Gay & Bisex
l'amico ritrovato
di amolafi
06.06.2016 |
21.648 |
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"Mentre ci allontanavamo dall'edicola mi invitò ad andare a casa sua dove mi avrebbe mostrato le foto dei posti che mi porterà a visitare, gli risposi che..."
Da ragazzi andavamo a fare il bagno nei fossi e un gioco che facevamo era quello di farci una sega facendo a gara a chi veniva prima.Gianni era un mio compagno di classe in prima superiore e ci trovavamo a casa sua per fare i compiti e studiare, approfittando che sua madre tornava dal lavoro al pomeriggio tardi, finiti i compiti, a volte ci mettevamo sul divano e ce lo menavamo. Un giorno Gianni propose di farci le seghe reciprocamente, lui menava il mio ed io il suo ma, mentre lui mi aveva preso il cazzo a mano piena e me lo menava di gusto, a me l'idea di prendere in mano il suo mi dava un po' fastidio e gli dissi che se voleva continuare ma doveva arrangiarsi da solo con il suo.
Io ero sbragato sul divano a gambe aperte mentre lui si era accucciato davanti e mi faceva la sega menandosi il suo contemporaneamente, era talmente preso a guardarmelo che aveva abbassato un po' la testa e si era avvicinato, gli misi una mano dietro la nuca e lo tirai giù mettendoglielo davanti alla faccia. Prima di prenderlo mi chiese solo di non sborrargli in bocca e poi cominciò a succhiarmelo e a pompare su e giù. Quando sentii che stavo venendo gli misi le mani dietro la testa dandogli il ritmo e lo trattenni sborrandogli in bocca.
Corse in bagno a sputare e quando tornò si lamentò che quelli non erano i patti, alla mia domanda se non gli fosse piaciuto rispose che non ero di parola ma che non era poi così male, pensava peggio.
Da quel giorno, dopo i compiti, mi mettevo nudo sul divano e lui a gattoni me lo spompinava con grande soddisfazione mia e sua.
Un giorno che mi ero messo di traverso sul divano e lui si era messo a ginocchioni davanti a me, vedendogli il culo bello bianco e tondo, Gianni era piuttosto cicciottello, gli dissi che mi era venuta voglia di scoparlo, fece un po' di resistenza dicendo che avrebbe sentito male ma insistetti assicurandolo che avrei fatto piano e mi sarei fermato se avesse sentito dolore, prese il barattolino della crema che sua madre usava per le mani e se ne spalmò una buona dose e poi si mise in ginocchio sul divano, glie lo puntai e cominciai a spingere e sentii che entrava facilmente, ogni volta che si lamentava mi fermavo un po' e poi riprendevo fino a metterglielo dentro tutto per poi cominciare con piccoli movimenti avanti e indietro. La tensione unita al fatto di sentirlo stretto in quel buco caldo mi fece venire quasi subito spingendoglielo dentro e fuori con forza nonostante le sue lamentele.
Andai in bagno a lavarmi e si lavò anche lui. Ancora una volta si lamentò che non fossi stato di parola e gli avevo fatto male, lo rassicurai dicendogli che ero troppo eccitato ma che la prossima volta sarei stato più delicato. Mentre mi stavo rivestendo mi disse che però, mentre io mi ero sfogato, lui non aveva goduto e mi chiese di farglielo succhiare mentre si faceva la sua sega. Mi misi ancora seduto sul divano a gambe aperte e me lo prese in bocca, era moscio ma non ci volle molto perché tornasse duro e pensando che metterglielo nel culo mi era piaciuto gli chiesi di rifarlo, si sarebbe fatto la sega mentre lo inculavo ed avremmo goduto insieme. Si spalmò ancora la crema sull'ano e si rimise in ginocchio, glie lo misi dentro e cominciai a pompare prima adagio per poi aumentare le spinte e quando venne lo stavo pompando con forza a pieno ritmo e poco dopo venni anch'io.
Il pompino e l'inculata divenne il nostro divertimento quasi quotidiano fino a quel giorno che, mentre lo stavo pompando, sentimmo la chiave girare nella serratura, il tempo di infilare le mutande e sua madre ci sorprese dicendocene di tutti i colori, Gianni cercò di minimizzare dicendo che avevamo caldo e ci eravamo spogliati per sudare di meno ma lei non ci credette e, fra l'altro, mi intimò di non frequentare più casa sua senza la sua presenza altrimenti avrebbe detto a mia madre che razza di sporcaccioni eravamo.
