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Gay & Bisex

Messaggio Anonimo [ Pt. 5.1 ]


di alchest
12.04.2015    |    4.944    |    3 9.3
"Rivestito, presi il borsone e gli chiesi "Che fai stasera?" "Stasera nulla, guarderò qualcosa in tv..."
Dopo quanto successo, mi riuscì difficile chiedergli di vederci per un confronto. Ero abbastanza deluso e combattuto. Non fosse stato per il fatto che non avevo ancora sentito la sua versione, non gli avrei chiesto assolutamente nulla. Fino al giorno in cui conobbi Giancarlo, prendevo tutto alla leggera senza fermarmi a pensare a qualcuno in particolare che non fossi io, né tanto meno avevo provato interesse per qualcuno in particolare. Qualcosa mi si era svegliato dentro verso Gianluca e ormai era evidente, ma questo problema mi aveva smorzato parecchio. Per la prima volta mi ero affezionato a qualcuno, sentivo di volerlo proteggere e di voler spendere tempo ed energie per farlo stare bene.. E cosa ne salta fuori? Che è un mercenario. Probabilmente io al di fuori di un ambiente gay, non così informato sulla vita privata di Giancarlo.. Forse una serie di circostanze mi fecero reagire nel modo negativo. Quello era l'unico modo che conoscevo. La curiosità però, mi spinse ad incontrarlo.
La sera, presi le chiavi dell'auto e una giacchetta leggera e andai a prenderlo davanti casa. Non nego l'agitazione, ma cercai di calmarmi per non attaccarlo subito.
Quando uscì dal portone, chiudendoselo alle spalle, si avvicinò all'auto e, nel buio della sera, cominciai a intravedere il suo sorriso. Entrò in auto, mi girai per salutarlo con moderazione e lui si allungò per baciarmi. Mi si gelò il sangue. Subito mi venne quasi disprezzo, ancora nel pensiero che frequentasse clienti su chiamata e che con quelle labbra avesse baciato chissà chi. Se ne accorse subito, ovviamente. "Che succede?" "Volevo aspettare un pochetto prima di dirlo ma... Dobbiamo parlare di alcune cose". Non riuscivo a guardarlo negli occhi, non subito almeno. Partii con l'auto, andando in un posto più tranquillo ma rimanendo in zona. Non volevo lasciarlo in mezzo ad una strada nel caso fosse scappato via. Se fossimo rimasti in zona, sarebbe potuto tornare a casa tranquillamente. Girai il quartiere e mi fermai al primo parcheggio tranquillo che trovai. Nel tragitto rimanemmo in silenzio, io incazzato lui probabilmente preoccupato. Accese la radio, io abbassai il volume. Una volta parcheggiato presi un momento per inspirare e calmare i nervi. Non mi ero preparato un discorso, quindi cominciai da dove ritenni opportuno. "Ho scoperto chi ci ha mandato quei messaggi" "Ah bene" "No, non va bene" lo interruppi subito, "Non va un cazzo bene. Hai ben poco tempo per spiegarmi chi è lui" gli dissi porgendogli il mio telefono con la foto di Tano sfogliata dalla galleria. Lui si impietrì, con occhi sbarrati fece traballare il telefono che teneva in mano. "Muoviti a parlare perché sono incazzato nero, ti sto dando questa possibilità di spiegarti per dimostrare quanto io abbia messo in questa conoscenza. Per la prima volta penso un minimo di più ad una persona e cosa ottengo? Dimmelo. Voglio che tu me lo dica" "Cosa ti devo dire? Sembra che tu abbia tratto le tue conclusioni" "Certo che le ho tratte, tu non mi hai raccontato nulla? L'hanno fatto gli altri. Ti sto dando la possibilità di dirmi che l'hai fatto per una ragione valida o che sia tutto un malinteso o che sia stato un unico episodio" "Beh non lo è stato. Se vuoi che io ti racconti una bugia, non lo farò. Io sono questo o meglio, lo sono stato. Non te ne ho parlato perché credevo e, vedendo la tua reazione, credo tutt'ora che tu non sia pronto ad imbatterti e superare una situazione simile. Te l'avrei mai detto? Non lo so. Forse no. Forse cercavo in te un' opportunità per cambiare vita e ricominciare, non lo so. Ma per te non è il momento. Lo vedo. Non finché avrai quel pregiudizio negli occhi mentre mi guardi" Rimasi in silenzio. Ero arrabbiato ma sì, aveva perfettamente ragione. Non ero pronto ad una situazione del genere. "Vogliamo giocare ai forse? Va bene. Forse mi ero affezionato a te. Forse avevo bisogno di una persona come te per capire che sì, posso andare oltre alle scopate saltuarie. Forse ho bisogno di qualcuno come te vicino a me, ma non precisamente te. Forse è presto che io mi imbatta in un episodio simile, forse sei troppo giovane per uno come me. Possiamo giocare ai forse quanto vogliamo ma.. La situazione rimane la stessa. Ti chiedo scusa per averti urlato contro, io effettivamente conosco poco di te ma diciamo che non è il nostro momento. Meriti qualcuno che ti dia un nuovo inizio senza giudicarti. Sei un bravo ragazzo, ma ora io non posso darti ciò che vorresti" "Bene.. Scusa se non te ne ho parlato, ma non è una cosa semplice. Non me ne vergogno, ma a volte non parlarne mi fa credere che non sia mai successo. Spero che tu abbia quel che meriti e son felice di averti fatto aprire gli occhi su una nuova prospettiva. Anche tu sei un bravo ragazzo". Ci abbracciammo, chiacchierando ancora un breve tempo di cose futili. Tornammo sull'argomento, ma non mi sembrò corretto indagare su quel discorso dopo averlo giudicato così superficialmente. Lo riaccompagnai a casa, salutandolo con un forte abbraccio e un bacio sulla fronte. Come un ultimo segno di protezione, il minimo che potessi fare. Dopotutto gli volevo un gran bene.
