orge
LA CASA DEL SESSO
di milissa67
02.04.2017 |
24.495 |
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"La porta era socchiusa, ma più aperta di come l’avevo lasciata io..."
Qualche mese fa, io e mia moglie decidiamo di andare a trovare sua figlia (la mia figliastra) Valentina che attualmente si trova dall'altra parte del mondo.Prenoto e compro i biglietti aerei, ma dopo qualche giorno mia moglie mi dice che -per imprescindibili problemi di lavoro- non può partire.
Le propongo di rinviare il viaggio, ma lei mi dice che non è giusto che io vi rinunci e, soprattutto, non voleva assolutamente che Valentina trascorresse le festività da sola. Pertanto, mi "costringe" a partire ugualmente.
Finalmente, arriva il giorno della partenza e, dopo molte ore di viaggio, giungo a destinazione.
All'aeroporto Valentina mi aspettava e, non appena mi ha visto, mi è letteralmente saltata in braccio infilandomi immediatamente la lingua in bocca.
Lei sapeva che la mamma non sarebbe venuta, perché ovviamente era già stata informata. Le dispiaceva ovviamente, ma sapevo che nella sua testolina si erano già scatenate numerose fantasie...
Il suo profumo ed il bacio che mi aveva dato, aveva rispolverato in me tutto l'ardore che io provo per lei ed anche in me si erano risvegliate tutte le fantasie che in questi mesi di lontananza avevo dovuto accantonare.
Eravamo io e lei, dall'altra parte del mondo, liberi di fare assolutamente ciò che volevamo, quando lo volevamo...
Prendiamo un taxi per andare alla sua abitazione e mi spiega che dall'aeroporto a casa sua, ci avremmo impiegato circa un'ora. Ci siamo accomodati entrambi sul sedile posteriore e, non appena partiti, ricomincia a baciarmi con una passione incredibile, tanto che il mio membro, nonostante la stanchezza ed il fuso orario, diventò duro come il granito e lei, cominciò ad accarezzarlo in maniera molto veemente da sopra i pantaloni.
Lei indossava un abitino bianco, molto leggero e trasparente, senza reggiseno ed un paio di calze autoreggenti color carne . Le misi una mano tra le cosce -che lei spalancò immediatamente- e mi accorsi che non indossava alcuno slip.
La sua fichetta completamente depilata era già tutto un lago e così, senza troppi convenevoli, le infilai tre dita ed iniziai a penetrarla senza ritegno. L'autista del taxi si accorse di quanto stava avvenendo, ma non disse nulla e, anzi, regolò meglio lo specchietto retrovisore interno per meglio godersi la scena.
Valentina era seduta proprio al centro del sedile posteriore dove non vi è la protezione del sedile e, quindi, l'autista la poteva vedere quasi completamente. L'abitino era quasi del tutto alzato e lei ansimava come se in realtà fossimo solo io e lei in quel taxi. Sentivo che stava quasi per raggiungere l'orgasmo e le abbassai entrambe le spalline in maniera tale da scoprirle completamente i seni. Godeva, gemeva e mi venne sulla mano con un'abbondante colata di caldi umori. Mi prese la mano, se la passò tra le labbra, sui seni e si avventò sul mio cazzo che stava esplodendo di desiderio. Mi slacciò i pantaloni, mi abbassò il collant e le mutandine che indossavo e me lo succhiò per quasi tutto il resto del viaggio verso casa, rimanendo in ginocchio sul sedile ed offrendo senza remore tutto il suo posteriore all'autista che oramai non capiva più nulla. Il mandrillone, dapprima facendo finta di nulla e poi, visto che la zoccoletta non diceva nulla, le accarezzava il culo e la fichetta nella quale, alla fine, le infilò quasi tutta la mano.....
Arrivati a casa.
Valentina, con una nonchalance incredibile, si ricompose, pagò la tariffa all'autista e, ringraziando, scendemmo dall'auto.
Salimmo a casa e, dopo aver posato i bagagli, iniziò ad illustrarmela.
C'erano tre camere da letto, un bagno, cucina ed un ripostiglio. Non viveva da sola, ma con altre tre persone con le quali la condivideva per alleggerire le spese.
In questa dorme Martin, un ragazzo tedesco, in questa dorme Deborah, una ragazza inglese e, dove dormiamo noi di solito la divido con Barbara, una ragazza italiana che però mi disse essere in ferie.
