Lui & Lei
Carla
di Gentleman-19
31.12.2024 |
5.114 |
3
"Il suo cazzo ormai duro e già pronto, un sorriso beffardo sul volto di lei lasciava intendere quanto avesse capito l’effetto che aveva su di lui..."
Erano passati mesi ormai da quando Luca si era trasferito al nord per gli studi, nuove conoscenze, nuove amicizie, altre ragazze da conquistare. Frequentava la facoltà dí ingegneria e tra un corso e l’altro le occasioni non mancavano. Ragazze giovani, aperte mentalmente, curiose anch’esse di scoprire la vita e di fare nuove esperienze proprio come lui. Nei suoi primi 6 mesi d’università si era dato da fare non solo per gli esami ma anche con le ragazze. La sua passione in fatto di donne però , restava quella per le donne mature, quelle che tutti chiamavano Milf. Era sempre stato attratto dalle donne più grandi, la sua prima volta a 17 anni fu con la sorella di un suo amico, una 29enne che aveva svezzato parecchi suoi amici. Luca trovava nelle donne mature una magia particolare, “la massima espressione della femminilità e della sensualità di una donna” diceva, “si raggiunge intorno ai 50 anni”. E il caso volle che nel palazzo dove aveva preso in affitto un bilocale , al 5 piano vivesse Carla. Per Carla fu desiderio a prima vista. Una donna di circa 50 anni, sposata e madre di due figlie. Capelli lunghi color carbone, pelle chiara come la neve, formosa, il tempo sembrava non avesse fatto presa su di lei, un fisico da far invidia ad un’attrice dí Hollywoodiana. Ogni volta che la incrociava per entrare nel palazzo, quella donna lo metteva così tanto in imbarazzo che a malapena lui riusciva a salutarla. Quanto volte l’aveva spiata dalla finestra della sua camera mentre lei riponeva la sua bici nel garage, quante volte aveva seguito con gli occhi quelle gambe sinuose, quel culo tonico e quei seni che sfidavano la forza di gravità. Quante volte aveva fantasticato su di lei, in bagno. Fino a quel giorno.Luca aveva passato tutto il pomeriggio a sistemare la piccola libreria del suo salotto, quando il campanello suonò. Si sorprese: non aspettava nessuno. Aprì la porta e trovò davanti a sé Carla, proprio lei, come sempre elegante e sicura di sé.
« Ciao, Luca. Mi spiace disturbarti… vorrei chiederti alcune informazioni sulla facoltà di ingegneria, sai Silvia mia figlia il prossimo anno ha deciso di fare proprio il corso che fai tu »
Tra se e se pensó “..e lei come lo sa che faccio ingegneria?”…sarà stato il portiere..quello sa i cazzi di tutti!”
Luca rimase interdetto per un attimo, osservando i suoi occhi scuri che lo scrutavano con un’intensità quasi palpabile. Lei indossava un semplice vestito nero che le accarezzava le forme con grazia, lasciando intravedere una sensualità naturale, disarmante.
« Certo, certo, entra pure. Scusa il casino stavo facendo una pausa caffè mentre mettevo in ordine la
Libreria, se vuoi te lo offro volentieri ».Si mosse per farla passare, sentendo il suo profumo invadere l’aria e i suoi occhi inevitabilmente si poggiarono sulle sue natiche. « Ma che perfetto padrone di casa, molto volentieri, grazie ».
Carla si accomodò sul divano, lasciando che il vestito scivolasse leggermente lungo le sue gambe, rivelando appena la curva delle ginocchia. Luca cercava di comportarsi normalmente, ma sentiva il cuore accelerare e le braccia tremare mentre poggiava il vassoio con le tazzine sul tavolino.
«Ecco qui, spero vada bene…» Disse, tornando in salotto.
Carla sorrise, quel sorriso che sembrava custodire un segreto. «Grazie mille. Sai, Luca, non ti vedo spesso. Non pensavo fossi così… organizzato.» Il suo tono era leggero, ma l’intento traspariva chiaro.
