Lui & Lei
Il primo culo non si scorda mai
di Pigover60
01.03.2022 |
16.163 |
9
"Cercavo di far piano, ma, ad un certo punto, fu lei a spingere con decisione il culo verso di me ed il cazzo cominciò ad entrare, sempre più profondamente..."
Fino a quel giorno non avevo mai voluto penetrare una donna nel secondo canale.Lo ritenevo una cosa non naturale, ma, soprattutto, date le dimensioni del mio pene - grosso, all’incirca, come il rotolo di cartone attorno al quale è avvolta la carta igienica - per timore di far male alla partner.
Invece fu Albina a farmi cambiare idea.
La conobbi ad una festa fra amici, organizzata in un elegante bar di Torino; mi venne presentata da Laura con la quale avevo condiviso un letto diverse volte.
Poi, lei, Laura, aveva trovato il “grande amore” ed era convolata a nozze.
- Ciao Toni - mi salutò Laura - Mi fa piacere trovarti a questa festa. Come va?
- Bene, grazie e tu, novella sposa?
- Anch’io, grazie! Posso presentarti una mia amica?
- Certo che sì! - risposi entusiasta; avendo conosciuto molte sue amiche, tutte strafighe, mi immaginavo mi si presentasse una bomba di sesso.
Si voltò, fece un cenno verso una donna che, prontamente, si avvicinò a noi.
Devo confessare che, lì per lì, il mio entusiasmo scemò immediatamente: era piccoletta, paffutella e con l’aria della “brava ragazza, tutta casa e Chiesa”.
- Piacere, Albina - mi disse porgendomi la mano.
- Piacere, Toni - le risposi stringendogliela.
- Beh, ragazzi - disse Laura - ora vi lascio soli: devo ritrovare, fra questa confusione, mio marito. Mi raccomando: fate i bravi!
E ci lasciò ridacchiando.
- Beviamo qualcosa? - domandai ad Albina, giusto per rompere il ghiaccio.
- Certamente, grazie!
- Alcolico o analcolico?
- Umh, … alcolico va bene: se ci fosse un White Russian, sarebbe ideale … per cominciare - mi rispose.
Rimasi un attimo perplesso: il White Russian è uno dei più micidiali intrugli che si conoscano.
Tuttavia andai al bancone ed ordinai due coctail: un Mojito per me ed un White Russian per Albina.
Poi mi diressi al tavolino al quale, nel frattempo, si era seduta la donna.
Le porsi la sua bevanda e, quando fui seduto anch’io, allungai il mio bicchiere per brindare con lei.
- Emh, è da molto che conosci Laura - le chiesi.
- Da cinque o sei anni.
- Che strano! Anch’io conosco Laura più o meno dallo stesso tempo, ma non ti ho mai vista assieme a lei.
- Beh, forse perché non frequentavo i locali che frequentava lei … ero sposata e mio marito era gelosissimo.
- Capisco … quindi, adesso, sei … single.
- Per fortuna sì! - rispose senza esitazioni - Libera di divertirmi … anche se - disse accennando al suo aspetto - non si direbbe. Ma ti garantisco che sono anch’io come … questo cocktail: molto “alcolica”.
- In effetti - ammisi - mi sembri, senza offesa, più adatta ad una scuola di catechismo che a feste come questa.
Lei rise di gusto, poi aggiunse, con aria sorniona: “Spero di poterti dimostrare che ti sbagli …”
La festa andava avanti, molti ballavano e io, pur detestando il ballo, le chiesi se volesse anche lei fare “due salti”.
- Se non ti spiace - mi rispose - preferirei uscire e fare una passeggiata … magari in auto, … fuori dalla confusione della città.
Evidentemente il White Russian stava cominciando a fare effetto, pensai.
- Per me va benone - le risposi - Vado a recuperare Laura e ad avvisarla che noi …
- Lascia perdere - mi interruppe - Laura sa che, ad un certo punto, se l’amico che mi avrebbe presentato era di mio gradimento, avremmo lasciato la festa. Poi, magari, domani le dirò com’è andata … - E rise.
Uscimmo, ci avviammo in auto e, appena saliti, le domandai: “Hai qualche posto in particolare dove andare?”
- Certo! - rispose - a casa mia!
Non ritenni di controbattere, ma avviai il motore mentre, fra le cosce, sentivo il mio membro dare segni di impazienza: dopotutto, anche se non era una strafiga, si preannunciava una scopata - come dire? - interessante.
