Lui & Lei
storia di tanti anni fa
di amolafi
12.05.2014 |
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"Da vicino il suo viso era ancora più bello..."
Io e il mio collega, Mario, avevamo passato tutto il venerdì pomeriggio negli uffici di un cliente dello studio a Cremona. Avevamo fatto tardi e tornando a casa avevamo visto una Festa dell'Unità vicino alla paullese. Decidemmo di fermarci per un panino e una birra.Ci avvicinammo alla pista da ballo per curiosare e la nostra attenzione fu attratta da due ragazze che stavano a bordo pista a pochi metri da noi. La prima era un pezzo di gnocca incredibile, il vestito corto e attillato evidenziava lo stacco di coscia, il culo e le tette, anche il viso non era male. Una vera pin up. La sua amica, un caschetto di capelli biondi e un viso bellissimo con due occhi chiari e un corpo...... un corpo paciarotto, diciamo pure grassa.
Mentre le guardavamo commentando pregi e difetti delle due, ci accorgemmo che anche loro non ci toglievano gli occhi di dosso, forse perché eravamo due facce nuove oppure perché in quella massa di campagnoli eravamo gli unici con abito scuro, camicia e cravatta.
Ci avvicinammo per invitarle a ballare e Mario si prese la figona mentre io mi trovai tra le braccia la paciarotta. Da vicino il suo viso era ancora più bello.
Ballammo insieme tutta la sera e ritornammo anche la sera seguente (sabato). Verso fine serata, mentre ballavo con Monica (la paciarotta) le dissi che avrei voluto passare il pomeriggio con lei ed accettò.
Passai a prenderla dopo pranzo e, visto che mi aveva detto che ci era stata solo tre o quattro volte e le sarebbe piaciuto visitarla meglio, andammo a Milano.
Parcheggiai dalle parti di Piazza S. Babila e ci incamminammo per Corso Vittorio Emanuele, Piazza duomo, La Galleria per poi continuare in via Manzoni e Montenapoleone per tornare al punto di partenza. Mentre camminavamo le avevo preso il braccio e la tenevo vicina nei punti di maggior ressa e, sfoggiando la mia conoscenza, le facevo da Cicerone. Tutto nella massima cortesia e attenzione ma senza mai cercare approcci più espliciti. Quando ci sedemmo al tavolino di un bar, forse per il mio comportamento attendista, mi chiese perché avessi voluto passare il pomeriggio con lei. Partii con la sviolinata
"Il tuo viso e i tuoi occhi mi hanno incantato dal primo momento che ti ho guardata, è vero che fisicamente sei un po' pienotta ma quello è un dettaglio insignificante. Ti ho chiesto di uscire per conoscerti meglio e dopo un pomeriggio passato insieme vorrei che continuassimo a frequentarci. Sono solo due giorni che ci conosciamo ma mi sveglio al mattino aspettando l'ora di incontrarti."
Mi aspettavo una risposta ma rimase in silenzio. Mentre stavamo andando verso la macchina mi venne davanti bloccandomi e, guardandomi negli occhi mi disse:
"Vorrebbe dire che mi hai chiesto di diventare la tua ragazza?"
"Più o meno si."
Mi abbracciò e mi baciò sulla bocca e tornammo alla macchina abbracciati.
Dopo avere avvisato a casa la portai a cena in una trattoria sulla vecchia paullese, di fronte al Motel di Mezzate, avevo scelto il posto giusto per l'attacco. Cenammo e prima di uscire le chiesi se preferisse la festa dell'Unità del suo paese o un posto dove restare da solo senza che nessuno ci potesse disturbare, indicandole il Motel le dissi che non avremmo fatto niente che lei non volesse. Accettò.
Appena chiusa la porta l'abbracciai e la baciai a lungo in piedi appoggiati al muro e poi ci sedemmo sul letto continuando a baciarci. La feci sdraiare e, sempre baciandoci, cominciai a spogliarla fino a lasciarla completamente nuda. Era tanta e morbida. Mentre cominciavo a spogliarmi anch'io mi disse che voleva andare in bagno a darsi una rinfrescata e dopo di lei mi feci una doccia veloce anch'io.
La trovai nuda sotto il lenzuolo e mi sdraiai accanto. Baciandola le scivolai sopra provando una piacevole sensazione di morbido, aprì le gambe quasi senza accorgermi, glie lo avevo già messo dentro.
Cominciai a muovermi dolcemente dentro di lei mentre le sue braccia mi stringevano forte e le nostre bocche erano come incollate, poi scesi verso i grossi seni, li baciai e li succhiai mentre li stropicciavo con le mani per poi scendere sul ventre e tra le sue cosce. Aveva un sapore dolce e giocai con il suo clitoride alternando colpi a lingua piena sulla fessura fradicia dei suoi umori mentre le abbracciavo il grosso sedere infilando un dito nel suo ano. Mi girai andando sopra di lei mettendole il cazzo sopra il viso e lo prese subito in bocca succhiandolo da vera professionista. Continuammo a lungo a giocare con la bocca sui nostri sessi e ogni tanto sentivo le sue cosce contrarsi e poi rilassarsi mentre se lo spingeva tutto in bocca fino ai peli del pube. Non resistetti più e le sborrai in bocca mentre continuava a succhiarmelo bevendo tutto.
Ordinammo due caffè e ci fumammo una sigaretta in attesa del secondo round mentre la sua mano continuava ad accarezzarmelo e a farlo andare su e giù senza dargli neanche il tempo di ammosciarsi un po'.
Le misi una mano sul capo e capì subito cosa doveva fare, me lo prese in bocca e cominciò a succhiarlo, baciarlo e pomparlo, era veramente brava, e quando glie lo misi dentro emise come un sospiro e cominciò a stringermi forte infilandomi una spanna di lingua in bocca. La pompavo con forza fino in fondo mentre le torturavo le tettone e lei veniva in continuazione mentre io, già lungo di mio, alla seconda ne avevo ancora. La feci girare e mi trovai davanti il suo culone tondo e liscio, non resistetti alla tentazione e lo leccai tutto, anche l'ano, mentre lei emetteva dei gridolini forse di imbarazzo. Passavo la lingua dall'ano al clitoride e la sentivo stringere le cosce come per bloccarmi quando con la lingua cercavo di penetrare la sua figona tutta bagnata. Glie lo misi dentro e cominciai a pomparla con forza allargandole le natiche e infilando le dita nell'ano e quando le chiesi di venire insieme mi rispose che per lei era tutto un orgasmo. Mi pregò di non venire dentro per evitare guai e quando venni le andai davanti e le sborrai ancora in bocca.
Fino alla fine dell'estate la nostra storia di sesso andò avanti con scopate memorabili, anche nel culo, e sveltine in macchina, poi, con l'arrivo della brutta stagione con piogge e nebbie, fu d'accordo anche lei che quaranta chilometri all'andata e altrettanti al ritorno erano tanti. Ci vedemmo ancora qualche rara volta ma l'incantesimo era rotto e tutto finì.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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