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Lui & Lei

Trovata in chat


di batman100
27.12.2017    |    9.347    |    7 9.5
"Le mie dita si bagnarono immediatamente mentre tu continuavi a mugolare contorcendoti..."
Piccolo gioiellino, quando ti incontrai alla stazione eri timida quasi impaurita ad incontrarmi.
Ci eravamo conosciuti in una chat e tu ti sentivi inadeguata, Mi ritenevi troppo per te.
La tua autostima era sotto i piedi per varie vicissitudini della tua vita.
In realtà sei un bel tipino e il tuo punto di forza è il tuo lato B veramente ben modellato e appetitoso.
Lo notai quando entrando in casa tua salisti per prima le scale e me lo trovai davanti agli occhi.... una meraviglia che sognai subito di toccare e baciare.
Entrammo in casa e le tue mani ancora tremavano, ma mi bastò poco per tranquillizzarti.
Ci sedemmo sul divano e dopo aver scambiato due chiacchiere e preso un caffè ruppi gli indugi e mi permisi di fare i complimenti per la casa e per la padrona di casa, ma chiesi di poter vedere di più per poter giudicare meglio.
Inizia come per scherzo a sganciarti i bottoni della camicetta mentre le mie labbra si avvicinavano alle tue.
Ti lasciasti baciare mentre aprivo la tua veste e lasciavo scoperto il tuo seno ancora dentro al reggiseno.
Era piccolo, non eccessivo, ma ben modellato e volevo toccarlo. Così la mia mano si intrufolò fra il tessuto e la pelle e raggiunsi il capezzolo che già si induriva fra le mie dita. E non era l'unica cosa che si induriva.
Il mio uccello già non stava più nei pantaloni.
Ti pareva impossibile, tu, che ti consideravi un brutto anatroccolo, che potessi avere le mie attenzioni.
Ma in realtà sei carina, credimi e ancora dovevo scoprire il meglio.
Ormai eri seminuda davanti a me, così ti aiutai a sganciarmi la mia camicia e ci trovammo nelle stesse condizioni. Tu mi guardavi ancora stupita. Mi ammiravi come fossi un dio mentre accarezzavi il mio petto muscoloso.
Sollevai la tua gonna di maglina e scoprii le tue gambe. Sì, è vero, eri piccolina e anche le gambe non erano lunghissime, ma le tue cosce erano perfette e proporzionate. Ho adorato poterle accarezzare per raggiungere le mutandine che emanavano un calore che trasmetteva la tua voglia e la tua passione.
Ti sentii sospirare a lungo mentre accarezzavo la tua fica dal tessuto per poi scostarlo e sentire la tua pelle morbida e umida.
Un piccolo boschetto nascondeva il tuo prezioso tesoro e sapevo che tra poco sarebbe stato mio.
Le mie dita si bagnarono immediatamente mentre tu continuavi a mugolare contorcendoti. Penso che tu stessi vivendo un sogno bellissimo e io ero il protagonista, il tuo principe azzurro, il tuo sogno proibito
E come ogni principe che si rispetti, volevo sguainare la mia spada. So che tu non ne avresti avuto il coraggio, così mi alzai in piedi e mi sbottonai i pantaloni lasciandoli scivolare verso i piedi.
Intanto ti guardavo, le tue gambe ancora oscenamente aperte e le tue tettine al vento semidenudata davanti ad un quasi sconosciuto che da lì a poco ti avrebbe messo davanti il suo uccello e tu dovevi decidere cosa fare.
E così fu, in pochi secondi avevo il mio cazzone svettante davanti a te, presi la tua mano timida e tremante e la guidai su quel bastone di carne calda e pulsante. Lo prendesti ed ebbi un brivido nel sentire il tuo contatto, ma ero sicuro che non sarebbe stato l’ultimo.
Con titubanza iniziasti a far scorrere la mano per saggiarne la consistenza, per percepire ogni rilievo, ogni vibrazione. Mi avvicinai ancora a te e adesso era a pochi centimetri dal tuo volto. Ti sembrò così naturale avvicinarti a tua volta per percepire il suo profumo e le tue labbra che si appoggiavano alla cappella per un quasi casto bacio erano il preludio a quello che sarebbe stato qualche secondo dopo. Quando le labbra si dischiusero e lo accolsero con piacere nella tua bocca.
Dovetti sforzarmi a non piegare le gambe dal piacere, quando la tua lingua si impadronì della cappella roteando e disegnandone il profilo. Sentivo la punta che si insinuava perfino nel buchino, sentivo le labbra che stringevano per non farselo scappare, sentivo succhiare come se volessi aspirarlo come un sigaro.
TI dovetti fermare altrimenti avrei goduto nella profondità della tua gola, non che mi dispiacesse, ma volevo altro.
TI sollevai e ti guidai in camera.
Lì fu sesso puro, scatenato, senza freni. TI lasciasti scopare, poi salisti a cavalcioni su di me e ti infilasti la verga nella tua pancia, cavalcandomi come fossi un cavallo al galoppo. Eri scatenata, avevi perso tutte le tue paure e ti sentivi la più bella di tutte (e per me lo eri!).
Poi ti voltasti e appoggiandoti a quattro zampe mi desti mostra del tuo lato migliore che avevo appena avuto modi di apprezzare. Dio, com’era rotondo, ben fatto appetitoso. Fu un piacere affondare la mia lingua nel solco dei tuoi glutei e cercare il buchino più nascosto. Intanto la mia mano frugava la tua fica tormentandoti il clitoride e tu godevi godevi, non so quanti orgasmi hai avuto, urlavi come una pazza e poi ti rilassavi un attimo prima di ricominciare. Eri una furia!
Con le mani, ti allargasti i glutei e quello fu più di un invito esplicito. Mi sollevai e appoggiai il cazzo su l buchino lubrificato dalla mia saliva e dai tuoi umori che colavano copiosi. Entrai dentro lentamente mentre ti sentivo gemere. Un misto di dolore e piacere, mentre io godevo di quello stretto pertugio così accogliente.
Quando fu tutto dentro iniziai un lento su e giù, poi sempre più forte fin che mi accorsi che pur stando fermo eri tu che dettavi il ritmo e ti facevi inculare senza ritegno.
E pensare che non ti ritenevi all’altezza! Eri fantastica. Venisti di nuovo con il mio cazzo infilato nel tuo culo.
Poi lo lasciasti uscire, era giunto il mio momento e senza dirti nulla facesti la cosa giusta.
Lo riprendesti in bocca e ti lasciasti invadere da un’ondata di sperma bollente che ti riempì la bocca. Non ce la facevi più e prima che finisse l’eruzione, lo liberasti dalla morsa delle tue labbra e gli ultimi schizzi ti colpirono il viso e i capelli. Inghiottisti tutto prima di riprenderlo in bocca per raccogliere le ultime gocce che colavano lungo l’asta come un gelato sciolto sul cono. E tu golosona, non ne perdesti neanche una.
Successivamente mi confessasti che non eri abituata a concludere così, non ti piaceva prenderlo in bocca, ma che il mio aveva un buon sapore e che con me è stato tutto più facile…. Adulatrice!
I tuoi occhi da cerbiatta mi guardavano dolcemente mentre mi baciavi con ancora il mio sapore sulle tue labbra.
E’ stata una scopata meravigliosa che si è ripetuta solo un’altra volta.
Poi abbiamo sognato e fantasticato su molte fantasie che avremmo potuto fare, coinvolgendo altri maschi e anche una sua amica ma, per ora sono rimaste fantasie.
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