Lui & Lei
STELLA - finale


06.03.2025 |
525 |
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"Ad un certo punto mi annunciò che si sarebbe alzata per andare alla toilette,
“torno subito” mi disse guardandomi con una luce particolare negli occhi..."
Il lavoro presso lo studio era praticamente terminato. Dopo quell’incontro in hotel non ci vedemmo per qualche giorno. Stavo letteralmente impazzendo dalla voglia di rivederla. Mi era entrata in profondità fino a scavare un solco nella mia mente e nel mio spirito. Spesso mi ritrovavo a pensare a lei, alla sua pelle, al suo profumo, al suo essere donna, al suo saper conciliare femminilità e sensualità fino a diventare per me come l’acqua per gli assetati. Le sue emozioni e le sue sensazioni intrise di particolari tanto da farmi diventare schiavo di lei, un mix esplosivo, un insieme altamente irresistibile, ma al tempo stesso una dicotomia che fa di una donna così un essere incredibile, mirabile quasi irraggiungibile.Non potevo più aspettare: le feci recapitare, tramite corriere, un mazzo di fiori ed una scatola, il tutto accompagnato da un biglietto vergato a mano da me.
“Ti aspetto a cena. Ristorante XXXXX ore 20.00. indossa ciò che troverai nella scatola”.
Per l'occasione avevo prenotato un tavolo in un noto ristorante della città, con cucina di altissimo livello e servizio impeccabile. L'atmosfera del locale era intima, luci basse, tavoli distanziati tra di loro per permettere intimità ai clienti.
La attendevo al tavolo e la vidi entrare; era bellissima con un vestito rosso scuro lungo ma molto scollato davanti e dietro. Aveva la schiena di fuori fino ad arrivare alle fossette di Venere! Il suo fantastico seno attirava l’attenzione di tutti gli astanti, uomini e donne ammiravano quella bellezza avanzare lungo la sala verso di me accompagnata dal maître che, a poca distanza dietro di lei, visibilmente si godeva il panorama dello splendido sedere di lei fasciato in quell’abito che le segnava le belle forme.
Le scostai la sedia per farla accomodare al tavolo.
“che gentile, grazie” mi disse.
“sei veramente splendida, Stella, grazie di aver accettato il mio invito” le risposi una volta seduti e posandole lievemente le dita sulla sua mano distesa sul tavolo.
Arrivò il sommelier e optai dalla carta per un Villa Sandi Valdobbiadene Superiore di Cartizze - Vigneto la Rivetta Brut.
“scelta eccellente” confermò il sommelier “lo porto subito, insieme a dell’acqua. Grazie, signori”.
Con Stella fino a quel momento ci eravamo solo guardati ma i nostri occhi dicevano tutto. Eravamo come in una bolla, isolati dal resto del mondo, esistevano solo i nostri pensieri e le nostre parole non dette.
Nel frattempo il maître iniziò a sciorinare il menu della casa. Io non essendo un amante del pesce optai per una Tartara di battuta di Fassona con sedano e cialda di Castelmagno d’Alpeggio.
Stella, invece, ordinò un antipasto di triglia e tonno tagliati a carpaccio e gamberi rossi.
Nel frattempo iniziammo a parlare un po’ di noi, dei nostri lavori, scherzando e addirittura prendendo un po' in giro quelli del tavolo in un angolo che praticamente erano stati sempre al cellulare ognuno per i fatti propri e la lei della coppia a fianco che, per carità, bella era bella, ma aveva passato tutto il tempo a fare foto e selfie...
Insomma la serata procedeva bene e già avevamo finito la prima bottiglia. Stella sorrideva e addirittura rideva a crepapelle alle mie battute. Il suo sorriso illuminava a dir poco la stanza e la sua risata argentina risuonava facendo girare più di qualche testa nella nostra direzione, destando senz’altro simpatia perché coinvolgente. Era un piacere ascoltare quel suono genuino, sincero, schietto non costruito che veniva dall’animo. Mi scuoteva dal di dentro in modo piacevole dandomi delle sensazioni di benessere interiore.
Nessuno dei due però aveva fatto menzione alla scatola che le avevo inviato assieme ai fiori ed in cuor mio speravo che le avesse fatto piacere la sorpresa inaspettata. Stella era una donna di assoluta sensualità, piena di fascino ed eroticamente aperta e quindi pensavo che sarebbe rimasta piacevolmente colpita anche perché di indole curiosa e desiderosa di conoscere e apprendere.
Ad un certo punto mi annunciò che si sarebbe alzata per andare alla toilette,
“torno subito” mi disse guardandomi con una luce particolare negli occhi.
“fai con calma, nel frattempo faccio portare un’altra bottiglia, questo prosecco è divino!”
“ottima idea…non si dice mai di no ad un tale nettare”.