Dopo quell'episodio Gianni mi divenne antipatico, se non avesse cominciato con la storia della sega reciproca, il pompino e le inculate non ci sarebbero state e non mi sarei trovato con il rischio che raccontassero tutto a mia madre. Quando lo incontravo facevo fatica a salutarlo, questo fino ai giorni nostri.
Qualche giorno fa stavo parlando con l'edicolante delle prossime ferie e proprio mentre dicevo che quest'anno, dopo tanti anni, sarei tornato in Sardegna arrivò Gianni che disse di avere una casa in Sardegna e, saputo dove andremo io e mia moglie, mi disse che saremo vicini invitandomi ad andare a trovarlo.
"Vi fermate a pranzo da noi e poi vi porto a vedere posti bellissimi e spiagge favolose."
Gli risposi che manca ancora qualche mese e che c'era ancora tempo.
Mentre ci allontanavamo dall'edicola mi invitò ad andare a casa sua dove mi avrebbe mostrato le foto dei posti che mi porterà a visitare, gli risposi che magari qualche sera avrei fatto un salto da lui con mia moglie ma insistette:
"Mia moglie non c'è, è al lavoro, vieni che siamo da soli e non ci disturba nessuno, è tanto tempo che non ci frequentiamo più."
Dopo avermi fatto accomodare sul divano prese da un cassetto delle foto e cominciò a mostrarmele, gli tremavano le mani ed anche la voce non era proprio di una persona tranquilla, era evidente che stesse aspettando il modo per arrivare a quello che voleva veramente ed anch'io mi sentivo un po' agitato. Quando mi disse che il paese dove aveva casa era proprio bello da visitare ruppi gli indugi e gli chiesi se c'era la possibilità di farsi fare qualche pompino o, meglio ancora, di scopare. Mi chiese se stavo parlando di donne o di uomini e gli risposi che la mia preferenza va alle donne ma, se ci fosse stato qualcuno bravo a fare pompini e con un bel culo tondo, Gianni è ancora cicciottelo ed ha i modi effeminati da culatina, anche un uomo poteva bastare.
"Forse ho capito, aspetta un attimo."
Uscì dal locale e dopo poco sentii scorrere dell'acqua in bagno, quando tornò indossava una vestaglia di sua moglie sotto la quale era nudo, indossava solo un piccolo paio di mutandine da donna.
"Così ti va bene?"
Feci un po' il difficile e risposi che tutto dipendeva dalla capacità di fare pompini e lui si abbassò, mi slacciò i pantaloni togliendomeli e si accucciò prendendomelo in bocca cominciando a leccarlo e a succhiarlo, mi alzò le gambe e mi leccò l'ano per poi tornare a prenderlo tutto in bocca mentre io lo spingevo fino a farglielo entrare tutto fino in gola. Gli chiesi se aveva un preservativo e mi fece vedere che ce l'aveva nella tasca della vestaglia, dopo avermelo succhiato ancora un po' me lo infilò e si girò in ginocchio sul divano. Aveva un bel culone tondo con la pelle morbida e chiara senza l'ombra di un pelo. Mentre glie lo mettevo dentro sospirò dicendomi che erano cinquant'anni, tanto era passato da allora, che aspettava di rivivere quel momento.
Cominciai a pomparlo tenendolo per i fianchi per dare più forza alle spinte, gli palpavo le natiche lisce come la pelle di un bambino e mi eccitavo nel vedere il mio cazzo andare avanti e indietro da quel buco rosa. Gli palpai anche le tette abbondanti per la ciccia pensando che fossero quelle di una donna mentre lui godeva nel sentirmi dentro di se. Gli dissi di farsi una sega come ai vecchi tempi che saremmo venuti insieme e mi rispose che aveva già sborrato quando glie lo avevo messo dentro e che non sarebbe riuscito a venire una seconda volta ma gli piaceva tantissimo sentirmi dentro.
Venni anch'io e restammo attaccati fino a quando mi diventò molle e quando ci rialzammo vidi la sua sborrata sul divano, per fortuna di pelle e facilmente lavabile.
Sono già tornato da lui un'altra volta e tutto è ancora come ai vecchi tempi, io mi siedo sul divano e lui si accuccia davanti a me, me lo succhia e poi mi infila il preservativo e lo scopo, non c'è più il pericolo che torni sua madre e per quello che riguarda sua moglie siamo tranquilli, quando arrivo io la chiama con una scusa qualsiasi per essere certo che non può arrivare mentre stiamo facendo gli sporcaccioni.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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