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10.03.2025 |
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""Eh lo so che ti piace, puttanella..."
Andrea si guardò allo specchio con un misto di emozione e nervosismo. Quel giorno aveva deciso di osare, di esplorare una parte di sé che aveva tenuto nascosta per molto tempo. Amava il travestimento, ma stasera non si trattava solo di vestirsi in modo diverso. Era una forma di espressione, un atto di intimità che gli permetteva di sentirsi libera.Si era scelta un intimo femminile in pizzo nero, qualcosa di delicato e sofisticato. Il completo di cosplay che aveva deciso di indossare aggiungeva un tocco di mistero, ma anche una certa forza: voleva sentirsi più di quello che era, ma allo stesso tempo più vulnerabile. Era un gioco, un gioco di ruoli, e Andrea non vedeva l'ora di vederlo prendere forma.
Quando Roberto arrivò, Andrea era già pronta. Si era seduta sul divano, ma il suo cuore batteva forte. Non si trattava solo di come si sentiva indossando quei vestiti, ma di come Roberto l' avrebbe percepita. La loro relazione aveva sempre avuto una componente di attrazione mentale, di giochi di potere e di emozioni condivise. Quella sera, Andrea sperava di portare tutto a un livello più profondo.
Roberto entrò nella stanza, i suoi occhi scrutarono Andrea con un’intensità che lo fece sentire subito al centro della sua attenzione. Andrea si sentiva nuda, ma non nel senso fisico. Era vulnerabile in un modo che non riusciva a spiegare, eppure, sorprendentemente, si sentiva più sicura che mai.
"Wow," disse Roberto, la sua voce bassa e grave. Il suo sguardo si fece più intenso, ma non c’era giudizio nei suoi occhi, solo un’ammirazione che scaldava Andrea dall’interno. "Sei... incredibile."
Andrea si sentì subito sollevata, il suo respiro si fece più profondo. Quella reazione lo rassicurava, la faceva sentire desiderata, vista per quello che era davvero. Roberto non la guardava con occhio critico, ma con curiosità, e qualcosa di più.
"Ti piace?" chiese Andrea, un po' timida ma anche desideroso di sentire la risposta di Roberto.
"Sì," rispose Roberto, un sorriso appena accennato sulle labbra. "Mi piace molto. Sei più che sorprendente, Andrea. Stasera voglio che tu faccia qualcosa per me, qualcosa che ti faccia sentire veramente libera."
Andrea guardò Roberto, i suoi occhi scintillavano di emozione. Non aveva mai parlato esplicitamente di quello che gli piaceva in quel contesto, ma sapeva che, con Roberto, avrebbe trovato la comprensione che cercava.
"Ti seguirò," disse Andrea, sentendo un brivido di eccitazione mentre pronunciava quelle parole. Era pronto a lasciarsi andare, a esplorare insieme un gioco che li avrebbe avvicinati ancora di più. La fiducia che c’era tra di loro, il rispetto reciproco e il desiderio di scoprirsi l’un l’altro, erano la base per andare oltre, senza paura.
Andrea stava ancora cercando di assimilare le parole di Roberto. La sensazione di essere osservata con tanta intensità la faceva sentire vulnerabile, ma anche più vicino a lui. La loro connessione era qualcosa che Andrea non aveva mai sperimentato in modo così profondo. Roberto aveva la capacità di farla sentire sia al centro dell'attenzione che completamente in balia delle sue mani, e non era mai stato così affascinante.
Mentre Andrea si perdeva nei suoi pensieri, un rumore alla porta lo fece sobbalzare. Roberto si girò e sorrise. "È lui," disse semplicemente. "Preparati."
Andrea si alzò dal divano, il suo corpo tremava leggermente. L’arrivo di un'altra persona lo spiazzava. Non aveva mai pensato che ci fosse spazio per un altro, ma si fidava di Roberto e della loro intesa. E così, con una leggera apprensione, Andrea si avvicinò alla porta.
Quando la porta si aprì, apparve un altro uomo, che Andrea non conosceva personalmente ma di cui aveva sentito parlare. Luca. Roberto lo accolse con un sorriso, e Luca, un uomo di aspetto distinto e sicuro di sé, gli ricambiò lo sguardo con una certa ammirazione. La sua presenza era immediatamente avvertibile, e Andrea non poté fare a meno di notare l’interesse che Luca aveva per lui.
"Andrea, questo è Luca," disse Roberto. "Luca, Andrea."
Luca sorrise con un'aria di curiosità. "Piacere di conoscerti," disse, la sua voce calda e suadente.
