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trio

All'Agriturismo


di remida67
14.09.2012    |    19.132    |    0 9.0
"“Aaahhhhh…” gemette con voce corrosa dall’eccitazione la mia lei, mentre il corpo estraneo si insinuava in tutta la sua lunghezza nelle pieghe tenere del..."
Con la mia ragazza Monica coltivo un ottimo rapporto sotto tutti i punti di vista da quasi tre anni. Essendo entrambi non più giovanissimi riusciamo ad aver in comune moltissime cose, oltre ad un’ottima predisposizione al sesso di coppia. Monica si dimostra essere ogni volta di più un’amante calda e disposta a sperimentare i giochini più spinti, ma senza mai prendere seriamente in ipotesi le mie saltuarie idee di coinvolgere altri a fare sesso insieme, idem lei che vorrebbe fare l’amore con una donna e mi spiega per filo per segno ciò che farebbe.
Che maialini che siamo, però fino a questo momento ci siamo limitati solo a grandi fantasie.
Tuttavia le ipotesi stentavano a decollare limitandosi a discorsetti piccanti come quelli fatti da molte coppie.
Nell’ultimo anno fortunatamente le nostre rispettive occupazioni di lavoro ci permettevano di giostrare abbastanza liberamente il nostro tempo.
Per il ponte del 1° maggio ci recammo in un agriturismo, arrivati sul posto le dissi: “Bel posticino, Monica… Mi piace proprio !” lei rispose: “Si amore è il posto per noi”.
Arrivammo per pranzo e nello scendere dalla macchina le dissi: “Hai notato la stalla alla fine del casolare?”. “Cosa...non arrivi neanche ad aspettare questa sera ?”
rispose comprendendo perfettamente dove volessi andare a parare.
“Stasera è troppo in là… possiamo tranquillamente aspettarla anche dalla stalla!”
ribattei ammiccando maliziosamente con gli occhi.
Il pranzo era stato molto buono. La cucina tutta a base di alimenti naturali del posto, parve contribuire ad aumentare il nostro desiderio.
Infatti qualcosa arrivò a toccarmi da sotto il tavolo, Monica si divertiva a farmi il piedino risalendo rapida sul pacco in crescita.
“Uhhh. . Cerbiatta mia!” risposi alla provocazione carezzandoglielo dolcemente mentre strusciava provocante sopra la patta.
“E chi sarebbe quello che non aspetta la sera tra noi due?” mormorai lieto dell’imprevisto e delizioso massaggio.
“Tu ! Io sono solo una povera ed innocente cerbiattina…” disse con beffardo candore ed un sorrisino che mi fece desiderare di sbranarla sul posto.
Concludendo rapidamente gli ultimi bocconi ci alzammo rifiutando gentilmente il caffè.
La miscela scura non ci occorreva per imprimere dell’altra carica ai nostri sensi già in agitazione.
Fingendo di passeggiare nel grande cortile dell’agriturismo, ci dirigemmo cercando di non darlo a notare verso la stalla semivuota.
Il luogo non conteneva più animali, ma solo degli attrezzi da campagna con diverse balle di fieno.
Era stato destinato a quell’utilizzo dopo l’inaugurazione della nuova stalla molto più capiente situata dalla parte opposta del casolare.
Pareva un posto perfetto creato appositamente per le coppiette in cerca di intimità come era la nostra.
Una volta all’interno, dopo una rapida occhiata di ispezione, prendemmo subito a limonare in piedi. Vorticando lingua su lingua in un abbraccio passionale.
L’odore del fieno a terra che c’era intorno a noi ci dava quell’elemento esotico che fungeva da contorno ideale.
Monica si tolse subito le scarpe per coccolarsi all’abbraccio dell’erba morbida sotto i nostri piedi.
Era una giornata primaverile di maggio dove la temperatura superava le medie stagionali e permetteva un abbigliamento succinto.
