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Gabriel e Willow, il ritorno


di LadyAA
28.12.2024    |    120    |    0 8.7
"Il suo sguardo era fisso sulla strada, ma la tensione che emanava era palpabile..."
Il silenzio nell'abitacolo era denso come la nebbia che avvolgeva la campagna. Willow stringeva forte il bracciolo della portiera, gli occhi fissi sul finestrino appannato. Fuori, le luci dei lampioni, sfocate e tremolanti, danzavano sulla strada bagnata, creando un'atmosfera surreale. Accanto a lei, Gabriel concentrava lo sguardo sulla strada, le mani strette sul volante. Il motore ruggiva sotto il peso di quel silenzio carico di tensione. Ogni respiro sembrava pesante, come se entrambi avessero paura che l’altro potesse esplodere da un momento all’altro.
"Perché non dici niente?" mormorò finalmente Willow, la voce triste. La sua mano tremava, ma non riusciva a distoglierla dal bracciolo, come se avesse bisogno di un punto di contatto per non cadere in quel vuoto che Gabriel stava creando tra di loro.
Gabriel girò lentamente la testa, i suoi occhi scuri incrociarono i suoi. "Cosa vuoi che ti dica, Willow?" rispose con una calma che a lei sembrò quasi insopportabile.
"Lo so che forse non avrei dovuto... ma non pensavo che l’avresti presa così."
"Non pensavi?" Gabriel quasi ruggì, il suo corpo teso, lo sguardo fisso sulla strada. "E cosa pensavi? Che tutto sarebbe andato bene? Che avresti potuto farti scopare ininterrottamente da decine di uomini e io avrei solo... accettato il fatto?"
Willow si voltò finalmente verso di lui, il volto segnato dalla frustrazione. "Non è quello che intendevo!"
“No? E che cosa intendevi?”
“Quando mi hai fatta montare da Jack o da tuo fratello non mi sembrava ti desse fastidio, non capisco che differenza faccia due uomini o dieci.”
Gabriel accennò un sorriso amaro, ma non c’era gioia in quel gesto. In tutta sincerità nemmeno lui sapeva il perché del suo disappunto e della sua rabbia nell’aver saputo che erano stati diciannove gli uomini che si erano scopati la sua piccola nei due giorni in cui era stata a casa di Dylan. “Non lo so, credimi, non lo so davvero. Mi è solo sembrato che…”
“Che cosa?”
“Che io non contassi più nulla per te. Sei scappata da me per farti fottere da mio fratello e da decine di sconosciuti, cos’altro dovrei pensare?” Il suo tono era gelido, ma c'era qualcosa che vibrava sotto quella freddezza, come se stesse combattendo contro se stesso.
Willow sentì un nodo formarsi nella gola. La verità era che sapeva quanto aveva sbagliato.
"Cosa vuoi da me?" sussurrò, la voce quasi impercettibile. "Cosa devo fare per farti capire che sono dispiaciuta?"
A quelle parole, Gabriel fece un respiro profondo, come se ogni fibra del suo corpo si fosse tesa. Non rispose subito. La sua mano si mosse lentamente verso di lei, ma poi la tirò indietro, come se si stesse forzando di non toccarla, di non lasciarsi andare. "Non lo so, Willow. Non lo so e credo che non mi importi nemmeno più saperlo."
Gabriel pronunciò quelle parole con una durezza che le colpì come un pugno allo stomaco. Il suo sguardo era fisso sulla strada, ma la tensione che emanava era palpabile. Ogni parola, ogni pausa, sembrava pesare come un macigno tra loro.
“Cosa… cosa vuoi dire, Gabriel?”
"Eri mia... completamente mia... anche se ti permettevo di scopare con altri, anche se ti facevo montare da quel coglione del tuo ragazzo e da Dylan, tu eri mia. Ora invece sei soltanto una lurida puttana, esattamente come hai detto tu. E, mia cara, ti tratterò di conseguenza."

Gabriel mise in atto la sua vendetta già a poche ore dal loro ritorno a casa. Le aveva impedito di lavarsi e il suo corpo mostrava ancora le tracce delle monte avvenute nelle ore precedenti.
Quando gli invitati arrivarono al piccolo party che aveva organizzato, Willow faceva bella mostra sul divano letto al centro del salotto completamente nuda. Mani e piedi legati a delle sbarre di metallo con delle cinghie di cuoio, mentre lei si dimenava impacciata, il pancione prominente che le impediva di muoversi con efficacia.
"Mmm, che vista deliziosa," disse un vecchio, di circa sessantacinque anni, il viso affilato e i capelli radi, avvicinandosi. Altri due uomini lo seguivano a breve distanza, commentando la scena che si presentava loro con frasi volgari e sconce.
Gabriel si sedette sulla poltona di fronte a Willow, pronto a godersi lo spettacolo.
Gli uomini si scambiarono uno sguardo d'intesa, poi presero ad abbassarsi i pantaloni mostrando a Willow i cazzi già in tiro.
"Ti senti pronta, amore?" domandò un giovane dai capelli castani con un lieve respiro affannoso. Le sue mani esplorano il suo corpo, accarezzandole le curve sinuose delle gambe e del seno.
"Ti desidero così tanto," disse un altro con il corpo ricoperto da un fitto pelo scuro, la sua voce roca e passionale.
Il vecchio le afferrò i capelli, tirandole indietro la testa. "Possiamo usarti come ci pare, vero troia?"
"È così che ti piace, vero Willow?" chiese ancora spalmando la propria lingua sul suo clitoride.
