Lui & Lei
Meteoriti
di MybrettyD
15.10.2024 |
247 |
5
"È assurdo come dopo un litigio con Lui o una mia giornata nera compaia un tuo last, con una frase piena di dolore, il giorno che abbiamo comprato la moto..."
Se vi aspettate l'ultimo racconto di una avventura erotica estratta dal cilindro dei miei ricordi, stavolta resterete delusi.Questo sarà un viaggio nei sentimenti, nelle sensazioni e nelle emozioni.
Questa è una lettera aperta per te, non ho bisogno di nominarti, né il tuo nome, né il tuo pseudonimo, tu sai già che sto parlando a te e di te, lo hai capito subito, dal titolo di questo racconto.
Tu, bellissima e sensuale, bionda, occhi verdi, alta, sempre elegante e raffinata, estremamente provocante come solo tu sai essere, tu, così opposta a me, piccolina, mora, sempre sportiva.
Non ci siamo mai conosciute, ho visto una tua foto solo una volta, eppure mi è rimasta impressa. Immaginavo il tuo viso completamente diverso, anche i tuoi occhi li immaginavo diversi, chissà con che diritto, poi. Ma quegli occhi mi hanno colpito e da allora ogni tanto ti penso. La tua voce, invece, quella la immaginavo esattamente come è, un pò roca, con le parole trascinate, dette lentamente, ponendo l'accento sulle parole che vuoi far risaltare, misurata, forse fin troppo, per non far trasparire l'emozione. Anche in questo siamo diverse, la mia era quasi spezzata.
Non ci siamo mai conosciute ma so chi sei, conosco il tuo volto, le le tue parole, il vostro vissuto insieme, fatto di tanti bassi e alti, ma soprattutto ti sento. E sono convinta che anche tu senta me.
È assurdo come dopo un litigio con Lui o una mia giornata nera compaia un tuo last, con una frase piena di dolore, il giorno che abbiamo comprato la moto nuova tu hai scritto di BMW, quasi come se lo sapessi, come se fossi lì con noi.
A volte mi chiedo come fai?
Tra me e Lui è iniziato come un gioco, quello della verità, quello del raccontarsi, poi ho scoperto che aveva così bisogno di parlare con qualcuno che un piccolo racconto è diventato un fiume in piena di storie mai dette, taciute, che riprendevano vita solo perche poteva dirle a me, un fiume che dura da 1 anno e spero non finisca mai.
Nel corso di questo fiume siamo inciampati nel tuo ricordo, un ricordo enorme e ingombrante, ancora vivo, un meteorite che ogni tanto ci investe. All'inizio eri rabbia, gelosia, vendetta, liti, bugie, col tempo sei diventata dolore, rimpianto, dispiacere, necessità di un chiarimento, bisogno di mettere un punto e di chiedere scusa.
Noi donne siamo brave a complicarci la vita, molto brave.
Spesso viviamo i rapporti combattute dalla paura di perdere quello che abbiamo, dalla gelosia, dall'insicurezza, spesso questi sentimenti sono peggiori nei confronti delle ex del nostro compagno.
Ma ora sto per dirti una cosa che già sai, che ti ho già detto, ma non è mai abbastanza, io ti sento, mi rivedo in te, in quello che hai vissuto.
Io e te siamo due sliding doors, io potevo essere te e viceversa, la mia fortuna è che sono arrivata al posto giusto nel momento giusto, non un merito, ma un caso, una coincidenza, forse un regalo a me e Lui, chissà? Una rivincita per me, una seconda possibilità per Lui.
Per questo ogni tanto il mio pensiero va a te, alla tua voce spezzata dell'ultimo vocale che mi hai mandato, chiedendomi di non cercarti più, ma non posso non chiedermi come stai, come sono i tuoi occhi ora, se il dolore è passato, se le cicatrici sono guarite. Le sue ferite sono guarite, ma come tutti i grandi amori hai lasciato un segno, che a volte è più evidente, a volte un lontano ricordo.
Mi rivedo in te, penso sia perche' lo dice sempre anche Lui, sei l'unica che lo ha amato tanto quanto l'ho amato io, l'unica che lo ha fatto ridere fino alle lacrime come ride con me.
Forse è per questo che penso a te e mi chiedo se un giorno anche io avrò i tuoi stessi occhi tristi e la tua voce rotta dall'emozione parlando di un Lui, che non fa più parte della mia vita.
In un universo parallelo forse avremmo potuto sederci a un tavolo di un bar, guardarci negli occhi, i tuoi verdi i miei marroni, tu alta io bassa, tu elegante io sportiva, ti immagino con una maglia leopardata scollata e una gonna corta, non so perché. Chissà cosa ordineresti? Un caffè? Un te'? Un alcolico? Forse preferiresti restare lucida, di fronte a una conversazione con me, io prenderei qualcosa di forte, per calmare i nervi.
Quando ti ho mandato quel vocale l'ho fatto per chiederti di dare a Lui la possibilità di vedervi e chiederti scusa del male che ti ha fatto, che vi siete fatti.
La verità è che volevo incontrarti io, perché ho paura di te, tu sei il mio dolore, la mia luna nera, il fantasma del domani che non vorrei vivere. Alcune persone, quelle sagge forse (o codarde?), scappano dalle loro paure, non le affrontano, tentano di schivarle ed evitarle. Io le mie paure le guardo in faccia, le affronto, piango le mie lacrime, che a volte sono state le tue, e cerco di non nascondermi.
Chi sei tu? Che mi fai piangere e commuovere quando raramente mi succede? Perché hai questo potere?
Se siamo riuscite a connetterci così tanto, pur non conoscendoci, penso che prima o poi il destino ci porterà l'una sulla strada dell'altra, i nostri occhi si riconosceranno, ne sono certa, nel frattempo ti auguro che la vita ti sorrida, che l'opera d'arte più bella della tua vita sia già arrivata e non rimanga solo un sogno sfumato tra le dita, di quello che poteva essere e ora non è più.
A presto.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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