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Lui & Lei

Le feste e il bilanciamento uomo/donna


di Membro VIP di Annunci69.it LucasFromParis
27.04.2021    |    3.301    |    5 7.1
"Ma farlo con un’amica a sua volta è diverso che farlo con una sconosciuta..."
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Durante gli ultimi mesi, come sappiamo, i locali sono rimasti chiusi per la maggior parte del tempo. Di conseguenza sempre più ci siamo organizzati in privato. Mai come in questo periodo fioccano le feste private. Di ogni genere, da quelle più “professionali” a quelle più caserecce. Il fenomeno esisteva già prima.

Secondo molti scambisti esperti le feste private sono la situazione ideale e quella che prediligono. Una festa consente di conoscere e di interagire con molte persone diverse. Offrono al contempo libertà e discrezione. Offrono anche e soprattutto un ambiente protetto e confortevole, in cui gli invitati sono (o si presume che siano) scelti e selezionati con cura dagli organizzatori, spero i proprietari del luogo dove si svolge. Per molti singoli sono una opportunità di incontrare coppie che non sono interessate a loro per un gioco a tre, ma che invece gradiscono una situazione più ampia in cui il padrone di casa gode, per così dire, del vantaggio di giocare in casa.

Tuttavia c’è festa e festa.

Ho partecipato a numerose feste private negli anni e ne organizzo a mia volta nel mio nido del Gabbiano. Che io sia partecipante oppure organizzatore ho sempre al mio fianco una presenza femminile. Di preferenza, ogni volta che è possibile, sono con la mia compagna. Più di rado, una delle mie amiche che poi a loro volta sono ospiti alle mie feste. Le feste possono essere molto differenti fra loro e questo per molti motivi diversi.

Alcune serate sono organizzate in luoghi suggestivi e prestigiosi: ville e manieri da sogno. Ambientazioni sofisticate. Tuttavia questo tipo di evento ricalca la logica commerciale dei locali. Il loro legittimo obiettivo è di guadagnare qualcosa e le altre considerazioni vengono in secondo piano. Quando sono stato presente a queste serate ho osservato dinamiche tipiche del club. Invitati scelti sulla base del portafoglio anziché della loro caratteristiche. Molte persone vengono solo per “curiosare” e assistere. Ne hanno tutti i diritti; tuttavia quando la proporzioni di curiosi supera una certa percentuale (diciamo un quarto) l’energia della festa non riesce mai a crescere.

Noi partecipanti “attivi” ci sentiamo guardati come se recitassimo in un film porno in diretta. Tutto si affloscia come un soufflé mal riuscito. Le serate commerciali riproducono dalla mia esperienza anche un’altra dinamica. Quella dei gruppetti. Persone che si conoscono già, che non sono interessati a conoscerne altre, creano delle bolle chiuse e in qualche modo ostili a chi non faccia parte della cerchia. Nulla di questi mi piace.

Altre, tipicamente, sono caratterizzate da una più o meno netta prevalenza del maschile. Magari il padrone di casa è un singolo e invita qualche suo amico per divertirsi. La questione merita un piccolo approfondimento. Una mia ex diceva “qualche cazzo in più ci vuole perché altrimenti non ce la fate a soddisfarci”. Altre volte ho sentito questa opinione e per un po’ l’ho condivisa. L’ho condivisa fino a quando ho compiuto un passo successivo nella mia crescita personale.

Ne comprendo il motivo, e soprattutto oggi comprendo cosa sta dietro una tale esigenza di “maschi in più”. La richiesta poggia su un’idea del gioco che non condivido più; ovvero quello della “prestazione”. La prestazione è considerare che si va a una serata per collezionare cazzi/fighe/orgasmi. Vista così è indiscutibile che l’energia della donna sia nettamente superiore. Occorrono effettivamente più maschi per appagare fisicamente una donna, per sfiancarla, per farle avere una serie infinita di orgasmi. Per lasciarla esausta. Per farla tornare a casa con le gambe tremanti e doloranti.

