orge
Gita in barca con sorpresa
di remida67
25.10.2012 |
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"Va bene, ma partiamo e usciamo prima possibile da porto, non vorrei che qualcuno mi riconosca, poi avrei dei problemi a spiegarlo, mi..."
Quel sabato di settembre mi chiama Fabrizio, un amico cui l'appeal sulle donne non è mai mancato, e mi propone una gita in barca: “se vuoi venire con la tua ragazza non se ne fa nulla”, ribatto io, “perché mia moglie è in visita a dei parenti e io sono solo.Con un'aria strana mi dice che mi richiama a breve, innescando in me una certa curiosità: che cosa cavolo avrà in mente?
Torno stancamente alla TV, e dieci minuti dopo un trillo mi risveglia da un certo torpore: “stai allegro”, grida Fabrizio dall'altra parte della cornetta, “oggi ci divertiremo da matti”.
Cresce in me la curiosità per quel che ha in mente, ma lui mi liquida sbrigativamente con un "ci vediamo fra un'ora al porto!", e chiude.
Che cazz.., mi tocca prepararmi di corsa, recuperare chiavi e documenti e precipitarmi in macchina: che rompi..., ma penso comunque che una giornata all'aperto non può che farmi bene.
Prendo il cellulare - per avvisare la mogliettina dalla macchina - e via di corsa verso il porto, devo pure correre, sono quasi 60km.
Durante il tragitto la curiosità mi assale sempre più, cosa avrà voluto dire? L'importante, penso, è evitare guai, ma Fabrizio di solito è un tranquillo, non ci saranno rischi: così mi rilasso e mi godo la corsa in macchina.
Arrivo puntuale, entro nel porto, saluto il guardiano nella guardiola e mi avvio verso l'imbarcazione, certo di essere arrivato primo ... ma quando arrivo davanti al posto barca vedo tre figure che scherzano allegramente, davanti ... davanti alla mia barca: cosa vorranno? Parlano pure in inglese, ora ce li mando e mi metto a prendere un po' di sole in attesa del mio amico.
Ma ... è proprio Fabrizio che sta chiacchierando davanti alla barca in inglese, e sta simpaticamente (una dote che non gli manca) intrattenendo due gran bei pezzi di fi...gliole.
Devo aver sbagliato, dico fra me e me, questo non è il molo giusto, e quello non è Fabrizio, ma in quel momento mi sento chiamare, e la voce è sicuramente la sua ... seguita da due veloci "hi", per rispondere ai quali faccio ricorso a tutte le mie reminiscenze di lingua inglese.
Dopo i saluti di rito, inizio: "capiscono l'italiano?" rivolto al mio amico
"Per nulla, puoi parlare tranquillamente, che c'è? Ti piace la sorpresa?"
"Ma chi cazz... sono?"
"Ho conosciuto la bionda in un viaggio di lavoro in USA, e lei è qui in vacanza con un'amica, mi ha contattato ed ho pensato di proporle una gita ... "
"Ma credi che ci stiano?" esclamo io, con la mente che già mi turbina.
"Che cavolo ne so, comunque ci possiamo fare un giro e divertirci, e poi chissà ..."
"Va bene, ma partiamo e usciamo prima possibile da porto, non vorrei che qualcuno mi riconosca, poi avrei dei problemi a spiegarlo, mi capisci!"
"Ok, dai, a bordo"
Saliamo di corsa, senza riuscire a spiegare chiaramente alle nostre due ospiti il perché della nostra fretta e, dopo aver velocemente fatto scaldare i motori, mi dirigo fuori dal porto e poi velocemente verso il largo.
Appena al largo, quasi gridando per superare il frastuono dei motori, facciamo le presentazioni con Jasmine e Melissa, e finalmente posso ammirarle da vicino: indossano entrambe T-shirt colorate e bermuda di jeans e, con la barca lanciata in velocità, tremano di freddo per il forte vento. Recupero un paio di felpe dalla cabina e gliele porgo, pensando che - abbastanza contrariato - a quel punto per vederle un po' meglio avrei dovuto attendere una sosta. Da quel poco che ho già sbirciato, noto comunque che entrambe meriterebbero un esame più approfondito, molto più approfondito ... ma tant'è, mi concentro sulla guida pensando ad un posto dove fare tappa. Le possibilità sono due, puntare decisamente verso il largo allontanandosi dalla vista di tutti, oppure puntare su qualche scoglio abbastanza vicino, dove la bellezza naturale si sarebbe ben conciliata con le bellezze a bordo.
