trio

Erice


di DoraeMarito
12.09.2023    |    1.443    |    4 9.7
"Le mani sulle mie spalle per tenere ben salda la preda durante gli affondi, la testa reclinata, Dora stava godendo nel buio della benda, con la lingua in..."
Uscimmo dalla trattoria ebbri e divertiti; l’incontro con quel tipo ci aveva solleticato non poco, aiutati dall’ottimo vino rosso.
Stavamo consumando il dolce quando il tipo di fronte al nostro tavolo che aveva guardato a lungo verso di noi si avvicinò e, chiedendo scusa per il disturbo, ci disse che aveva casualmente sentito qualcuna delle nostre battute sul prestante cameriere che non toglieva gli occhi di dosso a Dora.
“Ecco, se non sono troppo sfacciato mi permetto di dirvi che il cameriere ha guardato così insistentemente sua moglie per …invidia; sì invidia della sua femminilità indossata con tanta disinvoltura ed eleganza…”
“Credo di non aver capito”.
“Vede, il cameriere, Walter, lavora per me da 5 anni ed è gay e quando serve una bella donna come sua moglie, non può far a meno di …voler essere lei… ” aggiunse sorridendo garbatamente.
Io e Dora ci guardammo e sorridendo ringraziando per le delucidazioni e ci preparammo per uscire.
“Sono Gino Bagna” disse l’uomo tendendomi la mano; “Lieto, sono Claudio, la mia Signora Dora”; “Incantato Signora; ho sentito, per carità involontariamente, che ripartite dopodomani; domani non è previsto un grande afflusso e prepareremo un menù speciale per i nostri fedelissimi, sarete dei nostri?”.
“Con piacere – rispose Dora – avevamo già deciso di tornare”; l’intraprendenza di mia moglie nel rispondere prontamente mi incuriosì e mi divertì allo stesso tempo.
La cena della sera successiva confermò appieno alle aspettative: camino acceso, pochi tavoli ben distanziati l’uno dall’altro, ottimo cibo e un grandioso abbinamento con un Frappato della casa.
Quando il locale cominciò a svuotarsi dagli avventori, Gino chiese il permesso di sedere al nostro tavolo offrendoci del Moscato d’Asti.
Rimasero solo due uomini ad un tavolo che chiacchieravano non curanti di noi; Dora si divertiva ai racconti da viveur di Gino: “Figuratevi che io avevo già chiuso dall’interno perché pensavo non ci fosse più nessuno, quindi passo sul retro per uscire ma vedo ancora la luce accesa nello spogliatoio; avvicinandomi per andare a spegnerla udivo strani suoni gutturali provenire dalla stanza; buttai uno sguardo dentro prima di entrare e…Walter era lì in piedi nudo con i palmi delle mani appoggiati alla parete ed il sedere rosso delle sculacciate che Hbdah continuava a menare…”
“Noooo – disse Dora sfiorandosi il capezzolo destro attraverso il vestito senza accorgersene – e tu hai continuato a guardare? …però ….interessante no Claudio?”
“Beh proprio guardare ….solo guardare …no …”
Dora lo guardava divertita e pendeva dalle sue labbra per sentire l’esito del racconto. “Beh adesso non so se posso…- aggiunse Gino guardandomi e ricevendo il mio assenso che divertì Dora - …a me non piacciono né il sadomaso né …i maschi, ma quella scena suscitò in me un’eccitazione così…. Beh così ho continuato a godermi lo spettacolo …aiutandomi con una mano ….”
Scoppiamo a ridere tutti e tre; “Scusate ho bisogno del bagno” e così dicendo mi alzai e guardando Dora con un sorriso “Posso stare tranquillo amore a lasciarti qui vero ?” “Certo Tesoro, c’è troppa gente” rispose lei sorridendo e guardandomi.
