Lui & Lei

Natale


di Membro VIP di Annunci69.it MybrettyD
26.12.2023    |    330    |    5 7.1
"Sempre un uragano di emozioni, mi ci abituerò mai? A volte non lo capisco..."
Ho pensato al suo regalo di Natale a lungo, volevo qualcosa che avesse un senso. È lì, sotto l'albero. Ogni tanto lo guardo. Una lettera che l'accompagna, per spiegarmi, perché una sciarpa e 2 cucchiaini sono una roba strana. Ma hanno un motivo. Non vedo l'ora di darglieli.
Oggi mia figlia tornerà da scuola presto, quindi ci ritiriamo in tavernetta.
Non ho mai fatto sesso in tavernetta, sarà una novità, ma del resto nemmeno in corridoio, sulle scale o in cucina, per cui ogni volta, ogni stanza è una novità.
V. rientra e sbatte la porta.
Sono a cavalcioni su di lui, al piano di sotto.
Non collabora, vuole che faccia tutto io. Braccia conserte, sguardo severo.
"Spogliami, fammi vedere come fai"
Lo spoglio, una scarpa, poi l'altra, sono in imbarazzo. Slaccio la cintura, gli abbasso pantaloni e slip. Sguardo basso. A malapena lo guardo, sorrido.
"Vergognina"
Continua a fissarmi, io guardo lui, eccitato, lo prendo in bocca.
L'ultima volta che l'ho fatto eravamo in auto, ho ancora un ginocchio sbucciato, che mi ricorda ogni momento di quella notte. Ero quasi riuscita a farlo venire, ma ancora. Non vedo l'ora che succeda, so com'è il suo sapore e mi piace.
Inizio a leccare e succhiare, muovo la mano. È ancora a braccia conserte, mi guarda fisso, ogni tanto chiude gli occhi. Sento che ascolta mia figlia al piano di sopra ma io non la sento, non sento più nulla.
Sono ancora vestita, inizio ad avere caldo, sono eccitata.
Non ha più le braccia conserte, chiude gli occhi.
Si alza dal divano, mi fa sedere sul tavolino mentre mi prende la testa e si spinge nella mia bocca, sempre più a fondo.
Si stacca, si risiede.
"Sali sul tavolino, in piedi e spogliati"
Sono in imbarazzo, lo sa. Si diverte, gode del momento.
Mi spoglio.
Sfilo i pantaloni e il maglione, le calze. Resto col bustino rosso e nero, mi volto, provo a imitare B. quando avevamo fatto lo scambio, gli mostro il sedere col perizoma rosso. Mi sento impacciata.
Scendo dal tavolino, mi avvicino.
"Cosa vuoi?"
"Te"
Mi tocca, con le mani, sente che sono bagnata ed eccitata.
Mi fa sedere di nuovo, me lo mette in bocca per poco poi mi entra dentro. "Ogni volta sei più bagnata, com'è possibile?"
È in ginocchio, il tavolino troppo basso, lui troppo alto.
Affonda velocemente dentro di me, poi rallenta e di nuovo velocemente. Cambia il ritmo, non lo seguo, la mente svanisce. Mi perdo.
Sento solo lui e me.
Fusi.
Come aveva detto che sarebbe successo. Penso fosse una parola che ha buttato lì, nel tentativo di corteggiarmi, di farmi cedere. Ma è una parola che ci si addice.
Mi ritrovo a cavalcioni su di lui. Lo posso baciare, toccare, guardare.
Ha ragione, noi scopiamo facendo l'amore.
A volte è sesso puro, a volte è fare l'amore. Passiamo da una cosa all'altra in modo così naturale che non riconosco la differenza.
"Sono le emozioni che mi trasmetti che fanno la differenza, è sempre emotivamente intenso"
Lo è sempre stato, anche quando non era ancora amore. Non riesco a spiegare cosa succeda tra noi. Non riesco a capirlo perché la ragione svanisce, restano solo le sensazioni, pelle contro pelle, graffi, morsi, sculacciate. So che me ne sta dando poche perché ha paura che mia figlia ci senta. Me ne ha date un paio, ma non erano le solite sferzate che mi tolgono il fiato. Allora mi morde, mi graffia, lecca il seno, morde ancora, succhia, stringe i fianchi e mi muove come vuole lui.
Mi sdraia sul tavolo, mi prende in braccio... sempre dentro di me, mi gira la testa, non so più dove sono.
Un orgasmo dietro l'altro.
