Gay & Bisex
L'estate coi cugini [Parte 2]
di alchest
26.09.2019 |
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"Questo è un racconto che mi ha riportato a scrivere, ero un pò intimorito nel farlo perché potevo aver perso la mano e avevo anche paura si fosse persa..."
Questo è un racconto che mi ha riportato a scrivere, ero un pò intimorito nel farlo perché potevo aver perso la mano e avevo anche paura si fosse persa l'abitudine di leggere/scrivere racconti erotici. Sono contento del riscontro ottenuto, dei commenti e delle critiche. Grazie a tutti.L'estate dei miei 21 anni cominciò con un primo traguardo: le prime vacanze senza la famiglia. Avevo risparmiato qualche soldo, arrangiato una settimana in campeggio con amici, fatto scorta di libri da leggere e di camicie da spiaggia. Avevamo comprato una tenda per 4 persone, una di quelle gigantesche che si montano in una eternità, con un piccolo ingresso e la zona letto. Eravamo pronti. Ma soprattutto ero impaziente di vivere una vacanza in compagnia di persone che non odiavo, non dovendo correre a nascondermi tra i boschi per evitare la compagnia di quei cugini stupidi che ancora a quest'età si sarebbero divertiti a tormentarmi.
Il giorno della partenza raggiunsi i miei amici all'alba, correndo su e giu per le scale di metro e stazioni per avvicinarmi a casa loro, in provincia. 'Quanto cazzo abitate lontano. Il centro vi faceva cosi schifo, eh?' dissi col fiatone a Leo, il fidanzato di Enrico, mio amico dalle superiori. 'Avevi solo da prendere la patente invece di spendere tutti i tuoi soldi in jockstrap' mi rispose Enrico da dietro i suoi mega occhiali da sole mentre caricava l'auto del suo valigione. Enrico è il ragazzo che attira sempre l'attenzione su di sè, vuoi per estetica o per il suo carattere eccentrico e invadente. Leo, di 11 anni piu grande, lo aveva conosciuto in discoteca, una sera di questo inverno. Enrico ha sempre avuto una fortissima attrazione per gli uomini piu grandi, ma soprattutto per gli uomini ricchi e Leo, banchiere, lo sa bene. Gli piace mantenerlo, portarlo a cene in posti di lusso, regalargli vestiti. Ma è anche estremamente umile: è stato lui a proporre la settimana in tenda sapendo che io e Pedro non ci saremmo potuti permettere altro. Pedro, il quarto ragazzo della compagnia, è un nostro amico arrivato un mesetto fa dalla Calabria per studi. L'amicizia è iniziata da subito trovandoci spesso nelle stesse aule studio per caso, finché un giorno non ci ha chiesto di unirsi in cerca di compagnia e il suo carattere esuberante ci è subito piaciuto. Lui ed Enrico, infatti, col loro carattere molto simile, passano ore ed ore a tirare su teatrini e scenette in mezzo a tutti, sempre a ridere e scherzare fregandosene di tutti quelli attorno. Io son sempre stato quello un pò piu serio. Da sobrio. Enrico, infatti, mi prende sempre in giro dicendo che sono un finto timido.
Partimmo per la nostra vacanza, con la musica al massimo, il tettuccio della macchina di Leo tirato giu a goderci già da subito quegli attimi di imminente gioia estiva.
Arrivati al campeggio, montata la tenda, sistemato le valige, ci lanciammo subito in spiaggia. Un pò affollata, come anche il campeggio, ma era piena estate e ce lo aspettavamo. Il pomeriggio conoscemmo anche dei ragazzi, mentre giocavamo in un campetto di beach volley. Ci invitarono ad una serata che si teneva fuori città, a mezz'ora di macchina. Non avremmo ovviamente perso l'appuntamento.
Dopo una focaccia mangiata per strada al ritorno dalla spiaggia, tornammo in campeggio per prepararci alla serata. La zona tenda era così piena che c'era da fare slalom tra tutte prima di arrivare alla nostra. Erano tutti un pò fuori, sul prato, a cenare o giocare. C'erano tanti bambini con le loro famiglie, un gruppo di ragazzi che canticchiava mentre uno di loro suonava la chitarra. Fatta una doccia, si fecero circa le 23 e decidemmo di andare a bere qualcosa nella zona della discoteca, per non entrare troppo sobri. Misi la mia maglia preferita, nera e aderente, per fare colpo la mia prima sera di vacanza.
La città era piena zeppa di persone: turisti, famiglie, ma soprattutto giovani che nei locali urlavano e si divertivano. Enrico e Pedro ci sfuggirono di mano in un lampo, lasciando me e Leo perplessi su dove fossero finiti. Neanche un minuto e tornarono con 4 gin tonic in mano per cominciare la serata al meglio.
