Gay & Bisex
Come tutto è iniziato 2
di freddy15
12.03.2024 |
5.833 |
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"Poi la sera e la notte a casa ripensando a quello che era successo ho iniziato a capire che Bruno era cambiato, ora era diventato cattivo con me, non mi..."
Gli incontri tra me e Bruno sono continuati per mesi tra gran inculate e pompini, ormai mi trattava come la sua troietta e io non sapevo e non volevo mai dire di no, nemmeno quando mi ha chiesto di leccargli anche il buco del culo non mi sono tirato indietro, e nemmeno quando nell’ultimo periodo mi schiaffeggiava le chiappe forte mentre mi inculava. Bruno sceglieva tra i giornali che passavano in azienda quelli con scene sempre più spinte, e poi me li mostrava e mi diceva che voleva rifare con me quello che vedevamo nei giornali. Un giorno mi ha mostrato un giornale dove un marito cornuto si faceva pisciare in bocca e beveva il piscio della moglie e del suo amante. Poi mi ha detto che voleva provare a pisciarmi in bocca anche lui. Al momento gli ho detto immediatamente che la cosa non mi interessava. Lui mi ha ribadito che spesso lo succhiavo anche se aveva appena pisciato, anzi ha detto, ultimamente lo faceva apposta e io non mi sono mai tirato indietro. In effetti era capitato negli ultimi tempi che succhiandolo avvertivo l’odore e il sapore del psico, ma dopo alcune succhiate passava e non ci ho fatto caso, ora sapere che lo faceva apposta mi ha un po’ indisposto e ho protestato con lui per averlo fatto. Bruno senza dimostrare nessun pentimento mi ha detto: “sei la mia troia e fai quello che voglio”, io gli ho risposto che non ci pensavo proprio e che ero la sua troia ma non il suo cesso, e lui con un sorriso sornione mi ha risposto: “credi? Se non fai quello che voglio ti sputtano e ti faccio fare la troia anche con gli altri”, lo ha detto con una insolita cattiveria e mi sono sentito ferito, e gli ho chiesto se mi stesse ricattando, e lui: “no troia, ti sto dando un consiglio”. Mi sono sentito ferito e perso, non ero pronto e non volevo diventare la troia di tutta la compagnia anche perché sapevo che nel giro di poco tutti in paese sarebbero venuti a conoscenza delle mie inclinazioni, allora gli ho detto che era un bastardo e che avrei fatto quello che voleva ma non doveva dirlo a nessuno. Lui ha sorriso e mi ha detto che lo sapeva che avrei ceduto da brava troia.
Quel giorno spompinarlo non è stato piacevole come al solito, mentre lo facevo ripensavo alla discussione di prima e cominciavo a dubitare sulla franchezza di Bruno, pensavo anche che si stava stancando anche di me, della mia bocca e del mio culo e che cercava altre maniere per divertirsi. Mi sono anche reso conto che aver fatto quello che avevo fatto con lui era stato un rischio, ora ero nelle sue mani e chissà cosa mi avrebbe chiesto e se sarebbe bastato accontentarlo per non farmi sputtanare. Comunque ho continuato a succhiarlo e dopo 20 minuti, con la mascella che iniziava a indolenzirsi finalmente è venuto trattenendomi con le mani la testa per farmi ingoiare tutto. Dopo essere venuto mi ha ordinato di inginocchiarmi e di tenere aperta la bocca e da in piedi con il cazzo davanti al mio viso ha iniziato a pisciarmi in faccia ed in bocca. Mi riempiva la bocca ed io sputavo, mi sentivo umiliato e lui mi diceva che ero una latrina mentre pisciava. L’odore ed il sapore del piscio mi invadeva narici e bocca, avrei voluto piangere, ma anche un po’ mi eccitava anche se non volevo farlo vedere. Poi ad un certo punto Bruno mi ha detto: “ora voglio che la bevi la mia piscia”, io esitavo e lui prendendomi per i cappelli mi ha detto: “o la bevi o te lo infilo in gola e ti piscio dentro, cesso!”. Ora ero proprio sconvolto ma anche sconfitto e i successivi spruzzi di piscio li ho bevuti mentre Bruno diceva: “sii! Così, troia ora sei il mio cesso, puttana che non sei altro”. Non mi aveva mai trattato così ed io ero lì per lì per piangere dall’umiliazione ma non avevo la forza di ribellarmi. Bevuti molti sorsi di piscio finalmente ha finito mi ha chiesto di pulirgli il cazzo e io lo ho fatto.
