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Zia Eli un po' t.....a


di Membro VIP di Annunci69.it pattymilf
07.06.2024    |    16.879    |    18 9.6
"Dicevo che lui sosteneva che ti saresti accorta della differenza; io pensavo di no..."
Inserii la seconda cassetta che si intitolava “Eli, Marco ed io”.
Eli giaceva nuda sul letto, supina. Lo zio, almeno penso fosse lui, si avvicinò con la videocamera: inquadrò i polsi legati insieme e fissati alla testiera del letto. Le braccia incorniciavano così il viso; gli occhi erano coperti da una spessa benda nera.
-L’oscurità acuisce i sensi; oggi vedremo se è vero –
-Ho un po’ paura –
-Non ti devi preoccupare; è qualcosa che voglio fare da tempo…-
-Dimmela –
-La proverai, ti piacerà, ne sono sicuro –
Scese verso il seno. Sporgeva invitante; con un dito iniziò a titillare i capezzoli che si inturgidirono rapidamente. Ne prese uno tirandolo verso di sé, finché non la sentì mugolare per il dolore; rifece lo stesso con l’altro. Scese ancora fermandosi sulla passerina bionda. Le gambe erano tenute divaricate da due nastri fissati ai lati del letto. Giocò con i peli, li tirava costringendola a sollevare il bacino; le sue dita la penetrarono ma poi si dedicò al suo clitoride.
-Sei sempre stata sensibile qui, mia piccola grande troietta –
-Mi conosci…aahhh-
-Dimmi cosa sei –
-No –
-Me lo dirai lo stesso –
-No –
-Ora te lo stringo-
Lei era impotente; cercava di liberarsi della sua mano, ma non poteva; la vedevo contorcersi e lamentarsi mentre lui teneva ferma la presa.
-Continuo? –
-Fermati –
-Cosa sei? –
-Sono la tua troia succhiacazzi –
-Solo? –
-Sono una puttana cazzo dipendente; la tua cagna, la tua vacca da monta. –
Zia Eli mi stupiva ogni minuto di più e il mio cazzo era tornato duro. Lo zio aveva posizionato la telecamera che ad un paio dimetri dal letto; si era messo tra le cosce della zia e comincio a leccarle la figa; con le mani vagava sul corpo e dentro il suo corpo i cui movimenti dimostravano il piacere crescente che provava.
-Vienimi dentro… ho voglia-
-Dillo meglio-
-Chiavami, chiava la tua troia-
-Non te ne pentirai-
Scese dal letto e fece un segno verso la telecamera; comparve un uomo che prese il suo posto. Poteva avere una sessantina d’anni, fisicamente in forma, con una bella ed evidente erezione.
Se lo prese in mano cominciando a sfregarlo sulla passera della zia che per quanto possibile allargava le cosce cercandolo.
Giocò così per un paio di minuti, poi improvvisamente e violentemente entrò dentro dii lei strappandole un grido di dolore e sorpresa.
La scopava come un martello pneumatico, senza sosta; si aggrappò letteralmente alle sue tette, che usava come maniglie per affondarle dentro.
-Piano…. Cosa ti prende….ohhh-
-Mi sfondi…Che bel cazzo che hai….-
Spostò le mani sui suoi fianchi e riprese la sua opera di martellamento mentre lo zio aveva ripreso la videocamera avvicinandosi alla coppia. Le tette della zia ballavano libere al ritmo dei colpi che riceveva, era uno spettacolo molto eccitante e la mia mano correva veloce sul mio cazzo.
Non ci mise molto a farle raggiungere un primo, rumoroso, orgasmo.
Mentre l’uomo proseguiva la sua opera, lo zio si avvicinò, le prese la testa girandola verso di sé e le mise il cazzo tra le labbra
-Succhia amore mio-
Zia lo prese in bocca, ebbe un attimo di incertezza, e finalmente capì.
Cercò di spostare la testa, invano. Un’energica manata sulla tetta la fece rapidamente desistere.
-Te l’avevo detto, a te non piace il mio cazzo, a te piace il cazzo; sei carne per cazzo-
Come avevo già avuto modo di constatare alla zia Eli piaceva essere insultata perché poco dopo la vidi in preda ad un profondo orgasmo che si concluse solo quando lo sconosciuto non la riempì.
-Toglimi la benda, ti prego-
-Con piacere-
Rimase per un momento abbagliata dalla luce. L’uomo era ancora tra le sue cosce, di fronte a lei.