Ora sono piegata appoggiata sul tavolino, pancia in giù, mi appoggio con le mani al muro perché sta entrando dietro e sento tutto. Sento le sue mani sui fianchi, il pene che entra lentamente, sempre più a fondo. "Fai piano un attimo" ma non lo fa, sorrido "non è che sia così facile stare fermo sai?"
Entra sempre più veloce, sempre più a fondo.
Mi muove, ci muove. Sdraiati sul divano, dietro di me, affonda sempre più. Lo sento così tanto, così profondamente che mi viene la pelle d'oca. Sulle braccia, sulle gambe. Mi tremano le gambe, so che se fossi in piedi non riuscirei a reggermi.
Il suo braccio mi avvolge da dietro, mi stringe. Lo bacio, lo mordo, lo stringo, lo graffio.
"Ho la pelle d'oca"
"Anche io"
Siamo sdraiati, appagati e sereni.
Nudi.
Sul divano.
Mi impedisce di coprirmi, socchiude gli occhi.
Ho una gamba messa di traverso su di lui.
Lo guardo.
Il torace, le spalle, la cicatrice, la barba, le labbra.
Lo bacio in continuazione, di sfuggita, un bacio veloce, un bacio lento, un morsetto.
Lo tengo vicino a me.
Lo sento.
Lo ascolto respirare.
Suona il campanello.
Il nostro momento è interrotto.
Mi vesto di corsa.
"Vah che si vede che hai scopato"
"Chissenefrega"
"Chiunque sia io non salgo"
"Torno subito"
Quando scendo mi fa vedere il telefono, con il messaggio di una ragazza nuova.
Pochi giorni fa mi ha proposto togliere tinder e di smettere di giocare con le altre da solo, quindi mi viene la curiosità...
"Chi è?"
"Bho, guardala, non so se mi piace, non so come ha avuto il numero"
"C'è scritto da dating"
Di solito se mi fa vedere questi messaggi faccio in modo di essere sempre a cavalcioni su di lui. Perché se ho una difficoltà mi nascondo nel suo collo e respiro. Ma stavolta non lo faccio.
Non ricordo cosa gli ho detto.
Lui si, me lo ha ricordato solo dopo.
Prendo per buono quello che mi ha raccontato.
"Vaffanculo! Sei solo un bugiardo e io una scema che ti credo sempre"
Mi sento presa in giro.
Ferita.
Ha proposto lui di togliere Tinder, perché non gli importa rinunciare alle altre, se deve perdere questo, questo vale di più.
Ma toglie tinder e non dating?
Ha solo aggirato l'ostacolo?
Ricordo la sensazione di essere ingannata. La bugia.
"Vado a fumare"
Prendo le scale e me ne vado.
Curiosamente non mi segue.
Armeggia col telefono.
"Aspetta non è come pensi"
Sorride, non capisco il tono.
"Aspetta, guarda!"
Sono al piano di sopra.
Guardo l'albero.
I suoi regali insieme a tutti gli altri.
Respiro.
"Aspetta torna qui!"
Scendo.
Mi da il telefono, la app è sparita. Non c'è più.
"L'hai appena tolta vero?"
Un attimo di esitazione.
"Si"
"Non te l'ho chiesto io di farlo, perché toglierne solo una?"
"L'avevo dimenticata"
Lo sguardo è sincero.
Così abituato a farmi vedere le chat, non ha pensato al contenuto. Al chiaro riferimento a una app che non doveva avere.
Gli credo?
Non gli credo?
Lo guardo.
Sembra onesto.
Ha motivo di mentire?
No.
Gli credo.
Non posso fare altro.
Non ho scelta, se mi guarda così.
È seduto, in cucina, mi metto a cavalcioni su di lui ma resta a braccia conserte, distaccato. Mi scruta. Non capisce.
"Stai per lasciarmi?"
"No"
"Mi lascerai appena esco di casa?"
"No"
"Almeno lo abbiamo fatto un'ultima volta prima che mi lasci"
"Non ti sto per lasciare"
Non mi crede.
Mi mostra la mano che trema.
Lo abbraccio.
Continua a stare a braccia conserte.
Gli prendo le mani e lo obbligo ad abbracciarmi.
Inizia a farmi il solletico e mi ritrovo a ridere come una matta, ho le lacrime agli occhi.
"Smettila ti prego, smettila"
Ma non smette e io rido.
Mi vedo di sfuggita riflessa nel mobile della cucina.
Sono spettinata, arrossata, sorridente, felice.
Felice che lui sia qui.
Felice di essere così in sintonia con lui.
Felice delle sensazioni che mi regala.