Quando ritornò aveva una faccia strana tanto che la guardai e le rivolsi uno sguardo tra il dubbioso e il sorpreso. Mi sorrise con espressione da furbetta: "aspetta un attimo", mi disse.
Incuriosito attesi guardandomi intorno, lei con atteggiamento strano, lo sguardo circospetto si piegò verso di me e tirò fuori dalla borsa una sorta di piccola pallina di stoffa che mi passò nella mano come se nessun'altro la dovesse vedere.
Interdetto aprì l'involto tenendolo nascosto, mi venne un tuffo al cuore quando riconobbi il telecomandino dell'ovetto vibrante che le avevo inviato al mattino. Era addirittura “incartato” nel suo striminzito perizoma di seta color corallo.
La guardai sorpreso ed eccitato, la sua espressione era un misto di divertimento, soddisfazione e malizia.
Presi il telecomando in mano e lo portai sotto al tavolo.
Arrivò un cameriere a portare via i piatti e in quel momento lo accesi portando l'intensità al massimo. Sobbalzò sulla sedia come se avesse preso una scossa. Il cameriere al contempo la guardò molto sorpreso ma ci guardammo divertiti con un'aria di quasi sfida, portando una mano sotto al tavolo, facendola poi riemergere e portandosela verso la bocca.
Le dita umide del suo piacere le usò per "truccarsi", un gloss naturale, notavo la luce riflettersi sulle sue labbra al passaggio delle dita, continuando a seguirne il profilo fino a quando il gloss non finì e rimase con le dita ancora appoggiate sulla sua bocca socchiusa. Richiuse poi le labbra intorno alle tue dita e succhiò l'ultima traccia dei suoi umori con gli occhi socchiusi.
Li riaprì con uno sguardo carico di desiderio facendo durare il tutto dura appena un attimo ma per me il tempo si era fermato, c’era solo lei, pensavo alle sue dita che un attimo fa le erano scivolate dentro, ai brividi di piacere che percorrevano il suo corpo, al sapore che avrebbe adesso un suo bacio...mentre riportò la mano di nuovo sotto.
Quando la mano riemerse la avvicinò al suo bicchiere e cominciò a sfiorare il bordo e poi a girare il dito come quando si tenta di fare vibrare il bicchiere, quando effettivamente cominciò a farlo scoppiammo entrambi a ridere increduli.
Mi chiese se volessi assaggiare e mi porse il bicchiere.
Certo che lo volevo: avvicinai il bicchiere e come un sommelier lo misi sotto al naso, il suo odore si mischiava all'odore del vino, appoggiai le labbra e bevvi, trovando molto eccitante cercare di riconoscere le sue note tra quelle del vino... non si sentiva quanto avrei voluto... diedi una leccatina solo al bordo, e stavolta riconobbi chiaramente il suo sapore.
Nel frattempo continuai a giocare con il telecomandino, mi piaceva intervallare delle pause alla stimolazione, di solito dopo la quiete lo facevo ripartire al massimo con la speranza di farle sfuggire un gemito ma non mi dette dai questa soddisfazione, il massimo che riuscì a notare era il suo respiro accelerato.
Ridemmo del fatto che da lontano potevamo sembrare due monchi considerando il fatto che lei aveva una mano praticamente sempre tra le cosce ed io continuavo ad armeggiare sotto al tavolo con il telecomandino.
"Mi restituisci il perizoma? Se non me le rimetto subito mi bagno tutto il vestito".
“Te le restituisco in cambio di….?”
“….vedrai…..” mi rispose maliziosa e sexy.
Glielo passai e si alzò per andare in bagno a rimetterlo.
Le toilette non erano distanti da dove eravamo seduti quindi pensai che il raggio d’azione del telecomando potesse giungere fin là.
Lo azionai per qualche istante pigiando sul pulsantino dei vari movimenti e attesi.
Dopo una decina di minuti la vidi tornare verso il tavolo; aveva il passo leggermente incerto ed era rossa in viso.
"non hai idea che figura!" mi disse sedendosi.
La guardavo con un certo sorrisino stampato in viso.
"Dai, dimmi che è successo."
"Sono arrivata in bagno e ne ho approfittato per fare pipì, ma mica la potevo fare con quel coso dentro. Stavo per toglierlo quando ha iniziato a vibrare. Nel frattempo qualcuno è entrato nel bagno. Le vibrazioni erano talmente forti e bellissime che ho iniziato a godere e bagnarmi come non mai. Ma i gemiti che emettevo erano troppo forti tanto che ho dovuto mettermi una mano davanti la bocca”.
“e allora?” le feci cenno di continuare.
“…..e allora…..la donna mi ha chiesto se stessi bene e se avessi bisogno di aiuto. Ho iniziato a ridere ma al tempo stesso godevo”.