In ciascuna delle tre stanze vi era un solo letto matrimoniale. Erano le due di notte, ero stanco morto ma felicissimo di essere là con Valentina... lei mi disse: "vado a farmi una doccia, poi fattela pure tu. Fai piano, però, perché gli altri dormono".
Mentre lei era nel bagno, io approfittai per sistemarmi un po' di cose e disfare i bagagli. Poi, quando tornò in camera, andai a lavarmi.
Quando tornai in camera, la trovai ad aspettarmi nuda sul letto con addosso un paio di collant aperti sull'inguine, intenta ad infilarsi un fallo in lattice di misura extralarge.
Senza toglierle quella "bestia" dalla fica, la rigirai mettendola alla pecorina e la deflorai senza alcun preliminare. Lei non batte ciglio e, con un leggero sorriso sulle labbra, iniziò a muoversi in maniera tale da ricevere entrambe le appendici dentro e fuori dal suo corpo. Non resistetti a lungo vedendola godere in quella maniera e le venni nel culo dove schizzai tutto lo sperma che avevo in corpo. Continuando a masturbarsi con il monster-cock, mi succhiò il cazzo ripulendomelo completamente da qualsiasi residuo, dopodichè, essendo ancora duro come un sasso, lo volle dentro la fica. Mmmmmmhhhmmm, che piacere..... calda e bagnata come la ricordavo.... e mentre la scopavo la accarezzavo e la baciavo ovunque.... non ricordo nemmeno di essermi addormentato, tant'ero distrutto....
Al mattino, mi risvegliai e trovai sul cuscino un biglietto: "Ciao, è stato bellissimo! A pranzo non torno perché lavoro fino alle 18. Se hai voglia vatti a fare un giro, ci vediamo stasera. P.S. Per la cena non preoccuparti, ho organizzato tutto io. Ciao".
Con calma feci colazione, mi sistemai le mie cose per bene ed andai a farmi un giro. Tornai a casa verso le 16:30 e, non essendoci nessuno, ne approfittai per farmi una doccia. Poi, incuriosito da chi fossero gli altri coinquilini, mi misi a frugare un po' nelle stanze. Nell'armadio di Valentina ed in quello di Barbara, trovai un ben di Dio di vibratori di tutti i tipi e misure, strap-on e poi collant, autoreggenti, guepiere e calze, manette, butt-on con coda, scarpe fetish, palline dell'amore, babydoll, mutandine aperte, body, tutine aperte...... Ero già arraffato all'ennesima potenza ed andai nella camera di Deborah. C'era una sua foto sulla scrivania e, decisamente, era una bellissima ragazza. Curiosai nel suo armadio e, anche qui, trovai un bel po' di cosine mooooolto interessanti. Aveva tre cassetti pieni zeppi di collant e calze di tuti i tipi e, solo questo, mi aveva fatto venir voglia di farmi una bella sega. idi il cesto della biancheria sporca e mi ci fiondai di corsa. Proprio sopra di tutto c'eran un perizoma ed un paio di collant neri. Annusai le mutandine e sentii la fragranza del bagnoschiuma o della crema corpo ed il profumo della sua fica. Indossai quel collant ed iniziai a masturbarmi annusando e leccando la parte dello slip dove vi appoggia la fica, finché sborrai sul collant. Sempre con addosso del collant, lo ripulii un po' dallo sperma ed andai nella camera di Martin. C'erano tantissime foto, ma nessuna assieme a ragazze. Solo maschi.
Il dubbio mi venne immediatamente e così cominciai a curiosare anche nel suo armadio dove trovai -pure qua- le stesse cose che c'erano negli armadi delle ragazze....
Tenendomi addosso il collant di Deborah, mi infilai un paio fi jeans, una maglietta e mi misi ad aspettare che Valentina tornasse dal lavoro.
Dopo poco avvertii che qualcuno stava aprendo la porta dell'ingresso ed entrò Martin. Un bel ragazzo di 30 anni, alto c.ca 1,80, fisico asciutto, non palestra, ma molto curato. Ci siamo presentati e, da come mi guardava, capii che ciò che avevo trovato nel suo armadio non poteva che appartenere a lui... era sicuramente gay o bisex.
