Gay & Bisex
Shooting
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15.01.2025 |
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"“Cazzo che vene! L’ho già detto? Ahahah… scusa ma a me fanno impazzire… poi ce l’hai durissimo, come fai?”
E più mi dice queste cose e più mi verrebbe di..."
Mi contatta in DM su Instagram, dopo aver messo like a più di una ventina di foto.“Ciao, sono Fabio, hai un bel fisico tonico e uno sguardo intrigante. Ma vengo subito al sodo: mi piace molto fotografare gli uomini nudi. Niente di porno eh. Però faccio foto in bianco e nero in situazioni inusuali tipo per strada, nei parchi, in luoghi abbandonati, in campagna. Tu sembreresti perfetto per quello che ho in mente”.
“Per strada? Nudo? Ma sei pazzo?” rispondo, anche se intrigato.
Non che mi imbarazzi, o che io sia un puritano bacchettone, anzi… sono molto esibizionista, ma per strada no dai, rischiamo di essere arrestati.
Poi, rischiamo chi? Lui sarà sicuramente vestito, e quello che potrebbe beccarsi una denuncia per oltraggio al pudore sarei solo e soltanto io.
Anche no, grazie.
“Ahahahah, ma con ‘per strada’ intendevo di notte mica di giorno” replica prontamente.
“Si vabbè ma non so se me la sento”.
In realtà me la sento eccome, l’idea di avere foto mie come mamma mi ha fatto, scattate da un fotografo professionista -si spera- anziché i miei soliti selfie che, per quanto accattivanti e provocatori, sono sempre dilettantistici, mi piace assai.
Finalmente potrò postare sui miei social qualcosa di più interessante, in qualche location accattivante e insolita.
Poi stare nudo mi è sempre piaciuto; farmi guardare e ammirare, sentire gli occhi su di me, sul mio corpo, sul mio uccello che anche a riposo non passa mai inosservato.
Stavolta non sarà come negli spogliatoi in palestra, con gli sguardi sfuggenti ma curiosi mentre indugio con l’asciugamano; o come nei cruising, che mi ispezionano coi raggi x soppesando le dimensioni prima di esser scopati come troiette; o nelle spiagge naturiste, dove con finta disinvoltura ci si fa la radiografia fingendosi disinteressati.
Sarà più intrigante, lo sento.
Posare per qualcuno che è interessato sì al tuo corpo, ma che lavora per esaltarne pregi e difetti può fare la differenza.
Spero solo non sia particolarmente carino perché poi mi conosco, potrei provocarlo e il mio cazzo potrebbe bucare l’obiettivo più del dovuto.
“Se vuoi ti mando il link del mio sito, così puoi vedere te stesso come lavoro e ti fai un’idea di cosa vorrei o potrei fare”.
“Ok” perlomeno mi gusto qualche maschione nudo e magari trovo pure qualcuno che (ri)conosco…
“Ecco il link: www.xxxxxxxx.com dimmi che ne pensi senza problemi”.
Clicco immediatamente e in un nanosecondo mi trovo proiettato nel suo mondo fatto di maschi di ogni genere e tipo completamente nudi ma oggettivamente mai volgari o provocatoriamente sessualizzati; chi più, chi meno, hanno l’aria di essere completamente a proprio agio, rilassati, in posa naturale (anche se sembra una contraddizione in termini).
I genitali incredibilmente passano in secondo piano, perlomeno per quanto mi riguarda, anche se talvolta sono presenti close up molto dettagliati.
Queste foto sono oggettivamente molto belle.
Ci sa fare, sto Fabio.
E ha pure fotografato Claudio, l’ex fidanzato di un mio amico; l’ho sempre trovato abbastanza anonimo ma in quelle foto mette in mostra un bel culetto sodo che me lo fa rivalutare all’istante, almeno dal punto di vista sessuale.
Mi riservo di scrivergli più tardi…
“Ho dato un’occhiata al tuo sito, devo dire che le foto sono molto belle e accattivanti; mi aspettavo qualcosa di più porco.”