Me la stavo spassando in maniera incredibile a sentire la sua storia tanto che la incitavo a continuare.
“ad un certo punto l’ho sfilato in modo da poter fare la pipì ma vibrava ancora e nel silenzio del bagno si sentiva tantissimo allora l’ho rimesso dentro in modo da smorzare il rumore ed uscire dal water però mi vergognavo e volevo aspettare che quella che era entrata dopo di me uscisse ma aspettava che liberassi il bagno oppure era curiosa di vedere cosa stessi combinando”.
“e quindi cosa hai fatto?” le chiesi ansioso di conoscere il seguito.
“Beh…ecco…ho sfilato l’ovetto, l’ho messo in borsa, ho preso coraggio e sono uscita. Ho trovato quella ragazza del tavolo accanto al nostro, si quella che è stata al telefono per tutta la sera. Mi ha guardato con aria sorniona ed un sorriso ironico. Sono andata al lavabo per sciacquarmi le mani ma sentivo il suo sguardo addosso….Poi tramite lo specchio ho visto che entrando nella toilette mi ha guardato e mi ha fatto un occhiolino malizioso sempre con un sorriso compiaciuto sulle labbra. Allora mi sono precipitata fuori dal bagno ed eccomi…..”
La guardavo tra il divertito e l’eccitato tanto che le dissi: “Dai andiamo via, la cena ormai è terminata ma la serata ancora no”.
Uscimmo dal ristorante tenendoci per mano. In macchina ci dirigemmo verso un vicino motel. Eravamo entrambi su di giri, eccitati da ciò che era successo e da quel che stava accadendo tra di noi.
I suoi mi guardavano illuminando tutta la via. Il suo sorriso mi emozionava ancor di più.
Entrammo in stanza, tenendoci sempre per mano e chiudendo la porta lei le si appoggiò contro, quasi volendo farmi suo prigioniero, osservandomi con uno sguardo di profonda intesa.
Si avvicinò a me, lentamente, guardandomi sempre negli occhi fino a che, finalmente, le nostre labbra si unirono in un unico e stupendo bacio che sembrava non finire mai.
Mi riprese per mano e mi accompagnò vicino al letto e mentre camminava davanti a me, potei ammirare la sua splendida figura, con le curve che si intravedevano dal vestito che si adattava al suo corpo sensuale.
Mi fece sedere sul letto e mi levò la camicia, poi mi spinse facendomi cadere disteso e salì a cavalcioni appoggiando le sue mani sul mio petto. Mi guardò e mi baciò di nuovo ed io non potei fare a meno di abbracciarla e stringerla a me accarezzandole la schiena.
Lentamente anch’io le sfilai il vestito lasciandola con la biancheria intima sexy che mi accese ancor più di passione.
Ad un certo punto mi girai facendola rotolare sul letto e, stavolta, mi stesi sopra io, baciandola profondamente.
Alchè la girai a pancia in giù e la lasciai un momento in attesa; mi spostai verso il mio giaccone prendendo l’olio profumato per massaggi. Saltai sul letto, a cavalcioni su di lei, strofinando le mani per scaldare l’olio.
Le mie mani le cingevano le spalle mentre i pollici si muovevano e le massaggiavano il collo.
Andai giù, massaggiando un centimetro alla volta, lentamente, sentendo che lei si rilassava sempre di più. Le sue meravigliose tette erano schiacciate e strabordavano dalla schiena delicata e morbida, continuai a massaggiare fino al limitare del perizoma.
Continuai spostandomi sulle gambe e sui piedi, ritornando poi nuovamente su, su, fino al collo. A questo punto mi stesi delicatamente su di lei, baciando il collo e facendole sentire il calore del mio corpo. I baci continuarono sulla schiena, e sentivo la sua pelle vibrare e scaldarsi; scesi lentamente, giù, giù, fino ai glutei, ancora separati da un filetto di stoffa del perizoma, e poi sulle gambe. Ritornai nuovamente su, fino all'inizio e poi la girai delicatamente a pancia in su.
Ci guardammo nuovamente negli occhi e ci baciammo appassionatamente, poi discesi soffermandomi sui suoi seni, poi sulla pancia e lentamente più giù. Finalmente scoprì il suo fiore scostando il tassello del perizoma affondando piacevolmente, baciandolo e leccandolo, mentre le mie mani sui suoi seni avevano lo stesso ritmo della mia lingua. La sua testa all'indietro ed i suoi gemiti mi fecero capire che le piaceva e le sue mani, sulla mia testa, mi facevano capire che dovevo continuare.
Il ritmo saliva sempre più ed il suo corpo assecondava il piacere fino a quando espresse chiaramente il suo raggiungimento dell'orgasmo.