«Beh, cerco di tenermi occupato…» rispose lui, incerto, notando come il suo sguardo si fosse posato su di lui, come se lo stesse studiando, spogliando con gli occhi.
Lei si alzò lentamente, avvicinandosi. «Sai, mi piace molto questo appartamento. Ha un’energia particolare…un po’ come voi del sud» disse, fermandosi a pochi centimetri da lui.
Luca deglutì, cercando di mantenere il controllo. «Grazie… È un po’ piccolo, ma mi ci trovo bene.»
Carla si chinò leggermente verso di lui, accarezzandogli il braccio con la punta delle dita, quasi per caso. «Piccolo, ma accogliente. Come il padrone di casa, immagino.»
Il giovane sentì un brivido percorrergli la schiena. «Vuoi…vedere il resto della casa? Magari mi dai dei consigli se migliorare l’ arredamento» disse, sperando di spezzare la tensione, ma il tono della sua voce tradiva l’emozione.
Lei lo guardò intensamente, inclinando la testa. «Si..perché no…e’ un modo per conoscerti meglio.»
Carla si avvicinò ancora di più, le sue dita sfiorarono la manica della camicia di Luca, un gesto lieve, quasi impercettibile, ma sufficiente a far sì che trattenesse il respiro. Il suo profumo si fece più intenso, una miscela calda e inebriante di vaniglia e muschio.
«Sai, Luca,» mormorò lei, inclinando appena il capo, «non ti conosco ma credo che tu abbia più da offrire di quanto mostri.»
Luca la guardò negli occhi, cercando di decifrare quelle parole. Sentiva il cuore battere forte, il calore del suo corpo salire. Non era abituato a situazioni del genere, e Carla sembrava saperlo. Con una sicurezza disarmante, si sporse appena verso di lui, il suo viso a un soffio dal suo e da donna sicura quale era, sentiva l’eccitazione di Luca crescere.
«Forse dovrei andare…» disse lei, ma il tono era lento, quasi volutamente ambiguo.
«O… forse potresti restare.» Le parole sfuggirono dalla bocca di Luca prima che potesse rifletterci.
Carla sorrise, soddisfatta. «Forse sì.»
Con un gesto fluido, lasciò scivolare la mano sul suo petto, sopra la camicia. Le sue dita tracciavano un percorso leggero, quasi distratto, ma ogni movimento era calcolato, un invito implicito. Luca, ancora esitante, sentì le gambe cedere mentre lei si avvicinava sempre di più.
«Mostrami la tua camera da letto,» disse infine Carla, il tono basso e vellutato.
Luca annuì, incapace di rispondere con le parole. Si girò e la condusse verso la porta alla fine del corridoio. La stanza era semplice, intima, illuminata dalla luce calda di una piccola lampada sul comodino. Carla si fermò sulla soglia, osservando ogni dettaglio.
«Accogliente,» disse, entrando lentamente. Si fermò accanto al letto, lasciando che le dita sfiorassero le lenzuola, apprezzandone la morbidezza. Poi si girò verso di lui, i suoi occhi scuri lo invitavano a fare il passo successivo.
Luca rimase immobile per un istante, poi si avvicinò, lentamente, come se ogni movimento fosse guidato da qualcosa di più grande di lui. Quando fu abbastanza vicino, Carla sollevò una mano e la posò delicatamente sulla sua guancia. Il contatto fu breve, ma sufficiente a farlo avvicinare ancora di più. E guardandolo negli occhi,con la sua voce calda sussurrò lentamente « Certe sensazioni non si possono spiegare, si devono solo assecondare »
Le loro labbra si sfiorarono, un bacio lento, carico di tensione, che si trasformò rapidamente in qualcosa di più profondo e bramoso. Le mani di Carla scivolarono lungo le spalle di Luca, poi sulla sua schiena, tirandolo verso di sé.
«Hai un modo tutto tuo di sorprendermi» mormorò lei, con un sorriso appena accennato, mentre le sue dita iniziavano a sbottonargli la camicia.