La mia biondina vestiva di una camicetta leggera completata da un paio di jeans attillati che ricoprivano le sue forme appetitose. Presto ci ritrovammo in ginocchio uno di fronte all’altra con addosso solamente gli slip ed il suo reggiseno, con le bocche costantemente avvinghiate in una serie di baci ripetuti ed umidi. La febbre di sesso era altissima e decidemmo di non indugiare oltre. Tolsi rapidamente i suoi slip per tuffarmi tra le morbide ed affusolate cosce alla ricerca del frutto del piacere, trovandolo schiuso ed in attesa della mia bocca voluttuosa che vi si incollò ansiosamente aperta.
Quando la mia lingua e le labbra si fecero strada tra le pieghe delicate della vulva, Monica proferì un gemito intenso e forte a sottolineare il suo essere femmina.
Le si sciolse rapidamente divenendo ancora più umida di quanto già non fosse.
“Aspetta… ahh… ti vengo sopra!” mi disse scostandomi la testa dalla sua vulva.
Mi volle sdraiare sulla schiena e, allargando le gambe a spaccata tenendosi sorretta a terra con le braccia tese, puntò con la fica slabbrata il mio pene eretto calandovisi sopra.
“Aaahhh…” gemette nuovamente mentre le strusciavo la spacca con la cappella turgida.
Un’ altra spinta e mi accolse dentro di lei.
Piegandosi sulle gambe arrivò a prendere lentamente tutta la mia asta nodulosa, gli occhi divenuti due sottilissime fessure ed il labbro inferiore morso dai suoi stessi denti.
Sentirsi riempita di me raggiunse un primo orgasmo che la scosse in una serie di tremiti.
Rimase impalata assaporando così il proprio piacere.
Mugugnando lenta e lussuriosa prese a far risalire e ridiscendere il ventre con il mio cazzo risucchiato in profondità. Adorava condurre il gioco. E quella posizione del sesso era tra le sue predilette. Aspettai che il movimento si facesse più fluido (ed avvenne molto in fretta grazie ad i suoi umori copiosi) e cominciai leggermente ad ondeggiare il bacino mormorando goduria mentre amplificavo ulteriormente la sua.
“Ahhh… ssiiiii… ahhh… uhhh…” ansimava sempre più forte godendosi le sensazioni insostituibili trasmesse dalla fava dura. Poi accadde l’imprevisto. Il suo movimento divenuto incalzante negli ultimi istanti rallentò fulmineo e gli occhi si fissarono spalancati su qualcosa dietro di noi.
“C-cosa c’è, Monica?” mormorai faticosamente avviluppato dall’estasi del suo sesso
“C’è qualcuno… Che ci spia…” disse in tono incerto ed incredulo “Lascialo spiare ! Unhh… dai…” risposi totalmente infervorato dalla ficcata pensando fosse solo uno scherzo.
“M-ma… mi sembra di averla… ahh… già vista…” disse Monica “ma chi ?” gli risposi
“la ragazza che ci serviva a pranzo che ti mangiava con lo sguardo” aggiunse Monica,
conclusi intrigato dalla spiona e muovendoci rapidamente per ricomporci
mi alzai per dare una piccola sbirciatina veloce ed esclamai: “ ma non c’è nessuno amore”
Monica ancora mezza nuda si nascose dietro una balla di paglia, la tranquillizzai ma senza risultato. Rivestendoci la notai osservare con distratto interesse in un punto molto più vicino.
«Aaahhh… è qui dietro di noi… uhhh… ma e mezza nuda anche lei … ahh…” esclamo. “Scusatemi ….ma e stato più forte di me nel vedervi scopare mi sono molto eccitata fino al punto di masturbarmi”. Avvinto dalla dichiarazione della ragazza la presi per mano e la condussi verso Monica ancora tremolante dell’accaduto.
Le dissi “sai noi siamo una copia aperta e queste avventure ci piacciono” la ragazza rispose ancora eccitatissima “anche a me piacciono certe avventure”.