I famosi singoli che io definisco “da battaglia” e di cui non faccio più parte servono a questo. Rispetto pienamente il loro ruolo e comprendo senza difficoltà che per alcuni o molti di noi il gioco si possa limitare al lato fisico. È un modo più semplice di vivere il gioco. Evita complicazioni considerare gli altri solo dei corpi o meglio dei pezzi di corpo (un seno, un cazzo, un culo…) da usare e da cui essere usati. Questo è ciò che definisco “prestazione”.

Oggi sono uscito dalla logica della prestazione per approdare a quello di “connessione”.
In questa dinamica nuova e diversa una maggioranza di maschi non solo non aiuta, ma è un insormontabile ostacolo al fluido dispiegarsi e crescere dell’energia. Uomini e donne sono infatti diversi nella loro energia. Diversi e complementari. Da un lato l’uomo porta la forza del suo desiderio, la sua voglia di congiungersi, di dare, di affermarsi. Ma dall’altro l’energia del Femminile, benché più potente, possiede qualità differenti. Si caratterizza dalla morbidezza e dall’accoglienza. Non a caso sono quasi sempre i maschi a “dare il via alle danze”.

A me sembra che troppo spesso gli uomini considerino il momento della conoscenza, dei saluti, delle risate, dei brindisi e della conversazione alla stregua di un superfluo intermezzo che impedisce loro di gettarsi come lupi sulle donne presenti. Mi paiono talvolta pensare “tutto bene, ma quando si inizia a…?”

Viceversa io avverto questi momenti come indispensabili e soprattutto piacevoli. Da quando sono uscito dalla logica prestazionale basata su aspetti concreti (“quanto ce l’hai lungo/grosso, quanto duri, cosa si lascia fare” in un elenco per me avvilente di semplici “atti”) avverto sempre più nitidamente tutto ciò che si nasconde dietro il gioco.

L’albero è il sesso che nasconde la foresta.

Cos’è questa foresta di cui parlo? La foresta in una parola è ENERGIA. Energia vitale che si incanala fluidamente in energia sessuale. La festa, per me, consiste principalmente nel creare una bolla di energia pura. Quelli che all’inizio sono semplici conoscenti oppure perfetti sconosciuti danno vita a questo miracolo. Ci si avvicina lentamente. Da fuori potremmo sembrare un semplice gruppo di amici intenti a un aperitivo casalingo.

Eppure qualcosa si avverte.

I vestiti delle ragazze sono un po’ troppo audaci per un semplice ritrovo amichevole.
Ma soprattutto gli sguardi di tutti brillano. Brillano di attesa e di desiderio. Quel desiderio che inizia a salire minuto dopo minuto. Ci guardiamo, ci sorridiamo.
“Sappiamo”. E sappiamo che anche gli altri “sanno” in un gioco infinito di specchi contrapposti. Il sesso diventa semplicemente una modalità in più per entrare in connessione conoscere l’altra o l’altro. Il sesso come dialogo dei corpi e come emozioni condivise.

Non occorre essere innamorati del partner occasionale per avvertire più che semplice fisicità. È un malinteso; fare l’amore con la propria donna non è come farlo con un’amica. Ma farlo con un’amica a sua volta è diverso che farlo con una sconosciuta. Le gradazioni sono infinite, tutte da assaporare e gustare.

Io ritengo che sia il modo più alto e pieno di condividere il gioco. La bolla di energia deve avere il tempo di espandersi, di crescere. Di pervadere tutti i partecipanti nella misura delle sensibilità di ciascuno
Un’onda orgasmica in cui siamo noi stessi ma contemporaneamente siamo parte del tutto. Avvertiamo sulla pelle e nello stomaco il piacere e il godimento degli altri anche se non ne siamo direttamente partecipi. In questa ottica anche i momenti in cui si osservano gli altri senza intervenire prendono valore e importanza.

Se accettate e condividete la mia posizione, potete comprendere perché il bilanciamento uomo/donna ricopre ora per me questa importanza cruciale. Sono le donne, anche le più, scatenate, a portare quella morbidezza di energia. Anche la donna più calda e passionale, lo sarà sempre come “donna” appunto. Per lo stesso motivo preferisco, se non vi è altra scelta, avere piuttosto donne in sovrannumero piuttosto che singoli. L’energia primordiale è sempre donna; a noi maschi compete un altro ruolo ovvero quello di dare un quadro e una consapevolezza che incanala l’energia del femminile in modo profiquo.

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