Finito tutto ci siamo rivestiti e io volevo andare a casa di corsa, lui mi ha salutato dicendomi: “vedi che non è così male? Sei nata per essere trattata così”, lui sorrideva mentre dentro di me io piangevo, lo ho salutato e sono scappato a casa. Poi la sera e la notte a casa ripensando a quello che era successo ho iniziato a capire che Bruno era cambiato, ora era diventato cattivo con me, non mi rispettava più e potevo aspettarmi di tutto da lui.
Nelle settimane successive tutto è continuato come prima e solo altre due volte ha voluto pisciarmi in bocca, mi chiedeva sempre se mi piaceva ed io gli rispondevo sempre di no, ma a lui non interessava niente e quando decideva lo faceva, pensavo che proprio perché gli dicevo che non mi piaceva a lui piacesse di più farmelo fare. Ero sempre più succube e l’unica cosa che mi tirava su era che non aveva smesso ad incularmi e che godevo sempre tantissimo a farmelo fare. Pensavo avesse raggiunto il limite ma un pomeriggio dopo avermi inculato e sborrato dentro mi ha ordinato di inginocchiarmi, si è avvicinato con il cazzo alla bocca e pensavo volesse pisciarmi un’altra volta invece improvvisamente mi ha preso per i capelli e mi ha detto: “adesso me lo ripulisci troia” e mi ha messo il cazzo ancora sporco di sborra e degli umori del mio culo in bocca obbligandomi a succhiare e a ripulirlo. Il sapore del culo era forte e mi causava degli sforzi di vomito ma lui non si è fermato e mi ordinava di continuare a pulirgli il cazzo. Lo ho fatto schifato, umiliato e deluso da come stavano andando le cose e in quel momento ho deciso che avrei smesso di frequentarlo.
Il giorno dopo alla prima occasione gli ho detto che avevo deciso di non incontrarlo più, Bruno è rimasto basito da quello che avevo detto, a vederlo sembrava quasi dispiaciuto ed infatti mi ha risposto solo con un:” mi dispiace”.
Il giorno dopo a scuola prima di uscire mi ha fermato e mi ha detto se andavo da lui quel pomeriggio che voleva parlarmi, gli ho risposto di sì e che sarei andato alle quattro. Ci siamo salutati in modo freddo e sono andato a casa. Durante le ore prima di andare da Bruno mi sono immaginato che voleva chiedermi scusa e che tutto sarebbe ritornato come prima e mi sono tranquillizzato, ero sicuro che le cose si sarebbero messe a posto.
Alle quattro sono andato da lui, ci siamo appartati nella stanza del capannone che come sempre era deserto a quell’ora. Bruno mi ha parlato dicendomi che gli spiaceva che la avessi presa male, e mi ha chiesto cosa mi avesse fatto arrabbiare. Io gli ho detto che tutto era iniziato quando ha voluto pisciarmi in bocca e farmi bere il suo piscio, gli ho ribadito che mi trattava come una latrina e che non era tanto per la pisciata che mi ero sentito ferito ma per come mi aveva trattato. Poi la cosa peggiore è stata quando mi ha costretto a pulirgli il cazzo sporco di sborra e della mia stessa cacca, anche se ero pulito internamente comunque il sapore c’era gli ho detto. È stata una cosa schifosa essere obbligato a farlo.