Spingo al massimo i motori mentre sono immerso nelle mie riflessioni, e non mi accorgo che qualcuno sale sul divanetto della timoneria, accanto a me: penso che sia il mio amico, e mi preparo a scambiare le prime impressioni con lui quando sento che la coscia che sfiora la mia non è certamente di un maschio .... un po' interdetto mi volto, e vedo Melissa che è scivolata al mio fianco, e guarda con fare curioso i miei gesti al comando dell'imbarcazione.
Iniziamo a scambiare amichevolmente quattro chiacchiere, e pian piano il mio inglese si scioglie, e la conversazione diventa più fluida: finalmente posso vederla bene, è mora con occhi chiari, alta quasi quanto me, molto abbronzata e con una pelle veramente fantastica. Spero tra me e me che il mio pisello non parta subito in quarta, vorrei giocarmela bene, senza sputtanarmi come il classico maschio super-arrapato: noto con soddisfazione che per ora rispondo abbastanza bene.
Cerco di indovinare le sue forme sotto i bermuda e la felpa blu, ma decido di rimandare a più tardi ... siamo ormai al largo ed è il momento di rallentare un po'.
Con il vento che cala, diventa immediatamente caldo, e Mel - così la chiamo - toglie subito la felpa, facendomi intuire sotto la maglietta due bei seni grossi e sodi, proprio come piacciono a me.
Nel frattempo Fabrizio e la bionda sono saliti in coperta, e lì si sono sdraiati, rimbalzando ad ogni tonfo della barca che dopo l'onda atterra in acqua ... peggio per loro, gli ho detto cento volte che lì davanti è scomodo, ma lui ... d'altronde i sobbalzi non mi dispiacciono, in quanto fanno saltellare le tette della mia vicina, facendomi godere uno spettacolo splendido.
Torno a pensare a Mel, che mi chiede di provare a guidare: acconsento, ma le dico che dovrò restare accanto a lei, in quanto la legge italiana (che ringrazio calorosamente) è abbastanza rigida in fatto di guida di natanti. Lei accetta di buon grado, con un sorriso, e scambiamo velocemente il posto ... mi passa davanti, e con il culo mi sfiora la patta, resa già particolarmente sensibile dalla sua visione.
Le mostro i comandi e poi la lascio fare, sembra vada tranquilla, finché non diventa necessario decelerare: allungo la mano verso la leva alla sua destra, e nel movimento sfioro le sue tette, e nel far ciò mi sembra di notare sul suo corpo un piccolo brivido, certamente non dovuto al freddo.
Improvvisamente mi dice di essere impaurita, e mi chiede di starle più vicino: acconsento di buon grado, e mi sposto verso di lei: quando le nostre gambe sono a contatto lei con un piccolo movimento si solleva e si siede sulla mia coscia. La sua natica percuote dolcemente la mia patta, e in pochi istanti nota la mia considerevole erezione: un po' imbarazzato la guardo, farfugliando qualche parola, ma lei mi tranquillizza e mi invita a guardare la sua amica che è impegnata in un bacio con Fabrizio.
Mi rilasso quindi aspettando ulteriori eventi, e con mio sommo stupore Mel mette i motori in folle e prende in mano la situazione, facendomi girare su me stesso, inginocchiandosi davanti a me e iniziando ad abbassarmi i pantaloncini. Al colmo della lussuria, sento che libera dal costume il mio pisello, il quale con un saltello si distende verso il suo volto: lei spalanca la bocca, et voile, il mio uccello è sulla sua lingua, Mel serra la bocca e inizia dolcemente a succhiarmi. Provo una sensazione strana, come se un phon acceso al contrario fosse puntato sul mio cazzo: ma la prova migliore di ciò che sta accadendo sono i suoi capelli scuri che si avvicinano e si allontanano dal mio pube.
Appoggio la schiena ed inizio a godermi il pompino, mentre la coda dell'occhio mi conferma che anche gli altri due sono all'opera.