Io esclamai verso Monica “Ti piace?” Monica rispose con il capo in un cenno affermativo
«Perché non le tocchi le tette, allora ?” Monica con movimento incerto ma poi sempre più vogliosa e decisa strizzò con voglia le tette di Veronica ( cosi si chiamava la ragazza )
“Avvicinati di più Monica Baciala in bocca” gli proposi desideroso di accendere un piccante trio di sesso. Doveva appartenere alla famiglia proprietaria dell’agriturismo.
Poiché somigliava moltissimo ai figli del componente più anziano che ci avevano serviti ai tavoli. Ecco perché a Monica apparve familiare. Mi spogliai le misi il cazzo accanto alle labbra, lei mi diede un’occhiata esitante. Poi, sempre fissandomi con sguardo ammiccante, aprì le labbra permettendo al cazzo di entrargli in bocca. Nel frattempo Monica ormai nuovamente arrapata iniziò a spogliarsi , subito dopo entrò in azione con la lingua leccava le sue tette turgide e vogliose, roteandogli sui capezzoli rossi e duri, fino a farla ansimare di passione.
Monica la invitò a sdraiarsi sul fieno, immediatamente le mise la lingua sulla sua figa facendola contorcere dal piacere “Aaaahhh…Uuuummm siiiiii fammi godereeeeee” la cosa mi arrapava sempre di più, allargai le chiappe di Monica infilandoglielo nel più profondo della figa tramutando in corsa una chiavata di coppia in una piccante variante a tre.
A Veronica non parve vero di essere entrata a far parte integrante del nostro piacere, si mise a mugugnare beatamente per il lavoro di lingua dalla mia biondina.
Scivolando a bagnarsi le dita della mano sulla spacca occupata e spremendo piena di desiderio le sue tette. Stimolato dalla lussuria con cui cercavo il contatto insistito con le grandi labbra divaricate del suo sesso, fui travolto da un’idea di perversione irrefrenabile.
“Se ti piace così tanto… fottila … fottila… Monica!”.
Voglioso di gustare le labbra della ragazza tolsi il mio pene, dalla figa di Monica e dissi Veronica ora e arrivato il tuo turno non se lo fece ripetere allargò le sue cosce per ricevere quello che aveva desiderato dal momento che ci spiò. Era giovane, più o meno 20 anni con una forte carica passionale.
Il suo bacio divenne focoso, la bocca giostrava irruente su quella di Monica con trasporto affamato, costringendola a piegarsi all’indietro per l’abbraccio avvolgente e potente in cui Veronica sembrava finire tramortita. Così facendo era costretta ad interrompere la galoppata sopra di me in modo da perdere la presa sul mio cazzo che lentamente fuoriusciva dalla fica dilatata. La vulva terminò per svuotarsi nel mio membro mentre io scivolavo al di fuori della stretta formata dalle sue gambe divaricate. Si girò e si piegò nello spiazzo poco prima occupato dalla mia schiena. Con la figa piena d’umore Monica cominciò come un rito liberatorio a leccarla fino a farla nuovamente raggiungere un orgasmo da capogiro.
Veronica era ormai persa e rapita dalla carica passionale scaturita da lei, in balìa dei nostri corpi ormai esausti per la carica erotica ormai in esaurimento.
Si abbandonò lentamente a terra, il mio pene turgido si poggiò alla spacca entrandovi nel momento stesso in cui le loro labbra si separavano.
Fummo distratti da un richiamo maschile che chiamava Veronica, lei disse: “Ragazzi e stato bello ma devo andare mio Fratello mi chiama”, io e Monica ci rivestimmo ormai erano quasi le 17.00 e mano per mano uscimmo da sotto il portico con fare indifferente, ci sedemmo nel giardino dell’agriturismo per circa una mezzoretta, Monica mi disse amore andiamo in camera ci facciamo una bella doccia in attesa della cena.
