Lui & Lei
Gabriel e Willow, il ritorno 2
di LadyAA
28.12.2024 |
768 |
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""Sì, inculami, " implorò tra un colpo di reni e l'altro..."
Quell’omone di colore, con il cazzo più grosso che avesse mai visto, stava scopando Willow duramente da circa un’ora, e Gabriel si chiese se non avesse per caso esagerato.Il cazzo le era entrato nel culo con una sola, potente spinta e lei aveva pianto e urlato di dolore, ma il ragazzo non si era fermato, aveva continuato a incularla finché le era abbondantemente venuto nel buco del culo.
"Sei una puttana?" le aveva chiesto e lei, senza riuscire a rispondergli aveva annuito. Aveva allora sfilato il cazzo gonfio e grondante e glielo aveva infilato direttamente in bocca e aveva cominciato a spingere, facendola tossire e costringendola a ripulirlo tutto. Aveva estratto il suo cazzo dalla bocca di Willow, lasciando una scia di saliva e sperma sulle sue labbra gonfie. Poi l'aveva sdraiata sul letto, con le gambe all'aria e la bocca socchiusa.
Quando aveva iniziato a mettere un dito nel buco colante, lei aveva ripreso a gemere, poi, quando le dita erano diventate due, aveva iniziato a dimenare la testa, in preda a un forte orgasmo.
"Sì, sì, sì, così" aveva iniziato a sussurrare e lui le aveva tolto le dita, aveva afferrato il cazzo, gonfio e arrossato dall'attesa e lo aveva piantato di nuovo tutto dentro il suo buco caldo e ormai sfondato.
Willow aveva ansimato a lungo, mentre lui aveva continuato a violarla, poi lui le aveva spostato i capelli da davanti agli occhi, le aveva sollevato la testa, aveva tolto il cazzo dal culo e le aveva forzato la bocca, ricominciando a scopargliela. "Ti piace essere usata eh piccola troia? Prendi tutto, fino all'ultima goccia!"
"Papà, non ce la faccio più," aveva mormorato, mentre l’omone aveva continuato a spingere, finchè il suo corpo non si era irrigidito, prima di riempirle la gola.
Non passarono che pochi minuti che il ragazzo si sdraiò sul letto mettendosela a cavalcioni sull’asta pulsante, riprendendo a martellare il corpo esausto con foga rinnovata.
"Oh sì, così!" gridò Gabriel alzandosi e cominciando a spogliarsi. "Bambina mia, ora arriva la parte migliore."
"Ti piace eh, zoccola?" ringhiò il nero, dandole uno schiaffo sul sedere. "Vuoi essere scopata come una cagna in calore?"
Willow annuì freneticamente, incapace di parlare.
"Dai, dillo!" le ordinò, tirandole i capelli. "Di’ che sei una troia!"
“Sono una troia,” disse Willow ansimando appena poté riprendere fiato, mentre quel cazzo enorme si faceva strada nella sua figa fradicia.
"Bene. È proprio come supponevo. Mmm… la tua passera è più calda di quella della mia ragazza." Continuò a spingere con foga, il suo membro ancora duro come marmo nonostante le ripetute eiaculazioni.
Gabriel si teneva appoggiato alla spalliera del divano, guardando Willow mentre veniva sbattuta con violenza. La bocca della ragazza era arrossata dai ripetuti pompini e dal bisogno di succhiare un altro cazzo. Le mani di Gabriel giocavano con il suo uccello che non era completamente duro, ma bello gonfio e bagnato.
"Mmm… non mi stancherò mai di guardarti mentre ti montano, piccola mia."
"Ti prego, ti prego, ti prego..." gemette la ragazza, mentre le sue gambe tremavano per l’arrivo dell’ennesimo orgasmo.
“Ti prego che cosa? Vorresti che io fossi al suo posto?" le chiese indicando il ragazzo di colore, mentre si avvicinava per guardarle il culo. "Allora chiedilo."
