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IL CAPO DEL MIO AMICO


di Membro VIP di Annunci69.it StefyeStef
04.11.2024    |    4.258    |    4 10.0
"Mi abbassò i pantaloni a metà coscia e si fermò per un attimo a guardarmi le cosce e il pacco già sveglio da un pezzo sotto alle mutandine di pizzo, poi mi..."
Mi ero svegliato quel sabato con una gran voglia di travestirmi con tutti gli annessi e connessi, sperando di trovare in giro un amico con cui giocavo da un pò. Molto fiducioso, avevo indossato le autoreggenti nere e un paio di mutandine di pizzo blu sotto ai jeans, e una canottiera molto femminile lunga fino appena sotto alle chiappe, blu anch'essa, sotto alla t-shirt. Mandai un messaggio al mio amico e mi avviai verso il solito bar dei nostri incontri. Fiducia mal riposta purtroppo, perché le virgolette di avvenuta lettura non diventarono mai due. Ne restò sconsolatamente una sola fino a mattina inoltrata. Stanco di cappuccini di soia ed eccitatissimo al contatto del nylon con la pelle, stavo per andare a casa a soddisfarmi da solo con uno dei miei giochini, quando entrò nel bar quello gran figo del capo del mio amico. Un uomo sulla cinquantina, dal fisico perfetto, con capelli brizzolati ne lunghi né corti, giusti, e con quella barba di un giorno che fa tanto sabato in relax. Sotto ai jeans attillati si intuiva un bel pacco, e la maglietta scollata a V portata con disinvoltura sotto alla camicia aperta lasciava fare capolino a dei superbi pettorali. Ci eravamo presentati una volta sempre in quel bar, e non mi era chiaro se sapesse o solo intuisse di me e del suo dipendente. Mi era parso di sì in realtà. Era ormai come ho detto tarda mattinata, l'ora dell'aperitivo, e accettai di buon grado il calice di Francia corta che insistette per offrirmi.
" Il Francia corta qui è buono ma costa un botto" mi disse ridendo dopo averlo scolato piuttosto velocemente " ti va di salire da me a berne un altro ? Ne ho giusto una bottiglia in frigo"
Mi si chiuse la gola e annuii con mille farfalle nello stomaco, cosa stava succedendo ?
Eravamo in pieno centro, zona iper valutata, e pensai che visto che lui era un imprenditore fosse probabile che abitasse da quelle parti, visto che beveva Franciacorta come fosse acqua minerale.
Percorremmo infatti poche centinaia di metri sotto ai portici. Lui parlava e io ascoltavo moooolto distratto. Capii solo che la moglie era andata al mare per il week end e che lui l'avrebbe raggiunta per cena.
Arrivammo di fronte a un elegante portone e salimmo una rampa di larghe scale, da palazzo patrizio. Quanti soldi deve avere questo, pensai con una punta di invidia.
Aprì la porta di casa e appena sulla soglia arrivò la richiesta che mi mise nei guai. Potevo togliermi le scarpe ? Mi porse un paio di ciabatte e si irrigidì vedendo il mio piede fasciato nel nylon. Mi irrigidii anch'io, cazzo, avevo dimenticato di mettere i calzini sopra alle calze di nylon. Alberto, così si chiamava, mi squadrò per un momento, poi sorrise, poi si fece serio.
"Sai che se ci fosse stata mia moglie a casa mi avresti messo in serio imbarazzo ?"
"Si certo Alberto, scusami, io non pensavo... in realtà con queste calze sto fresco, sono calze al ginocchio..."
"Ah sì certo, sono calze al ginocchio, fammi vedere come sono magari li compero anch'io se sono così freschi " e così dicendo mi fece il gesto di sollevare il jeans lungo il polpaccio. Ahimè ovviamente non erano calze al ginocchio e quando Alberto vide il mio ginocchio fasciato nel nero del nylon fece un ampio sorriso e mi prese per mano. Lo seguii docilmente ormai completamente inebetito.