Mi rendo conto che gli credo, che voglio credergli, perché vedo che è sincero. Non può essere finto tutto questo. Non credergli non è una opzione ora.
La sera mi confessa di essere ancora scosso.
"Sono un idiota, ho rovinato il momento magico di oggi"
Non l'ha fatto.
Siamo più forti.
Però preferisco darglielo il giorno dopo il regalo.
Quando arriva, so che abbiamo a malapena 1 ora prima che mia figlia torni.
Qualche sera fa ho detto alle ragazze di noi.
Abbiamo riso, ero imbarazzata come una ragazzina e loro ridevano di me, che pensavo di dire qualcosa di inaspettato e invece lo sapevano da tempo. Alleate, complici.
"Ma volevamo sapere... è un clochard? È sempre a cas nostra!"
Ora sono più serena a pensare che se tornano a casa sanno che sono con il mio compagno. Niente più bugie.
"Non faremo nulla oggi, lo abbiamo fatto ieri, non sono il tuo dildo. Non vedo l'ora inizino le vacanze per riposarmi, mi vuoi solo per il mio corpo"
Entra in casa e lo bacio.
"Non faremo nulla"
"Mmmm"
Lo bacio, mi bacia.
Mi sbatte contro il muro, si struscia contro di me. È già eccitato, lo sento.
"A che ora torna?"
"Alle 14"
"Tu guarda l'orologio"
Mi butta sul divano, mi abbassa i pantaloni e mi entra dentro.
"Solo un attimo, una sveltina"
Mi spoglia e torna dentro di me.
Me lo infila in bocca, poi si abbassa e mi lecca, poi entra dentro di me. E ricomincia da capo.
È un tornado.
"Hai detto che non avremmo fatto niente"
"È colpa tua, ti vedo e mi eccito"
Ora è nudo, sudato.
Mi lecca, mi bacia, mi penetra. Sembra voglia mangiarmi. Non mi da tregua. Non un attimo di tregua. Ho già perso il conto degli orgasmi. Prima con le mani, poi con la lingua, poi da dentro di me. Io sopra, lui sopra.
"Sono le 14"
"Si va bene"
"Dobbiamo fermarci"
"Si va bene"
Si ferma, mi abbraccia.
Mi stringe forte.
Alza il viso.
Lo accarezzo.
"Dio mio"
Il divano è spostato di almeno 1 metro, il tappeto acartocciato, vestiti ovunque, scarpe ovunque.
Mia figlia rientra.
Abbiamo sistemato tutto.
"Ho dovuto resettarmi in 5 minuti non è facile!"
È strano mangiare con loro due allo stesso tavolo.
Naturale, ma strano.
Ho paura gli dia fastidio.
Questa è casa.
Questa è famiglia.
Non sono più l'amante-amica-slave, ora sono la mamma. Gli piacero' ancora dopo o scapperà? Spero non sia uno sbaglio. Avevo bisogno di vederlo. Non potevo rinunciare. Gioco il tutto per tutto.
Tornati in tavernetta dopo pranzo vorrei riprendere quello che abbiamo lasciato a metà.
Sorride.
"Sono il tuo dildo"
"No"
Mi sdraio accanto a lui.
Se non vuole va bene.
Stiamo insieme e basta.
Mi accoccolo su di lui.
Si slaccia i pantaloni, li abbassa, appena, insieme agli slip. Mi porta la mano sul suo pene, inizio a toccarlo. Sorrido.
Non aspettavo altro.
Mi abbasso e lo prendo in bocca.
Trema.
Sospira.
Ansima.
Impreca.
Trema di nuovo.
"Oddio"
"Oddio"
Mi spoglia in un attimo
"Stavolta sarà veloce"
Mi entra dentro, poche spinte, esce da me, mi viene in bocca, sul viso, sul seno.
Sorride.
Lecca il suo sperma e mi bacia.
Sorride di nuovo.
"Ci vorrebbe una coperta"
La prendo.
Ci copro.
Noi due, nudi, sotto la coperta. Ci scaldiamo a vicenda.
Lo abbraccio mentre dorme.
E lo sento. Finalmente.
Mi sento sua.
Lo sento mio, anche se non so se ne ho il diritto, lo sento mio, completamente e totalmente mio.
Lo stringo e mi lascio trasportare dalle emozioni. Lascio andare qualche lacrima. Non so che lacrime sono, non so che sentimento si portino dietro, forse tutti.
Amore, gelosia, paura, dolore, casa, felicità, appartenenza.