Improvvisamente Mel si stacca dal pisello e da una piccola distanza mi sputa proprio lì una abbondante quantità di saliva, iniziando subito con il movimento della mano a mo' di sega a distribuirla uniformemente lungo l'asta: mi compiaccio delle sue capacità di pompinara, ma anche della mia erezione, e della mia resistenza, in quanto arrapato com'ero temevo di venire subito.
Chiarita ormai la situazione, mi sale il desiderio di vederla finalmente nuda, e lei mi accontenta subito togliendo maglietta, bermuda, reggiseno e slip: resto incantato nel vedere il suo favoloso corpo, integralmente abbronzato tranne una sottile striscia di pelle all'altezza della vita. Siamo nudi entrambi, e mentre mi smantella delicatamente il cazzo inizio a tastarle le tette poderose, che poi inizio subito a succhiare, spostando le mie mani sul suo culo splendido e sodo. Si sputa quindi su una mano, con la quale riprende a manovrarmi, e con l'occasione volgo lo sguardo verso gli altri due, che già stanno piuttosto avanti: infatti Fabrizio dopo una veloce leccate ha appena iniziato una pecorina sulla coperta, entrambi in piedi oscenamente nudi, con lui dietro che entra e esce velocemente dalla fica di lei.
È a quel punto che con una mossa strana esce da lei, la spinge a terra ordinandole con una certa forza di sollevare le gambe per porgergli i piedi: unisce poi i piedi di Jasmine, e, dopo avervi posizionato in mezzo l'uccello, inizia a chiavarglieli. Non lo immaginavo certo feticista, ma lo vedo arraparsi sempre più, fino a interrompere e a sedersi sopra di lei: inizia quindi a strofinare il cazzo sulle sue tette, senza però realizzare una spagnola (per mancanza di materiale, a differenza di Mel). Infine penetra con forza la bocca di Jasmine, e pochi istanti dopo inizia a riempirla di calda sborra, che lei, su preciso ordine di lui, ingoia in un sol colpo.
Hai capito il porcone, penso tra me e me, mentre i due si lanciano nudi in acqua per un bagno refrigerante: ma il mio pensiero torna prepotentemente da Mel, che ha ripreso a ciucciarmi con forza.
Mentre la sua testa va avanti e indietro, mi godo lo spettacolo dei suoi seni, elastici, grossi e sodi, che mi danno un'eccitazione supplementare: quando sto per venire la fermo, anche se mi pare che avrebbe gradito proseguire, la stendo a terra, la scoscio in maniera oscena, e inizio a leccare la sua fica già completamente inondata dai suoi liquidi. La troiona inizia a godere come una forsennata, emettendo dei piccoli gridi di lussuria, mentre - per tacitarla - le infilo profondamente il cazzo in bocca. L'eccitazione prende completamente il controllo sui nostro corpi, è uno stato splendido, sentiamo entrambi di non avere più alcuna remora, pronti a darci reciprocamente solo piacere.
Salgo sopra di lei, e realizzo il sogno che inseguo dall'inizio della scopata: la spagnola. Lei mi aiuta, spingendo dall'esterno le sue tette a stringere con forza il mio pisello, che non ho mai visto così grosso: un ulteriore paio di colpi e sento lo sperma risalire lungo l'asta, uscire con violenza e atterrare sul suo collo in una lunga strisciata. Preoccupata di perdere il resto della sborrata, dopo il primo schizzo infila l'uccello nella bocca e deglutisce voluttuosamente il frutto del suo "lavoro".
Mentre mi godo un paio di istanti di riposo penso che anche lei ha il diritto di godere: controllo velocemente lo stato dell'uccello, ancora duro anche per la permanenza prolungata nella sua bocca, e - con un leggero movimento su me stesso - la penetro nella fica vogliosa. Al terzo colpo per lei è già orgasmo, seguito da numerosi altri, mentre gli altri due - appena risaliti dal bagno - ci osservano seduti sulla murata della barca. Senza più alcun ritegno chiamo a me Jasmine e la bacio nella bocca continuando a chiavare senza sosta Mel: giunto al momento dell'orgasmo le faccio sdraiare vicine, e con un paio di colpetti al pisello, è un diluvio bianco sui loro visi.
