisco più niente, mi sborra il cervello, e comincio a stantuffarlo con violenza.
I colpi risuonano in tutta la stanza, il suo culo sembra chiederne sempre di più, lui gode ad alta voce e temo possa sentirci chiunque nel palazzo ma non me ne frega un cazzo, anzi, la cosa mi eccita ancora di più.
“oh zio, cazzo zio, cazzo sìì, oh oh oooh, sììì, scopamiiiiii, zio ti amo, sìììì…” urla come un indemoniato.
Mi abbasso per limonarlo e la sua lingua si avvinghia alla mia come se fossero una sola cosa.
Gli sputo in gola e lui sta a bocca aperta come un uccellino aspetta il cibo. Sputo ancora, ingoia avido.
Ricomincio a scoparlo e ricomincia a far sentire il suo godimento.
Gli stringo una mano sulla gola e accelero il ritmo.
Sento che la sborra sta salendo, ma non voglio ancora venire.
Esco di colpo e mi fiondo sul suo cazzo, durissimo, meno grosso del mio ma comunque consistente. Glielo pompo con una voglia che non mi appartiene e lo porto al culmine.
Poi mi fermo di nuovo.
Mi sdraio e lo faccio salire sopra di me; si impala in un nanosecondo facendo una smorfia di dolore che però si trasforma subito in godimento puro. E ricominciamo a scopare.
Ci diamo dentro come due matti ed è bellissimo.
Devo ammetterlo.
Mi cavalca come una troia navigata e allo stesso tempo mi guarda come se avesse visto un dio greco.
Affondo il cazzo con gran colpi di reni; gli addominali mi fanno male, ma ne vale la pena.
Lui intanto si aggrappa ai miei pettorali e ci da dentro muovendo quel gran culo su e giù. Mi fa impazzire e glielo dico.
Ho bisogno di fermarmi altrimenti sborro. Lo intuisce, ma da lui ottengo la reazione opposta: accelera la scopata urlando “dammi la sborra zio, dammi la sborraaaaa… cazzo sbrodolo, zio mi fai venire, non posso toccarmiiiii”.
Più mi chiama zio e più divento matto.
Gli dico che non resisto più e lui “riempimi ti prego, ti prego, ti prego…” e comincia a segarsi.
Non mi trattengo più, il cervello mi va in pappa, gli schizzi cominciano a uscire senza sosta e sento che lo sto riempiendo del mio seme. Tutto il seme che ho. Nessuna goccia va sprecata. È di nuovo mio, l’ho marchiato.
Una sensazione fantastica!
Appena riprendo fiato mi accorgo che lui ha gli occhi chiusi, la bocca spalancata, si sta masturbando furiosamente ma tutto d’un tratto si blocca… e fiotti di sperma caldo e denso cominciano a schizzare sul mio corpo, sul mio viso, apro la bocca come in trance e lascio che qualche goccia finisca sulla mia lingua. La assaporo e sono felice.
Dio se sono felice.
Poi realizzo che ho scopato (di nuovo) con lui.
E non dovevo.
Ma lo volevo.
Ma non dovevo.
Dio cristo!!!
Ma vaffanculo va, lo desideravamo da tanto, troppo, tempo; doveva andare così.
Pieni di sborra ci ributtiamo in doccia.
Ci baciamo in continuazione, come se non ci fosse altra cosa da fare.
Guardo l'ora e... cazzo! Sono quasi le 22
Lui ha la festa (anche se, modestamente, la vera festa gliel'ho fatta io) ma non vuole più andarci, vuole stare con me.
Riesco per fortuna a convincerlo, non può mancare!
Quando se ne va mi sento svuotato.
Avrei voluto si fermasse ancora, ma so che è giusto così.
La sua vita deve proseguire.
É stato quello che si definisce un ONE SHOT, nulla di più.
Mi convinco.
Lui lo sa, io pure.
Forse.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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