Tornai al tavolo ma Gino non era più seduto lì, Dora sorseggiava il suo Moscato e non appena mi sedetti lei mi sussurrò “Gino mi ha detto dirti che se vogliamo c’è la sua saletta riservata” disse Dora sorridendo sorniona “e mi ha sfiorato il braccio quando lo diceva” “dai! E tu?” “…niente ho sorriso senza abbassare lo sguardo”.
“Vi va di seguirmi di là? Non avremo il problema di assistere alla pulizia del locale prima della chiusura e potremo rimanere fin quando vogliamo”
“Se si può fumare lì sì” disse Dora felicemente brilla. “Quanto vuoi e quello che vuoi” replicò Gino poggiandoci cordialmente le mani sulle spalle.
(…)
Ci accomodammo su un divanetto posto davanti una piccola libreria mentre Gino tornò in sala per salutare gli ultimi ospiti e Walter, servitoci da bere, andò di là anche lui.
Rimasti soli misi finalmente la mano tra le cosce di mia moglie che continuava a guardare Gino da lontano che parlava con Walter; era bagnata, l’atmosfera si era riscaldata e lei si era resa perfettamente conto che la balza delle sue autoreggenti sulla carne della sua coscia aveva fatto strabuzzare gli occhi a tutti tre, Walter compreso! “Ops arriva” dissi ritraendo la mano “E allora ? …ti prego continua a toccarmi proprio come stavi facendo” “Ma che dici Amore ? sta arrivando Gino?” “…dai!! non hai sempre detto che avresti voluto un guardone mentre fai il porco con me ?” Ulteriormente eccitato da quell’invito, non me lo faci ripetere due volte e continuai a muovere la mia mano sotto il suo vestito che si rigonfiava vistosamente.
Senza dire una parola Gino si sedette compiaciuto; il vestito di Dora si era alzato leggermente lasciando intravedere le sue bellissime cosce; avvicinai la mia bocca al suo collo e la baciai avidamente; teneva gli occhi socchiusi e di tanto in tanto guardava il nostro amico che ricambiava i suoi sguardi con il pacco in bella mostra.
“Alzati” le sussurrai in un orecchio; tra lei e Gino il tavolo dove Dora appoggiò le mani offrendomi ciò che volevo; alzai il vestito ammirando il suo sontuoso culo, carezzandole e strizzandole a lungo le chiappe, quando me le trovai a portata di bocca pronte per essere servite con lunghi e umidi baci lungo tutto il solco fino all’ano del quale mi impadronì succhiandolo e penetrandolo con la lingua, mentre la sua fica si apriva alle mie due dita che la massaggiavano lentamente ed in profondità.
Gino si avvicinò sorridendo ed in piedi di fronte a lei tirò fuori quello che si intravedeva dal bozzo tra le sue gambe: un cazzo grosso e tonico con una cappella enorme che lui accarezzava guardando Dora mentre mugolava per il piacere di ricevere anche due mie dita nel culo; si muoveva lentamente per prenderle bene; poggiati i gomiti sul tavolo, guardava davanti a lei il grosso cazzo che Gino menava lentamente e che ormai era alla portata della sua bocca; lo sentì appoggiarsi piano alle sue labbra che si schiusero cedendo alla dolce pressione di quella cappella paonazza. Leccandola con dolcezza, soffermandosi sul frenulo, Iniziò a spompinarlo senza fretta, mentre io continuavo a servire di lingua e di mani la mia regina. Gino tirò fuori un foulard dalla tasca della giacca che mise sugli occhi di quella splendida femmina che trastullava con la sua bocca quel cazzo. Dora era bendata ora.
Le tolsi il vestito facendole recuperare la posizione verticale mentre Gino le massaggiava la fica succhiandole i capezzoli con l’immenso gradimento di mia moglie che sentiva il mio membro duro strusciarsi tra le sue burrose chiappe, assecondandone il movimento.