-Lei! -
-Vedo che lo conosci-
-Certo che lo conosco; è il mio preside! -
-Ci siamo trovati per caso alcune settimane fa in un bar; qualche incontro e siamo entrati in confidenza; non sapevo chi fosse; gli raccontavo di te, di quello che facevamo, delle fantasie che avevamo. Gli dissi che ero convinto che a te piacesse il cazzo in sé, della troia che pensavo fossi e che in effetti sei. -
-Siete due maiali-
-Può essere. Il bello è stato quando gli ho mostrato la tua fotografia, non sapevo fosse il tuo preside, ti ha ovviamente subito riconosciuta. Mi disse che i tuoi colleghi ritengono che tu abbia il culo più bello della scuola, te lo farebbero tutti volentieri
-Si vede che non hanno altro di cui parlare-
-Sei un bell’argomento di discussione. Marco....-
-Vedo che vi date del tu; potrebbe essere tuo padre-
-Anche il tuo se è per quello. Dicevo che lui sosteneva che ti saresti accorta della differenza; io pensavo di no. Fatto sta che abbiamo concordato quanto è successo oggi; e avevo ragione io-
-E quindi? –
Intanto che parlavano il preside aveva iniziato a massaggiarle il clitoride con un dito mentre con la mano libera vagava sulle tette, tormentandole i capezzoli.
-Per oggi il tuo culo è mio-
-Cosa vorresti dire? -
-Che Marco tornerà ancora-
Gli effetti del palpeggiamento del preside cominciavano a farsi sentire perché la voce della zia si era fatta leggermente tremante mentre il suo corpo sembrava non trovar pace.
-Non sarò la vostra puttana! -
-Semmai la nostra troia, le puttane lo fanno a pagamento, tu per piacere. E poi non vorrai certo rendere pubbliche le tue prestazioni-
Vidi il corpo della zia afflosciarsi.
-Ed ora tocca a me-
La liberarono e la fecero mettere in ginocchio sul letto: lo zio le girò intorno con la telecamera: inquadrò la sua figa ancora dischiusa dopo la violenta ripassata ricevuta. Un filo di sborra colava lungo le belle cosce. Si soffermò sui fianchi generosi e sul culo dove il preside mollò due robusti sculaccioni. Di profilo era una cagna di razza; all’inizio teneva la testa un po’ china e i capelli biondi le coprivano il viso, poi gliela fecero tenere bene eretta; il seno rotondo pendeva libero.
-Mungila un po’-
Il preside non se lo fece ripetere: le prese le tette, una per mano, strizzandole e tirandole alternativamente come se zia Eli fosse stata una vacca; gemeva cercando di sottrarsi, invano
-Tra culo e poppe non saprei qual è la cosa migliore; neanche a sedici anni sono così sode! -
-Che ne sai? Studentesse puttanelle? -
-Bisognose di una spinta, anzi una serie di spinte…-
Ridevano. Lo zio passò ad inquadrare il volto: gli occhi brillavano, non si capiva se di rabbia o di eccitazione, la bocca appena socchiusa dava l’impressione di un godimento interiore.
-Potremmo godercela tutti e due- disse Marco – ne ho ancora voglia, e secondo me, anche lei-
-Ottima idea-
-Non vorrete…-
-Vogliamo-
Il preside si era seduto davanti alla zia; le aveva preso i capelli con una mano tirandola verso di sé costringendola a chinarsi.
-Succhia-
Vedere sua moglie scopata selvaggiamente, munta per bene e ora dedita a fare un pompino aveva caricato a dovere lo zio che le si inginocchiò dietro divaricandole le natiche. Vidi il suo grosso pene affondarle facilmente nel culo.
La pomparono per bene. La zia dimostrava di gradire il trattamento che stava ricevendo; i suoi mugolii risuonavano nella stanza; si vedeva la sua testa andare su e giù ingoiando il cazzone di Marco che credo le arrivasse fino in gola. I colpi che riceveva dallo zio causavano un piacevole ondeggiare delle sue mammelle; ogni tanto lo zio le schiaffeggiava il culo, mentre il suo compare le dava robuste palpate alle tette.
-Ho voglia di sborrale quel bel faccino che ha-
-Facciamolo insieme- rispose lo zio -Mettiti in ginocchio, qui sul pavimento, proprio do fronte alla telecamera – Andò a verificare che fosse bene inquadrata.
-Allarga bene le gambe, e comincia a farti un ditalino-
Si misero di fianco a lei, uno per parte, facendosi una sega, la punta dei loro cazzi duri a pochi centimetri dal suo bel viso.
Zia aveva proprio una faccia da troia in calore. Mentre si sditalinava con le dita di una mano, si succhiava le dita dell’altra, si palpava le tette, si tirava i capezzoli.
Il primo a venire fu lo zio.
-Girati, apri la bocca e tira fuori la lingua-
-Riempi la tua puttana, maiale-
Era un gran sborratore: le schizzò sulla lingua, in gola, sul viso e sui capelli. La zia ne raccolse un po’ con le dita, se le leccò, poi se la spalmò sul seno.
-Dammi la tua ora-
Marco era pronto, le infilò il cazzo in bocca tenendole la testa ferma con le mani finché non si fu svuotato completamente. Vidi un filo di sborra colare dalla sua bocca mentre anche lei raggiunse il secondo orgasmo della giornata.
Per non essere da meno sborrai anch’io e in quel momento sentii aprirsi la porta.
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