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BIANCO&NERO


di milissa67
11.06.2015    |    12.049    |    8 7.5
"Il suo cazzone cresceva a dismisura e non resistetti più..."
Marzo è decisamente un mese pazzerello: un giorno piove, un altro c'è il sole, fa freddo, fa caldo...
Fatto sta che una Domenica faceva veramente caldo, il sole era splendido e, tutto il mio vicinato credo abbia approfittato della splendida giornata per andare a farsi un giro.
Io abito in una villetta con un piccolo giardino e, nel primo pomeriggio, visto che il sole irraggiava proprio il mio giardinetto, ho riesumato il lettino da spiaggia e mi ci sono disteso.
Una pace ed un silenzio incredibili, una leggera brezzolina che mi rinfrescava la pelle che iniziava ad arrossarsi sotto quel sole cocente ed un'eccitazione che -come sempre mi accade- iniziava a pervadermi.
Mi tolsi il costume e lasciai che i raggi del sole baciassero anche il mio bel cazzone, che nel frattempo, si era inturgidito.
Lo stare nudo all'aria aperta mi eccita moltissimo, ma mi mancava qualcosa....
Presi le mie adorate calze autoreggenti, me le infilai e mi stesi nuovamente al sole.
Che meraviglia!!!
Mi assopii lievemente e, ad un certo momento, mi svegliai di soprassalto perché la testa mi era "caduta".
In quel momento, mi accorsi che c'era un ragazzo di colore uno di quelli che porta in giro le varie pubblicità commerciali- che, arrampicato sulla ringhiera di casa mia, mi stava guardando.
Rimasi un po' sopraffatto dall'emozione, ma quando vidi che si stava masturbando, gli chiesi se voleva entrare.
Nonostante l'italiano stentato, Appiah -questo è il suo nome- mi disse di si e, senza che gli dicessi nulla, mi chiese se poteva andare un attimo al bagno.
Gli risposi di si e, visto il caldo che faceva, gli chiesi se avesse voluto farsi una doccia.
Lo accompagnai in bagno e, nel mentre preparavo tutto il necessario, lui si spogliò liberando una proboscide di almeno 25 cm.
Gli dissi di fare pure con calma -anche se non vedevo l'ora di conoscerlo meglio- e tornai fuori.
Dopo c.ca 15 minuti, Appiah mi raggiunse e, dopo essersi seduto a fianco a me, iniziò ad accarezzarmi le gambe fasciate dalle calze di nylon. Il suo cazzone cresceva a dismisura e non resistetti più.
Lo presi avidamente in bocca ed iniziai a succhiarglielo, passando la mia lingua su tutta la sua lunghezza e leccando per bene la sua cappella.
Aveva decisamente un cazzo fantastico: era almeno 25 centimetri di puro ebano nerboruto e la cappella rosa, anch'essa molto grossa, in netto contrasto, mi faceva eccitare incredibilmente.
Assaporavo il suo gusto, un po' asprigno e non vedevo l'ora che mi scopasse, fantasticando già su come mi sarei sentito, sfondato da quel meraviglioso cazzo.
Lui fece lo stesso e si impadronì del mio corpo, baciandolo e leccandolo ovunque.
Con decisione, ad un certo momento mi girò a pancia in giù, mettendomi alla pecorina e, senza esitare, infilò il tarellone nel mio buchino. Mi sentii squartare da quella meraviglia e, dopo averlo infilato tutto, iniziò a montarmi come una cagna in calore.
I miei mugolii iniziarono a diventare urla di piacere e non avrei mai voluto che quella incredibile gioia terminasse.
Mi prese con una foga indescrivibile ed assaporavo in tutta la sua lunghezza e larghezza quel palo che con colpi rapidi ma ritmati, mi stava squassando l'ano ed il ventre.
Solo scopandomi, mi fece venire tre volte, senza bisogno che mi masturbassi.
Ero al culmine dello sfinimento e, dopo circa un'ora di assoluto godimento, mi disse "...coming..." e così glielo presi tutto in bocca facendomi sborrare in gola: uno tsunami di sborra calda quasi mi soffocò, ma non ne lasciai cadere nemmeno una goccia.
Glielo succhiai con avidità, spremendolo per bene e bevendo fino all'ultima goccia del suo nettare caldo ed acidulo. Lui si chinò verso di me e mi masturbò fino a farmi venire un'altra volta.
Ci accarezzammo ancora, lui soprattutto era attratto dalle mie gambe fasciate dal morbido nylon sul quale appoggiava la sua pelle, strusciandola.
Mi baciò i piedi, succhiandoli un po', appoggiò le sue labbra carnose sulle mie e così come lo vidi, così sparì...
La Domenica, quando posso, mi metto ancora in giardino e... spero che Appiah riappaia nuovamente.
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