Mezz'oretta dopo arrivò anche Deborah: di persona era ancora più bella e, il collant color carne che indossava sono una minigonna in jeans con delle scarpe da tennis Adidas "Stan Smith", mi fece avere un'erezione assolutamente visibile e, della quale, se ne accorse. "Ecco", pensai, "adesso mi sono già giocato la sua fiducia"... ma così, per fortuna, non fu. Iniziò a chiedermi un sacco di cose, dicendomi che Valentina le aveva raccontato un mucchio di cose su di me e che non vedeva l'ora di conoscermi meglio. Mi fece accomodare in cucina ed iniziammo a chiacchierare seduti al tavolo. Io ero seduto a capotavola e lei si sedette alla mia sinistra, con la sedia molto al di fuori del tavolo, quasi di fronte a me. Indossavo il suo collant e, guardandola mentre ne indossava un altro, ricordando il profumo ed il gusto dolciastro della sua fica che avevo assaporato dalle sue mutandine, avvertii che il mio cazzo stava iniziando a secernere liquido seminale. L'erezione era sempre più evidente e lei, incurante del fatto che ci eravamo conosciuti dieci minuti prima, era seduta sulla sedia con un piede appoggiato sul sedile della sua sedia e con la gamba alzata; in questo modo, potevo vederle completamente le mutandine color fucsia che indossava. Martin era uscito dal bagno e Deborah mi disse: “Vado a fare la doccia prima che torni Valentina” ed andò in camera sua. Anch’io andai in camera perché, mi sono dimenticato di spiegare un particolare assolutamente rilevante: la camera di Valentina e Barbara e quella di Deborah, erano comunicanti tramite una porta che, solitamente era socchiusa.
Per questo motivo, andai in camera sperando di riuscire ad intravederla mentre si spogliava per andare in doccia.
La porta era socchiusa, ma più aperta di come l’avevo lasciata io. Feci veramente molto piano ed andai a posizionarmi a ridosso della porta, da dove potevo vedere tutta la stanza.
Deborah si era già tolta la maglietta ed il reggiseno e si stava togliendo la gonna. Era veramente molto bella, una terza di seno, fianchi stretti, un culetto mozzafiato avvolto dal collant ed il perizoma color fucsia che ne accentuava le forme. Si sedette sul letto e si tolse le scarpe. Si distese ed iniziò ad accarezzarsi le gambe e poi la fica. Mise una mano all’interno del collant e, dopo aver spostato lateralmente il perizoma, iniziò a masturbarsi con le dita.
Non ce la facevo più, le sarei saltato addosso, ma non potevo…. Come avrei potuto giustificarmi??? Lei sapeva che in realtà ero il “padre” di Valentina…..
Mi trattenni, mi gustai quella scena meravigliosa fino alla fine, poi lei si alzò, si tolse il collant e le mutandine, le mise nel bidone della biancheria sporca che aveva in camera e, infilatasi l’accappatoio, andò a farsi la doccia.
Non resistetti e mi diressi di corsa verso il bidone. Mi sfilai il collant nero, mi infilai quello appena indossato e mi leccai per bene il perizoma intriso degli umori freschi che Deborah aveva appena lasciato. I testicoli mi facevano male da quanto avrebbero voluto far schizzare nuovamente il mio cazzo…. E così feci, nuovamente….. un altro segone pauroso, ma questa volta schizzai direttamente sopra le sue mutandine, inondandole di sborra calda.
Mi tenni il collant e tornai in camera mia.
Finalmente, dopo poco ritornò Valentina e, come se avesse visto cosa avevo fato nel pomeriggio, mi chiese: “Allora?? La casa è di tuo piacimento?? Deborah e Martin li hai già conosciuti, tra poco conoscerai anche Barbara. Sta tornando e sarà qua tra mezz’oretta. Vado a prepararmi perché alle 20 arrivano tre amici di Martin e due amiche di Deborah. Faccio presto poi, quando arriva Barbara, ti spiego.”.
Si spogliò, si mise l’accappatoio, andò in doccia e dopo poco ritornò.
Io aspettavo istruzioni…. sentimmo che qualcuno stava aprendo la porta di casa…. “E’ Barbara”, disse Valentina. Infatti, la porta della camera si aprì ed entro Barbara, una strafica incredibile!!! Aveva una camicetta a quadretti, senza reggiseno, un paio di jeans con diversi strappi sul davanti e sul didietro, calze nere e scarpe da ginnastica identiche a quelle di Deborah.
Mi diede due baci, poi salutò Valentina baciandola sulla bocca e le disse: “Proprio niente male il tuo paparino…” e si mise a ridere. “Vado a farmi una doccia e arrivo”, disse, “aspettatemi”.