Il giorno dopo ci pensai praticamente tutto il mattino, pensai che quell'episodio doveva darmi lo scossone necessario ad alzarmi e cambiare la mia vita. Andai a casa di mia madre, lei sorpresa mi accolse con un sorriso. Le chiesi subito un favore: da quel giorno avrei badato a me stesso. Basta soldi ogni settimana, basta favori gratuiti. Uscito da casa dei miei cominciai a fare un giro delle agenzie. Ero laureato, qualcosa avrei potuto trovare. Senza contare tutte le conoscenze che avevo. Tornai a casa, feci un giro su internet. Insomma, cominciai a cambiare un pò il mio stile di vita. Basta oziare, fare il viziato, il superficiale. Chiamai qualche amico, organizzai un aperitivo tra vecchie conoscenze. Tornai a casa soddisfatto. Arrivò il lunedì, giorno di allenamento. Dopo la mia corsa giornaliera, tornai a casa a prendere il borsone e andai al campo.
Appena entrai nello spogliatoio, vidi Tano. La reazione fu istintiva, naturale, decisa. PUM. Un pugno in faccia. Tano a terra. Si rialzò, tenendosi la guancia, guardandomi con occhi di chi si sentiva colpevole mentre gli altri si misero attorno a lui incerti sull'aiutarlo o meno. "Bene, non reagisci. Sergio ti ha raccontato tutto" "Sì. E se mi avessi dato il tempo di spiegare, ti avrei chiesto scusa. Ho perso la testa. Ma immagino che tu abbia riassunto il tutto più semplicemente. Me lo sono meritato". Lo aiutai a rialzarsi, ma lo spinsi via girandomi verso il mio armadietto. Non potevo permettermi di odiarlo, in una squadra di calcio la complicità era necessaria. Ma si sarebbe sognato l'amicizia di prima. Entrò in spogliatoio Claudio, il capo squadra, fischiettando come al solito. Quando vide la guancia rossa di Tano fece qualche domanda ma non chiese particolari. Poi arrivò Sergio. Mi salutò con un sorriso, tirandomi una pacca sulla spalla. "Hey campione come va?" mi salutò "Decisamente meglio, grazie a te e quel che hai fatto" e sottovoce, con un ghigno provocatorio, aggiunsi "Tutto quello che hai fatto". Lui sorrise, andando al suo armadietto, senza ricambiare il saluto che Tano gli fece.
Cominciammo allenamento, solito giro di corsa, qualche passaggio. Claudio mise in coppia me e Sergio. "Allora.. Com'è andato il weekend?" mi chiese "Bene. Decisamente bene. Quel ragazzino mi ha cambiato la vita, lo ammetto. Mi ha cambiato modo di vedere le cose ma.. Non sono pronto per tutto quello che comporta lo stare con lui. Ho bisogno di qualcuno di serio e stabile come me" "Lo capisco, sai? Quando sono stato con Tano ho avuto la netta sensazione che inseguire è bello, ma qualcuno di stabile e che ti faccia stare tranquillo è molto meglio" In mezzo a quei passaggi, ci guardammo scambiandoci un sorriso. Era stata solo una scopata con lui? Cominciai a chiedermelo. Dopotutto disse che gli piacevo.
