Lui & Lei
Anna, segretaria perfetta
di Pigover60
07.01.2025 |
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Poi aggiunse seria: “Potrebbe essere un’idea! ”
Eravamo fermi ad un semaforo e, istintivamente, allungai una mano su una sua coscia; lei non la rifiutò, ..."
Anna fu la mia unica segretaria per alcuni anni.Era molto efficiente e, ovviamente, la cosa mi rendeva soddisfatto.
Ma c’era altro che, di Anna, mi interessava: il suo aspetto fisico; non era molto alta, capelli rossi a riccioli, seno abbondante, culo altrettanto ed un paio di cosce da sballo che metteva volentieri in mostra indossando delle mini-gonne mozzafiato.
A tutto ciò si aggiungeva un trucco decisamente pesante, anche se non volgare.
Insomma, era una donna che definire arrapante è dir poco.
Sovente me la portavo assieme quando andavo a qualche riunione di lavoro in modo che prendesse appunti e stendesse il verbale.
Un pomeriggio, mentre si tornava in ufficio, dopo essere stati da un cliente, parlammo del soddisfacente risultato ottenuto.
Esaurito quell’argomento cominciammo a parlare d’altro.
Non mi ricordo bene come finimmo a trattare delle nostre rispettive vite coniugali, ma, ad un tratto, mi venne da dire: “Con mia moglie non va troppo bene; anche … sessualmente, purtroppo.”
Mi rispose: “Se posso azzardarmi, come mai non funziona?”
“Fare l’amore con lei è come farlo con una bambola gonfiabile”
“Capisco …”.
Poi, un po’ imbarazzata, aggiunse: “Pare che, allora, sia giusto il proverbio che dice “chi ha pane è senza denti e chi ha denti è senza pane”.
Ero perplesso e le chiesi il motivo di tale riflessione.
“Beh, mio marito si lamenta che sono … troppo attiva, perché durante i rapporti mi lascio andare ad espressioni di piacere e, lui, si lamenta che i vicini possano essere disturbati. Così, da un paio di settimane mi sono messa in … sciopero.”.
Ci provai: “Siamo sulla stessa barca, praticamente e direi che potremmo metterci d’accordo per far diventare i nostri rispettivi coniugi … portatori di corna!”.
Poi, temendo di avere esagerato, aggiunsi ridendo: “Ovviamente la mia è solo una battuta!”.
“Beh … io l’ho trovata niente male.”
Poi aggiunse seria: “Potrebbe essere un’idea! ”
Eravamo fermi ad un semaforo e, istintivamente, allungai una mano su una sua coscia; lei non la rifiutò, ma disse con un soffio: “Magari in ufficio …”.
Appena scattò il verde al semaforo, partii a razzo mentre lei allungò la mano sulla mia patta e mugolò sorpresa sentendo che avevo il cazzo in tiro.
In ufficio, appena fummo entrati e dopo aver chiuso la porta, ci baciammo con furore.
Le agguantai le chiappe sode e la spinsi contro di me.
Poi cominciai a spogliarla; nuda era uno spettacolo.
Mi spogliai anch’io mentre lei si era seduta sulla mia scrivania, di fronte alla mia poltrona.
Quando fui seduto, le aprii le gambe ed affondai il mio viso fra quelle cosce stupende, cominciando a leccarle la figa già abbondantemente bagnata.
Alle mie leccate, rispondeva spostandosi in avanti per accogliere più profondamente la mia lingua.
Era una donna molto calda e urlava di piacere.
Il mio viso era bagnato dai suoi umori; ad un certo punto gridò: “Vengo, vengo … mio Dio che goduria!”.
Mi alzai dalla poltroncina e avvicinai il cazzo alla sua figa e la penetrai quasi con violenza.
Lei si dimenava dal piacere e mi incitava ad entrarle in figa più profondamente.
Cosa che feci con vero piacere.
Venne una seconda volta ed io la imitai e la riempii di sborra.
Ci calmammo.
Io mi sedetti ancora sulla poltroncina e lei si distese sulla scrivania.
Eravamo stremati, ma felici.
Ma, evidentemente, quello fu solo un aperitivo e ritenni di dirglielo: “Sai una cosa, tesoro? Domani vano a comprare un divano letto. Che ne pensi?”
“Mi sembra giusto! Per oggi, però, accontentiamoci di ciò che c’è …”.
Le risposi: “Vuoi scendere dalla scrivania? Mi piacerebbe che tu mi cavalcassi.”.
Scese e si posizionò a cavalcioni delle mie gambe, agguantò il mio cazzo e, lentamente, si accovacciò per farselo entrare in figa.
Cominciai a succhiarle i capezzoli, mentre lei muoveva il bacino in modo che il cazzo la trapanasse.
Gemeva di piacere ed io sentivo che, sulle palle, mi colava il prodotto della sua eccitazione.
Con un urlo, venne, ma continuò a dimenarsi per godere ancora.
A stento mi trattenni dallo scaricarle in figa la sborra.
Venne una seconda volta e, a quel punto, sborrai anch’io.
Si calmò, poi, piano piano si alzò ed io sentii la mia sborra che, uscendo dalla figa, mi colò sul pube.
Ma non le bastava ancora … si accoccolò fra le mie gambe e cominciò a leccarmi cazzo e pube.
“Hai un buon sapore … ed io sono una insaziabile buongustaia.”
Si preannunciavano lunghe scopate in quell’ufficio.
Alla faccia dei nostri rispettivi coniugi.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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