Verso l'una, già belli carichi di alcol e risate, andammo davanti al locale dove una fila bella lunga ci aspettava. 'Hey ragazzi!' ci urlarono. C'erano i due tipi del pomeriggio, quelli che ci avevano invitati alla serata. Ci chiamarono invitandoci ad unirci a loro, saltando così metà della fila. Che culo!
Entrati nel locale, ci buttammo in mezzo alla mischia. Inutile dire che ci perdemmo in un attimo. Mi girai ed ero in mezzo agli sconosciuti. Ma non importa, i due gin tonic mi stavano già facendo effetto e quella folla non mi spaventava. Presi a ballare, infilandomi in mezzo alla gente. I primi che ritrovai furono proprio i due ragazzi del pomeriggio 'Dove sono i tuoi amici?' mi urlarono da lontano. Alzai braccia e spalle come per fregarmene, continuando a ballare e me li trovai presto piu vicini. Uno dietro e uno davanti, a ballarmi addosso, in un bellissimo miscuglio di corpi. Poggiai la testa sulle spalle del biondo alle mie spalle, buttando le braccia sulle spalle del moro davanti. Possibile non mi ricordassi i loro nomi? Che figura terribile. 'Sentite, ma com'è che vi chiamate?' grazie alcol che parli per me. 'Matteo' mi disse il moro di fronte a me, 'invece il mio ragazzo dietro di te, che non avrà nemmeno sentito la domanda, si chiama Pedro'. Pedro? Il suo ragazzo? Non ero certo di aver capito tutto correttamente, ma sorrisi e continuai a ballare. 'Sei molto bello' mi disse, subito dopo. Ok, bene, qualcosa stava per succedere. Non ero in discoteca nemmeno da mezz'ora e già mi trovavo in mezzo a due tizi che volevano scoparmi. 'Sei sobrio? Posso accettarlo come complimento?' 'Ovvio, sono abbastanza lucido da dirtelo. Pedro un pò meno, ma lui me l'ha ripetuto tutto il pomeriggio. Voleva farsi sia te che l'amico tuo, quello un pò piu maschietto' 'Ah pensa, si chiama come lui!' gli dissi. 'Sì lo so, è un egocentrico. Gli piacerà sicuramente perché hanno lo stesso nome' 'Perché non andiamo a cercarlo, allora?'. Lui sorrise, si staccò un attimo dalla mia presa e guardandomi negli occhi mi disse 'Perché invece non andiamo a divertirci?' mi prese una mano aspettando una mia reazione. Io sorrisi, presi la mano di Pedro alle mie spalle e mi lasciai portare da loro. C'era un cortiletto, comunicante con la boscaglia lì dietro, o almeno così avevo sentito dire da Enrico. Mentre mi lasciavo portare vidi Pedro, lo chiamai e si girò subito. Parlava con sconosciuti, quindi mi raggiunse. 'Questa non te la devi perdere, seguici' gli dissi. Andammo nel cortile, mi lasciò la mano e li seguimmo. C'era in effetti questo boschetto, molto buio, ma potevi distinguere le ombre di chi era lì appartato. Soprattutto perché, lontani dalla musica, sentivamo ogni tanto qualche troietta gemere. 'Sai cosa sta per succedere, vero?' dissi al mio amico Pedro ridacchiando, un pò sverso col terzo cocktail in mano arrivato non so come. Lui non mi rispose, si tirò giu la lampo e mi cominciò a limonare. Era piu porco di me! Lo presi per i fianchi passando le dita dentro il suo slip. fino ad arrivare al culo, passando tutte le mie mani sulle rotondità di quel culetto sodo. Lui mi mise le mani tra i capelli, tirandoli ogni tanto, mentre mi limonava con durezza, mordendo lingua e labbra. Ad ogni bacio diventavamo piu intensi, guardandoci ogni tanto per ridere e riprendere a baciarci. Sentii qualcuno dietro, poi, mettermi le mani sotto la maglia per farle poi scorrere su, verso il petto, fino ai capezzoli, strofinandoli con le dita. Prese a baciarmi il collo, cosa che mi faceva letteralmente impazzire, tanto da perdere il controllo e cominciare a godere a voce alta. 