Finito allenamento, tornammo nello spogliatoio. Sergio mi trattenne qualche minuto a chiacchierare, mentre gli altri eran già sotto le docce. Quando andammo noi due, eran quasi tutti già ad asciugarsi e cambiarsi. "Prenditela comoda" mi sussurrò all'orecchio sotto lo scrosciare dell'acqua, girandosi poi di spalle. Con la testa sotto l'acqua m'insaponai più volte, cercando di perdere tempo fin quando anche l'ultimo dei ragazzi se ne andò dallo spogliatoio. Eravamo io e Sergio, ma lui non se ne accorse stando sotto l'acqua con la testa insaponata. Così, dopo essermi accertato che non ci fosse più nessuno, gli andai alle spalle sfiorando con le mani leggere i suoi fianchi. Lui guizzò con un brivido, alzando la testa si prese l'acqua in pieno viso. Poggiai le labbra sul suo collo, costeggiando le mani su di lui stringendolo. Una mano sui pettorali, strizzandogli un capezzolo, l'altra che sfiorava il pube. Gli passai una mano nel pelo, cominciando a sentire la sua erezione svettare. Portai le dita più in basso, accarezzando le palle mentre gli limonavo il collo. Ora, con una mano portata fino al collo, gli tirai le palle verso il basso segando di conseguenza l'asta ormai dura. Con l'indice gli sfiorai la lunghezza, percorrendo il suo corpo cavernoso fino alla cappella. La strinsi nel pugno, segandolo forte. Lui si piegò, contorcendosi dalla sensazione di goduria. Tolsi la mano dal collo e la portai vicino all'altra, percorrendo sta volta dalle palle al perineo. Con l'indice adesso cercai il suo buchetto, quello tanto stretto quanto accogliente. Lui perse il controllo, la doppia masturbazione tra cazzo e buco lo stava mandando fuori di testa. Cominciò a gemere, a bocca chiusa, strofinando le chiappe sul mio durello che ormai pulsava dalla voglia di partecipare. "Fermo, fermo. Stai per farmi venire" mi disse. Rallentai il ritmo, cominciando un massaggio dolce alla sua asta, mentre l'altra mano gli carezzava quelle chiappe scolpite. Non prima di avergli puntato meglio il cazzo tra le natiche e, con movimenti dolci, simulavo qualche affondo. Qualcuno dolce qualcuno deciso, accompagnati da strette al capezzolo o al collo o piccoli schiaffi sul viso. Poi si girò per baciarmi, ma rimase a fissare qualcosa. "Non siamo soli" mi disse. Mi girai di scatto, notando Claudio che dalle panche fuori dalle docce ci guardava strofinandosi il pacco. "Che è successo? Qualcuno vi ha disturbato? Non vi fermate!" ci disse sorridendo. "Scemo.. Da quanto sei lì?" gli chiesi, prendendo Sergio per il cazzo con due mani e mettendolo davanti a me. "Abbastanza.. Lo sapete che io sono l'ultimo a fare la doccia" "Ah furbacchione, mi hai fatto aspettare per farti vedere da Claudio?" sussurrai all'orecchio di Sergio "Me ne ero completamente dimenticato.. Vuoi farlo unire?" mi chiese girandosi per non farsi sentire da Claudio "Tu?" gli ribaltai la domanda "In realtà non mi importa, io voglio te" "Oh.. Vi muovete? Mi vorrei fare una sega. Fate sto favore al vostro capitano, dai" ci interruppe Claudio. "Non vuoi venire qui in mezzo?" gli chiesi. "No, per Dio! Mica sono come voi! Ahah.. Dai Sergio, in ginocchio!". Quel tipo era proprio strano. Ma Sergio si prese bene, andò in ginocchio e cominciò subito alla grande: alternava limonate con la cappella ad affondi fino in gola. Si agganciò ai miei fianchi, palpeggiando le natiche. Poi mi afferrò lo scroto, per tenermi il cazzo ben fermo. Allora gli presi la testa con una mano e cominciai a scopargli la gola, secco e deciso. Lui teneva la bocca aperta, con la lingua di fuori, facendo scorrere il mio uccello liscio liscio fino al fondo. Era una sensazione unica, quasi come scopare quel suo culetto stretto. Mentre succhiava gli tiravo qualche schiaffetto e, più glieli tiravo, più forte lui succhiava. Per quanto mi faceva godere diventai sempre più violento, tanto che dovetti tirarlo su in piedi o avrei schizzato in pochi secondi. Presi a limonarlo, passionale, grattando quella sua barba incolta. "Cazzo ragazzi siete meglio di un porno" ci incitò Claudio, ma non lo calcolammo minimamente. Troppo presi dal momento. Sergio non smise un secondo di segarmi il cazzo, duro come la pietra completamente insalivato. Lo tenne dalla base e.. SBAM, uno schiaffo sul cazzo. Mi piegai dal dolore, ma lui SBAM un altro