Appena chiusa la porta di casa sua alle spalle, mi abbracciò, mi porse la bocca, avida di baci.
Mentre la baciavo, sentii una sua coscia strusciare la mia patta; accortasi che il membro era in erezione, mi prese per mano e mi portò in bagno.
Cominciò a spogliarsi invitandomi a fare lo stesso; non me lo feci ripetere due volte.
Aveva un corpo stupendo e capii che, tutto sommato, i vestiti, a volte, traggono in inganno.
Era piccoletta, paffutella, ma aveva ogni cosa al suo posto: due tette talmente sode che parevano tenute su con un sostegno, due aureole grandi e scure, i capezzoli turgidi all’inverosimile.
La figa era coperta da un folto cespuglio nero.
Entrammo in doccia; era di quelle grandi e non creava problemi di … capienza.
Aprì l’acqua che raggiunse rapidamente la giusta temperatura; poi prese la bottiglietta del bagno schiuma e ne distribuì un po’ sul suo corpo ed un po’ sul mio, poi mi invitò: “Insaponami bene, porcellone ed io farò lo stesso con te!”
Le insaponai le mammelle, indugiando sui capezzoli la cui durezza mi fece pensare che, strusciandoli sul vetro della doccia, avrebbero potuto graffiarlo.
Scesi sul ventre e, subito, mi appropriai della figa.
Lei, intanto, non perse tempo col resto del mio corpo ed agguantò il mio cazzo e, mentre mi masturbava, si lasciò sfuggire un commento entusiastico: “MMMMM … notevole!”
Poi: “Beh, ora direi che sarebbe il caso di asciugarci e metterci comodi nel letto!”
Ci asciugammo in fretta poi lei, tenendomi per il pene, mi condusse nella camera da letto.
Accese tutte le luci “Perché - disse - anche i nostri occhi devono godere”
Ci sdraiammo l’uno accanto all’altra ed io, mentre succhiavo avidamente un suo seno, feci scivolare una mano fra le sue cosce, scoprendo una figa bagnatissima.
Non esitai, allora, a cambiare posizione andandole a leccare la patata; aveva un clitoride molto pronunciato e cominciai a succhiarlo avidamente.
Le gemeva di piacere e, ogni tanto, mi incitava: “Sìììì, così, porco! … Leccamela succhiamelo, mi fai godere!”
Venne quasi subito.
Ma io continuai perché sentivo che era una donna affamata da troppo tempo e volevo soddisfare le sue voglie di sesso.
Venne una seconda volta; avevo il viso fradicio dei suoi umori.
Pensai che fosse arrivato il momento di penetrarla e mi disposi in modo da entrarle in figa, ma lei:”Aspetta tesoro - mi interruppe - per la figa c’è tempo; voglio il tuo cazzo in culo … lì sono vergine e voglio che sia tu il primo a violarlo.”.
Si mise alla pecorina ed io le chiesi: “Sei sicura? … Non vorrei farti male …”
- Vai tranquillo - rispose decisa - ho sempre desiderato un cazzo nel culo e nessuno me lo ha mai rotto, nemmeno quella mezza sega del mio ex marito”.
Puntai, allora, il mio cazzo sul suo buchino, dopo averglielo abbondantemente inumidito con la lingua e cominciai a spingere.
Cercavo di far piano, ma, ad un certo punto, fu lei a spingere con decisione il culo verso di me ed il cazzo cominciò ad entrare, sempre più profondamente.
- Sìììì, così! Spingi porcone, voglio quel tuo bel cazzone dentro il mio intestino - mi incitava - mettilo dentro fino alle palle!”
Era la mia prima volta che sodomizzavo una donna e provai un piacere intenso.
Una volta entrato, non senza difficoltà, sentivo il mio cazzo stretto in quello splendido culo; pompai sempre più velocemente per molto tempo e, alla fine, mi scaricai dentro con un violento ed abbondante getto di sperma.
Lei urlò di piacere.
Tremava e, mantenendo la posizione, mentre io le restavo dentro, con una mano cominciò a sgrillettarsi.
Venne con un fiotto che inzuppò le lenzuola.
Io mi tolsi e, come lei, mi abbandonai stremato al suo fianco.
Ansimavamo, appagati.
Ma lei: “Tesoro mio - mi disse baciandomi sulla bocca - è stato fantastico … e la notte è ancora lunga”.
Poi, con malizia, aggiunse: “E domani voglio far crepare d’invidia Laura … aveva scommesso che non avresti ceduto a mettermelo in culo!”.
Le donne.
Valle a capire!
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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