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Lui & Lei

La figlia del mio amico


di Writer722
10.10.2024    |    8.923    |    6 9.9
"Fino ad allora avevo sempre pensato al tradimento esclusivamente come quello nei confronti del proprio partner..."
Dopo il mio primo tradimento, di cui ho già raccontato, ho cominciato a dare sfogo ai miei piaceri più intimi senza più preclusioni mentali e considerando il tradimento un bisogno per evadere dalla quotidianità. Fino ad allora avevo sempre pensato al tradimento esclusivamente come quello nei confronti del proprio partner.
Coltivo un’amicizia ultraventennale con Ennio (nome di fantasia) conosciuto tramite amici in comune, lui ha circa 10 anni più di me, è un professionista affermato, divorziato da una moglie poco simpatica e poco attraente e una figlia, oggi quasi 40enne, che ho conosciuto alla festa per i suoi 18 anni.
Con lui ho viaggiato molto, ho passato bei momenti e sono stato il custode dei suoi segreti, anche i più intimi, mi usava come scusa per uscire, ma c’erano delle volte in cui era particolarmente evasivo ed una sera, in vena di confessioni, mi ha rivelato tutto.
“Sai che ogni tanto ti chiedo di coprirmi??!!!” mi disse arrossendo.
“Si, quindi?” ho risposto incuriosito.
“Mi vedo con degli uomini, alcuni sposati, altri no, con cui non ceno solamente ma faccio anche sesso, mi piacciono gli uomini” mi disse sospirando
“Ok!” gli rispondo serio, “fai quello che vuoi , per me non cambia nulla”
Mi ha ringraziato e continuato: “Sono diversi anni che ho cominciato ad avere dubbi sulla mia sessualità, inizialmente pensavo che fare sempre meno sesso con mia moglie fosse dovuto alla monotonia o alla mancanza di amore, in realtà mi sono reso conto che non provavo più attrazione per il genere femminile, ho iniziato ad osservare gli uomini, a provare attrazione per loro, ho cominciato a vedere video hard con soli uomini e a chattare con uomini sposati che come me avevano attrazione per lo stesso sesso. Ho conosciuto degli uomini con cui prima mi sono aperto, e loro con me, e poi iniziato a fare sesso con loro. Provo un attrazione fortissima per il maschio e ho scoperto il piacere anche di essere passivo; rivelarti tutto questo mi libera da un grosso peso perché non mi andava di mentirti, ti ho considerato sempre un fratello e poi, tranquillo, non sei il mio tipo”, concluse sorridendo e abbracciandomi.
Gli ho fatto capire che per me non sarebbe cambiato nulla e che sarei stato suo complice ogni volta che avrebbe voluto.
Era trascorso quasi un anno da quel giorno, Ennio mi aveva chiesto di accompagnarlo da Benedetta (la figlia) che studiava nel nord Italia perché doveva sistemare alcune faccende legate al contratto di affitto dell’appartamento.
Siamo partiti in treno, arrivati nel tardo pomeriggio, ci siamo sistemati in Hotel prima di andare da Benedetta e poi tutti insieme a cena fuori.
Quella sera Ennio era abbastanza nervoso perché avrebbe finalmente conosciuto il fidanzato della figlia.
Benedetta era diventata proprio una bella ragazza, lunghi capelli lisci e biondi, un seno prosperoso e qualche chilo in più come la mamma, due occhi grandi e verdi come il padre; poco dopo sentiamo suonare al citofono, era Franco, il fidanzato di Benedetta. Sale e ci troviamo di fronte ad un bel ragazzo, capelli neri corti e rasati, un filo di barba curata, occhi neri e profondi, occhiali da vista a goccia, di corporatura media ma con spalle larghe, aveva un modo di atteggiarsi e di fare quasi femminile.
Ennio, dopo essersi presentato, lo ha abbracciato forte e baciato sulla fronte tra la sorpresa di Benedetta che non si aspettava un tale trasporto da parte del padre. La sera a cena Ennio non fece altro che parlare con Franco e una volta in Hotel continuava a lodarlo.
“Non è che ti piace??!!” gli dissi cogliendolo di sorpresa e facendolo arrossire.
“Mi offendi, non mi conosci affatto” mi rispose quasi stizzito.
Per il quieto vivere non replicai anzi lo rassicuravo che la mia era solo una presa in giro.