È il momento di un meritato riposo, salto in acqua con entrambe le "girl" mentre Fabrizio si sdraia al sole: l'acqua fredda rilassa il mio corpo, mentre a tenerlo in tiro pensano le due gattine, con battute e carezze varie. A turno infatti si immergono nell'acqua profonda, scendono all'altezza dei miei genitali e danno profonde succhiate, risalendo dopo poco per riprendere fiato. Dopo qualche minuto ci apprestiamo a risalire, sale prima Mel, poi si avvia alla scaletta Jasmine, ma a metà risalita la afferro per un piede e la ritiro in acqua. Nel far questo da sotto vedo il perfetto solco delle natiche, ed il forellino, che mi sembra di vedere un bel po' allargato: non rammentando che il mio amico l'avesse inculata, le faccio la domanda, cui lei risponde evasivamente. Ripeto il giochetto di ritirarla giù una seconda volta per guardarla meglio, e mi balena in mente un piano: incularla.
Ho però bisogno prima di un'energica succhiata, così salgo prima di lei, ma invece di lasciarle la scaletta, mi ci siedo sopra, con il cazzo già mezzo in tiro: lei capisce subito, e - con un mugolio di soddisfazione - inizia una pompa degna di Mel. A lei però dico il contrario, con il risultato di farla scatenare in un bocchino pazzesco: l'asta, le palle, il glande, le mani e poi a iniziare di nuovo fino ad una erezione perfetta. A quel punto scendo in acqua, le giro dietro e con un colpo secco le sono nel culo per una buona metà del mio ragguardevole cazzo, ed inizio un pompaggio lento e profondo. La penetrazione la esalta, tanto che caccia un paio di urli che preoccupano gli occupanti della barca: nel frattempo, toccandole anche la fica, la porto all'orgasmo.
Decido poi che quel meraviglioso culo merita di essere sfondato completamente, così esco da lei, saliamo sul predellino (quello posteriore quasi a contatto con l'acqua), lì la faccio inginocchiare e proseguo l'inculata inserendo stavolta il cazzo fino al mio pube: le sue grida non mi impietosiscono - e alla fine anche lei mi ringrazierà - e la chiavo estraendo l'uccello e rinserendolo con un osceno colpo secco.
Forse preoccupato delle grida, Fabrizio scende, e nel vedere la scena, ammutolisce Jasmine mettendogli il cazzo in bocca.
In quel momento la mia unica preoccupazione è per Mel: non si sentirà abbandonata?
Passano altri minuti e il mio pisello inizia a riversare sperma bollente nel suo culo: quasi contemporaneamente con ottimo tempismo Fabrizio le allaga la bocca.
Rientriamo in acqua e, dopo un veloce bagno, risaliamo in barca ansiosi di conoscere come sarebbe proseguita quella gita al calor bianco.
Il proseguo dipende solo da noi quattro: il bello della situazione è che essendo stato ormai superato ogni limite, qualsiasi proposta sarà certamente stata accettata con "piacere".
Prendo quindi posizione al timone, accendo i potenti motori e riprendo a navigare: vedo calare la sera, e non è prudente incrociare al largo a notte fonda. Punto decisamente sul porto approfittando della navigazione per un po' di riposo: avvicinandomi a terra sono solo io a far caso che il nostro costume è solamente quello "adamitico", e rientrando nella civiltà - da dove eravamo usciti nelle ultime ore - è necessario coprirsi, almeno succintamente.
I costumi sembravano veramente superflui, considerato quello che c'era stato fra noi, ma siamo costretti ad indossarli per ormeggiare e scendere a fare qualche spesa. Resto quindi in barca con Mel, mentre gli altri due procureranno viveri per la sopravvivenza ... se infatti quello era il ritmo sarebbero servite razioni particolarmente abbondanti.
Al loro ritorno io e il mio amico ci diamo da fare sui fornelli della piccola cucina, mentre le nostre due amiche prendono una doccia calda nel bagnetto della barca. Le scene che vedemmo avrebbero fatto "arrapare" anche un cadavere, ma a noi due - dopo il pomeriggio - serviva ben altro: vedemmo Jasmine entrare per prima e lavarsi a porta aperta, mentre Mel aspettava anche lei già nuda. Improvvisamente entrò anche lei nel bagno ed iniziarono a lavarsi l'un l'altra: il passo successivo fu della bionda che voluttuosamente iniziò a succhiare - senza curarsi del fatto che noi vedevamo tutto - i capezzoli di Mel, facendoci in qualche modo capire che non era la prima volta che tra loro si scambiavano quel tipo di carezze. In me, che conoscevo bene quelle tette, nacque un sentimento misto di gelosia ed eccitazione, ed una voglia - più comprensibile - di saltare in mezzo a loro.