Bruno era tranquillo, diversamente da me che ero agitato, e a quel punto mi ha chiesto se volevo comunque continuare a farmi inculare e fargli pompini, intimamente ero felice di questa proposta e anche orgoglioso di essere riuscito a dire quelle cose e ad impormi e gli ho risposto che per me non cambiava niente e che se voleva scoparmi e farsi spompinare non mi sarebbe dispiaciuto. Allora ha abbassato i pantaloni e con un gesto della testa mi ha invitato a prendergli in bocca il cazzo. Mi sono inginocchiato e ho iniziato a succhiarlo, felice per come erano andate le cose, il cazzo era pulito ed io me lo gustavo con passione, dopo qualche minuto mi ha chiesto di spogliarmi che mi voleva scopare, mi sono spogliato e mi sono messo alla pecorina appoggiato al divano, mi ha lubrificato il culo con un paio di sputi e mi ha inculato, ha iniziato a sbattermi ed io mi godevo la scopata ad occhi chiusi quando ho sentito dei rumori, ho aperto gli occhi e ho visto gli altri compagni lì che uscivano da dietro la tenda ad un metro dal divano che nascondeva una specie di magazzino.
Ho fatto per alzarmi ma Bruno mi teneva fermamente schiacciato impedendomi di muovermi. Ho subito capito che mi aveva fregato, tutti avevano sicuramente sentito i discorsi appena fatti e tutti mi vedevano li mentre Bruno mi inculava. Gli altri intanto ridacchiando e dicendo che ero proprio una troiona si avvicinavano e cominciavano a spogliarsi. Ho provato a ribellarmi ma tra il blocco di Bruno alle spalle e gli altri che mi tenevano non sono riuscito. Hanno cominciato tutti a toccarmi, chi mi metteva il cazzo in bocca e chi mi schiaffeggiava le chiappe. Mi sono arreso e per non prendere altre sberle li ho lasciati fare. Si alternavano nel mio culo e nella mia bocca, insultandomi e deridendomi. Mi sembrava di vivere un brutto sogno ma nonostante tutto, quelle scopate con cazzi diversi ed ininterrotte mi facevano anche godere contro la mia volontà. Alla fine ho ricevuto tre sborrate in bocca e due in culo e quando si sono sentiti soddisfatti mi hanno lasciato, distrutto sul divano. Purtroppo avevo anche sborrato e se ne erano accorti perciò la derisione e gli insulti sono continuati. Ero sconvolto da cosa mi avevano fatto e molto umiliato quando qualcuno ha detto: “adesso gli pisciamo tutti addosso”, non ho avuto nemmeno la forza di dire qualcosa per fortuna è intervenuto Bruno dicendo: “fermi qui non piscia nessuno, quello posso farlo solo io se ne ho voglia”. Nonostante tutto ero riconoscente a Bruno anche se alla fine mi aveva sputtanato con tutti e perciò sapevo che sarei diventata la troia di tutto il gruppo.
Dopo un po’ se ne sono andati tutti tranne Bruno che mi ha aiutato a sistemarmi. Lo ho ringraziato per non aver permesso che mi pisciassero addosso e lui gentilmente mi ha detto che non lo avrebbe mai permesso. Poi ha aggiunto: “però adesso sai che sarai la troia di tutti vero?” e poi ha aggiunto: “sono sicuro che la cosa non ti dispiacerà”.
Da quel giorno è stato così per altri due anni, chi aveva voglia mi usava ed io un po’ alla volta ho preso gusto a farlo. Si, ora a diciotto anni avevo il culo già sfondato, ma non posso dire di non aver goduto tantissimo, spesso ne dovevo soddisfare più di uno alla volta e comunque ero sempre io che li sfiancavo. L’unico problema è che in paese ormai giravano voci che io fossi uno che si faceva inculare anche se tutti gli amici giuravano di non averne parlato mai con nessuno.
Comunque pazienza, l’anno successivo mi sono trasferito in città per studiare all’università e in paese non mi hanno più rivisto, a parte Bruno che ogni tanto veniva a trovarmi per sfogarsi, diceva che la sua morosa e futura moglie non la faceva godere come me, povero.
Non so come sia successo ma all’università ho conosciuto una ragazza, abbiamo iniziato a frequentarci e ho scoperto che anche un cazzo piccolo se ben usato fa il suo dovere anche con le donne. Dopo sei anni ci siamo sposati e ancora stiamo insieme, ma la voglia ed il vizio di prendere qualche bel cazzo in culo o in bocca non mi è mai passata, lei lo sa e lo accetta, perciò il culo è ancora sempre aperto ed accogliente!
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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