Luca, ormai abbandonato a quella corrente inarrestabile, lasciò che le sue mani trovassero il punto vita di Carla, il tessuto del suo vestito setoso che scivolava tra le dita. Lei si lasciò guidare, ma ogni movimento rivelava una consapevolezza e un controllo che lo rendevano ancora più vulnerabile e affascinato.
Il vestito nero scivolò lentamente sulle sue spalle, scoprendo una pelle morbida e luminosa. Carla lo osservava con uno sguardo intenso, soddisfatta di come lui la guardava, incantato, come se fosse la prima volta che vedeva qualcosa di così bello. La mano di lei piano piano scivolava versa la patta dei pantaloni, ormai gonfia ..fino ad infilarsi dentro.
Il suo cazzo ormai duro e già pronto, un sorriso beffardo sul volto di lei lasciava intendere quanto avesse capito l’effetto che aveva su di lui. Non esitò a prenderglielo in bocca, assaporandolo, gustandolo , succhiandolo, giocando con la lingua sulla sua cappella senza mai staccare i suoi occhi da quelli di Luca. La bocca di lei che non si staccava dal suo cazzo, le sue labbra sembravano suonare una sinfonia che trasportava Luca direttamente in paradiso, la maestria con cui gli accarezzava le palle mentre gli provocava piacere mordicchiandogli la cappella, era da premio Oscar.
Le lenzuola si mossero mentre si sdraiarono insieme, ed in un attimo lei era a cavalcioni su di lui, il tempo sembrava rallentare. Ogni tocco era misurato, ogni sussurro colmo di desiderio. Lei dall’alto della sua esperienze conduceva il ritmo, insegnando, guidando, mentre lui la seguiva, imparando a rispondere con lo stesso ardore, affondando il suo grosso cazzo. A lui non sembrava vero stesse facendo sesso proprio con quella donna, quel tipo di donna che aveva sempre sognato. Il suo mito sessuale. Luca la sentiva ansimare e più lei ansimava, più lui si eccitava, con fare felino continuava a muoversi e condurre il gioco, il suo bacino continuava a ondulare sul cazzo di Luca con bramosia, lei che gli teneva le mani bloccate sul cuscino…e mentre se lo scopava, dalla lingua lasciava colare copiosamente della saliva nella bocca di Luca. Lui aveva raggiungo quasi l’apice del piacere e Carla da maestra quale era, se ne accorse e prima di terminare il lavoro si sfilò il cazzo, la sua figa ormai colante aveva continuato un lavoro che era iniziato in bocca e li doveva terminare …lo afferrò e lo fece affondare tutto in gola, a bocca piena quasi fino all’ugola; poi con entrambe le mani lo masturbava e con la bocca accompagnava i movimenti decisi ma allo stesso tempo delicati; gustandosi quella cappella ormai sfinita aveva rallentato lentamente i movimenti , Luca non aveva mai provato un piacere fisico e celebrale così pieno, sentirsi scappellare e allo stesso tempo sentirsi raccogliere la cappella da quella lingua calda, umida e accogliente. Carla pompò un paio di volte ancora in gola e poi di scatto se lo appoggiò sulla guancia..sentendolo esplodere di sperma caldo e viscoso; il culmine del piacere era giunto.
Le sue guance e le sue labbra inondate di sperma che cercava di raggiungere con la lingua, ingoiandone un po’ per volta, assaporando il nettare di Luca per cui il mondo ormai, sembrava essersi fermato.
« Devi cercare di resistere di più, la prossima volta »
Luca rimase steso sul letto senza forze ne per muoversi ne per ribattere a quello che aveva appena udito, mentre vide Carla raccogliere i vestiti e dissolversi dalla sua stanza.
Ore 7.00 la sveglia suonò puntuale come sempre, ma quella mattina Luca fu strappato da un sogno e da un mondo perfetto, lasciando dietro di sé una dolce malinconia e un senso di incompiutezza, mentre veniva catapultato bruscamente nella vita reale.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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