Lui & Lei
Passo della Raticosa
di MybrettyD
16.11.2024 |
3.058 |
10
""Vieni su e scopami, subito"
E io lo accontento, obbedisco, se non sono nella fase ribelle, quando lo guardo col mio sguardo di sfida per vedere..."
Per chi non mi conosce è d'obbligo una premessa: a casa mia sono considerata una persona misurata e asciutta, raramente ho accessi d'ira o slanci d'affetto. Tendo a essere ponderata anche quando mi arrabbio, in pochi sono riusciti a farmi perdere le staffe come si comanda, raramente piango, se non davanti a un film, quasi nessuno ha visto le mie lacrime, mai di felicità, a volte di tristezza, a volte legate a un lutto, ma sono comunque momenti che tengo per me, estremamente rari, anche se forse ora dovrei usare l'imperfetto, erano momenti estremamente rari.Quando la prima volta, dopo pochi mesi, mi ha fatto piangere come una bimba la cosa mi ha colpito profondamente, da quel momento ho iniziato a capire che qualcosa stava cambiando, che una nuova me stava nascendo, che un nuovo Lui stava affiorando, che un qualcosa mai esistito prima prendeva forma, noi.
Si è lamentato per mesi di voler vedere le mie lacrime, che non era normale che tenessi tutto dentro, che ero bloccata, nonostante fosse capitato una qualche volta che una lacrima mi solcasse il viso, nulla ci aveva preparato a quel giorno, sul passo della Raticosa.
Lui è un motociclista e mi aveva promesso di portarmici, così quel pomeriggio abbiamo preso la macchina e ci siamo andati, faceva freddo quel giorno, l'aria penetrava sotto la giacca, la gonna corta non aiutava, il vento gelava le ossa e la pioggerella fine alimentava un leggero mal di testa. Avevamo poche ore, per cui abbiamo pensato che anche senza la moto avremmo potuto mangiare un pezzo di schiacciata con la finocchiona, io e Lui, il cibo, la gola, il peccato, tutto insieme.
Non ricordo affatto cosa mi disse a un certo punto, perché era assolutamente e totalmente poco importante, era una frase, una battuta, uno scherzo, forse un dubbio, non importa, perché era assolutamente irrilevante, la cosa rilevante è che ha mosso una leva dentro di me che ha fatto click. Il mio bel mondo rosa, felice, gioioso, pieno d'amore si era tinto di grigio, volevo solo piangere, sentivo le lacrime che premevano per uscire, "Non hai più gli stessi occhi, non mi guardi più come prima, Bretty, che hai?"
"Non ti sento più"
Eravamo in auto, davanti a un promontorio, chiusi nelle nostre giacche, anche se il riscaldamento dell'auto era accceso il freddo era pungente. Io ero sdraiata di traverso, dal sedile del passeggero, la testa appoggiata al volante, Lui seduto al posto di guida, occhi marroni nei suoi occhi marroni. Ma occhi diversi, i suoi sono profondi, mi scavano dentro, mi leggono, mi lasciano nuda anche se sono completamente vestita.
"In che senso? È grave! Non senti più il mio amore?"
"No, non lo sento"
"Tu vaneggi, che ti è successo? Pensa a cosa siamo noi, siamo noi, siamo qua, sono con te, cosa ti manca?"
"Tu, mi manchi tu"
E ho iniziato a piangere a dirotto, se ci penso ora mi vergogno profondamente, ma piangevo come penso di non aver mai fatto nella mia vita, sentivo il trucco che si scioglieva, le guance bagnate, il fiato che mancava.
"Senti ma... non è che sei in fase premestruale?"
E il suo sguardo triste, preoccupato, serio ha lasciato posto a un sorriso
"Cazzo, Bretty, mi stavo preoccupando sul serio, invece sono gli ormoni!"
"Non è possibile, che dici? In 40 anni non ho mai avuto crisi così solo perché avevo gli ormoni in giro"
"Amore, finalmente sei una donna, ti comporti come una donna. Accettalo, hai fatto un patto col diavolo, senti tutto ora, ti sei sbloccata, senti l'amore, le emozioni, i sentimenti e non le sai gestire"
"Non è possibile"
Ho iniziato a ridere, ma ridevo mentre le lacrime continuavano a scendere incontrollate.
"È stato il momento più divertente della mia vita" me lo ha detto settimane dopo.
Li abbiamo capito che ci eravamo persi, non solo persi su e giù per le strade nell'Appenino, ma proprio persi nei nostri sentimenti, nella profondità di quello che sentivamo, in un amore così profondo che fa paura, così grande ma sempre in crescita, puro come nell'adolescenza, sfrontato come un bullo, prudente come chi è stato tradito, fiducioso come un bimbo.