Riemersi dalla dolcezza e sapore della sua figa ma avevo urgente bisogno di abbracciarla e baciarla per mischiare i nostri liquidi.
Ad un certo punto mi fece distendere sul letto sovrastandomi e godendo della splendida visione delle sue meravigliose tette che incombevano su di me. Si spostò lentamente andando giù e tracciando il mio petto e la mia pancia di baci appassionati e colpi di lingua che mi lasciavano il segno come bruciature sulla pelle.
Sentì un immenso e piacevole calore che accoglieva il mio cazzo, mentre la sua lingua lo assaporava delicatamente facendomi eccitare sempre di più.
Potevo vedere la sua testa muoversi ritmicamente dandomi piacere sempre più intenso. Poi, tenendo la sua testa fra le mie mani, la tirai su, fino a farla ritornare con le labbra sopra le mie, mentre il suo corpo caldo si muoveva alla ricerca di me. Delicatamente, si mise sopra e finalmente i nostri corpi poterono unirsi, facendo esplodere il nostro piacere.
Si muoveva ritmicamente appoggiando le sue mani sul mio petto in modo da darmi la possibilità di vederla in tutta la tua bellezza, nuda e fantastica, sopra di me. Poi la tirai giù e sempre l'uno nell'altra, ci girammo. Questa volta mi sollevai io e ci osservammo negli occhi, con sguardi vogliosi e intensamente appassionati mentre ritmicamente entravo ed uscivo dal suo corpo profumato. Poi a malincuore tirai il cazzo fuori dalla sua splendida femminilità, mettendola a pancia in giù facendola tirare su il culo. Ammiravo la sua schiena e i suoi glutei, accarezzandola ovunque.
Presi le sue braccia e mettendole dietro la schiena. Un rumore metallico le fece capire quello che stavo per fare. Le misi delle manette ai polsi di modo da non darle la possibilità di muoverli, così legati dietro la schiena. A quel punto mi fiondai dentro di lei, tenendola per i fianchi ed aumentando il ritmo seguendo quello dei suoi gemiti.
La martellavo con colpi che la facevano bagnare sempre di più tanto da alzarmi e prendendola per le spalle, feci in modo che da questa posizione, il suo busto fosse quasi verticale e completamente alla mia mercé. Le mie mani andarono a stringere i suoi seni e la mia bocca iniziò a baciarle il collo e l'orecchio per poi arrivare sulle sue labbra, girando il viso verso di me. Le mie mani erano come impazzite: la toccavo ovunque i seni, la pancia, il suo clitoride ormai ingrossato e arrossato. Non riuscivo a staccarmi da lei, dal calore del suo corpo, dall’odore della sua pelle. Mi teneva le mani sui miei glutei aiutandomi a spingere il cazzo sempre più in profondità.
La rimisi giù nella posizione precedente, uscì da lei e mi soffermai a baciare e leccare il suo buchetto in modo da inumidire per bene tutta la zona. Mi rialzai e decisi di entrare nel suo soffice e bel culetto. Era là…mi ammaliava con la sua pelle rosa e umida di umori.
Inizialmente sentì un suo leggerissimo moto di protesta ma niente che mi fece intendere la sua non approvazione. Le allargai i glutei con una mano, con l’altra iniziai a spingere il cazzo senza darle la possibilità di reagire. Entrai dolce ma deciso, sentendo il suo corpo reagire leggermente ma poi, assecondare la mia volontà. Iniziai a muovermi lentamente, per non farle male e mi accorsi che mi assecondava nei movimenti, facendomi capire che le piaceva tanto da spingere il suo culo contro il mio bacino.
Andammo avanti un po’ fino a che non tirai fuori il cazzo. La feci sedere e le sganciai un braccio per ammanettarla nuovamente ma questa volta con le mani in avanti. La presi in braccio e lei mi cinse i fianchi con le gambe mettendo le mani legate attorno al mio collo. In piedi, nuovamente, tenendola per i glutei, la feci sedere sul mio cazzo, alzandola e abbassandola ritmicamente potendo apprezzare la sua espressione estasiata mentre la penetravo ancora nel culo.
Ci baciammo appassionatamente fino a quando non la riappoggiai sul letto, stendendomi a pancia in giù e aspettando che la sua bocca facesse le magie….
“aspetta” mi disse “prendi l’ovetto per favore, è dentro la mia borsa”.
Ritornai a letto con l’ovetto ed il telecomando che avevo messo nella tasca del pantalone.
Le infilai il giocattolino in figa e lei stessa azionò il telecomando. Ebbe uno spasmo e si abbassò per prendermi il cazzo in bocca.
Passammo tutta la notte a fare l’amore, a mischiare i nostri liquidi, ad assaporarci, a gustare l’uno il corpo dell’altra in una miriade di sensazioni, emozioni e momenti delicati alternati a quelli più intensi.
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