Quello spettacolo durò alcuni minuti, al termine dei quali le ragazze ci guardarono con aria innocente, come se quello che era appena successo fosse completamente normale: fu lì che capimmo che la serata ci avrebbe riservato ulteriori piacevoli sorprese. Le due ci fecero cenno di avvicinarci, e iniziarono a lavare anche noi; dato che non saremmo certo potuti entrare là dentro in quattro e che c'era la cena da preparare, ci dividemmo, entrai prima io e godetti di uno splendido massaggio di Mel. Dopo un po' iniziò a leccare avidamente il mio culo, mentre con una mano smanettava il mio cazzo duro come una pietra: scelsi allora di venire nuovamente sulle sue tette, la sborra bianca sulla sua pelle abbronzata era uno spettacolo splendido, peccato si sarebbe dovuta rilavare. Dopo un paio di potenti succhiate il mio sperma iniziò a scorrere sulle sue grosse mammelle, mentre lei veniva con tre dita infilate nella figa.
Dopo una veloce sciacquata, uscimmo per lasciare il posto agli altri due, di cui non seppi mai le prestazioni poiché - con una certa sorpresa da parte nostra - chiusero la porta.
Verso le nove iniziammo a mangiare la cena seduti intorno al tavolo tutti e quattro completamente nudi, e lo spettacolo più normale fu quello di Jasmine che nel tentativo di arrotolare gli spaghetti, ne fece cadere alcuni sulla mia coscia, e si piegò velocemente per recuperarli con la bocca, aspirando rumorosamente anche quello che mi era caduto sull'uccello.
Terminata la cena, mentre le nostre amiche rassettavano alla bell'è meglio la zona cucina, ci riposammo cullando le nostre memorie nel ricordo di quello che ci era appena accaduto.
L'estate volgeva al termine, ma il nostro desiderio di sesso era sempre forte: ricordando il pomeriggio trascorso ad inizio estate decisi di organizzare una nuova gita in barca con le nostre amiche americane.
Avevamo voglia di superare i già notevoli limiti raggiunti nella precedente occasione, e dopo aver convocato le ragazze in barca, esprimemmo i nostri desideri.
Inizialmente le ragazze si misero a ridere, e poi, quasi offese dalle nostre parole si girarono dall'altra parte rifiutandosi di parlare più con noi.
Fu forte in noi il sospetto che ci fossimo "giocati" qualsiasi tentativo di godere di nuovo con loro, ma non avevamo fatto i conti con l'irrefrenabile voglia di sesso di Mel e Jasmine. Dopo un breve parlottare tra di loro, chiesero un telefono rifiutandosi di dirci a quale fine. Pensai: “ecco, ora si faranno venire a prendere da qualcuno, e addio serata”.
Fatto sta che parlarono velocemente in inglese nel telefono per qualche minuto; alla fine raggianti mi passarono il telefono chiedendomi di spiegare velocemente la strada per raggiungerci. Non appena finito non ebbi neanche il tempo di capire chi ci fosse all'altro capo del filo che Mel mi tolse il telefono di mano e chiuse velocemente la conversazione. Le nostre domande furono del tutto inutili, le ragazze non si sbottonarono sul contenuto della conversazione.
Appena fuori della loro vista, consultai il telefono per vedere l'ultimo numero chiamato, ma ciò non fu di grande aiuto perché si trattava di un altro numero di cellulare. Smisi quindi di pensare e mi concentrai sulla chiacchierata che stavamo facendo (nonostante tutto l'inglese non rimaneva il mio forte), andando avanti così per quasi un'ora e mezza. Era ormai mezzanotte, e la stanchezza cominciava a pesare sulle nostre palpebre, che rimanevano aperte solo per continuare a osservare la straordinaria bellezza dei loro corpi: pensai comunque che un po' di riposo non sarebbe stato male, ma le due insistettero per farci restare svegli, sostenendo che era in arrivo una sorpresa. Alle nostre domande, buio assoluto.