“Papà, ti prego scopami…” così dicendo venne abbondantemente emettendo un lungo gemito.
"Cazzo, sì... brava troia," ansimò il ragazzo. "Continua così... vienimi ancora sull’uccello."
Dylan si posizionò dietro di lei, accarezzandole le natiche arrossate. "Sei proprio una puttanella insaziabile," sussurrò, allineandosi alla sua apertura bagnata. "Vuoi che ti scopi forte?"
Willow mugolò di assenso, dimenando i fianchi con impazienza. Gabriel le penetrò il culo con una spinta decisa, strappandole un gemito di puro piacere...
"Vuoi essere la mia troia? Una puttanella per il tuo papà?" La voce di Gabriel era calda, sensuale, dolorosamente eccitante.
"Sì, sì... prendimi, papà. Ti prego, scopami..."
Willow avvertiva la sensazione di essere riempita a dovere: due uomini grandi e forti la stavano marchiando come la loro puttana, e lei non ne aveva mai abbastanza di essere posseduta con forza.
Non sapeva quando e perché era diventata così, ma adesso era lì, con il culo in aria e il patrigno che la scopava. E non avrebbe cambiato posto con nessun'altra donna al mondo.
"Sei mia, ragazzina... lo sai, ti adoro," ansimò Gabriel, affondando in lei ripetutamente. “La mia vacca gravida in calore.”
"Dio, quanto ti amo, mia piccola troia. Ora girati e mostrami quel bel culetto," le disse dopo aver accompagnato alla porta il ragazzo, visibilmente soddisfatto di essersi scopato la ragazzina, venendole dentro più e più volte.
Willow obbedì, girandosi lentamente. Gabriel emise un gemito di apprezzamento.
"Perfetto," mormorò. "Adesso allargati per me."
Willow si piegò in avanti, le mani per separarsi le natiche.
"Non vedo l'ora di assaggiare quella sborra che ti sta colando dal buchetto." Gabriel le allargò maggiormente le natiche, esponendo la sua apertura posteriore. "Guarda che buchino arrossato," disse lascivamente. "Penso che sia ora alleviare il bruciore," proseguì, poi si chinò, affondando la lingua nello sfintere sfondato e leccandole via la sborra che non smetteva di fuoriuscire. La leccò a lungo alternando la bocca e la lingua alle dita. Quando Willow prese a dimenarsi e a spingere le natiche contro al suo viso, le chiese: "Hai voglia che te lo allarghi ancora un po'?"
Willow annuì e gemette di piacere anticipato quando sentì la punta del pene del patrigno premere contro il suo sfintere. Voleva essere riempita da lui in ogni buco.
"Sì, inculami," implorò tra un colpo di reni e l'altro.
"Cazzo sei una puttanella insaziabile," ansimò Gabriel, afferrando i capelli di Willow e spingendosi più a fondo nel culo.
"Preparati troia, sto per riempirti questo culetto delizioso."
Lui tirò fuori la punta e premette la sua enorme cappella nuovamente contro lo sfintere di Willow.
"Sei la migliore cagna che abbia mai avuto, amore mio, ti amo da morire."
Gabriel spinse più avanti. Le sue palle vennero assalite dal calore di quel corpo giovane e voglioso. Il suo lungo membro scivolò all'interno del culo di Willow con un po' di pressione, facendola gemere di dolore e passione.
Mezz’ora dopo, Willow emetteva solo deboli gemiti, incapace di reagire a causa della stanchezza, Gabriel nel frattempo le teneva la testa, forzandole il membro turgido tra le labbra. "Dai bellezza, succhialo e bevine ancora un po', ho della sborra calda tutta per te," le disse.
"Mmm…" mormorò lei con voce impastata. "Ancora, ti prego."
"Come desideri, puttanella. Apri quella boccuccia, amore mio, fammi sborrare," ordinò, spingendole l’uccello tra le labbra. Lei lo accolse, succhiandolo lentamente, gli occhi già chiusi.