Valentina, per nulla turbata della slinguazzata che aveva appena fatto con Barbara davanti a me, mi disse: “Spero che in questi mesi tu non sia cambiato…… so che sicuramente ti sei portato qualcosa da casa, ma io, Barbara, Deborah e Martin ti abbiamo voluto fare un regalo di benvenuto.”. Andò in camera di Martin e tornò con un pacco regalo che avevo visto prima in quella camera. “E’ per te. Aprilo e indossa quello che troverai dentro. E’ tutto della tua misura. Poi vai in cucina e aspettaci la che intanto ci prepariamo anche noi”.
Scartai il pacco e vi trovai: un body in pizzo nero che praticamente copriva solo una parte della pancia, una guepiere nera, un paio di calze velate color carne con riga nera ed un paio di sandali trasparenti con la zeppa, tacco 15. Lei mi aiutò a prepararmi, mi mise un po’ di trucco sugli occhi e sulle guance, un rossetto rosso vivo lucido ed andai in cucina.
Iniziavo a mettere a fuoco cosa potesse succedere di li a poco, ma non potevo crederci….
Così vestito mi sentivo veramente una troia da bordello e, nonostante nel pomeriggio mi fossi più volte masturbato, mi sentivo eccitato da morire con il cazzo che già era duro da morire.
Quelle calze che indossavo erano meravigliose, morbidissime e, ogni volta che strusciavo le gambe, mi facevano eccitare….
Arrivò in cucina anche Martin. Era praticamente vestito come me. Mi diede un bacio sulla bocca e mi disse: “Stasera ci divertiremo da pazzi. Ora arrivano i miei amici e vedrai…. sono uno più bello dell’altro”.
Nel frattempo le tre ragazze ci raggiunsero in cucina: indescrivibili!!!!!!!!!
Barbara indossava una tutina nera, aperta completamente sull’inguine e sui seni, sandali uguali a quelli che indossavo io; Deborah, un reggiseno che lasciava completamente scoperti i seni colore rosa, guepiere e calze dello stesso colore ed un paio di scarpe con il cinturino alla caviglia, tacco 15; Valentina, guepiere color carne della stessa consistenza di una calza di nylon, calze identiche alle mie ed un babydoll in tulle trasparente di colore nero, sandali come quelli miei e di Barbara.
Valentina si sedette sulle mie gambe, dandomi la schiena. Iniziò a strusciarsi sul mio cazzo ch già era duro e incredibilmente desideroso di infilarsi in tutti i pertugi possibili. Lei spalancò le gambe e Deborah le si inginocchiò davanti cominciando a leccarle la passera mentre Barbara, le mise la lingua on bocca e cominciò a baciarla in maniera molto passionale.
Era una scena indescrivibile, Valentina gemeva di piacere ogni qualvolta la lingua di Deborah le titillava il clitoride. Io accarezzavo le sue bellissime gambe inguainate da quelle calze meravigliosamente morbide ed i seni, i suoi capezzoli erano diventati duri e molto sporgenti. Sapevo, per come la sentivo, che da li a poco avrebbe avuto il primo orgasmo ed infatti, dopo ancora qualche minuto, sentii che mi aveva bagnato lo slip e le calze.
Barbara e Valentina continuavano a slinguazzarsi freneticamente. Barbara fece alzare Valentina e la fece distendere sul tavolo dove continuò a baciarla ovunque iniziando a masturbarla con le dita.
Martin mi si avvicinò e prese in bocca il mio cazzo iniziando a succhiarlo con grande avidità. Si vedeva che non era un principiante: lo prendeva tutto in bocca e poi, quando risaliva l’asta lo succhiava molto intensamente rimanendo attaccato al glande terminando con la punta della lingua… era meraviglioso… Deborah, nel frattempo si era messa dietro a Barbara e le leccava il buchino di quel culetto splendido di cui era dotata. Dopo averglielo ben lubrificato per diversi minuti, glielo stava allargando per bene con le dita. Stessa cosa faceva Barbara con Valentina.
Martin continuava imperterrito a succhiarmi l’uccello e gli dissi che non sapevo quanto avrei potuto resistere ancora… e gli venni in bocca.
Un esplosione di piacere completamente raccolta da quella bocca esperta, che non se ne perse nemmeno una goccia.
Martin si alzò e, sorridendomi, disse: “Sono arrivati i miei amici. Vado ad aprire.”.
Deborah mi prese per mano e mi portò nella mia camera da letto. SI mise alla pecorina e mi disse di scoparla. Non me lo feci ripetere due volte ed infilai il mio cazzo, nuovamente duro, in quella splendida fica depilata iniziando a sbatterla con foga. Le piaceva da matti, urlava e assecondava il movimento con il bacino in maniera tale da farlo entrare ancora di più nella fica.
