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Lui & Lei

Gabriel e Willow 4


di LadyAA
03.11.2024    |    219    |    5 9.3
""Voglio montarti come una cagna" mormorò con voce roca, prima di baciarla con passione..."
Gabriel restò sulla soglia della camera, osservando intensamente Willow e il suo ragazzo sul letto. I loro corpi nudi si intrecciavano in un abbraccio appassionato. Sentì l'eccitazione crescergli dentro, mentre osservava la scena. Lentamente, si portò una mano ai pantaloni, iniziando ad accarezzarsi attraverso la stoffa. I gemiti di piacere di Willow riempivano la stanza. Non riuscendo a trattenersi, si sbottonò i pantaloni, liberando la sua erezione pulsante e iniziando a masturbarsi con movimenti ritmici. Il suo respiro si faceva sempre più pesante mentre fissava lo sguardo sui corpi che si muovevano frenetici sul letto. Willow gli lanciò un’occhiata, eccitata nel vederlo toccarsi mentre la guardava.
La puttanella gemette di anticipazione, le gambe divaricate, mentre Jack si inginocchiava tra le sue cosce, iniziando a leccare avidamente la sua figa bagnata. Willow gemette ancora, afferrando i capelli del ragazzo e spingendo il suo viso più a fondo. La lingua poco esperta di Jack, fece comunque contorcere Willow sul letto, e i suoi mugolii si fecero sempre più forti. Gabriel, dallo spiraglio della porta lasciata appositamente aperta per lui, continuò ad accarezzarsi il cazzo e a massaggiarsi i coglioni gonfi di sborra, godendosi lo spettacolo della sua dolce troia che veniva soddisfatta, sincronizzando il ritmo della sua mano con le profonde leccate del ragazzo. Sorrise compiaciuto nel vedere la piccola godere così intensamente sotto le attenzioni di un altro uomo.
Willow venne copiosamente nella bocca di Jack, la cui lingua era ancora infilata tra le pieghe della sua figa fradicia. Si sollevò languidamente mettendosi in ginoccho su letto, fissandogli il cazzo duro con occhi pieni di desiderio. Prese ad accarezzargli le cosce nude, poi le sue mani scivolarono verso l’alto, sfiorando le palle depilate e gonfie. Si leccò le labbra pregustando di sentirle riempirle la bocca vogliosa, poi con un largo sorriso sulle belle labbra, avvolse la bocca attorno al membro turgido. Iniziò a muovere la testa su e giù, usando la lingua per accarezzare ogni centimetro. Il ragazzo gemette di piacere, affondando le mani nei capelli di lei per guidarne i movimenti. Le spinse il cazzo fino in gola, rischiando di farla rimettere. Appena si fu ripresa, Willow cominciò a succhiarglielo con passione infinita, mentre Jack la incoraggiava a pomparglielo forte.
"Mmm, sì, così..." gemette Jack, spingendo il bacino contro il viso di Willow. "Succhiami tutto."
Willow aumentò il ritmo, facendo scorrere le labbra su e giù lungo l'asta turgida. Con una mano massaggiava le palle di Jack, mentre con l'altra si accarezzava il clitoride già gonfio di eccitazione.
"Ti piace il mio cazzo, vero amore?" ansimò lui. "Dimmelo quanto ti piace succhiarmelo."
Lei si staccò per un attimo, un filo di saliva ancora a collegarla al membro pulsante. "Mi fai impazzire" sussurrò con voce roca. "Voglio sentirlo sborrarmi in bocca, il tuo uccello è delizioso.” Sentiva la gola in fiamme, ma non si fermò. Voleva farlo godere come mai prima, voleva che Gabriel, dalla porta, la vedesse ingoiare la sborra di Jack. Prese a leccargli la cappella gonfia con foga rinnovata, sputandogli sulla punta tugida.
“Presto prendimelo in bocca, sto per sborrare” gemette Jack di piacere, afferrandole i capelli e spingendosi più a fondo nella sua gola. Lei accolse avidamente ogni centimetro, eccitata all'idea che Gabriel li stesse guardando. Con movimenti esperti della lingua, stimolò il glande sensibile mentre le sue mani accarezzavano le palle tese di Jack. Sentì il membro pulsare e indurirsi ancora di più, segno che l'orgasmo era vicino. Raddoppiò gli sforzi, succhiando con foga e gemendo di piacere attorno all’uccello.
Improvvisamente Jack si irrigidì, un gemito strozzato gli sfuggì dalle labbra mentre esplodeva nella sua bocca. Lei inghiottì avidamente ogni goccia, leccandosi le labbra soddisfatta e assaporando il suo sapore dolce, così differente da quello del patrigno.
Gabriel osservava la scena dalla porta, eccitato e geloso allo stesso tempo.