La sera seguente abbiamo cenato di nuovo con i ragazzi, ho avuto la possibilità di conoscere meglio Benedetta, scoprire molto di lei, era una ragazza decisa, si era posta degli obiettivi ben chiari e poi, aveva degli occhi verdi grandi e profondi che ti catturavano, una pelle bianca e liscia, sembrava un velluto, un seno prosperoso sempre in evidenza che il mio sguardo faceva fatica ad evitare. La serata scorse velocemente, era tardi, Ennio e Franco erano andati a pagare ma tardavano a tornare, ci siamo alzati per raggiungerli ma non c’erano, abbiamo atteso quasi 10 minuti prima di vederli comparire.
Tornati in Hotel lui era particolarmente silenzioso, si diresse velocemente in bagno lasciando la porta semichiusa, sentivo scorrere la doccia, scostando leggermente la porta vedevo riflessa nello specchio la sua immagine, era con la schiena appoggiata sulla parete, nella doccia, a occhi chiusi si masturbava con vigore, mi ritirai in camera per non destare sospetti.
Il giorno seguente in treno era molto pensieroso, i suoi silenzi mi facevano pensare alla nostalgia per la lontananza della figlia ma l’estate seguente tutto mi divenne più chiaro.
Ennio era particolarmente euforico per il ritorno dei ragazzi per le vacanze estive, aveva affittato l’ombrellone al mare e pianificato meticolosamente cosa fare con i ragazzi.
Benedetta inizialmente era molto divertita dell’amore del padre per il suo ragazzo anche se si lamentava del troppo poco tempo che le dedicavano i due uomini, al contempo ero io a tenerle compagnia e la cosa non mi dispiaceva, Benedetta aveva un modo di fare molto elegante e una voce pacata, al mare poi indossava dei bikini modello brasiliano che le mettevano in bella mostra le forme, ero io a doverle spalmare la crema visto che il padre e il ragazzo erano impegnati insieme in mille attività in spiaggia.
Sinceramente mi eccitava mettere le mani addosso a quel corpo, ogni volta avevo una bella erezione, spalmare la crema sul suo sedere importante ma tonico mi faceva venire voglia di accarezzarmi e masturbarmi in spiaggia.
Col trascorrere dei giorni era sempre più il tempo che Benedetta trascorreva con me che non con il padre e il ragazzo fino alla sera in cui, eravamo a cena da Ennio, Benedetta era uscita con le amiche, dal balcone, dove ero andato per fumare, voltandomi verso la sala li ho visti baciarsi; non mi sono stupito, lo avevo intuito, come avevo intuito negli ultimi giorni un allontanamento tra Benedetta e Franco, fatto che lei mi aveva confidato nutrendo sensati dubbi sul prosiegui del loro rapporto.
Mi faceva tenerezza quella ragazza dal carattere così forte che vacillava per delle incertezze sentimentali di cui il padre era la causa.
La sera dopo sono andato a cena da Lei perché Ennio mi aveva chiesto di farle compagnia in quanto con Franco sarebbe andato a giocare a Padel.
Sono arrivato un po’ prima perché volevo preparare gli spaghetti con le vongole, erano ancora tutti a casa , una volta usciti Benedetta mi ha raggiunto per aiutarmi in cucina, era meno loquace del solito. Ci siamo goduti una bella cena e bevuta un’ottima bottiglia di Trebbiano. Solo a fine cena mi sono reso conto che avevo portato avanti un monologo, di tanto in tanto interrotto da qualche sorriso di circostanza di Benedetta.
Dopo aver sparecchiato ci siamo sistemati sul divano in terrazzo a goderci la brezza estiva, a bere della genziana fresca e a fumare qualche sigaretta, ero a mio agio con lei nonostante i suoi prolungati silenzi, la fioca luce della luna mi permetteva di osservarla con discrezione, le sue gambe toniche, le sue forme giunoniche risaltate dalla canotta bianca e attillata, le labbra carnose, se non fosse stata la figlia di Ennio ci avrei fatto un pensierino.
Così come aveva fatto il padre l’anno precedente, anche lei, improvvisamente, fu in vena di confidenze: “credo che la relazione con Franco sia giunta al termine, una volta tornati all’università glielo dirò, sembra più innamorato di mio padre che di me”, mi prese quasi un colpo ad ascoltare quelle parole, “ sono settimane che non mi desidera, sono così brutta?”.
“Sei una figa!” le dissi istintivamente ma rammaricandomi all'istante per quelle parole; si era voltata chiedendomi se lo pensavo veramente, con coraggio le dissi che era una ragazza molto bella e che se non fosse stata la figlia di uno dei miei migliori amici le avrei fatto una corte insistente.