“Vorresti fare foto porche? Basta chiedere 😊”
“No, no… intendevo dire che mi hanno piacevolmente stupito, le foto sono davvero molto belle. Certo mi spiazza un po’ il fatto che poi chi visiterà il sito mi vedrà completamente nudo. Non che mi dispiaccia, eh, ma penso solo a qualcuno che ha a che fare professionalmente con me, boh…”
“Beh intanto ti farò firmare, nel caso, una liberatoria che mi autorizzerà a utilizzare solo le foto che selezioneremo insieme. Per il resto, se qualcuno visita il mio sito è perché vuole vedere uomini nudi, mica per cercare il Santo Graal, e potrebbe anche essere che qualcuno ti riconosca (vero) ma se dovessero crearti qualche problema dovrebbero pure ammettere di aver “osservato” altri cazzi e culi!”
“Uhm, ok ok” rispondo un po’ dubbioso “come ci organizziamo?”
“io son sempre libero nel weekend o la sera dopo le 18:30, solitamente scatto tra Como e Varese, in location che già conosco, ma se hai qualcosa da proporre posso prenderla in considerazione volentieri. Dimmi tu.”
“io sto a Milano, ma vicino a Monza c’è una cascina abbandonata che mi ha sempre affascinato. Domenica potresti?”
“Aspè fammi controllare” scrive “sì sì ci sono. Unica cosa: NON farti la barba e mettiti il cockring se ce l’hai, ok?”
Ci mettiamo d’accordo pianificando luogo, data, ora rimanendo che ci saremmo aggiornati/confermati la sera prima.
Doccia fatta, testa rasata, cockring indossato.
Cos’altro manca?
Nulla, direi.
Mi dirigo all’appuntamento, a metà tra l’eccitato e il dubbioso, ma curioso di questa nuova esperienza.
Fabio è già lì che mi aspetta, quando arrivo.
Presentazioni veloci, lui mi squadra per bene e io faccio altrettanto; tipo intrigante, poco più alto di me, occhi vispi, non particolarmente carino ma decisamente sexy, di quelli a cui fai caso dopo un po’ ma che, alla fine, sono i più interessanti.
Mi chiede se sono pronto a tutto, rispondo “Vediamo!”; sorride sotto i baffi, questo la sa lunga, mi sa.
Seguiamo un sentiero tra i campi per qualche minuto fino a raggiungere la cascina che conoscevo, in un attimo prepara l’attrezzatura, le luci, … e dice “io ci sono, tu che ci fai ancora vestito?” strizzandomi l’occhio destro.
Mi coglie impreparato, pensavo ci mettesse più tempo a prepararsi ma devo dire che la cosa mi fa solo piacere.
Mi spoglio, e prima che resti completamente nudo mi dice “Aspetta, tieni cargo e anfibi, voglio farti le prime foto semivestito, così ci scaldiamo per bene!”, e mi dà qualche indicazione su come e dove mettermi, in che direzione guardare, … e incalza “apri la cerniera dei pantaloni, facciamo intravedere un po’ di cazzo” eseguo divertito “ecco, così, apri un po’ di più, guardami negli occhi, come se volessi che io te lo tirassi fuori…”.
Deglutisco, sa come giocare e mettermi piacevolmente a disagio; ma so stare al gioco e quindi lo assecondo.
Dopo una ventina di scatti mi dice con tono vagamente imperativo:”spogliati completamente adesso” e faccio per denudarmi velocemente, ma lui “No, non così, aspetta” e si avvicina a me dicendo “Posso?” prendendomi il viso tra le mani ruotandolo verso destra, poi si sposta, mi guarda dritto negli occhi e “Fermo così, bravo, non sorridere, abbassa lo sguardo, bravo” e scatta, scatta, ronzandomi intorno.
“Pausa, togli tutto e rimani con gli anfibi; bello quel cockring, dove l’hai preso? Ti sta bene”.
Rido, non pensavo che qualcuno avrebbe mai potuto dire che un cockring potesse ‘star bene’ addosso a qualcuno, ma tant’è… Effettivamente mi piace portarlo, ce l’ho praticamente sempre, come se fosse un gioiello.
“L’ho comprato a Berlino, in un sex shop… ne avevano parecchi in gomma, o pelle, ma lo volevo in metallo, largo; ho scelto questo perché boh, sembrava mi rappresentasse ahahahah…”
Ora sono completamente nudo, e sono anche un po’ meno rigido rispetto a qualche minuto fa.
Chiacchierare distende la tensione e mi sento maggiormente a mio agio; poi Fabio è oggettivamente carino nei modi quindi lo lascio fare.