“Sei stata bravissima oggi pomeriggio” le disse Gabriel avvicinandosi a lei mentre apparecchiava la tavola. “Non hai nemmeno idea di quanto mi ha fatto sborrare vederti godere con quello stronzetto. Però mi è rimasta una voglia immensa di fotterti, piccola.”
"Davvero?" sussurrò, avvicinandosi lentamente. "E cosa vorresti farmi esattamente?" Le sue mani scivolarono sul petto di Gabriel, accarezzandolo attraverso la camicia. Lui la afferrò per i fianchi, attirandola a sé con foga. "Voglio montarti come una cagna" mormorò con voce roca, prima di baciarla con passione. Le loro lingue si intrecciarono mentre le mani vagavano frenetiche sui loro corpi. Gabriel la sollevò, facendola sedere sul tavolo. Lei gli circondò i fianchi con le gambe, premendolo contro di sé, sorridendo maliziosamente “Ho pensato a te tutto il tempo, anche mentre mi scopava. Avevo la figa fradicia per te.”
Gabriel gemette di piacere sentendo quelle parole. Le sue mani scivolarono sotto la gonna di lei, accarezzando la pelle morbida delle cosce. "Sei così bagnata" sussurrò, sfiorando con le dita l'intimo umido. Lei inarcò la schiena, spingendosi contro il suo tocco. "Ti voglio dentro di me, ora" ansimò lei, slacciandogli freneticamente i pantaloni. Gabriel si liberò velocemente dei vestiti, poi la penetrò con un'unica spinta decisa.
"Sei una piccola puttana, ora ti farò godere come meriti" sussurrò con voce roca, mordendole il collo.
Lei inarcò la schiena, strofinandosi contro il suo corpo. "Grazie a te," ansimò.
“Che figa calda che hai” le disse muovendosi in lei con profonde spinte. “Hai ancora la sua sborra dentro, vero? Mi sembra di sentirla sulla punta del cazzo.”
"Sì, è vero," sussurrò lei con voce roca, "Sono ancora piena.”
Si inarcò contro di lui, accogliendolo più in profondità. Le sue unghie gli graffiarono la schiena mentre aumentava il ritmo delle spinte. Gemeva ad ogni affondo, sentendosi deliziosamente piena e desiderosa di più. "Più forte," lo implorò, "Riempimi anche tu."
“Ti avevo detto di non farti sborrare nella figa, ora ti dovrò punire e dovrai prendere la pillola del giorno dopo”
"Sì, mi dispiace..." sussurrò lei con voce tremante. "Non ho resistito... per favore, non essere troppo severo."
Lui aumentò il ritmo delle spinte, afferrandole i fianchi con forza. "Sei una cattiva ragazza. Dovrò insegnarti l'obbedienza."
Le sue mani scivolarono sul suo corpo sudato, accarezzandole i seni e pizzicandole i capezzoli. Lei gemette di piacere misto a dolore.
"Ti piace essere punita, vero?" le sussurrò all'orecchio. "Dimmelo."
"Sì... mi piace... puniscimi ti prego" ansimò lei, sentendo l'orgasmo avvicinarsi.
"Sei una piccola troia," le sussurrò lui con voce roca, aumentando il ritmo. "Una porca che vuole essere scopata forte."
"Sì, sì, sono la tua troia!" gemette lei, inarcando la schiena.
Lui le afferrò i fianchi con forza, spingendosi dentro di lei con foga. "Prendilo tutto, puttana. È questo ciò di cui hai bisogno."
"Sbattimi più forte, ti prego!"
La afferrò per i capelli, tirandole indietro la testa. "Porca, ti faccio vedere io come si scopa una troia come te" ansimò. “Ringrazia il cielo che mi fai rizzare il cazzo come nessun’altra, ma non disobbedirmi più.”
Le prese le labbra affondandovi la lingua vellutata e avida, lei gemette nella sua bocca sentendo la lingua di Gabriel arrivarle in gola.
Con un movimento fluido, lui la sollevò e la spinse contro il muro. Lei avvolse le gambe attorno alla sua vita, invitandolo a prenderla ancora più forte.
“Brava porca, così, adesso ti faccio urlare.”
Lei sentiva l'orgasmo avvicinarsi, il piacere che montava inesorabile. Lui le morse dolcemente il collo, facendola impazzire. "Sto venendo, puttanella" le disse con voce grave. Lei gemette, lasciandosi travolgere da un'ondata di puro piacere, mentre lui aumentava il ritmo delle spinte affondando sempre più nella sua giovane figa. Le sue mani le stringevano i fianchi con forza, attirandola contro di sé. Poi lei gridò quando finalmente l'orgasmo esplose, travolgendola in ondate di puro piacere. Lui la seguì pochi istanti dopo, riversandosi dentro di lei con un grugnito.
"Ti ho riempito bene di sborra, puttanella."
Willow gemette abbassando lo sguardo e fissando quel grosso cazzo ancora piantato nella sua figa.
Il suo corpo tremava ancora per l'orgasmo appena avuto, mentre sentiva il seme caldo dell'uomo colarle lungo le cosce. Con un gemito supplichevole, iniziò a muovere i fianchi, strofinandosi contro quel membro ancora duro dentro di lei. Voleva di più, nonostante sapesse di essere già stata usata come una vera sgualdrina.
"Per favore..." sussurrò con voce roca, alzando lo sguardo verso di lui con occhi imploranti. "Ancora..."
L'uomo ghignò, afferrandole i capelli e tirandole indietro la testa. "Ancora non ti basta, eh troia? Vuoi che ti scopi di nuovo?"
Willow annuì, persa nel piacere.
“Sei una bimba insaziabile. Allora dammi il culo adesso, amore mio.”
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