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Lui & Lei

la vecchia troiona


di amolafi
06.10.2013    |    51.435    |    4 9.6
"" Le andai sopra e quando glie lo puntai sembrò trattenere il fiato..."
Età stimata sulla settantina, capelli molto corti biondo chiarissimo, orecchini ad albero di Natale e un trucco pesante che, comunque, non riusciva a deturpare del tutto i lineamenti ancora belli, segno che da giovane doveva essere stata un gran figone. Indossava sempre abiti molto vistosi con generose scollature che evidenziavano un grosso seno che sembrava volesse scappare fuori da un momento all'altro. L'atteggiamento, era molto evidente, era quello della troiona affamata degli ultimi cazzi che l'età le concedeva e, tutto sommato, pensavo che non mi sarebbe dispiaciuto accontentarla. La accompagnava il marito, un uomo molto più vecchio di lei che la seguiva con il passo incerto delle persone molto anziane.
Ci trovammo accoppiati durante uno dei giochi organizzati dall'animazione dl villaggio. Con una tavola da surf, lei seduta a pagaiare con un remo e io dietro a spingerla pinneggiando, dovevamo arrivare alla boa e tornare. All'andata tutto bene, al momento della virata Marisa (il suo nome) scivolò e cadde in acqua. Nel tentativo di aiutarla a risalire cercavo di sollevarla ma con poco successo e, dopo un'esitazione iniziale, le misi una mano sul sedere per spingerla meglio. Nella concitazione mi ritrovai involontariamente con la mano proprio tra le sue cosce senza che lei dicesse niente. Pensai che forse per l'agitazione del momento, non se ne fosse accorta, e continuai, questa volta intenzionalmente, a insistere tenendole la mano proprio al punto giusto e facendo anche un po' di pressione con le dita proprio dove, pensavo, fosse il clitoride. La sentii che invece di cercare di tirarsi su sfruttando la mia spinta si lasciava quasi andare aprendo le gambe per facilitarmi la presa.
Riuscimmo a risalire e tornammo a riva. Mentre aspettavamo che il gioco finisse continuavamo a guardarci e lei mi sorrideva. Le andai vicino e con voce bassa le dissi di scusarmi delle prese poco ortodosse nel tentativo di aiutarla a risalire sul surf e lei mi sorrise dicendomi che non aveva avuto l'impressione che fossero del tutto involontarie.
"Comunque non si preoccupi, non mi davano assolutamente fastidio."
Le risposi dicendole che avevo insistito perché mi ero accorto che non le dispiacevano. Una bella risata di entrambi chiuse il discorso.
Da quel giorno, con i nostri coniugi e un'altra coppia, cominciammo a frequentarci facendo gruppo alla spiaggia, condividendo lo stesso tavolo a pranzo e cena e nel dopo cena. Cercando di non farci accorgere dagli altri ci scambiavamo lunghe occhiate e sorrisi.
Una sera decidemmo di assistere allo spettacolo dell'animazione sui gradoni del piccolo anfiteatro e, non so quanto casualmente, ci trovammo seduti vicini. Quando cominciò lo spettacolo e le luci si abbassarono sentii la sua gamba appoggiarsi alla mia e spingere leggermente, ricambiai e dopo un po' mi tolsi il mocassino e appoggiai il mio piede sopra il suo "carezzandolo" mentre mi giravo a guardarla e lei mi sorrideva. Misi le mani sul bordo del sedile e cominciai a toccarle la natica stando attento a non farmi accorgere da mia moglie, la sua mano si posò sopra la mia carezzandomela e lasciandomi fare.
Era fatta, ora veniva il difficile, come fare a darglielo in mano o da qualche altra parte con mia moglie e suo marito sempre con noi?
La fortuna mi venne in aiuto proprio la sera stessa. Dopo lo spettacolo andammo, come al solito, nel cortile dove facevamo tardi bevendo qualcosa e chiacchierando mentre una sgallettata straziava tutte le canzoni che le venivano a tiro. Dopo una decina di minuti mia moglie disse di avere sonno e di volersi ritirare, le chiesi di aspettare ancora un po' e lei mi disse di rimanere pure in compagnia che non c'erano problemi.