Andrea annuì, sentendo un misto di curiosità e nervosismo. Non era abituato a queste situazioni, ma l’idea di esplorare nuovi orizzonti lo eccitava in un modo che non riusciva a spiegare. Nonostante il suo imbarazzo, si sentiva come se stesse entrando in un territorio sconosciuto ma affascinante.
Roberto si avvicinò a lui, posando una mano sulla sua spalla. "Andrea è speciale," disse Roberto, la sua voce sicura, "e stasera ci guiderà in un gioco che può andare oltre quello che conosciamo."
Andrea sentì un brivido scorrergli lungo la schiena. Luca osservava con attenzione, i suoi occhi pieni di interesse, ma non c’era nulla di invadente nel suo sguardo. Sembrava rispettoso, ma anche estremamente consapevole del proprio desiderio.
"Ti va di esplorare?" chiese Luca, il tono della sua voce mischiava rispetto e curiosità, come se stesse cercando di capire fino a che punto Andrea fosse disposto a spingersi in quel gioco di ruoli che Roberto aveva in mente.
Andrea guardò Roberto per un momento, cercando il suo consenso. Roberto gli sorrise, come se volesse rassicurarlo. "Stai tranquilla," gli disse. "Fai solo quello che ti senti di fare."
Andrea respirò profondamente. C'era qualcosa di liberatorio nel sapere che non doveva fare nulla che non volesse. Ma la sua mente era turbata da mille pensieri. Come avrebbe reagito? Come avrebbe potuto gestire una situazione con due uomini così diversi ma accomunati dalla stessa intensità?
Mentre Andrea osservava Roberto e Luca, un mix di emozioni la travolse. Era in una situazione che non si era mai trovata a vivere, ma la tensione nell'aria non gli sembrava affatto scomoda. Si sentiva attratta dalla sicurezza che Roberto emanava, un uomo che sembrava conoscere perfettamente i suoi desideri senza bisogno di parole. Luca, con il suo sorriso misterioso e l’aria di complicità, la incuriosiva ulteriormente.
Il suo cuore batteva più forte mentre rifletteva sulla situazione. Non era solo attrazione fisica, ma qualcosa di più profondo: un desiderio di esplorare, di capire se stesso attraverso la loro presenza, di andare oltre le barriere che si era imposto per tanto tempo. La sua mente correva veloce, cercando di comprendere come avrebbe reagito, come sarebbe stato sentirsi parte di un'intimità così complessa e nuova.
Non era solo eccitazione fisica, ma anche un senso di liberazione. Il pensiero di abbandonarsi a un'esperienza che non aveva mai vissuto la entusiasmava. Il rispetto che Roberto e Luca mostravano per lei la faceva sentire al sicuro, eppure c’era un brivido che gli faceva accelerare il battito. Sapeva che stava entrando in un territorio sconosciuto, ma non sentiva paura. Solo il desiderio di scoprire qualcosa di nuovo, di esplorare i limiti e i confini del piacere, e forse anche della sua identità.
Andrea si guardò allo specchio, un sorriso di approvazione che si formò sulle sue labbra. Il costume da cosplay da cameriera sexy che aveva scelto era elegante ma audace, con un tocco di giocosità che la faceva sentire sicura di sé. La mini gonna corta in raso nero scivolava delicatamente sulle sue gambe, mentre il corpetto bianco e nero metteva in evidenza la sua figura, stretta in vita. Calze a rete autoreggenti mettevano in risalto le sue lunghe gambe e l'autoreggente era poco sotto al bordo della minigonna. Un collare nero sotto il colletto completava il look, dandogli un'aria intrigante e giocosa.
Andrea sentiva una sensazione di potere che lo attraversava. Non si trattava solo di un costume, ma di un’espressione di sé, di un modo per esplorare un lato della sua personalità che la faceva sentire libera. Sapeva che quella sera sarebbe stata il gioco erotico di Roberto e Luca, lo sapeva e voleva provocare il più possibile questo.
Andrea si alzò e andò verso Luca.
"Vedo che hai un collare, sei una birichina?" chiese Luca.
Luca, con la sua personalità affascinante e il suo modo di guardarlo, la faceva sentire unica, come se fosse una parte importante di qualcosa che stava prendendo forma in quel momento.
“Ti senti a tuo agio?” chiese Roberto con calma, la sua voce profonda e sicura.
Andrea annuì, ma dentro di sé sentiva un calore crescere. Non era solo l’ambiente che la rendeva nervoso, ma l’idea di essere in grado di esplorare se stessa con il loro sostegno.