Girandola dolcemente Gino iniziò a strusciare il suo membro contro di lei, adesso era lui a godersi un massaggio all’uccello da quelle sontuose chiappe mentre io in ginocchio slinguazzavo il clitoride di Dora massaggiandole la fica con tre dita che i suoi umori avevano reso completamente bagnate.
Liberandomi degli indumenti mi godevo la scena delle mani di Gino che torturavano i capezzoli di mia moglie continuando a farle sentire la sua nerchia nerboruta tra il solco delle chiappe. La condussi vicino al divano dove la feci inginocchiare a quattro zampe per piazzarmi davanti il suo viso con il cazzo duro e scappellato iniziando a scoparle piano la bocca. Gino, accarezzando e aprendo dolcemente il culo di mia moglie si piazzò con la faccia tra le sue natiche e, a giudicare da come Dora mugolava, stava facendo un ottimo lavoro con la bocca.
“Voglio il cazzo adesso, devo godere facendomi scopare da un cazzo. Ora.” L’imperioso ordine arrivò allontanando il mio cazzo dalla sua bocca; tirandosi su appoggiò le sue mani al mio petto con il chiaro intento di volermi seduto per potere montare ciò che voleva.
Sedendosi su di me si lasciò cadere lentamente ad inghiottire completamente la mia asta nella sua carne calda e bagnata per poi iniziare a muoversi come fa una brava cavallerizza quando c’è da montare.
Le mani sulle mie spalle per tenere ben salda la preda durante gli affondi, la testa reclinata, Dora stava godendo nel buio della benda, con la lingua in bocca di Gino che con fare sapiente le trastullava l’ano con due dita; Lei montava sentendo i suoi buchi pieni, emettendo mugolii sempre più intensi, ballando freneticamente a cavallo fino a raggiungere un orgasmo che la fece vibrare a lungo per poi abbandonarsi su di me continuando a muoversi lentamente per strusciare il mio cazzo tra le sue pareti contratte dal piacere.
Liberatasi dalla benda, guardandomi fisso negli occhi con un’espressione da infoiata, si liberò del mio uccello per scendere e inginocchiarsi di fronte a me; mettendo il culo bene in vista per Gino, iniziò a succhiarmelo avidamente, rallentando solo quando avvertì la cappella di Gino strusciarsi prima tra le chiappe e poi sul culo. Adesso il suo lavoro di lingua e labbra al mio cazzo erano sintomo di un’attesa; muovendo piano i suoi fianchi contro Gino, Dora voleva farsi riempire il culo da lui; vidi il nerboruto uccello del nostro ospite sparire poco per volta tra le natiche di mia moglie “…così…piano…tutto…ssìì”.
Vedere le mani di un altro afferrarle le chiappe e tenerle ben aperte per incularla, massaggiandosi il cazzo dentro il suo splendido culo mi stava facendo esplodere le palle; infilai il cazzo duro nella bocca di mia moglie mentre mugolava per il cazzo in culo e inizia a masturbarmi furiosamente fino a sborrarle copiosamente in faccia. La mia splendida moglie che si gustava il cazzo di uno sconosciuto nel culo con la faccia sporca della mia sborra.
Ripulendole il viso con una salvietta, le misi la lingua in bocca mentre Gino iniziava a sbatterla con sempre più veemenza nel culo; abbandonati tutti i freni inibitori, i suoi mugolii divennero sommesse grida di piacere che divenivano via via più forti; voltandosi per guardarlo godeva anche della scena nel vedere uno sconosciuto fotterle il culo. “Dove la vuoi la mia sborra bella signora rotta in culo?” disse Gino ormai prossimo all’arrivo “addosso…la voglio addosso la tua sborra porco…fottimi…sìì…”. Gino eruttò tutto il suo piacere in più e più fiotti, imbrattando la schiena e le natiche di mia moglie. Mi gustai la visione di qualche rivolo che scendeva dolcemente tra le sue chiappe arrossate.
Ma qualcuno aveva assistito allo spettacolo…e sembrava gli fosse anche piaciuto…
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