Verso l'una quando stavo ormai per cedere al sonno, sentii una voce da fuori la barca, che chiamava in inglese: sospettai subito che fosse la sorpresa, ma distinguevo nettamente la voce di un uomo. Fu allora Mel che mi disse che la sorpresa era arrivata. Mi apprestai svogliatamente a fare gli onori di casa, così aprii la chiusura lampo che chiudeva la barca e vidi un piccolo gruppo di persone: riconobbi subito una figura maschile, un ragazzo alto, di colore ... un attimo dopo scorsi dietro di lui altre due figure dai contorni più interessanti, una ragazza anch'essa di colore ed un'altra bianca. Cominciai a credere che forse la sorpresa sarebbe stata interessante, ma pensai tra me e me se potesse essere possibile che quelle due avessero invitato altre persone per un incontro di sesso ... certo che se andava così ne conoscevano di gente disinibita.
Fatto sta che invitai tutti ad entrare, ma lo spazio già non particolarmente abbondante, si restrinse notevolmente. Mel mi sussurrò: "vedrai che incontro ... se ne avrai la forza", ed accompagnò il tutto mordendomi il lobo dell'orecchio. Improvvisamente l'adrenalina iniziò a circolare con forza nel mio corpo, mentre pensavo come ci saremmo potuti sistemare. L'unico spazio abbastanza vasto era sul ponte, ma all'interno di un porto ci avrebbero sicuramente arrestato ... è sempre un luogo pubblico. Allora mi venne in mente l'unica soluzione: in mare aperto. Come eravamo stati di giorno, di notte non avremmo avuto problemi: avrei dovuto solo organizzare un po' di luce, certo non c'erano lampioni, e il gioco era fatto.
Nel frattempo ci presentammo, e scoprii che l'amica bianca, Francesca, era italiana, e lei aveva condotto il terzetto al porto. Era truccata in modo abbastanza pesante, un po' volgaruccio, però risultò subito molto simpatica. Portava una minigonna scura abbastanza corta ed un body chiaro. Diedi un'occhiata agli altri due, Michael e Vanessa: lui oltre l'1,80, muscoloso; anche lei piuttosto alta, un culo abbastanza grosso che giudicai piuttosto morbido, e un paio di tette di dimensione extra.
La sera era piuttosto calda, e dopo aver scoperto interamente l'imbarcazione iniziammo a chiacchierare, instaurando subito un clima molto socievole: dopo un po' proposi, per una maggiore intimità, e per evitare di svegliare tutto il porto, di allontanarci per un giro.
L'idea fu accolta con entusiasmo, e muovemmo subito verso il largo: la luna, una luna meravigliosamente piena, ci venne incontro perché bisogno di luci ce n'era veramente poco.
Raggiunto il largo qualcuno lanciò l'idea di un bagno notturno: non ricordo chi, ma fu veramente un'ottima idea, che diede il via alle "danze".
Il primo problema fu che i nostri ospiti non avevano costume da bagno, e noi non ne avevamo abbastanza per tutti: la soluzione fu però immediata, perché dissero tranquillamente che ne avrebbero fatta a meno. Francesca fu la prima a spogliarsi gettando scarpe, mini e body dentro la cabina: non indossava reggiseno per i suoi piccoli e puntuti seni, così velocemente tolse le mutandine, restando per qualche istante nuda di fronte a tutti ... pochi attimi dopo un tonfo nell'acqua ci risvegliò dalla visione del suo corpo. Allora, per non essere da meno, mentre gli altri due iniziavano a spogliarsi anche noi quattro decidemmo che del costume se ne poteva farne a meno. Fabrizio, Mel e Jasmine saltarono subito in acqua, mentre io mi attardai qualche attimo controllando gli strumenti, ma in realtà perché volevo vedere il corpo di Vanessa. La mia attesa fu ben ripagata quando estrasse dal reggiseno due grosse tette, leggermente scese, molto arrapanti: il suo folto pelo fu una carica elettrica su di me, e lei se ne accorse subito, rivolgendomi un sorriso ammiccante.
