la notte del gran Premio

"Entrata all'autodromo sabato pomeriggio con tende, sacchi a pelo e viveri. Dopo le prove piantiamo la tenda e dopo aver fatto un giro della pista a piedi cena al sacco. Tiriamo un po' tardi e poi tutti a nanna, le tre ragazze in una tenda e i tre ragazzi nell'altra. La domenica, dopo il Gran Premio, ritorno a casa nei tempi permesso dal traffico in uscita dall'autodromo"
Questo era quanto avevamo raccontato alla mamma di Giovanna ma in realtà, io e Giovanna, saremmo andati sul lago d'Iseo per un week end tutto sesso con sosta al ritorno per vedere la corsa in qualche bar in modo da sapere raccontare qualcosa a casa.
Tutto sembrava filare liscio ma il venerdì sera la mamma di Giovanna calò la sua briscola:
"Portatevi pure Pina."
Pina era la sorellina, si fa per dire, di Giovanna. 14 anni infatuata di me in quanto, come fidanzato della sorella di otto anni più grande, rappresentavo per lei il fidanzato ideale.
Provammo a convincerla che già le ragazze dormivano in tre dentro una canadese da due posti e una quarta non ci sarebbe stata ma la donna fu irremovibile. Avrei voluto mandare a monte tutto ma poi decidemmo di andare veramente alla corsa. Per gli amici che non c'erano avremmo detto che non essendoci posti sufficienti nelle tende avevano rinunciato a venire.
Dopo le prove piantammo la tenda vicino a un gruppo di bergamaschi tifosi della Ferrari che, prendendoci in simpatia, ci invitarono alla loro grigliata con relative bevute.
Quando andammo in tenda Pina disse che con me vicino si sentiva più sicura e così mi misi in mezzo con Giovanna alla mia destra e Pina alla mia sinistra. Quando sentimmo che Pina non si muoveva più pensammo che si fosse addormentata e facemmo l'amore stando attenti a non svegliarla e quando venni sborrai in un fazzoletto che infilammo sotto il sacco a pelo. Rimanemmo ancora un po' a sbaciucchiarci e poi Giovanna si girò addormentandosi quasi subito mentre io rimanevo a guardare il soffitto della tenda pensando che avremmo potuto essere nudi in un comodo lettone a scopare come conigli.
Stavo quasi per addormentarmi quando Pina si girò verso di me mettendo il suo braccio sul mio petto per poi prendermi la mano, la lasciai fare pensando che stesse dormendo, dopo un po' si girò di nuovo trascinandosi la mia mano e mi trovai ad abbracciarla da dietro con la mia mano tra le sue sul suo petto. Sentii il contatto del suo seno e da quel porco che sono sempre stato aprii la mano per palparglielo. Mentre le toccavo le tette mi accorsi che avevo il cazzo duro e lo stavo strofinando contro il suo culo, aveva anche l'impressione che si stesse agitando leggermente per sentirlo meglio e così cominciai a spingere senza ritegno mentre con la mano andavo giù infilandomi nelle mutande fino al pelo per poi infilarci un dito e giocare con il clitoride prima di metterlo nella fessura umida.
Un movimento di Giovanna mi fece scattare e ritornai al mio posto, ma era un falso allarme. Sentii ancora la mano di Pina ma questa volta era andata giù, sul cazzo, e si era infilata nei pantaloncini e me lo stava accarezzando e poi dopo aver abbassato l'elastico dei pantaloncini lo aveva impugnato bene e mi stava facendo una sega. Sentii che stavo venendo e cercai di fermarla ma lo strinse più forte e continuò fino a farmi sborrare. Mi pulii nei pantaloncini pensando che fosse finita ma, evidentemente, voleva approfittare dell'occasione e continuò a lungo a baciarmi e a stringermi forte mentre io le facevo un altro ditalino fino a sentirla tremare dal piacere. Per tutta la giornata del Gran Premio rimase appiccicata a me e Giovanna ne era contenta:
"Mia sorella è proprio innamorata di te e mi dice sempre che vorrebbe trovare anche lei un ragazzo come te."