Mi appisolo anche io, pensando che sarebbe bello se per una volta potessimo davvero dormire e restare così.
Io e lui.
E basta.
Fino a quando ci va.
Svegliarci quando ci va.
Amarci fin che ci va.
Scalpito per dargli i regali. So che non gli piace.
Mi sento in imbarazzo.
Mi nascondo sotto la coperta.
Mi sento una scolaretta che ha fatto la letterina per il fidanzatino. Ho paura che mi prenda in giro. E un pò lo fa mentre gliela leggo. Sono commossa, mi si rompe la voce. Troppe emozioni oggi. Tutte insieme.
Per me già che sia qui è un regalo, mi regala dei guanti da moto. E quel regalo è una promessa. Vale più di qualsiasi altra cosa. La promessa di qualcosa da fare insieme, da condividere, di moto e risate.
L'idillio dura poco però.
Sempre un uragano di emozioni, mi ci abituerò mai?
A volte non lo capisco.
Mi confonde.
Cambia idea.
Dopo la discussione di ieri decide di chiudere con tutte le ragazze che sta conoscendo, quando è con me chiude, appena se ne va ritratta e ricomincia a giocare con loro.
Penso alle dinamiche dei messaggi che manda, quel che dice a me, quel che fa.
Di notte, da sola nel mio letto mi faccio delle domande, un dubbio si insinua. Ripenso alla storia di dating, rileggo tutti i messaggi che ha scambiato con loro, rileggo i messaggi tra noi. Non dormo.
Mi chiedo se sono una stupida a credergli. In fondo ha passato 2 giorni a spiegarmi come funziona la manipolazione, mi rendo conto di credergli ciecamente. Sono una stupida? Mi sta forse prendendo in giro o semplicemente non sa nemmeno lui cosa vuole?
Piango al pensiero di essermi sbagliata su di lui, di essere sul punto di perderlo, di doverlo lasciare. Piango per ore, non riesco a smettere.
Non posso passare le feste di Natale col dubbio.
Gli chiedo di vederci.
Qualsiasi ora e posto va bene.
Volutamente non gli dico perché, voglio che lo sappia da me, che non si prepari la risposta. Voglio guardarlo negli occhi e vedere la verità.
So che sono vulnerabile. So che i miei sentimenti mi impediscono di essere lucida.
Ma devo capire.
Non voglio illudermi.
Non voglio vivere una storia immaginaria, voglio sapere che siamo veri, reali, tangibili, una coppia, non due singoli.
Devo sapere cosa vuole, cosa pensa. Per farlo devo guardarlo negli occhi però.
Sarà dura.
Voglio lottare per questa storia, per me, per lui e per noi. Perché so che ne vale la pena.
Non so nemmeno come aprire il discorso, ma lo fa lui.
Aveva bisogno di sapere il perche mi sono fatta 1 ora di auto.
Non mi risparmio nulla, non andrò via da qui col dubbio.
Parliamo 2 ore.
Non è facile chiedergli se mi sta prendendo in giro, se fa il doppio gioco.
Non è facile dirgli
"Se ci perdiamo per questa cosa vuol dire che non sono la persona giusta per te e tu per me."
"Se non ti sta bene, guarda, non c'è nemmeno la porta sei libero di andare"
Mi si incrina la voce.
Sto per piangere.
Mi inchioda con lo sguardo
"Ce la faresti?"
"Non sarebbe facile, ma lo farei. Se mi prendi in giro me ne vado"
"Sei 2dp o MybrettyD?"
"Hai ragione, sono MybrettyD"
È così che ci salutiamo prima del Natale.
Ho il cuore più leggero.
Lui lo sguardo da cane bastonato.
Ho esagerato?
Spero non scappi, che tutto questo non sia troppo per lui.
È tutto nuovo.
Per lui e per me.
Stiamo costruendo questa relazione, mattone dopo mattone, regola dopo regola, compromesso dopo compromesso.
Adoro quello che stiamo costruendo.
Adoro quello che siamo.
Adoro le nostre promesse.
Scrivo per non dimenticare nulla, le nostre emozioni meritano di essere fissate.
Non ho mai provato nulla di così grande, forte e potente per nessuno. Sento di aver trovato la mia persona.
Guardo i fiori che mi ha regalato, rileggo il biglietto che mi ha scritto. Sento che mi ama. Dobbiamo solo imparare a stare insieme, a conoscerci, a sopportarci, a supportarci.
Sento che siamo qualcosa di irripetibile. Come lui, nessuno mai.
Lotterò per lui.
Lotterò per noi.
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