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Lui & Lei

Cristina (seconda parte)


di Membro VIP di Annunci69.it Pigover60
18.02.2022    |    2.758    |    3 9.8
"Lei si inarcò all’indietro e cominciò nuovamente a gemere e tremare di piacere; sentii colare i suoi umori sui testicoli … e venne per la seconda volta..."
Il giorno successivo, alle 15 in punto, eravamo dinanzi ad un albergo ad ore.
Cristina era in auto con me e mi disse in un soffio: “Tra poco saremo nudi in un letto … sarò tua … tutta”
La baciai profondamente e le accarezzai il seno e ritenni fosse senza reggiseno, dato che sentii i capezzoli sotto la camicetta.
Scesi dall’auto e le aprii la portiera.
Scese anche lei e ci avviammo, mano nella mano, verso l’albergo.
Appena fummo in camera ci abbracciammo e, mentre le nostre lingue si attorcigliavano avidamente, le nostre mani frugavano a vicenda i corpi; le sbottonai la camicetta e scoprii che aveva il reggiseno, ma era un reggiseno a mezza coppa che lasciava scoperti i capezzoli.
Glieli succiai avidamente perché erano turgidi e molto pronunciati, come piacciono a me.
Poi ci spogliammo in fretta e ci sdraiammo nel letto; subito andai con la bocca fra le sue cosce e cominciai a leccare le labbra di quella stupenda figa che era già molto bagnata.
Aveva un clitoride particolarmente pronunciato e glielo succhiai a lungo mentre introducevo due dita nella figa.
Lei gemeva e tremava, poi inarcò la schiena e urlò: “Vengooo!”.
Mi ritrovai con il viso inondato del suo liquido vaginale.
Non avevo mai visto un orgasmo così lungo ed infatti, quando si fu calmata, mi disse: “E’ la prima volta che godo così … è stato stupendo …”
Io ero eccitatissimo, le se ne accorse e mi sussurrò: “Adesso lo voglio dentro … ma vengo sopra io”
Mi sdraiai sulla schiena e lei mi fu sopra; con una mano agguantò il mio cazzo e se lo diresse in vagina.
Cominciai a muovermi, ma lei mi disse “No tesoro, fermo … voglio essere io a cavalcarti” e cominciò a muoversi spingendo per far entrare il mio arnese il più a fondo possibile nella figa.
Io agguantai le sue tette strizzando delicatamente i capezzoli.
Dopo un po’ insinuai una mano fra le sue cosce e cominciai a titillarle il clitoride.
Lei si inarcò all’indietro e cominciò nuovamente a gemere e tremare di piacere; sentii colare i suoi umori sui testicoli … e venne per la seconda volta.
Si abbassò verso di me e mi baciò profondamente; io, allora, cominciai a muovermi dentro la sua figa, cercando di trattenermi dall’eiaculare perché mi faceva godere il vedere i suoi orgasmi.
Ma non ci riuscii e la riempii di sperma.
“Tesoro - mi sussurrò - hai un getto potente! … L’ho sentito quasi in pancia!”
“Sei una donna stupenda - le dissi - sei da godere e far godere per ore”
Ci calmammo.
Il letto era fradicio dei nostri umori e le dissi, ridendo: “Credo che l’addetta alle camere si arrabbierà”
“Per così poco? Tra un po’ sarà anche peggio”
La cosa mi eccitò e, vedendo il risultato, lei, senza parlare, andò a prendersi il cazzo in bocca e cominciò a succhiarlo avidamente.
Era una femmina che sprizzava erotismo da tutti i pori.
Notai che si era messa in posizione tale da suggerire il 69 e ne approfittai infilando la mia lingua nella sua figa, succhiandole, di tanto in tanto, il clitoride.
Venimmo quasi simultaneamente, l’uno nella bocca dell’altro.
“Hai un buon sapore” mi disse quando fu moderatamente ricomposta.
Poi aggiunse: “Per non far arrabbiare l’addetta alle camere, l’ho ingoiato …”
Ridemmo.
Eravamo entrambi appagati e decidemmo di andarci a lavare.
Ci facemmo il bidet a vicenda, poi ci asciugammo e cominciammo a rivestirci.
Prima di uscire dalla camera ci baciammo.
“La signora è soddisfatta?” le chiesi.
“Molto, ma voglio riprovare fra qualche giorno - rispose - magari, chissà … scopriremo qualcosa di più eccitante ancora”
“Mi piacerebbe provare nel … “
Mi interruppe: “Culetto?”.
Annuii e lei “Te lo darò volentieri”.
Usciti dall’albergo, risalimmo in auto e la riaccompagnai dove lei aveva lasciato la sua.
“Sai una cosa?” mi chiese mentre spegnevo il motore.
“Dimmi, tesoro”
“Avrei voglia di ricominciare”
“Anch’io …”
Ci baciammo ancora e lei fece una cosa che mi sorprese.
Alzò la gonna e si sfilò le mutandine: “Tienile amore, … così, fino a quando non ci rivediamo, avrai qualcosa di me che ti terrà compagnia quando avrai voglia”.
E così fu.
(FINE SECONDA PARTE)
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