Lo shooting, iniziato un po’ timidamente, prosegue poi in assoluta scioltezza: mi suggerisce dove mettermi, come mettermi, dove rivolgere lo sguardo, …
Mi riempie di complimenti “Hai un gran fisico, tonico; mi piace perché non è esagerato, e pure un gran bell’uccello; sai che non pensavo? Cioè, immaginavo un bel cazzo… ma il tuo è proprio un signor cazzo: Bella forma, bella cappella, poi quelle vene… mmmmm”
Io sorrido, facendo il finto timido, ma ovviamente mi fa piacere sentirglielo dire; chi non ne sarebbe lusingato?
“Ti va di metterti a cavalcioni su qual balcone, con le gambe a penzoloni? Non mi cadere giù eh, stai attento”.
Il balcone in questione è senza parapetto, non so se voglio rischiare di finir giù tra i rovi o, peggio ancora, spaccarmi una gamba; “Preferisco mettermi seduto contro il muro, sai com’è” mi siedo e appoggio la schiena allo stipite della porta finestra, ma non so come mettere le braccia: a destra, in alto, lasciate sui fianchi, … al che Fabio si avvicina e con la scusa di ‘sistemarmi’ le braccia posa con finta indifferenza il pacco sulla mia faccia.
“Ops” dice.
Sorrido sornione, e in un nanosecondo mi diventa duro.
“Ops” dico.
“Com’è che ti si è rizzato?” chiede ridendo.
“Sarà il caldo…”
“Posso approfittare di questo ben di Dio per…”
“Per?”
“Per scattare qualche foto da vicino, queste vene sono bellissime, necessitano di un primissimo piano.”
Un po’ deluso lo lascio fare; già mi immaginavo qualcosa di hot, invece nulla. Ma forse è meglio così.
“Cazzo che vene! L’ho già detto? Ahahah… scusa ma a me fanno impazzire… poi ce l’hai durissimo, come fai?”
E più mi dice queste cose e più mi verrebbe di ficcarglielo in gola senza pietà, ma decido di non azzardare nessuna mossa.
Mi alzo di scatto e il mio cazzo gli sbatte sul naso “Pausa” dico.
Bevo un po’ d’acqua, scarico la tensione, e dopo circa 5 minuti si ricomincia a scattare.
Sdraiato tra le macerie, affacciato alla finestra, in piedi sul davanzale, riflesso in uno specchio mezzo rotto, accovacciato sulla lavatrice, …
Andiamo avanti per un’oretta abbondante girovagando per tutto il casale alla ricerca del ‘posto’ giusto, con la luce ‘giusta’, senza altri intoppi.
“Siediti su quei gradini, a gambe larghe, e appoggia le mani ai tuoi lati, per terra.”
Scatta un po’ di foto poi dice “no, così no, aspetta…” e si avvicina di nuovo: d’istinto ruoto la faccia come me l’aveva messa prima, ma stavolta è l’uccello che non va: me lo prende in mano e lo posiziona delicatamente sulla gamba.
Ovviamente ricade, e lui lo riposiziona.
Quel tocco mi elettrizza, e sento che mi sto eccitando di nuovo.
Cazzo, non ci voleva, dai… sembro un adolescente, ma più provo a non pensarci, con lui che lo riprende in mano, e più mi si intosta.
“Scusa, non volevo” dico.
“Scusa di cosa? Te l’ho già detto che è un gran bel vedere” e lo soppesa “E mi sarei offeso se non ti fosse diventato duro”
“Ancora non lo è” abbozzo.
“Lo so, ricordo vagamente di aver ‘intravisto’ qualcosa prima… Posso fare qualcosa per aiutarlo?” e senza darmi il tempo di rispondere mi ficca la lingua in gola.
Uno di quei baci caldi, sensuali, morbidi. E allo stesso tempo rudi, con le lingue che disperatamente si cercano e si mangiano.
L’uccello è di marmo in un istante, lui me lo prende in mano mentre limoniamo.
Gli prendo la macchina fotografica e la appoggio delicatamente a terra, poi ribalto Fabio a terra, con rabbia, gli tolgo la t-shirt egli lecco prima le ascelle, poi i capezzoli, che nel frattempo sembrano chiodi da quanto è eccitato; gli slaccio i pantaloni e anche lui, come me, ha già il cazzo duro. Molto duro.
Gli tolgo le Nike e gli sfilo in fretta e furia i jeans.
Ha un corpo niente male, non come il mio ma in quel momento fottesega: ho voglia di scopare.