Si premeva i capezzoli con le dita e, dopo essersi bagnata due dita con i propri umori, si lubrificò il culetto invitandomi a procedere ad incularla.
Infilai il mio cazzo nel suo culetto…era divino… presi a sbatterla nuovamente con foga e, talvolta, alternavo il culo alla fica.
Valentina e Barbara arrivarono entrambe sul letto e, mentre Valentina si stesa davanti a Deborah a gambe spalancate per continuare a farsi leccare la fica, Barbara indossò uno strap-on e mi venne dietro. Dopo avermi leccato il mio buchino, mi penetrò e cominciai a non capire più nulla.
Valentina era in preda all’ennesimo orgasmo, così come anche Deborah non si trattenne più ed iniziò a colare caldi umori. Deborah lasciò il posto a Valentina che era finalmente sotto di me. La penetrai subito, la sua fica era un lago di umori caldi che mi facevano impazzire, mentre lei ricambiava il favore a Deborah che le offrì la sua fica bagnata sedendosi sopra il suo viso. Barbara continuava ad incularmi con forza, spingendo quel grosso cazzo sempre più dentro alle mie viscere.
Non mi trattenni più e sbarrai copiosamente dentro Valentina che irruppe nuovamente in uno stratosferico orgasmo.
Io mi abbandonai su di lei, abbracciandola e inizia a baciarla sulla bocca intrisa degli umori di Deborah. Lei mi infilava la lingua sempre più in profondità e mi accarezzava. Eravamo ancora accoppiati ed il mio cazzo sembrava non finire mai di eiaculare.
Martin ed i suoi tre amici erano la che guardavano e si masturbavano piano piano.
Martin, senza fare in modo che io togliesse il cazzo dalla fica di Valentina, si mise dietro di lei ed infilò il suo nel culo di Vale che, gemendo di piacere, ci fece capire di gradire la nuova soluzione.
Io, sentendo il cazzo di Martin che batteva sul mio, mi eccitai nuovamente e dopo qualche minuto era nuovamente turgido e pronto all’uso. Valentina era in estasi totale. Tutti eravamo in estasi totale…. Anche Barbara era impalata in entrambi i buchi da due degli amici di Martin.
Deborah si era armata di un mega cazzo in lattice e si stava trastullando da sola.
Ad un certo momento, mi sentiii nuovamente penetrare, ma questa volta la sensazione era assai diversa… Era caldo e decisamente più grosso!!! Era l’altro amico di Martin.
Da questo momento in poi, devo ammettere di aver perso la razionalità e la lucidità, perché divenne un “tutti contro tutti”…. non c’erano più remore, non c’era più alcuna scelta… ognuno scopava o si faceva scopare da chiunque ed in qualsiasi modo.
Ricordo che per quattro volte mi sono sentito venire dentro, quindi, tutti i maschietti (o pseudo tali) hanno fatto il loro dovere con me.
Non so che ora fosse, ma crollai dal sonno, esausto, ma assolutamente felice.
Mi risveglia che il sole era già alto e, sul letto vi erano sia Barbara che Valentina… ancora inguainate dalle loro calze intrise di sperma come il resto degli indumenti che indossavano.
Anche il letto mostrava chiaramente i segni della “battaglia”: c’erano macchie e residui di sperma ovunque.
Mi alzai, volevo togliermi di dosso i miei indumenti ed andarmi a fare una doccia, ma guardando le ragazze che ancora dormivano beatamente, ricordandole così straordinariamente troie porche come qualche ora prima, ebbi un erezione e mi masturbai, bagnandole entrambe con la mia sborrata.
Barbara aprì gli occhi, mi sorrise…afferrò il mio cazzo e se lo mise in bocca per ripulirlo.
Anche Valentina si svegliò e, senza dire nulla, aiutò Barbara nella pulizia.
Dopo esserci ripuliti, fatto colazione e rimesso a posto la casa, trascorremmo il resto della giornata molto tranquillamente in un centro commerciale.
Valentina mi disse che Martin non sarebbe ritornato prima di una settimana, poiché era partito in ferie con due dei tre amici che erano stati con noi la sera prima.
Deborah non sarebbe rientrata prima delle 20.
Io mi sentivo indolenzito ovunque ed ero veramente stanco. Mi avevano letteralmente distrutto.