Roberto aveva con sé il guinzaglio, come da tradizione era lui ad iniziare il gioco, attaccandolo al collare di Andrea.
"Vedi Luca, la mia Andrea è un pò monella ed oggi è una cameriera un pò disobbediente".
Andrea senza dire nulla allungò entrambe le mani, ora erano tutti in piedi vicini tra loro, andando ad accarezzare il pacco di ciascuno degli altri due. Il gioco era iniziato ed un guizzo nello sguardo di Luca fece capire ad Andrea che i due erano amici molto probabilmente anche per lo stesso appetito che Roberto aveva già dimostrato più volte su di lei.
Roberto e Luca allungarono di conseguenza le loro mani, iniziando a palpare Andrea, prima accarezzando le sue cosce e poi strizzando una chiappa ciascuno. Andrea sentiva da sopra i pantaloni che entrambe erano già eccitati ed iniziò a sbottonarli.
Infilò in entrambe una mano per afferrare i loro cazzi, voleva sentirli caldi e li fece uscire dalle loro mutande accarezzandoli lentamente.
"Forse dovreste mettervi più comodi, dovrei togliervi i vestiti" disse Andrea, con indole da buona cameriera.
Roberto le lasciò libero il guinzaglio e Andrea si mise ad abbassare i pantaloni di entrambe, sfilandoli.
Roberto lo conosceva già, ma Luca la stava incuriosendo molto, la voce profonda e la sua sicurezza nel modo di fare le avevano già anticipato cosa stava confermando con la sua mano. Luca avevo un bel cazzo, abbastanza tozzo, ma soprattutto aveva anche due belle palle penzolanti che eccitavano da morire Andrea, da sempre.
La scena stava già eccitando molto Andrea, due uomini maturi con il cazzo di fuori erano lì a sua disposizione e vogliosi di averla.
I due cazzi erano ormai duri e Andrea riprese ad accarezzarli con le mani, si inginocchiò ed iniziò una lenta sega su ciascuno. Sapeva che doveva aspettare gli ordini da Roberto, aveva già imparato che per avere ciò che già voleva, doveva aspettare che Roberto lo volesse.
Roberto tese il guinzaglio verso sè, si era innervosito, qualcosa non era come si aspettava dovesse succedere.
"Hai già preso tutti e due i cazzi in mano,eh? Troia, sempre la solita ingorda" disse Roberto leggermente ansimante.
"Vieni qui, prima leccami le palle".
Andrea venne strattonata e portata verso il cazzo di Roberto, si concesse di appoggiare le mani a terra e così facendo era ora a quattro zampe davanti a lui.
Si avvicino con la bocca, iniziando a baciare in prossimità delle palle, Roberto aveva un pò di peluria e voleva districarsi per arrivare bene dove doveva iniziare ciò che Roberto chiedeva.
Con una mano si aiutò a sollevare ancor di più il cazzo di Roberto e continuando a baciare la zona sottostante l'asta e l'inizio delle palle, allungò la lingua per iniziare a leccare ed insalivare le palle.
"Bene, brava, con calma, non c'è fretta"
Nel mentre, Luca si spostò dietro ad Andrea ed iniziò ad accarezzarle e palparle entrambe i glutei. Andrea adorava questo e mentre si apprestava a lavorare i coglioni di Roberto, si chiese per un attimo se i due si fossero già confrontati sul come muoversi e cosa fare.
Aveva la sensazione che l'unica che stesse vivendo il momento con improvvisazione fosse lei, questa cosa la stava eccitando ulteriormente perché succube ancor di più della voglia di quei due uomini eccitati.
Le leccate proseguivano e Roberto era ora a gambe ben larghe, consentendo ad Andrea di potersi ben muovere sotto le sue palle. Andrea iniziò anche a succhiarle delicatamente, alternando di tanto in tanto a sputare sopra per poi riprendere a succhiare e leccare.
"Guarda che culetto che hai, ci divertiamo ora" Luca era già molto su di giri, le sue palpate ora erano accompagnate anche da qualche sculacciata lieve per sondare la consistenza delle chiappe di Andrea.
"Inizia a dargli qualche leccata, vedrai come inizia a mugolare" disse Roberto rivolto a Luca.
Andrea non si interruppe e non disse nulla, ma l'intesa che aveva con Roberto non necessitava affatto di queste interruzioni e la frase stessa provocò un impulso di eccitazione ulteriore. Si mise a succhiare più avidamente per dare a Roberto conferma di apprezzamento.
"Eh lo so che ti piace, puttanella. Brava, lecca bene, ora puoi passare anche al cazzo". Roberto continuava a tenerla per il guinzaglio.
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