Si alzò salutando e mentre si stava avviando Marisa disse al marito, che stava sonnecchiando come al solito, di approfittare della compagnia di una bella signora e di ritirarsi anche lui. Il poveruomo si alzò e con il suo passo incerto, dando il braccio a mia moglie, si avviarono lungo il vialetto che portava agli alloggi.
Ci guardammo negli occhi e lei mi fece un impercettibile cenno di intesa.
Dopo una mezzora anche l'altra coppia si ritirò e con la scusa di fumare un'ultima sigaretta dissi che sarei rimasto ancora un po', Marisa disse che era un'ottima idea e se ne accese una anche lei.
Finita la sigaretta ci alzammo e ci avviammo lungo il vialetto che portava alle camere. Eravamo entrambi molto tesi e non parlavamo, forse stavamo pensando entrambi la stessa cosa, cioè, dove andare senza la possibilità di essere visti? Arrivati vicino alla pedana che portava verso la spiaggia proposi di andare a vedere il mare di notte. Alla fine della pedana togliemmo le calzature e a piedi nudi arrivammo vicini alla riva. Le passai il braccio dietro la schiena mettendole la mano sulla natica e lei appoggiò la testa sul mio petto, poi andammo verso gli ombrelloni dove, con gesto teatralmente languido, si distese sul lettino. Mi sedetti accanto a lei, le misi una mano sul fianco e palpeggiandola risalii fino al seno accarezzandolo delicatamente. Mi disse di togliere la camicia se non volevo macchiarla con il suo maquillage e poi mi attirò a se stringendomi forte. Mentre le baciavo il seno andai giù con la mano sollevandole il vestito e risalendo lungo la coscia fino a trovarmi in mezzo alle sue gambe, spostai lo slip e le infilai prima un dito e poi due cominciando a muovere la mano su e giù mentre lei tentava di aprirmi i pantaloni per prendermelo in mano. Mi alzai e slacciai la cintura abbassando i pantaloni e le mutande, la aiutai a tirarsi su e glie lo misi davanti al viso. Cominciò carezzandolo delicatamente con una mano e poi lo accostò alla bocca e piano piano se lo prese tutto cominciando a pompare avanti e indietro. Era proprio una bella pompinara e sapeva come succhiarlo al meglio. La lasciai fare per un po' e poi la feci feci sdraiare e, dopo averle sollevato il vestito le sfilai il minuscolo slip e le aprii le gambe. Mi chiese cosa avessi intenzione di fare e quando le risposi che volevo fare l'amore mi disse che era troppo vecchia. Le chiesi da quanto tempo non facesse l'amore e mi rispose che era tantissimo.
"Ora lo farai di nuovo con me."
Le andai sopra e quando glie lo puntai sembrò trattenere il fiato. Entrai lentamente ma deciso fino in fondo e poi cominciai a muovermi dentro di lei che mi abbracciava forte. Avevo le sue gambe dietro la mia schiena come se volesse trattenermi e pompavo sempre con più forza. Le dissi che mi sarebbe piaciuto venire insieme e non rispose ma dopo pochi minuti che la stavo pompando e glie lo rigiravo dentro mi strinse ancora di più e mi disse:
"Ora, io ci sono, vengo."
Spinsi più a fondo che potevo e venni con abbandonandomi sopra di lei.
Quando mi rialzai, mentre in piedi accanto al lettino mi stavo rivestendo lo volle prendere ancora in bocca e continuò a lungo a leccarlo e pomparlo fino a farmelo diventare ancora quasi duro.
Mentre tornavamo verso il villaggio mi disse che alla sua età aveva trovato molti, anche giovani, che glie lo davano in bocca ma che nessuno le aveva più chiesto di fare l'amore.
Approfittando del fatto che i nostri coniugi avevano entrambi l'abitudine di andare a farsi la pennichella pomeridiana ci demmo l'appuntamento (da soli) per il pomeriggio seguente alla spiaggia. Non potevamo fare niente ma saremmo stati insieme.
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