In quel momento passò tra di noi la poderosa figura di Michael, che a dei forti muscoli univa un cazzo - a riposo - lungo parecchi centimetri, vista che mi fece venire in mente che forse ciò che si dice sui negri non sia del tutto campato in aria. Dopo che Michael fu saltato in acqua, rimasi con Vanessa che salì sul bordo della barca, offrendomi un primo piano del suo bel culo, e poi si esibì in un perfetto tuffo.
Sentivo ridacchiare da dentro l'acqua, così non persi altro tempo e raggiunsi la comitiva nell'acqua calda, calda come solo nel cuore della notte si può trovare.
In acqua la situazione era questa: le nostre amiche americane stavano intorno a Michael, e mi pareva non facessero mistero dei loro obiettivi, mentre Fabrizio stava vicino a Francesca alcuni metri più in là. Mi parve quindi naturale avvicinarmi a Vanessa, chiedendole del suo sorriso di prima: mi spiegò quindi che l'aveva colpita in mio sguardo, che sembrava voler cogliere tutta la sua intimità. Le chiesi se fosse imbarazzata, ed al suo no mi avvicinai decisamente, cingendola con un braccio alla vita e avvicinandola a me. Mai nella vita mi ero sentito così intraprendente, ma mai nella vita avevo vissuto una simile occasione: la baciai con forza, deglutendo la sua saliva, con la sua lingua che si muoveva forsennatamente nella mia bocca. Un istante dopo, le sue gambe mi stringevano alla vita, facendo sfregare la sua figa sul mio pisello già in tiro: le mormorai di salire, ma lei mi disse subito di no, mentre con un movimento secco del bacino si impalò su di me. Mi sembrava di vivere un sogno, come nessun film hard mai girato, ma Vanessa era lì, tra le mie braccia, e la stavo scopando nell'acqua. Mentre stavo iniziando ad assaporare la scopata, mi girai e vidi il nero seduto sul predellino della barca, con un cazzo di almeno 25 cm. completamente eretto, che veniva succhiato alternativamente dalle americane, con una erezione che sembrava non finire mai. Sentivo rumori venire dall'altro lato, immaginando che anche gli altri avessero iniziato a darsi da fare.
A quel punto però me infischiai degli altri, e iniziai a pensare solo a noi due, ed in maniera particolare alla spagnola fra i seni di Vanessa che non mi sarei lasciato sfuggire per nulla al mondo. Prima volevo però farmi succhiare un po', per conseguire la massima erezione: salimmo quindi in barca, sul ponte, e li mi sdraiai, sollevando leggermente la schiena e tenendo le gambe aperte, per permettere alla nera di inginocchiarsi li in mezzo. Iniziò quindi a pomparmi, facendomi scoprire sempre nuove sensazioni fra le sue labbra, fra i suoi denti, sulla sua lingua.
Nel frattempo il ponte della barca si riempì di corpi bagnati, che si affannavano uno sull'altro, che a tratti gemevano ed emettevamo urletti di piacere. Fabrizio scopava profondamente Francesca, con colpi forti e regolari, mentre su Michael sdraiato sulla schiena si erano accomodate Mel sulla bocca e Jasmine sul palo: lei in particolare ogni volta che scendeva su di lui strillava come la stessero squartando ... con quel cazzo poco ci mancava.
Improvvisamente Vanessa si spostò verso di me, e con un piccolo movimento si impalò iniziando a salire su e giù velocemente: poco dopo iniziò a godere, mentre le sue secrezioni scendevano bagnandomi le palle ed il pube. Dopo un paio di orgasmi fu lei, quasi con sottomissione, a chiedermi come volessi venire, ed io le ordinai: "fra le tette". Ubbidiente si rovesciò sulla schiena, stringendo con le mani le tette per meglio accogliere l'asta: mi posizionai lì in mezzo, stringendo con forza i grossi capezzoli fra le dita fino a sentirla gemere, ed iniziai a muovere il mio cazzo fra i suoi globi carnosi preparandomi a godere. Nel far ciò, mentre caricavo il mio cannone, vidi sulla destra l'esatto momento in cui dal pisello di Fabrizio partiva un lungo getto bianco, che atterrò sulla pancia di Francesca, ed alla mia sinistra il tarello di Michael che liberava verso il cielo una striscia bianca per almeno un metro di altezza.
Non volevo essere da meno, così dopo un altro paio di colpi sborrai, imbiancando viso e collo di Vanessa, che raccolse con le dita lo sperma per deglutirlo di gusto.