Willow non fece che gemere come una cagna in calore e annuire con entusiasmo, facendo ridere tutti gli uomini che la circondavano.
Gabriel sorrise maliziosamente rispondendo che potevano farle tutto ciò che desideravano.
A quel punto i tre uomini persero ogni inibizione, il vecchio le aprì con forza le grandi labbra e la penetrò brutalmente, strappandole un gemito di dolore.
"Che fica bagnata che hai, puttanella," disse affondando in lei con prepotenza.
“È piena di sborra dalle monte precedenti, però credo che si tratti anche dei suoi umori, è una che cola tanto la mia piccola troia,” disse Gabriel cominciando a slacciarsi i pantaloni.
"Brava ragazza. Ora ti fotto finchè avrai anche la mia sborra dentro la tua bella figa.”
Il giovane peloso le afferrò la nuca spingendole il membro in gola e soffocando i suoi lamenti. I due continuarono a prenderla selvaggiamente, eccitati dalla sua impotenza.
"È così bella quando è indifesa," mormorò il terzo accarezzandole e succhiandole i seni.
"Oh porca puttana, che bocca ingorda che ha," grugnì quello peloso, spingendo con i fianchi. "Prendilo più a fondo, troia."
Willow obbedì, prendendolo fino in gola. Le lacrime le velarono gli occhi mentre lo succhiava voracemente. La punizione di Gabriel non le stava affatto piacendo, ma avrebbe fatto qualsiasi cosa per farsi perdonare.
Sentiva dentro di sé qualcosa che si allargava a ogni spinta del vecchio, qualcosa di viscido, umido e grosso. Il suo corpo si abituò presto, e questo le fece venire voglia di continuare.
"Dio, è un peccato che qualcuno l’abbia già messa incinta. Mi sarebbe piaciuto farlo io stesso,” rise il vecchio “Ora muoviti, troia, se non vuoi che ti strappi quella fica a morsi.”
L'uomo continuava a penetrarla con prepotenza, aumentando la forza delle sue spinte fino a farla urlare.
Willow gemette e si contorse sotto i colpi dell’uomo, mentre il cazzo lungo e spesso del ragazzo peloso le fu rimesso in bocca.
“Dai, tesoro, usa anche con la lingua, succhia come la pompinara che sei. Non trattenerti. Mmm mia moglie dovrebbe prendere lezioni da te, tesoro. Succhia, succhia... sì... così! Così! Aaahhh, bravissima... hai proprio una boccuccia da usare e scopare..."
Il terzo uomo, il ragazzo dai folti capelli ricci, fino ad allora rimasto quasi in disparte, cominciò ad accarezzarsi lentamente il cazzo, sputandosi sulla cappella. Si avvicinò a Willow e le prese una mano, guidandola verso la sua erezione. La giovane la avvolse intorno al pene e cominciò a masturbarlo mentre, con il resto del corpo, veniva fottuta.
"Voglio incularla, mettetevi in modo da lasciarmi spazio."
Gli altri due si mossero in modo tale da permettergli di infilarsi sotto al corpo sudato di Willow, per poi riprendere immediatamente a penetrarle figa e bocca con foga.
Quando Willow sentì il terzo cazzo spingere contro il suo buco del culo gemette forte.
Il suo corpo era già stato sfinito da quello che avevano fatto fino ad allora, ma le sembrava impossibile rifiutare quel pompino e quella sodomizzazione.
Non riusciva nemmeno a pensare a quanto si sentisse bene e a come gli amici di Gabriel la stessero fottendo con passione.
"Sei proprio una puttana, Willow... una vera puttana. Stasera ti sfonderò il buco per bene..." disse il ricciolino, mentre lei continuava a spingerselo dentro il culo.
Lei non poté che gemere di piacere, sentendoli scoparla così, e si accasciò sul divano, la schiena che premeva sul petto di lui.
I tre uomini continuarono a scoparle ogni orifizio e tra un colpo di reni e l'altro non fecero altro che insultarla e dirle che era una gran troia. Nel mentre Gabriel la guardava contorcersi ad ogni spinta. Lei aveva un'espressione sofferente sul volto, ma lui sembrava solo irritato, quasi come se ciò che stavano facendo i tre uomini non lo toccasse minimamente.
Gabriel continuava a ripetersi in testa che aveva ragione. Che lei si meritava tutto quello che stava ricevendo.
“Papà,” disse tra le lacrime, chiedendogli aiuto.
"Stai zitta e fatti scopare," rispose lui, con una voce dura, mentre i suoi amici la stavano ancora violando. “Più tardi ci sarà un’altra sorpresa per te.”
Dopo infiniti minuti, i tre si svuotarono in lei più e più volte, scambiandosi di posto per godere di ogni suo buco caldo e riempiendola di sborra abbondante e vischiosa.
"Cazzo sì, è davvero un bocconcino insaziabile questa puttanella," ansimò il vecchio, accarezzandole il viso mentre lei ingoiava il loro seme.
"Che porca," grugnì un altro, dandole una sculacciata. "Ti piace essere usata così, eh?"
Willow annuì, fissando Gabriel, in attesa che lui la guardasse.
"È stato incredibile," disse il vecchio leccandole la figa grondante di seme, “Spero di poterlo rifare presto, prima che la bambina nasca.”
A quel punto sentirono il campanello della porta suonare e Gabriel rise, alzandosi in piedi. “Amici miei, siete stati fantastici e la mia bambina vi ringrazia, ma ora credo sia arrivato il momento di presentarle la mia sorpresa.”
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