Ogni giorno che passa scopriamo qualcosa di nuovo, una affinità inspiegabile, trasgredire e amare diventano due facce della stessa medaglia. Il sesso diventa sempre più forte, più rude, il sudore dell'uno si mescola a quello dell'altra, in un crescendo di passione.
"Con te ho scoperto che il sesso a pecorina mi piace, posizione che ho sempre sottovalutato, sei eccitante"
Me lo ha detto ieri, dopo aver fatto sesso-amore-scopata con me.
Effettivamente le ultime volte è capitato spesso, nei nostri momenti di ritrovarmi messa a 90, se ci penso è stato un crescendo, le prime volte non lo faceva quasi mai, ora pian piano sempre più spesso, e a un certo punto ho mosso senza pensare la mano a masturbarmi. Non lo avevo mai fatto, ci credete? Non mi ero mai toccata senza che me lo chiedesse, che me lo ordinasse ("Toccati Bretty"), era una sorta di tabù per me, ma in quel momento, a gattoni sul letto, sudata, con Lui che premeva dentro di me, le mani sui fianchi, una promessa di lividi nei giorni successivi, mi sono toccata, ho iniziato a muovere la mano prima lentamente, poi sempre più in fretta, rincorrendo il piacere, la sua voce che penetrava nella testa obnubilata dal piacere "Brava Bretty, toccati per me", cosi è nato l'orgasmo tra i più potenti di sempre, le gambe che tremano, la testa gira, le urla (mi ha detto che ho urlato, altra novità), gli ansimi, il respiro corto, il bisogno di fermarsi un attimo perché il cuore va troppo veloce.
Rido scossa dall'orgasmo e Lui sogghigna, come al solito, tra il divertito e il perplesso.
Questa cosa che rido durante gli orgasmi è diventata una battuta ormai tra noi, se rido sa che ho goduto sopra ogni orgasmo mai avuto.
Non sapevo che il sesso mi avrebbe regalato orgasmi così, non sapevo che potevo ridere e piangere dal ridere per le emozioni che si provano, ma ormai ho perso il conto, sdraiata su un tavolo in tavernetta mentre mi lecca, con la sua bocca sul mio sesso e le dita dentro seduta sul bancone della cucina, col suo pene dentro di me mentre resto senza fiato cavalcandolo, a 90 sul pavimento mentre squirto in cucina, con Lui sopra di me, occhi nei suoi, mentre veniamo insieme, potrei proseguire per ore ma quello che mi resta sono sempre le emozioni.
"Dopo di te sono senza energie, svuotato, praticamente ubriaco, non capisco perché, non me lo spiego, ma emotivamente sei impegnativa, mi sfinisci Bretty"
Sorrido perché penso a Lui mentre trema.
"Quando tremo così è come venire tante volte, meglio che una sola, ma mi sfinisce"
E trema, trema, trema.
Io lo lecco e trema.
Succhio e trema.
Sputo sul pene e trema.
Vibra. Si contrae fortemente. Chiude gli occhi, forte, li riapre di scatto e mi guarda "Ti diverti eh!?"
Le gambe hanno quasi uno spasmo.
L'addome contratto, i muscoli tesi.
"Vieni su e scopami, subito"
E io lo accontento, obbedisco, se non sono nella fase ribelle, quando lo guardo col mio sguardo di sfida per vedere se riesco a provocare una sculacciata.
E penso che ora che sono Bretty, non posso tornare indietro, posso solo andare avanti, canticchiando la nostra canzone.
"Forse non sarei come sono adesso
Forse non avrei questa forza addosso
Forse non saprei neanche fare un passo [...]
Come è bello il mondo insieme a te, mi sembra impossibile che tutto ciò che vedo c'è da sempre, è solo che io non sapevo come fare per guardare ciò che tu mi fai vedere [....]
Rischiavo di perdere mille miliardi e più di cose se tu non mi avessi fatto il dono di dividerle con me [...]
E invece tu sei qui, sei arrivata per restare
E invece tu sei qui, non per prendere o lasciare ma per rendermi ogni giorno un po' migliore insegnandomi la semplicità di amare"
Semplicemente noi, che ridiamo delle nostre lacrime, dei nostri orgasmi, delle nostre insicurezze... che sia un caso che mi abbia sbloccato le risate quando vengo? Non penso proprio.
"Ti chiamerò Raticosa d'ora in avanti, quando piangi cosi"
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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