Mi sentivo legato a Vanessa, ma non c'era veramente tempo per essere sentimentali, né tanto meno di riposarsi: lo capii perché Francesca, che era venuta dietro a me per godere lo spettacolo del mio orgasmo, e ne aveva approfittato per accentuare la mia libidine massaggiandomi l'ano, iniziò a leccarmi le palle per riportarmi in tiro.
Per ringraziarla presi a succhiarle il clitoride, e la sentii miagolare di lussuria: le infilai quindi un dito nel culo, trovandolo ben disposto allo sfondamento. La girai, e senza tanti preamboli la penetrai nell'ano, gustandomi la strettezza del secondo canale: la sfondai nel vero senso della parola, stupendomi della violenza che le adoperai. Mi portai quindi all'orgasmo che sfogai nella sua bocca, non prima di averle ordinato di bere tutto: lei esegui senza batter ciglio, con piglio da vera zoccola.
I due orgasmi, a poca distanza l'uno dall'altro mi avevano lasciato abbastanza stanco: ricorsi quindi all'aiuto di Mel, la cui bocca avevo già avuto modo di conoscere, e che sapevo capace di lavori sopraffini. Lei coinvolse anche la nera, formando una coppia veramente imbattibile nel pompaggio. Mi feci lavorare il cazzo sdraiato, mentre gustavo lo spettacolo delle altre due che erano state sistemate nella posizione della pecorina, Fabrizio su Jasmine e il possente cazzo di Michael sul culo già ben dilatato di Francesca.
Con una telecamera non sarebbe certo sfuggito l'oscar, se ne esistono in questo settore. Il sudore colava copioso dai corpi dei maschi, mentre da quello delle femmine uscivano solo mugolii di piacere.
Lo spettacolo era talmente coinvolgente che quasi mi dimenticavo che il mio cazzo stavo a riprendendo vigore, ed era ormai in posizione verticale rispetto al mio pube: era stato un lavoro veramente sopraffino, ora dovevo solo decidere chi gratificare delle due cagnoline in calore ... decisi di non fare torti, le feci sdraiare una sull'altra, Vanessa sopra Mel, in modo da avere le due fiche vicine. Iniziai a penetrarle alternativamente, osservando lo spettacolo dell'abbondante miele di Vanessa che scendeva bagnando l'altra fica. Diedi parecchi orgasmi ad entrambe, serbando le ultime riserve di sperma per uno spettacolo che concordai con gli altri due maschi.
Facemmo inginocchiare le quattro puttane, mettendoci in piedi intorno, e passando velocemente da una bocca all'altra: raggiungemmo l'orgasmo contemporaneamente, dando luogo ad un vera e propria doccia di lava bollente, con la quale ci colpimmo anche noi maschi, ma risolvemmo facendoci pulire accuratamente dalle lingue ancora assetate.
Eravamo ormai allo stremo, erano parecchie ore che andavamo avanti, e arrivavano in lontananza le prime luci dell'alba: Mel volle però un'ultima dimostrazione, una specie di gara a chi sputa più lontano, ma effettuata immaginate voi come. Fabrizio si dissociò, standosene seduto a guardare e lasciandomi solo ad affrontare il supercazzo di Michael.
La regola di Mel prevedeva però che sborrassimo contemporaneamente, resistendo però il più possibile: ci avvicinammo quindi al bordo della barca, affiancati, e Mel si inginocchiò tra di noi, iniziando a succhiarci alternativamente i piselli. Andò avanti per parecchi minuti, sia per la nostra stanchezza, sia anche per il nostro sforzo di durare il più a lungo possibile. Alla fine venimmo, ed il mio schizzo si infranse sulla superficie dell'acqua alcuni centimetri prima del suo (più o meno quelli di differenza nella lunghezza dei cazzi). Persi quindi la gara, ma non me ne importò molto ...
Riprendemmo quindi la via del porto, ed una volta a terra fu la volta dei saluti. Nel farlo, non sapevamo se avevamo fatto la cosa giusta: avevamo superato ogni limite, ci eravamo fatti guidare in quella notte solo dall'istinto, dalla parte più recondita dell'istinto.
Non ci scambiammo recapiti o numeri telefonici.
Scegliemmo di conservare solo il ricordo di quella avventura.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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