La mamma di Fedora

... credo nel mese di ottobre, o novembre, ci fu uno sciopero generale e pensai bene di andare a trovare Fedora per passare un bel pomeriggio di sesso.
Arrivato davanti alla loro villetta suonai il campanello e mi aprì sua mamma chiedendomi il perchè di questa sorpresa. Quando le dissi della sciopero generale mi rispose che a Milano ci sono le grandi fabbriche e si fanno gli scioperi ma nei paese, dove ci sono solo ditte piccole, lo sciopero non si faceva e che suo marito, Fedora e Giulia non sarebbero tornati prima delle diciassette e trenta. Visto che rano solo le quattordici accennai ad andarmene ma lei mi trattenne facendomi entrare per un caffè.
Mi fece accomodare, dopo pochi minuti arrivò con le tazzine fumanti e si sedette accanto a me sul divano. Mentre sorseggiavo il caffè sentivo la sua coscia appoggiata alla mia e provai un po' di imbarazzo. Pensare che credesse che ci stavo provando mi metteva in agitazione.
Posammo le tazzine sul tavolino e lei si rivolse a me:
"Lo sai che ti stavo proprio pensando? Stavo pensando che un bel ragazzo, giovane, educato e gentile come te, se fossi stata più giovane, non me lo sarei fatto scappare."
Le risposi dicendole che non era affatto vecchia ma le parole non mi uscivano belle fluide.
"Cosa c'è? Se ti sto vicino ti imbarazza? Sei proprio un bravo ragazzo."
Mentre parlava aveva avvicinato il suo viso al mio. Ero a pochi centimetri dalla sua bocca e sentivo le sue grosse tette contro di me. Istintivamente andai verso la sua bocca e cominciammo a baciarci mentre le toccavo le grosse tette. Cominciò a spogliarmi e quando fui tutto nudo si alzo togliendosi la vestaglia da casa rimanendo con il solo reggiseno e gli slip. Si tolse anche quelli e mi venne sopra mettendomi la sua grossa figona, già tutta bagnata, davanti alla bocca mentre lei si dedicava al mio cazzo ormai duro come un sasso.
Dopo un lungo sessantanove mi tirò sopra di lei perchè la montassi. Aveva lo stesso fisico di Fedora, gli stessi gemiti di piacere e lo stesso modo di venire incontro a prenderlo tutto.
Poi, anche lei come la figlia, si girò invitandomi a prendere il suo culo.
"Mio marito, da giovane, me lo metteva sempre ma adesso dice che il culo di una vecchia non lo vuole."
Aveva quarantasei anni.
Non mi feci pregare, ormai il culo era la mia ossessione (anche ora), e glie lo infilai in un colpo solo fino in fondo. Mentre la pompavo le stropicciavo le tettone e lei godeva proprio come Fedora. Quando venni rimasi ancora qualche minuto dentro di lei e poi andai in bagno a lavarmi.
Mi raggiunse e mi volle lavare lei e, dopo avermi insaponato due o tre volte, me lo prese di nuovo in bocca facendomelo diventare ancora duro. Mi fece venire e volle che le sborrassi in bocca per sentire il mio sapore.
Ci rivestimmo che oramai erano quasi le diciassette e mi preparò un altro caffè.
Mentre lo stavamo sorseggiando mi chiese se con Fedora ci scopassi. Non seppi mentire e le dissi di si.
"Meno male, sarebbe proprio una scema farsi scappare uno come te. Però lei il culo non te lo da, vero? Le ragazze giovani non capiscono niente e pensano solo che faccia male. Non sanno che dopo le prime volte ti fa godere più che prenderlo davanti."
Mi venne da ridere e capì tutto.
"Meno male che mia figlia non è scema ed ha capito come si gode. Se la sposi ti scopi madre e figlia. Magari anche insieme."
Mancavano pochi giorni a Natale quando Fedora mi chiese di non presentarmi mai più a casa loro. Qualcuno le aveva detto che ogni tanto, in settimana, io andavo a casa loro e ci restavo per delle ore e nè io nè sua madre le avevamo detto niente. Segno che tra noi c'era qualcosa e lei non mi voleva dividere con nessuno.
"Tanto meno quella troia di mia madre che si è fatta tutti i ragazzi che ho portato a casa."