Lui & Lei
La Professoressa di Tecnica
di remida67
02.10.2012 |
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"Alzò un coscia mettendo un piede sulla sedia, si mise con il viso sul tavolo, con le mani si teneva le natiche aperte e ogni tanto si sgrillettava il..."
Ho lasciato la scuola 15 anni fa. Come tutti gli studenti in pubertà fantasticavo su alcune professoresse anche se all'epoca le avrei prese tutte.La professoressa di tecnica però mi attirava particolarmente. Mora non tanto alta, capelli lunghi ma sempre legati a chignon dietro la testa. Sempre compita e composta all'epoca aveva circa 30 anni. Insomma il sogno di ogni ragazzo. Era molto severa e noi durante le lezioni cercavamo sempre di sbirciare sotto la cattedra. Indossava sempre gonne con gli stivali alti e in rarissime occasioni accavallando le gambe si vedeva poco più sopra delle ginocchia.
Il mese scorso mi trovavo a Santo Domingo per una vacanza. Ero in compagnia di un amico. Lui ha avuto l'occasione di questo pacchetto viaggio per due ed io mi ero aggregato a lui.
Arrivati al Gran Dominicus ci sistemiamo e cominciamo la settimana di relax. Il giorno dopo l'arrivo, dopo colazione vado in spiaggia e mi accorgo che poco distante da me c'era una donna la cui fisionomia mi ricordava qualcuno.
Si sembrava proprio lei, la prof di tecnica, mi avvicino e la saluto. Fu piacevolmente sorpresa, e dopo i primi minuti di reciproco scambio di convenevoli e di quello che è stata la vita fino a quel punto ci mettiamo a ricordare dei tempi della scuola. Si ricordava di me perché abitavamo nello stesso isolato e anche dopo la scuola ci si incrociava per strada fino a quando io non mi sono trasferito in un altra città.
Nei giorni successivi siamo sempre stati insieme. Lei era con sua figlia ma questa era sempre impegnata in mille attività ricreative proposte dal club ed il mio amico pure. Anzi lui mi disse che ero scimunito a perder tempo con quella “vecchia” con tutte le giovani ragazze in cerca di cazzo che c'erano lì.
Vero, verissimo. La prof aveva ormai circa 45 anni anche se non li dimostrava. Il suo seno era ancora bello sodo e lei esibiva la sua quarta misura in un topless dall’estrema eleganza, gambe e culo avevano ancora un certo tono, insomma era ancora una gran bella figa. Per non farla troppo lunga una sera ci ritrovammo in riva al mare e avendo bevuto un po' ci facemmo alcune confidenze ed io le dissi che mi piaceva un casino. Le dissi: “nonostante il tempo passato lei è sempre molto elegante prof.” Mi disse: “Non sei più un ragazzino imbranato. Ora sei un bell'uomo. Cosa fa un uomo in un momento come questo?” Mi allungai verso le sue labbra e la baciai. Si lasciò andare e mi infilò la lingua in gola. Cazzo stavo limonando con la prof di tecnica e non ci credevo. Ci appartammo meglio in un angolo buio della spiaggia e continuammo a baciarci appassionatamente.
Siccome non eravamo soli decidemmo di andare in camera. Avvisai il mio amico e gli chiesi di mandarmi un sms prima di tornare in camera perché avrei avuto da fare. Lui mi disse che forse anche lui non sarebbe tornato in camera. Comunque mi avrebbe avvisato.
Arrivati in camera lei si mise un attimo seduta alla scrivania che era davanti alla finestra. Io la guardai e le dissi che la stavo rivedendo alla cattedra. Mi disse:”Stasera ho voglia, fai quello che avresti voluto fare ai tempi della scuola”. Mi avvicinai sbottonandomi i pantaloni. Tirai fuori l'uccello già mezzo in tiro e glielo misi davanti alla bocca dicendo:”Prof, leccalo”. Mica se lo fece ripetere, prese a spompinare di gusto e mugolava. La feci alzare e appoggiare con le mani sulla scrivania, sollevai la gonna scostai la mutandina e la impalai. Sapevo che era completamente bagnata. Emise un gemito e mi accorsi che il succo che aveva fatto in abbondanza le scendeva lungo le cosce. Che zoccola. La pompai fino a farla godere. Nell'impeto dell'orgasmo cominciò a parlare, mi incitava a fotterla con forza: “dimmi che sono una zoccola, chiavami dappertutto, chiavami bene.” A stento riuscivo a farla stare zitta e non urlare troppo, in lontananza vedevo il nostro riflesso nello specchio dietro la porta. La vista di quelle tette che sbattevano mentre la pompavo mi eccitava ancora di più. La misi sdraiata sul tavolo le allargai le cosce e ripresi il movimento, la guardavo in faccia e vedevo che era in preda ad un piacere intenso. Si toccava le tette, si strizzava i capezzoli e poi si mise un seno in bocca e si succhiava da sola mentre godeva e mugolava. Sentivo che stavo per venire e per aumentare la resistenza glielo tolsi dalla passera allagata. Mi sedetti e presi a leccarla mentre ogni tanto le infilavo le dita, prima due, poi tre e stantuffavo con forza. Il brodo che le scolava abbondante dalla fica aveva bagnato lo sfintere, fu un attimo, mi alzai puntai il cazzo e spinsi con un colpo secco, mi accolse con un orgasmo. Da sola si teneva le cosce alte, si apriva le natiche per prenderlo tutto fino in fondo e mugolava: “Siiii, inculami, che cazzo che hai, dai pompa, pompa che mi piace.” Mi divertivo a vederla così. Mentre la fottevo mi venivano in mente tutte le volta che pensando a lei da ragazzo mi facevo delle seghe formidabili. Era proprio zoccola come la sognavo da ragazzo.
La feci scendere dal tavolo, e le dissi di girarsi perché volevo riprenderla da dietro. Alzò un coscia mettendo un piede sulla sedia, si mise con il viso sul tavolo, con le mani si teneva le natiche aperte e ogni tanto si sgrillettava il clitoride. Che vista che mi offriva. La impalai ancora in fica e in culo. Mi divertivo a vederla completamente aperta davanti e dietro. Le facevo fare aria ogni volta che lo tiravo tutto fuori e poi lo infilavo dentro, la porca godeva e mugolava a più non posso sbattendo i pugni sulla scrivania. Non mi curavo più delle urla di piacere, stavo per venire. Mentre le stavo in culo le chiesi dove volesse il fiotto, mi disse: “in culoooo”. Lo scappellai per bene lo affondai nella pancia, la presi per i fianchi e tirandola a me le schizzai in profondità. Non credevo che le piacesse così tanto, prese a fremere tutta, aveva degli spasmi compulsivi. Andava a scatto, si toccava la fica e si leccava il brodo dalle dita, si sditalinava poi si stringeva i seni e strillava tanto che io quasi mi spaventai perché non avevo mai visto una donna godere così e non sapevo cosa stesse succedendo. Si calmò ed ebbe solo la forza di stendersi sul letto. Sulla scrivania e sul tappeto c'era liquido dappertutto. Lei grondava da entrambi i buchi e si addormentò. Si svegliò dopo due ore. Si rivestì e tornò in camera da sua figlia. Per i restanti due giorni scopammo più volte e lei si dimostrò anche una eccellente succhia cazzi. Non ne perdeva una goccia. Ci siamo salutati e lei lasciandomi il suo numero di cellulare mi ha detto:”Ti aspetto a casa mia quando vieni a trovare i tuoi”. Prof sei un mito.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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