Non aveva replicato ma solo chiesto una sigaretta e un po’ di genziana che si è gustata in silenzio, si è quindi alzata e diretta in sala chiedendomi di seguirla, ho visto che armeggiava vicino allo stereo e poi mi ha chiesto di ballare con lei un lento.
Ballavo con le sue braccia intorno al collo, il suo viso appoggiato sulla spalla e il suo torace attaccato al mio, per evitare risvegli inappropriati in mezzo alle gambe ho iniziato a pensare a cose poco piacevoli ma senza riuscirci, la mia erezione era evidente e sapevo che non poteva non accorgersene, anzi, sembrava gradire stringendosi a me e accarezzandomi delicatamente con le dita la nuca, inizialmente ho pensato che si trattava di una falsa percezione ma quando il movimento si è ripetuto il mio membro ha risposto in maniera ancora più evidente, le sue carezze stavano allentando la mia tensione.
Mi deliziavo delle sue carezze cominciando anche io ad accarezzarle la schiena, dopo aver scostato il viso dalla spalla ho cominciato a percepire il calore della sua bocca sul collo, salire su fino all’orecchio, la sua lingua calda e umida giocava con il mio orecchio per poi proseguire fino alla bocca, il contatto delle sue labbra morbide e carnose con le mie mi avevano bloccato il respiro, ho cercato il contatto con la sua lingua, il suo bacio era dolce, passionale, l’incrocio delle lingue si faceva sempre più intenso accompagnato da carezze sempre più spinte.
Le ho sfilato la canotta lasciandola con il seno libero, seni giunonici leggermente cadenti e con grandi capezzoli rosei che le mie mani e la mia bocca sono andati a cercare mentre le sue mani cercavano di intrufolarsi dentro i miei slip, l’ho aiutata a spogliarmi, mi ha preso l’uccello in mano come un trofeo che desiderava facendomi ansimare, tenendomi sempre per il cazzo mi ha portato in camera sua, si è sfilata gli slip, si è distesa sul letto, allargando le gambe, invitandomi ad approfittare della sua passera. Mi sono sistemato e ho cominciato a baciarla e a leccare una meravigliosa passera depilata, nel mentre, con le mani mi dilettavo a stuzzicarle i capezzoli, vedevo che inarcava la schiena per il piacere e ansimava, poi ho insinuato la lingua dentro di lei andandole a stimolare il clitoride, sentivo il suo ansimare crescere, la sua schiena sempre inarcata, con le dita sono riuscito a raggiungere il suo buchetto e a masturbarle anche l’ano, ho accelerato i movimenti accompagnato dal suo ansimare, la lingua stimolava intensamente il suo intimo fino ad essere inondando dei suoi piaceri accompagnati da un suo grido liberatorio.
Si è alzata di scatto facendomi allungare sul letto e avventandosi sul mio uccello accarezzandolo prima e poi prendendolo in bocca e gustandolo lentamente, dopo averlo inumidito si è adagiata sopra di me e ha iniziato a godere lentamente del mio membro muovendo lentamente il bacino e avvicinandosi per baciarmi, le spingevo il sedere per godere il più possibile della sua intimità, le sue gote erano arrossate e i suoi occhi rivolti all’indietro, quasi ipnotizzati dal piacere, il mio cazzo era perso dentro la sia vulva e il suo seno arrossato dal tocco deciso delle mie mani, mi chiedeva di scoparla in continuazione, spingevo il mio uccello il più possibile dentro di lei per godere completamente di lei; l’ho voltata è scopata a pecorina, tirandole per i capelli e schiaffeggiandole i glutei, continuava sempre a invocarmi di scoparla e io lo facevo sempre più forte, tirandole i capelli, poi, l’ho distesa e sempre da dietro ho continuato a penetrarla, ogni tanto mi voltavo verso lo specchio per avere una visuale diversa dei nostri corpi, spingevo sempre più forte; l’ ho quindi adagiata di fianco e continuata a scopare da dietro, quella posizione accresceva ancora di più il mio piacere, quasi al limite l’ho voltata, ci siamo masturbati con la bocca reciprocamente, ho sentito il suo piacere arrivare ed esplodere sul mio viso mentre la sua bocca si faceva sempre più vorace sul mio cazzo, continuava a succhiarlo e a toccarmi i testicoli, godeva del mio uccello in bocca fino a quando non sono esploso.
Con Benedetta abbiamo continuato a vederci, anche se saltuariamente, per quasi un anno, con Franco aveva chiuso una volta tornati all’ Università, la storia tra Ennio e Franco invece è andata avanti per diversi anni senza che Benedetta ne sia mai venuta a conoscenza.



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