Dylan le afferrò i capelli, tirandole la testa. "Ingoialo tutto," ghignò, spingendosi nella sua bocca. "Dai, piccola, un'ultima sborrata in gola!" Sorrise e spostò una ciocca di capelli dal suo viso. "Sei la migliore succhiacazzi al mondo, amore mio."
La vide allargare la bocca, lasciando che il suo pene scomparisse nella sua gola, imprecando di piacere.
"Oddio, mi fai impazzire. Pompamelo ora," ringhiò.
Lei non lo fece e lui si spinse più in profondità nella sua gola, scopandogliela sempre più velocemente, lasciando che un sorriso malizioso si facesse largo sul suo viso. La sua lingua, il suo calore, il modo in cui il suo corpo accoglieva il suo membro lo fecero schizzare all’istante.
"Bevi, troia." Le tirò i capelli con forza.
Lei deglutì rumorosamente e le sue labbra si chiusero intorno alla sua erezione, ingoiandolo completamente. Gli massaggiò le palle ancora leggermente gonfie, spremendole con delicatezza.
“Amore mio, non riesco a smettere di volerti montare, ma credo sia meglio lasciarti riposare ora,” le disse accarezzandole il seno e leccandole i capezzoli gonfi.
Willow mugugnò e lui si avvicinò alla sua bocca per cercare di capire cosa stesse dicendo.
“Devi riempirmi la figa papà, ti prego, lo voglio disperatamente.” Lo pregò prima di chiudere gli occhi.
Gabriel annuì, perché dal modo in cui le pulsava il clitoride, pareva che la sua figa fosse decisamente vogliosa.
La penetrò e la baciò con foga, nonostante lei non rispondesse alle spinte con il bacino verso l’alto, Gabriel non ci mise molto ad essere completamente immerso in lei e quando accadde, ansimò. Si fermò un attimo, per rallentare l’orgasmo che stava già facendosi avanti, le succhiò nuovamente i capezzoli enormi e sentì qualcosa di liquido fuoriuscirne. “Piccola, stai perdendo di nuovo il latte dalle tette. Ho voglia di berlo ancora, schizzamelo in bocca.”
Willow aprì gli occhi lentamente, come se si fosse appena svegliata da un bel sogno e si mise a spremersi i seni lei stessa, invitando Gabriel a succhiarli, per allattarlo.
Il cazzo di Gabriel pulsò prepotentemente, mentre beveva avidamente, mordendo i capezzoli eretti per fare sgorgare la maggior quantità di latte possibile.
"Sei proprio una vacca, amore mio," le disse guardandola mentre la schiena di Willow si inarcava di piacere. La figa le bruciava e palpitava a ritmo delle spinte di Gabriel. Cominciò a sentire uno strano dolore alle reni e la pancia farsi sempre più dura e pesante.
"Papà, sento qualcosa di strano…" disse mentre Gabriel continuava a scoparla con forza, incapace di frenare la sua furia.
L’uomo strinse forte gli occhi, per godersi il più possibile la figa di Willow che lo stava inondando abbondantemente.
Le sue mani strette sui suoi fianchi si spostarono sulle spalle e il collo di lei, afferrandole la gola e, quando Willow gemette più forte, Gabriel decise di stringerle le mani attorno al collo, affondando ancora più profondamente in lei, spingendo il cazzo nelle pieghe più calde e umide di quella figa bollente.
Sentì Willow agitarsi sotto di lui e poi gemere di piacere, subito dopo la riempì di sborra. Lei lo sentì sorridere e cullarla contro di sé. Era completamente esausta, ma soddisfatta. Lo baciò lentamente finché il suo cazzo non ebbe smesso di pulsare dentro di lei. La figa le faceva male e i dolori al basso ventre erano aumentati, mentre dal seno continuava ad uscirle un rivolo di latte. Gabriel si rimise a succhiarle i capezzoli arrossati, bevendo ogni goccia che ne fuoriusciva.
“Ti amo, puttana!”
“Ti amo anche io, Gabriel.”
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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