'Quanto sei sexy' mi disse. Era Matteo. Aprii gli occhi e, di fronte a me, Pedro e Pedro stavano facendo lo stesso. Poi, richiusi gli occhi, Matteo mi infilò le mani negli slip, afferrandomi il cazzo. Prese la pelle e la tirò giu stringendo forte il pugno, per sentire quanto potevo pulsare. Il cazzo mi stava esplodendo dall'eccitazione. Qualcuno prese a succhiarmelo, non so chi dei due Pedro, ma decisi di godermi il tutto ad occhi chiusi, con la lingua di Matteo sul collo e quella di Pedro sul cazzo. Gemevo così profondo che mi partii un colpo di tosse. Bevvi un goccio del cocktail che avevo in mano e Matteo si staccò dal collo per avvicinarsi a berlo anche lui. Aprii gli occhi, aveva il cazzo fuori dal pantalone, bello barzotto e gocciolante. In ginocchio c'era il mio amico Pedro che, alla vista di quell' arnese autolubrificato, prese a leccarlo dolcemente assaporando quel miele. Sopra, intanto, Pedro che limonava il suo fidanzato e io a godermi la scena. Tutti e tre col cazzo di fuori e Pedro a succhiare. Poi si alzò, per segarsi anche lui unendosi a quel bacio così erotico. 'Venite' ci disse Pedro. Qualche metro sembrò un migliaio di km con i pantaloni abbassati, ma pian piano sentimmo sotto i piedi la sabbia e il rumore delle onde coprire il volume della musica. Matteo e Pedro si sfilarono il pantalone, rimamendo con soltanto le t-shirt addosso e quei cazzi barzotti svettanti. 'Qui è tutto piu bello' disse Pedro. Sta volta era il mio turno. Mi misi in ginocchio e presi a succhiargli quei cazzi inumiditi dalla lingua del mio amico. Matteo faceva veramente tanto precum, ogni volta che tornavo a leccargli la cappella sentivo quel nettare dolce. Il suo ragazzo si allontanò avvicinandosi al pantalone, prese una sigaretta e cominciò a fumare riunendo il suo cazzo al duo di fronte a me. 'Raga io tra poco vengo' disse il mio amico Pedro. 'Veniamo tutti assieme' gli rispose Matteo. 'Chi la vuole prendere?' aggiunse. 'Beh son già qui, sarebbe maleducato farmi spostare' gli risposi. E, mentre succhiavo il cazzo di Matteo, che era il piu buono, sentii i due Pedro schizzarmi in faccia con la loro crema calda. Una era densa e poche gocce mi arrivarono addosso, l'altra era piu sostanziosa, mi ricoprii completamente il viso dal suo lato. Mentre Matteo mi venne in bocca pochi secondi dopo alla vista di quegli orgasmi esplosi sul suo cazzo. Dolce fino in fondo, era veramente buona la sua sborra cremosa e densa che prese a colarmi giu, dalla lingua alle labbra, sul petto e fino al cazzo. Lì presi a segarmi io, scostandomi da loro, tirandomi un pò indietro e schizzando poi sulla sabbia, urlando di piacere. Seguii un lungo bacio a quattro, in ginocchio sulla sabbia. Si sfilarono la maglietta e si buttarono in acqua con una rincorsa urlante e felice. Li seguii mentre Pedro mi urlava 'Ma sei pazzo??? Torniamo in disco bagnati, poi???' ma neanche il tempo di pensarci che un'onda mi si era già schiantata addosso, buttandomi all'indietro. Mi rialzai ridendo, con Matteo e Pedro già lontani a nuotare, mentre il mio Pedro si sfilava anch'esso la t-shirt per unirsi.
Passammo ancora un'oretta su quella spiaggia, prossimi ormai all'alba, con quei colori fantastici che quasi ci fecero addormentare tra una parola e l'altra. Il telefono mi squillò, mi svegliai di soprassalto, correndo a rispondere. 'Cazzo, Enri e Leo!' urlai, sentendomi in colpa. 'Si si, arriviamo, troviamoci al bar. Sì, perfetto. A tra poco' attaccai il telefono e scoppiai a ridere. 'Che succede?' mi chiese Pedro 'Stanno chiudendo il locale, c'è Enrico che sta litigando con un buttafuori. Se non ci muoviamo ci chiudono fuori!' 'Ahahaha figurati se non finiva a litigare con qualcuno...Corriamo, dai!' 'Voi non venite?' chiesi a Matteo e Pedro 'No, ci godiamo l'alba, tanto anche da questa spiaggia si raggiunge il parcheggio dove c'è la nostra auto. Buon rientro!' 'Grazie della serata' gli urlammo correndo via.
Tornammo in campeggio, dormendo sui sedili posteriori, mentre Enrico ci cazziava e Leo guidava. Ci chiese cos'era successo, ma noi ridevamo come due scemi e basta, mentre cercavamo di non fare troppo casino. Andai in bagno e Pedro venne con me. Mentre ci stavamo lavando i denti scoppiammo a ridere, imbrattando gli specchi di dentifricio. Poi un ragazzo uscii dal bagno dietro di noi. E mi si gelò il sangue. Era Tommaso. 'Ou che c'è?' mi chiese Pedro. 'Niente, niente' gli risposi riprendendomi. Era già andato via. Era davvero lui o ero ancora ubriaco?
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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