Valentina, visto che il fuso orario era favorevole per chiamare in Italia, telefonò a sua mamma, mia moglie e conversammo per circa mezz’oretta via Skype. Più ascoltavo Valentina parlare e più mi rendevo conto di quanto troia e porca fosse…. una marea di balle, racconti assolutamente inventati che a momenti ci avrei creduto anch’io pur sapendoli falsi, che la facevano apparire una santa agli occhi di sua madre.
Terminata la comunicazione, Barbara irruppe nella camera dicendo: “stasera usciamo. Serata tra donne.”.
Pensai che andava bene così, visto che ero veramente stanco e non avevo ancora smaltito del tutto il jet-lag, mi dissi che mi sarei riposato.
Tornò Deborah, nel frattempo avevamo fatto la doccia, cenammo tutti assieme finché, verso le 22, Valentina disse: “dai, vieni di la con me che ci prepariamo…”.
Ubbidii, ed andai in camera con lei. Mi sedetti sul letto ed aspettai che mi spiegasse cosa volevano fare.
Lei si spogliò, indossò un perizoma che le lasciava scoperta la fica, un paio di collant tutto nudo color carne, una minigonna mozzafiato ed una maglietta talmente sottile che le si vedeva il seno come se non indossasse nulla.
Si infilò un paio di scarpe decolletee con un bel tacco e mi porse un pacco contenente praticamente gli stessi abiti che aveva appena indossato.
“Vestiti”, mi disse sorridendomi, “torno subito”.
“Un sogno, è un sogno….” mi dissi. E mi vestii.
Una decina di minuti dopo, tutte e tre le ragazze entrarono in camera. Eravamo tutte vestite bella stessa identica maniera. “Siamo venute a truccarti”, disse Barbara.
“Mettiti questa”, disse Valentina porgendomi una parrucca bionda con taglio a caschetto.
Mi truccarono e mi sistemarono la parrucca e, alla fine, devo dire che non potevo crederci dello splendido lavoro che avevano fatto: se non avessi saputo di essere io, avrei pensato di essere una donna…e molto troia, per giunta!!
Mi diedero una borsetta, un copri spalle e, tutte e quattro uscimmo.
Prendemmo un taxi per raggiungere il centro e poi, andammo in un locale alla moda. Era pieno zeppo e, il nostro arrivo, come potrete facilmente immaginare, non passò del tutto inosservato…
Ci mangiavano con gli occhi, eravamo troppo ed assolutamente Troie con la T maiuscola.
Ci sedemmo ad un tavolo e trascorremmo la serata ridendo e scherzando. Diversi ragazzi vennero con la scusa di attaccare bottone, ma -pur se garbatamente- nessuna accettò inviti vari od altre avanches.
Dopo un paio d’ore, uscimmo dal locale e ci incamminammo -a piedi- verso casa.
Non era lontanissima, circa quattro o cinque chilometri, ma i tacchi cominciavano a farsi sentire….
Ma non mi interessava, ero veramente e straordinariamente felice….
giravo per strada, con tre splendide fanciulle, vestito da donna (anzi, da troia)…. ma cosa avrei potuto volere di più???
Arrivammo a casa e, devo dire, che la fatica cominciavo a sentirla tutta.
A turno ci risciacquammo e ci struccammo. Io, per ovvio senso di cavalleria, andai per ultimo e, quando andai in camera, trovai Valentina e Barbara sul letto vestite solo con un paio di autoreggenti. Erano abbracciate e stavano chiacchierando.
Quando mi videro, mi dissero “dai, vieni a stenderti”…
Tengo a precisare che sono rimasto dalla mia figliastra per la bellezza di 28 giorni e, tranne che per i 3-4 giorni -a turno- di canonico ciao mestruale, tutti i giorni il mio cazzo è stato ospite delle loro fiche e dei loro culetti.
Poi, da quando ritornò anche Martin, il mio culetto e la mia bocca non ospitarono più -a loro volta- solo falli in lattice, ma anche di calda carne….
Il giorno della mia partenza, per ritornare a casa, fu molto triste. Valentina non voleva che poi ritornassi, ma anche le altre due ragazze e Martin.
Promisi loro che sarei ritornato, ma tutti -in particolare Valentina- sapevano che ciò non potrà avverarsi, quantomeno il fatto che io possa tornare la da solo.
In aereo, ripensando a quei momenti fantastici, sentii che alcune lacrime mi rigavano il volto….e un velo di tristezza mi pervase, lasciandomi una dolcissima nostalgia…
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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