Lui & Lei
Gabriel e Willow 5
di LadyAA
27.09.2024 |
1.415 |
3
"Vederlo arrivare con la figlioccia, lo lasciò perplesso e curioso al tempo stesso..."
Erano passati ormai sette mesi da quando avevano cominciato a scopare, e quattro dal giorno in cui avevano effettuato il test di gravidanza, risultato positivo. Quella domenica, Gabriel l’aveva montata senza sosta, facendola venire più e più volte. L’aveva presa anche sulla sdraio del giardino, costringendola a cavalcarlo completamente nuda, con il concreto rischio che i vicini li beccassero. Ma a lui non importava niente, se la sarebbe scopata anche davanti alla madre, se solo la sua piccola troia avesse acconsentito. La moglie non si era resa conto di ciò che stava accadendo tra loro, aveva solo consigliato alla figlia di mettersi a dieta perché la trovava un po’ arrotondata.Gennaio era giunto e con lui presto sarebbe arrivato anche il momento di ritornare a scuola per Willow, ma Gabriel aveva in mente una sorpresa per lei. Approfittando di un invito da parte del fratello Dylan, e dell’ennesima mancanza della moglie, aveva organizzato una gita al ranch di famiglia, insieme alla sua provocante figlioccia. Da quando aveva scoperto di aspettare un figlio da lei, le aveva imposto di chiamarlo papà, anche in presenza della madre, e ogni volta che sentiva uscire quella semplice parola dalle sue labbra seducenti, sentiva il cazzo indurirsi nelle mutande. Più di una volta le aveva infilato la lingua in bocca anche in presenza della donna, che non si era ancora accorta di nulla.
Quel sabato mattina, lui e Willow avevano caricato la macchina, ed erano partiti di buon ora, ma non avevano percorso nemmeno metà del tragitto, che si erano fermati a scopare lungo la strada. Aveva fermato il pick up ai margini di un campo coltivato e se l’era tirata sulle gambe. Lei non aveva minimamente accennato a rifiutarsi, ma anzi gli aveva sorriso dolcemente e aveva cominciato immediatamente a baciarlo. Quella piccola e morbida lingua gli aveva fatto pulsare l’uccello in maniera formidabile. Le aveva infilato le mani sotto la gonna masturbandola profondamente, finchè lei non lo aveva supplicato di scoparla. In un batter d’occhio aveva aperto la portiera trascinandola fino al cofano e le aveva sollevato la gonna e abbassato le mutandine, prendendola così sul cofano, incurante delle auto che passavano in lontananza.
Ed ora erano lì, davanti al pesante cancello del ranch e lui non vedeva l’ora di attuare la sorpresa che le aveva preparato.
Quando scesero dall’auto per andare incontro a Dylan, che li stava aspettando sotto al portico, notò il proprio sperma colarle oltre il bordo della gonna, quella troietta non si era nemmeno ripulita dopo che l’aveva riempita per bene.
Dylan si fece avanti guardando prima uno e poi l’altra, con uno sguardo misto tra l’incredulo e il turbato. Gabriel lo aveva chiamato la settimana precedente, alludendo al fatto che avesse un’amica da presentargli, solitamente significava che si sarebbero scopati insieme qualche troietta che il fratello aveva appena conosciuto. Vederlo arrivare con la figlioccia, lo lasciò perplesso e curioso al tempo stesso. Salutò il fratello minore dandogli qualche vigorosa pacca sulle spalle e accompagnò entrambi all’interno. Rimase interdetto nel vedere la ragazzina sedersi in braccio a Gabriel sul divano, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Le mani del fratello le accarezzavano le cosce snelle, mentre la gonna si alzava ed abbassava ad ogni movimento. Quando lo vide afferrarla per il mento ed infilarle mezzo metro di lingua in bocca, capì che quel pazzo si scopava la piccola Willow.
“Cazzo Gabriel, da quanto va avanti sta stronzata?” gli chiese balzando in piedi.
Il fratello non si staccò subito da quella bocca così dolce e seducente, approfittando della disponibilità della ragazza per succhiarle la lingua e leccarle più volte le labbra invitanti.
“Da quanto ti fai chiavare dal papà, piccola?” le domandò infilandole una mano sotto la gonna. Willow rispose prontamente, allargando le gambe e spingendo il bacino in avanti.
“Da qualche mese” ammise arrossendo un poco, nonostante scopasse volentieri con un uomo adulto, non era ancora abituata a parlarne a qualcuno.
“Tesoro, di’ allo zio quale regalo mi hai fatto per Natale?”
“Gli darò una figlia.”
Dylan rimase letteralmente senza parole, spostando lo sguardo da uno all’altro. “Ti sei fottuto il cervello, Gabriel? Hai messo incinta la tua figlioccia?”
“Mmm sì, e ogni volta che ci penso mi viene voglia di scoparla ancora di più” disse sollevandole completamente la maglietta, ed esponendo così dolci rotondità della ragazza, e mettendosi a succhiarle i piccoli seni ora leggermente più gonfi e pesanti. “Non hai idea di cosa sia capace di fare questa troietta.”
Dylan osservava la scena, per quanto fosse al di là della sua comprensione, non poteva negare che il cazzo gli si stesse ingrossando nei pantaloni, si mosse sulla poltrona, cercando di alleviare la pressione.
Gabriel lo osservò, con uno sguardo malizioso. “Vuoi provarla, Dylan?”
“Non ci penso minimamente, coglione. Questa volta non ti seguirò!”
Gabriel, allargò maggiormente le gambe di Willow senza smettere accarezzarla, le spostò di lato le mutandine e le separò le grandi labbra umide. “Guardala fratellone, non è bellissima? Nonostante le dia il cazzo tutti i giorni è ancora piuttosto stretta, ti avvolge il cazzo che è un piacere.”
“Smettila Gabriel, non sei divertente” lo ammonì Dylan, non riuscendo comunque a distogliere lo sguardo da quella figa bagnata e stuzzicante.
“Dai, solo una leccatina. Vero che ti piacerebbe, piccola?”
Willow annuì, mordendosi il labbro inferiore per l’eccitazione. Essere al centro dell’attenzione di due uomini adulti le stava prendendo alla testa, non vedeva l’ora che si divertissero con lei.
“Vedi, ha detto di sì, Dylan, forza fratello, non farti pregare.”
Dylan si passò le mani sul volto, chiudendo gli occhi, non era possibile che ci stesse davvero pensando.
A toglierlo da ogni dubbio fu proprio Willow, si alzò dalle gambe di Gabriel inginocchiandosi sul pavimento, raggiungendo la poltrona di Dylan come se fosse una gattina in calore. Si strusciò sulle sue gambe, prima di allungare una mano verso la patta dei pantaloni. Guardò quell’uomo grande e grosso con uno sguardo implorante, ed egli non potè fare a meno di capitolare. L’afferrò per le natiche sollevandosela sul grembo e pochi istanti dopo la sua lingua era già nella bocca di lei.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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