schiaffo. Mi grugniva ad un palmo dal viso, guardandomi contorcere da quella sensazione di piacere misto a dolore. "Ti piace vero?" mi chiese. "Da morire" Mi segava per qualche secondo poi SBAM, uno schiaffo. Mi smorzava l'orgasmo imminente, facendomi durare di più. "Se non avessi le palle piene, ti starei già spaccando il culo.. Ti piace avere il controllo, vero?" gli sussurrai "Mi piace farti godere, è diverso" mi rispose tirandomi poi un altro schiaffo. Prese a segarmi forte, veloce, stringendo la mano "Ci sono, ci sono" gli dissi, e lui rallentò il ritmo. Poco dopo riprese e continuò così per alcune volte. Stavo per esplodere. "Reggo ancora poco Sergio, ti inondo te lo dico". "Hey ragazzi - ci interruppe Claudio - io sto per sborrare.. Se vengo sotto le docce è un problema?" "Certo che no, vieni qui ti faccio venire io di mano mia" gli rispose subito Sergio. Era palese quanto fosse eccitato, aveva gli occhi socchiusi quasi sotto effetto di qualche droga, il cazzo marmoreo e non la smetteva di salivare. Claudio mi si mise a fianco portando un braccio attorno alla mia spalla. "Spero non sia un problema" mi disse "Assolutamente no.. Laviamolo" così Sergio riprese a segare me e Claudio, uno alla volta, portandoci al limite dell'orgasmo e poi fermandosi, segare veloce e poi rallentare. Non potevo più farcela. "Sergio sono al limite, fammi sborrare" gli dissi "Facci venire assieme" aggiunse Claudio. Così, un cazzo per mano, segandoci deciso e a fondo ci fece schizzare. Fiotti lunghi e forti gli schizzarono in faccia, sulla lingua, addosso. Prese subito a succhiarli, una boccata a testa, facendosi colare il seme addosso. Mentre si infilò tutto il mio cazzo in gola cominciò a gemere: stava venendo anche lui, senza toccarsi. Si scostò, lasciando la presa dal mio uccello e afferrando il suo in pieno orgasmo per dargli qualche scrollata. Spalancò gli occhi, urlando e cadendo con le ginocchia al suolo. "Come cazzo fai?" gli chiesi "Tutta una questione di impulsi, riesco a darne abbastanza per venire anche senza toccarmi.. E quando poi mi tocco, impazzisco" mi rispose ancora gemendo. Claudio mi rubò il bagnoschiuma, doveva ancora lavarsi effettivamente. Si cominciò ad insaponare continuando a guardarci e facendo finta che nulla fosse successo. Quel ragazzo aveva la ambigua capacità di ficcarsi in mezzo alle situazioni nei modi più imbarazzanti e allo stesso tempo meno invadenti, per poi andarsene con tranquillità. Mi fece sorridere.
Nel frattempo presi Sergio, lo limonai per bene afferrandogli la testa e appoggiandomi totalmente al suo corpo. Un piede sul suo, i nostri piselli ormai spompati che si incontravano. Lo portai agli armadietti, dove ci cambiammo. Rivestito, presi il borsone e gli chiesi "Che fai stasera?" "Stasera nulla, guarderò qualcosa in tv. Tu?" "Io? Non so.. E' troppo tardi per chiederti un primo appuntamento?" Lui alzò lo sguardo, incrociando il mio. Mi sorrise. "Assolutamente no. Ma decido io dove" "Affare fatto".
Ero contento della scelta fatta, Sergio era la persona che faceva al caso mio. Un uomo adulto, intelligente, passionale e che condivideva con me interessi e amici. Mi faceva sentire uomo anche nella mia sessualità, mi faceva sentire maturo nonostante vivessi ancora da viziato, ma soprattutto mi faceva sentire desiderato e allo stesso tempo sapeva come controllare la situazione. Dopo qualche appuntamento decidemmo di prendere la relazione sul serio, quel che Tano non era riuscito a dargli. Infatti dopo poco lasciò la squadra. Presentai Sergio a mia madre che non la prese per nulla bene: diceva che era troppo bello e che avrebbe fatto di tutto per rubarmelo. Trovai lavoro presso un ufficio di assicurazioni, coltivando una carriera che non era troppo tardi cominciare. Sergio mi supportava in tutto, incitandomi a dare il meglio e dopo sei mesi di relazione mi invitò a stare da lui.. per più di una notte. Molto più di una.


Ecco l'alternativa di finale, a gran richiesta. Spero la apprezziate, più o meno dell'altra, ma comunque che piaccia. Qualsiasi critica o suggerimento è sempre ben accetto. Grazie a tutti per il sostegno e le mail, siete sempre tantissimi! Scusate l'attesa, è un periodo carico. Spero di scrivere presto i prossimi racconti!
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