Lui & Lei
a Teatro -storia vera
di batman100
26.01.2020 |
23.021 |
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"L'ultima volta che ci siamo stati, l'ho convinta a mettersi un abito lungo con uno spaccio a meta gamba..."
L'anno scorso abbiamo fatto un abbonamento a teatro.Eravamo in platea, nei posti migliori, ma era un abbonamento ridotto nel numero di spettacoli.
Quest'anno dovevamo confermare l'abbonamento e abbiamo deciso di prendere un palco per vari motivi.
Prima di tutto costava un po' meno e così abbiamo preso l'abbonamento completo allo stesso prezzo di quello ridotto dell'anno prima. Poi stiamo più comodi, avendo io le gambe lunghe, stare 2 ore nelle poltroncine mi limitava un po', invece nel palco le sedie sono libere e abbiamo spazio a sufficienza per poter allungare le gambe.
Ma il terzo motivo è quello più importante. Quando eravamo in platea, immaginavamo sempre che nel buoi del teatro e nella privacy dei palchi qualche coppietta potesse approfittare per divertirsi un po' e io sognavo di fare la stessa cosa.
Naturalmente era un sogno, lo immaginavo con mia moglie, ma lei essendo piuttosto pudica, mai e poi mai si sarebbe sognata di fare una cosa del genere.
Quando è iniziata la stagione, abbiamo apprezzato davvero il nostro acquisto per i motivi sopra citati.
Comodo, spazioso con una discreta intimità. Essendo un palco da tre e prenotandolo in due, il posto rimasto libero non lo prenotava mai nessuno!
L'uscita a teatro è un'occasione per uscire di casa, fare un po' di vita mondana, vestirsi bene e godere di un bello spettacolo.
Ma come ho avuto spesso modo di dire a mia moglie, il più bello spettacolo rimaneva lei!
Nonostante l'età rimane ancora una bellissima signora dotata dalla natura di un seno sodo e prosperoso e con un personale assolutamente apprezzabile, soprattutto quando si vestiva elegante con un po di tacco che la slanciava e esaltava il suo lato B.
L'ultima volta che ci siamo stati, l'ho convinta a mettersi un abito lungo con uno spaccio a meta gamba.
"Tanto hai la pelliccia, che ti scalda" le dissi "e con quell'abito sono d'obbligo le autoreggenti!"
Già mentre glielo dicevo sentivo il mio uccello risvegliarsi nei pantaloni.
"Che scemo, sei!" disse mentre le cercava nel cassetto.
Una volta sistemata, usci dalla camera ed ebbi un sussulto. Era bellissima, sembrava una diva del cinema. Il suo abito bluette pieno di lustrini brillava sotto le luci e la rendeva davvero splendida.
Arrivati a teatro ci sistemammo nella nostra "multiproprietà" (come lo chiamavo io).
Quando si fa l'abbonamento abbiamo il vantaggio di avere i biglietti anche per gli spettacoli più richiesti, ma succede anche che si vedono cose non proprio di prima scelta.
Quella sera in scena c'era un drammone un po' noioso ed infatti il teatro non era gremito come il solito.
I due palchi di fianco a noi erano deserti e anche in platea si potevano notare diversi posti liberi. Aggiungendo il fatto che era mercoledì, questo non aiutava certo a riempire i teatro.
Appena le luci si abbassarono ci sistemammo sulle nostre poltroncine per goderci lo spettacolo.
Il mio pensiero però andava sempre lì, fra seu gambe che immaginavo fasciate dalle autoreggenti sotto il vestito lungo.
Feci scivolare la mia mano sulla sua gamba per cercare il suo contatto.
Lei appoggiò la sua sulla mia e rimanemmo così per un po'.
Il buio era pressocchè totale visto che lo spettacolo non prevedeva grandi giochi di luci.
Cercai lo spacco della gonna e percepii il contatto con la seta delle calze.
Inizia a risalire lentamente, con indifferenza lungo la sua coscia fino ad arrivare al ricamo.
Lei mi fermò la mano sussurrandomi " Che fai? potrebbero vederci!" .
Le feci notare che era impossibile che qualcuno ci vedesse e lentamente continuai a risalire.
Beh, inutile dire che il contatto con la pelle alla fine delle calze mi dette una scossa non indifferente.
Sentivo il mio uccello duro premere sotto i pantaloni, ma anche a lei non rimase insensibile.
Sentii la sua mano che si appoggiò alla mia, ma non per fermarmi. Era uno stimolo ad andare avanti.
Cavolo! non me lo sarei mai aspettato dalla mia pudica signora.
La invitai ad appoggiare la testa sulla mia spalla e così fece. Intanto con le dita avevo già raggiunto il tessuto delle mutandine, percepivo forte il calore del suo sesso eccitato.
La sua mano ora era sulla patta dei miei pantaloni e saggiava la consistenza della mia erezione.
Eravamo partiti! Lo spettacolo andava avanti ma non mi chiedete la trama, non so neanche di cosa parlava! La mia attenzione era rivolta solo alla percezione tattile delle mie dita su di lei ed a quello che lei stava facendo a me.
Con la mano libera presi la giacca e me la portai sulle gambe. In questo modo lei si sentì tranquilla di sganciare i pantaloni e tirare fuori la mia mazza che non ne poteva più di stare chiusa.
Le sue dita impugnarono il mio bastone e dovetti trattenermi dal non gridare il mio piacere.
Intanto anche io avevo raggiunto la sua fessura insinuandomi sotto le mutandine. Le mie dita si erano inzuppate immediatamente dei suoi umori. Con il polpastrello le stuzzicavo il clitoride gonfio e alternativamente mi insinuavo fra le labbra morbide della sua fica.
Era una situazione estremamente eccitante. Praticamente eravamo su un balcone in mezzo a tanta gente e ci stavamo dando piacere reciproco con le mani.
Continuai a masturbarla fino a che non la sentii irrigidirsi e tapparsi la bocca con la sua mano libera.
Ebbe un orgasmo estremamente lungo, forse dovuto al fatto che doveva centellinare il piacere per non dare nell'occhio. Mentre godeva sentii che stringeva il mio uccello ancora più forte quasi a farmi male.
Lasciai che le pulsioni finissero con ancora il mio dito dentro di lei.
Mi guardò e mi infilò la lingua in bocca con una voluttà superiore al solito. Mentre mi baciava, tirai fuori il dito dal suo sesso e da sotto la gonna e lo portai alle sue labbra. Lo leccò succhiando i suoi umori mentre continuavo a baciarla
Poi, sapendo che avrebbe fatto un macello a continuare a segarmi, a causa dello sperma che si sarebbe riversato sui pantaloni, con indifferenza, favorita dal buio, si abbassò su di me e me lo prese in bocca. Sentire la sua lingua calda a contatto con la cappella che si muoveva, sentire le sue labbra morbide che succhiavano avidamente non mi permise di durare troppo e dopo un minuto, le esplosi il mio orgasmo in bocca schizzandole fiotti di sperma caldo fino in gola.
Dovetti trattenermi non poco per non gridare come piace a me e lei dovette stringere forte le labbra per non lasciare scivolare neanche una goccia fuori.
Quando riemerse, aveva ancora il mio seme in bocca e si avvicinò a me facendomi sentire il rumore del suo ingoio.
Ci ricomponemmo in tempo per la fine dello spettacolo e al momento dell'accensione delle luci eravamo tornati presentabili, a parte lei che era un po' spettinata ed aveva le labbra praticolarmente lucide.
Serata memorabile.
Mi sa che farò l'abbonamento anche il prossimo anno!
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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