Mi portò in salotto e si sedette su un grande divano di pelle, facendomi cenno di sedere a fianco a lui.
"Vedi, con questa cosa hai messo nei guai il tuo amico F. Sospetto da tempo che ci sia intesa tra di voi, e sia chiaro sono fatti vostri. Però se questo che è successo con te oggi fosse successo a lui magari a un ricevimento ? Ne darò uno a breve per i miei dipendenti più fidati, e qui ci si toglie sempre le scarpe. Per togliere dall'imbarazzo sia te che lui avrei però un'idea, che è l'unica cosa che mi può fare dimenticare questo incidente"
Con la bocca secca riuscii solo a balbettare un ok stentato...
" Bene, alzati in piedi" Lo feci e non mi stupii quando Alberto prese a slacciarmi la cintura dei pantaloni
"Ma... allora anche tu..."
"Zitto" mi intimò quasi sussurrando, intuivo che mi aspettava una punizione, ma ero dispostissima a riceverla da un uomo con quella classe e quei modi...
Da qui in avanti scriverò al femminile, perché così mi fece sentire Alberto quella mattina, come una signora punita dal marito per avere fatto un grosso sbaglio.
Mi abbassò i pantaloni a metà coscia e si fermò per un attimo a guardarmi le cosce e il pacco già sveglio da un pezzo sotto alle mutandine di pizzo, poi mi rovesciò sulle sue ginocchia a culo all'aria e faccia in giù. Lo sapevo, ero certa che mi avrebbe sculacciata. Non che fosse la prima volta, ma lo avevo fatto sempre all'interno di un gioco erotico con compagni affiatati, mai così a secco con un appena più che conoscente.
Le prime sculacciate arrivarono nemmeno troppo forti, con da parte mia lo ammetto un pizzico di delusione, sul culo ancora coperto dalle mutandine, che presto poi tirò su nel solco delle chiappe in concomitanza con l'aumentare dell'intensità dei colpi.
Faceva male ma andavamo molto meglio, mi stavo veramente eccitando. Quando inevitabilmente mi abbassò le mutandine alle ginocchia i colpi iniziarono ad arrivare più forti e meno distanziati nel tempo. Iniziai ad emettere gemiti a metà tra il piacere e il lamento, che rispecchiavano esattamente la situazione in cui mi trovavo. Dovevo avere il culo veramente rosso quando finalmente si fermò. Non li avevo contati ma sicuramente avevo ricevuto almeno una cinquantina di colpi a mano aperta sulle natiche. Mi accarezzò per un pò le chiappe doloranti, e mi fece gemere quando le carezze indugiarono nel solco tra i glutei. Dio che piacere...
Con delicatezza mi disse di togliermi i pantaloni e di seguirlo. Lo feci e mi tolsi anche la T-shirt, rivelando la canottiera sexy che portavo sotto. A quel punto non avevo più nulla di maschile addosso, e toccò a lui deglutire per la sorpresa.
Andammo in camera e senza dire una parola mi baciò in bocca, infilando la lingua con una passione inaspettata. Ho sempre saputo di essere figa en travesti, ma non mi sarei mai aspettata un trasporto simile da un figo come quello. Con le chiappe rosse e doloranti ero eccitatissima e presi in mano io il gioco. Lo spogliai lentamente e presi a strusciarmi su di lui facendogli sentire il nylon delle mie gambe sul cazzo durissimo, e lo feci penare prima di prenderlo in bocca. Gli feci una lunga pompa poi lo incitai mettendomi alla pecora. Prese preservativo e lubrificante e inaspettatamente fu paziente, mi prese con calma, infilandolo e poi ritirandolo più volte fino a farmelo sentire fino in fondo. A quel punto iniziò a cavalcarmi e mi fece provare almeno tre orgasmi prostatici. Fu un sabato mattina devastante... E da quel giorno incominciammo a vederci, anche in tre con il mio amico/amante suo dipendente, ma questa è un'altra storia
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