Mi inumidisco indice e medio, e glieli infilo in culo senza nemmeno chiedergli il permesso.
Sono talmente infoiato che non ho voglia di perdere tempo, e lui non sembra avere intenzione di dirmi di no.
Gli scopo il buco con le dita, quasi furiosamente; voglio prepararlo bene.
Nel frattempo continuiamo a baciarci, senza soluzione di continuità.
Ma voglio di più.
“Succhiamelo!” ordino, e non se lo fa ripetere due volte.
Si gira e me lo prende in bocca, offrendo il suo culo alla mercè della mia bocca; la mia lingua comincia a leccargli quel buchetto invitante, mentre lui fa lo stesso alla mia cappella.
Sento il suo cazzo pulsare sul mio sterno, ma non ho nessuna intenzione di prendermene cura: è il culo quello che voglio.
E continuo a mangiarglielo con la bocca, e ancora una volta lui fa lo stesso col mio uccello; sembriamo sincronizzati.
“Devo scoparti, non ce la faccio più”
“Fallo, cosa aspetti? Da quando ti sei spogliato non aspettavo altro che questo cazzo mi scopasse per bene”
“Che troia, ti fai scopare da tutti quelli che contatti con la scusa delle foto? Eh?” gli dico mentre lo metto a pecora senza dargli il tempo di capire “quanti ne hai presi?” e comincio a scoparlo.
“Non quanti ne vo... rre… iiiii… ah cazzo se è grossooo…”
Più dice così e più spingo; è allenato sto buco, appena ho appoggiato la cappella è scivolato dentro fino a sbattere i coglioni direttamente sulle sue chiappe.
Entro ed esco con una facilità estrema, lui mugola cose senza senso, ma tanto non me fotte una beata minchia, voglio solo sbatterlo a dovere.
Ogni volta che esco da quel culetto si sente proprio il suono del risucchio, tipo “flop”, che mi eccita un botto; il buco gli rimane aperto e invitante, non c’è nemmeno bisogno di dover puntare la cappella che in un attimo sono nuovamente dentro.
Lui mi incita “Sì, così, cazzo che toro… le see…ntooo…oo tuu...ttoooo…”
Gli prendo le palle tra le dita e stringo “Aaaah cazzo aaaaaah sìì che bellooooo” e intanto continuo a stantuffarlo.
Siamo scomodi, il luogo non è decisamente confortevole, ma siamo talmente presi che ci interessa solo godere.
Fa caldissimo, gocce di sudore imperlano il mio corpo, avrei bisogno di un pit stop ma voglio dolo fottere e sborrare.
Fabio è del mio stesso avviso, lo capisco dal fatto che inarca la schiena come a volerne prendere di più, e accelerare la conclusione di questo amplesso focoso.
“Mettimi incinta”
“Vuoi la sborra?”
“Sìììì sbooo…rraaa…aaa…miii…deee…ntrooo”
E affondo più che posso, i coglioni sbattono sonoramente sulle chiappe, sento l’orgasmo salire e glielo dico “Sborroooooo cazzo ti riempioooo” e sono un fiume in piena: 3 schizzi belli potenti e bollenti si riversano direttamente nel suo intestino, ne seguono altri ma più ‘discreti’, continuo finché non mi sono svuotato completamente e non ho più contrazioni uretrali.
Lui si dimena mentre si sega e sborra poco dopo di me.
Rimaniamo così per un po’, col mio cazzo che perde via via consistenza e che esce naturalmente da quel pertugio che mi ha dato tanta soddisfazione.
Il respiro si fa regolare, Fabio si gira, si inginocchia guardandomi negli occhi e prende in bocca ciò che rimane di me, un cazzo mezzo moscio ma ancora sensibile, e me lo ripulisce per bene regalandomi gli ultimi attimi di goduria.
Poi si rialza e mi bacia con passione; saliva e sborra si mescolano nella mia bocca e questo mi eccita un sacco.
“Che dici, continuiamo?”
“Intendi lo shooting oppure devo interpretare la tua frase come un voler scopare di nuovo?”
“Direi che per ora possiamo finire le foto, poi se vuoi passi da me e vediamo che succede…”
Mi stampa un altro bacio e riprende a scattare.
Il sole comincia a calare, le ombre del tramonto disegnano il mio corpo, mi sento bene.
E la mia testa è già proiettata al dopo.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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