bdsm
Apericena
di MybrettyD
06.10.2023 |
704 |
7
"Ogni volta mi dimentico quanto è alto..."
È appena arrivato.È la prima volta che viene a casa mia. È strano ma è così normale averlo in casa.
Mi sono vestita bene, anche se non abbiamo in programma di uscire. Mi sono messa i tacchi alti, come piace a lui, una gonna scozzese corta e una camicia bianca. Mi sento ridicola. Eppure appena apro la porta, sembra che gli sia piaciuto l'outfit.
Entra.
È alto. Ogni volta mi dimentico quanto è alto.
Sorrido.
A volte mi ha detto che con me perde la lucidità. So che è bravo con le parole e con le donne, per cui cerco di non credergli quasi mai. Ma non è facile. È bravo davvero.
Però, in effetti, è in casa da 5 minuti e siamo già sdraiati sul pavimento dell'ingresso.
E dire che ho 3 letti e 2 divani in casa. Ma noi siamo sdraiati sul pavimento e non c'è posto migliore.
Sono 10 giorni che non lo vedo.
I lividi dell'ultima volta sono un lontano ricordo.
Detta così sembra che lui mi picchi. Ma non è questo.
Lui mi tocca e a me viene un livido. Quando mi blocca i polsi con le mani, forte, perché non vuole che mi muova.... so che li mi verranno i lividi e lo lascio fare. Perché so che poi guardandoli mi ricorderò esattamente di quel momento.
Ora non ci sono catene o polsi fermi. Solo il bisogno reciproco che sia dentro di me per solo un attimo, perché è passato troppo.
Che poi sono solo 10 giorni.
Abbiamo già discusso 2 volte per questa cosa.
Quando non può vedermi perché non ha tempo, si arrabbia e alla fine incolpa me, come se io lo pressassi per vederci. Ma non è così. È lui che vuole vedermi così tanto che se non può si arrabbia, anche con me.
O almeno mi piace pensarla così.
Non l'ho mai visto arrabbiato davvero. Penso farebbe paura. Quegli occhi così profondi possono far male.
Non so come alla fine siamo arrivati sul divano. Sicuramente mi ha preso in braccio. È forte, mi solleva come se non pensassi niente.
Ora sono legata.
Mi aspettavo manette o corde.... ma come al solito mi stupisce. Mi ha legato con la pellicola trasparente. Le mani e le caviglie.
Sono qui, inerme, su un fianco, sul divano.
Sembra soddisfatto del suo lavoro. Poi mi guarda... "se ti fanno male dimmelo"
Lo fa sempre.
Prima mi da un ordine o mi propone qualcosa di folle, poi subito pensa a me, alla mia sicurezza, a farmi stare tranquilla mentre faccio cose folli con lui.
Si è tolto la camicia.
La usa per bendarmi.
Non vedo nulla, ma sento tutto.
Una sculacciata sul sedere, forte. Un segno rosso.
Mi bacia.
Non me lo aspettavo.
Un'altra sculacciata.
Si spoglia e mi entra in bocca... prima piano, poi più forte.
Un'altra sculacciata.
Un altro bacio.
"Cazzo, sei bellissima"
Non so se ci credo, ma il fatto che lo dica mi ci fa sentire davvero, bella.
Un'altra sculacciata.
So che non avrò i lividi domani. Ma so già che per 2 giorni mi farà male a sedermi. Forse è un bene che non ci vediamo tutti i giorni. Vivrei sempre col male, ovunque, a ricordarmi che lui c'è. A ricordarmi però anche che non è mio, anche se io sono sua.
Alla fine delle sculacciate ho perso il conto.
La mia camicia è volata via, ha strappato le corde di pellicola, non ricordo nemmeno più quando e come, finalmente è di nuovo dentro di me.
Quanto tempo è passato?
Non lo so. So che di solito quando iniziamo andiamo avanti ore. Ore di sculacciate, perché lo eccita che questa cosa mi ecciti.
Non siamo solo corde, bende e manette. Siamo molto altro.
C'è questo legame invisibile, che ci unisce.
Lui, col suo bisogno di comandare e io, col mio desiderio di assecondarlo.
Lui comanda, io eseguo.
E questa cosa eccita entrambi.
Sapevo di questo, dell'esistenza di dom e slave. Pensavo non facesse per me.
Non ho mai capito una donna che si fa comandare.
Io, che ho fatto della mia autonomia una ragione di vita, sono diventata una slave?
Ebbene sì.
Eppure è la cosa più appagante che abbia mai fatto. Non mi sono mai sentita così libera di amare, ora che per farlo vengo legata.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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