Uscendo dalla doccia ci siamo sdraiati sul letto appisolandoci, alle 20.30 si cenava ormai era quasi ora, ci recammo nel salone dell’agriturismo ci siamo seduti nel nostro tavolo e in attesa del servizio si commentava dell’accaduto con la speranza di rivederla nel servizio al nostro tavolo ma no fu cosi, a servici quella sera era suo Fratello, un po’ amareggiati per non averla vista per tutta la sera ci alzammo per andare nella nostra camera, quando fummo distratti da un Pisss…Pisss, era lei che dalla finestra della cucina ci passava un foglietto, andando via immediatamente, Monica lesse la missiva che diceva: “ se per voi va bene finito in cucina, dopo una doccia vi raggiungo”. Entrambi ci guardammo con aria sorpresa e già pieni di voglia ci siamo recati nella nostra stanza, ormai erano le 23.30 ci siamo messi nudi sotto le coperte in attesa della nostra bellissima conquista e nel frattempo ci siamo guardati un porno eccitandoci ancora di più. Verso mezzanotte sentimmo bussare alla porta prontamente io risposi “chi è?” “sono Veronica” mi alzai di scatto e apri la porta era bellissima con un leggero accappatoio e i cappelli sciolti entro e senza dire una parola mi mise la lingua in bocca la buttai sul letto dove Monica era in attesa e fremeva di piacere. La baciò con un ritmo focoso e guardandomi mi disse amore questa notte il gioco lo conduciamo noi per me andava benissimo, cominciarono a lesbicare, vidi le loro fighe eccitatissime bagnarsi cominciai ad assaporare il buchino di Monica e introdurre il mio uccello.
Facilitato dalla dilatazione precedente e dalle secrezioni di cui la fica grondava, il membro affondò rapidamente in profondità.
“Aaahhhhh…” gemette con voce corrosa dall’eccitazione la mia lei, mentre il corpo estraneo si insinuava in tutta la sua lunghezza nelle pieghe tenere del fiore destinato a me.
Ma il gioco delle due donne non finiva e allora mi sdraiai al suo fianco assistendo ai loro giochi erotici. Veronica gridava goduriosamente, dapprima contraendo le sopracciglia per le sensazioni piacevoli che Monica le dava, in lascivo piacere.
Veronica si girò e infilò la lingua dentro il suo canale uterino con foga da torello, avvalendosi della mia ammirazione mentre mi nutrivo del loro piacere.
Dal ritmo crescente con cui si dimenava affondandosi nella vulva, compresi che stava avvicinandosi il suo momento. “Dai cosii godooooo siiiiii …” mi girai accorgendomi dell’orgasmo che la stava sconquassando. Presi Veronica posizionandomi tra le sue gambe e con un colpo da maestro introdussi il mio uccello nel suo culo facendola urlare di dolore.
Subito dopo la nostra feroce orgia produsse un duplice getto di sperma quasi contemporaneamente a Monica. I fiotti si spiaccicarono ricchi e densi in zone diverse della sua pelle nuda imbrattarono la folta peluria, il ventre, il seno generoso e parte del viso.
Veronica si ritrovò sommersa da un fiume di sperma mentre gli ultimi tremiti dell’orgasmo ricevuto la lasciavano priva di forze.
Sorrise mascherando il leggero imbarazzo quando si mise seduta con il seme che le grondava lungo il corpo sudato guardandosi verso il basso a braccia aperte.
Intorno alle tre e mezzo Veronica ci lasciò, sorrise radiosa e ritornò nella sua camera ringraziandoci per la bella esperienza con due persone meravigliose ripromettendoci di rivederci molto presto per una nuova avventura. Io e Monica abbiamo dormito fino a tarda mattinata ma senza più pensare a far sesso. Il mattino a colazione era lì che aspettava con ansia . Ci scambiammo i numeri telefonici e con un bacio profondo ci lasciammo.
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