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Patty porcellina in erba 13 tre insieme prima parte


di Membro VIP di Annunci69.it pattymilf
30.09.2018    |    32.829    |    15 9.5
"Marco e Gianfi mi tenevano bloccata sul letto, le gambe piegate, aperte..."
Lasciammo il supermercato; poco dopo eravamo a casa di Marco. Eravamo d’accordo di andare direttamente nella casetta per gli ospiti. Entrammo. Ci aspettava con Enrico, suo fratello minore, dell’età di Patrizia.
- siete in ritardo –
- ho lasciato la troietta sola per cinque minuti è l’ho trovata a fare un pompino mentre si faceva inculare da una lesbica. –
Raccontai loro quanto era successo al market.
- non smetti mai di stupirci Patty. Ho parlato con lo zio; mi ha confermato che da oggi sei coperta dalla pillola e quindi possiamo inaugurare la tua fighetta –
- e se non voglio? –
- ce la prendiamo lo stesso. Anzi sarà più divertente ancora. Enrico ha provato la tua bocca e ora vorrebbe qualcosa di più –
- io me ne vado –
- Gianfi, chiudi la porta -
La casetta era ad un piano, con le inferriate alle finestre; la chiave era all’interno. Chiusi e me la misi in tasca. Patty stava iniziando a urlare ma Marco le si mise dietro le spalle chiudendole la bocca con una mano mentre con l’altra le prese una tetta, stringendola appena.
- Ssssssssst. Altrimenti ti strizzo, chiaro? –
Annuì. Marco la tenne per i polsi.
- Vieni Enrico, goditi un po’ le tette della puttanella –
Patrizia era in piedi nel soggiorno della casetta; portava una gonna molto corta e una canottierina molto sbracciata. L’aria condizionata era accesa e l’ambiente fresco, i suoi capezzoli sporgevano eretti ed invitanti sotto il tessuto sottile. Cercava di liberarsi dalla stretta di Marco con l’unico risultato di fare scendere una spallina scoprendo un seno. Enrico era davanti a lei. Le abbassò l’altra spallina. Le tette si muovevano toniche mentre si agitava.
- guarda che bei capezzoli che ha: prendili tra le dita e tirali verso di te –

Marco mi teneva le mani dietro la schiena, il busto spinto in avanti.
- non farmi male, per piacere –
- non badarle Enrico, alla fine le piace sempre –
Mi prese i capezzoli, li massaggiò un po’, mi diventavano più duri. Li strinse. Gemevo.
- fermati Enrico, basta, ti prego –
Strinse ancora più forte, tirandoli; si allungavano, come le tette Mi dimenavo ma serviva solo ad aumentare il mio dolore e il suo eccitamento.
- ti piacciono le tettone della Patty? –
- si fratellone
- puoi farne quello che vuoi ogni volta che ne hai voglia –
- grazie Marco –
- te la vuoi scopare adesso? –
- magari! -
- Gianfi, come è messa sotto? –
Mio cugino si avvicinò
- allarga le gambe, puttanella –
Obbedii, come al solito. Mi infilò una mano tra le cosce. Risalì verso l’alto raggiungendo la mia fighetta. Si fece strada tra le mie labbra e mi penetrò agevolmente con due dita.
- la cagnetta è pronta per la monta –
- andiamo –
Non volevo, dissi che non volevo. Mi presero di peso e mi portarono in camera. Cercavo di liberarmi, mi divincolavo. Mi buttarono letteralmente sul letto. Era lo stesso dove il padre di Marco mi aveva inculata.
Mi tolsero la gonna. Marco e Gianfi mi tenevano bloccata sul letto, le gambe piegate, aperte. Vidi Enrico mentre si toglieva la maglietta e le scarpe. Si slacciò i pantaloncini. Li tolse. Gli slip contenevano appena il suo cazzo già duro. Si inginocchiò tra le mie cosce, nudo. Mi mise le mani sulle spalle, scese sui miei seni, li palpeggiò per bene, li strinse, li impastò, si divertì ancora con i miei capezzoli, sempre più dolenti. Mi accarezzò l’addome. Scese ancora verso il mio monte di venere. Giocava con i miei peli mentre con il pollice mi titillava il clitoride.
- Patty, chiedi ad Enrico di scoparti –
- No! –
Mi arrivò un ceffone in pieno viso
- allora? –
- no! –
- Lo sai che lo farai –
Mi colpì con violenza un seno, poi l’altro.
- chiediglielo! –
- no! –
- peggio per te; giriamola, il culo in fuori –
Mi misero supina un cuscino piegato sotto la pancia.

Era una cosa che volevo fare da tempo. Gianfi e mio fratello tenevano ferma la puttanella; il suo bel culetto nudo era bene in evidenza. Suo cugino glielo aveva sverginato poche settimane prima da allora ce lo eravamo fatto praticamente ogni giorno; i nostri cazzi ormai entravano e uscivano senza alcuna difficoltà mentre Patrizia godeva come una puttana in calore.
La ragazzina era una masochista; avevo infatti notato che qualche energica strapazzata le procurava piacere oltre che farle fare quello che volevo.
Mi tolsi la cintura. Era un modello di cuoio, abbastanza largo anche se non molto morbido. La ripiegai su stessa impugnandola dalla parte della fibbia.
- ti darò cinque colpi sul culo, poi chiederai a mio fratello di scoparti; se non lo farai ti colpirò le tette –
- non lo f… -
Non la lasciai finire, la colpii sulla natica destra. Lanciò un’urlo. Le diedi una seconda cinghiata. Si contorceva, cercava di liberarsi, ma Gianfi ed Enrico erano troppo forti. Ero molto eccitato, tirai fuori il cazzo. La inculai brutalmente.
- muoviti, mi fai solo piacere-
- basta Marco, farò quello che vuoi –
- troppo tardi, troia –
La colpii ancora tre volte. Il suo culetto era diventato rosso fuoco. Lasciai la cinghia. La presi per i fianchi, violentandole l’ano.
- allora? –
- Enrico… scopami … -
- meglio –
- Enrico, per piacere, mi scopi? –
- Che brava ragazzina educata, ci voleva tanto? Ora dovrai soddisfarci insieme –
- Come? –
Non ci mise molto a capirlo. Enrico era disteso, a gambe larghe, l’uccello un po’ ammosciato.
- tiraglielo su –
Patty lo raggiunse gattoni sul letto. Gli prese l’uccello tra le labbra, succhiandolo. Le tettone sfioravano il lenzuolo. Ripresi a lavorarle il culo.
- sei pronto Enrico? -
- siiii –
- impalati, puttanella – le ordinai tirandomi indietro
Patty si mise a cavallo di Enrico, si leccò due dita, le portò sulla fighetta, aprendola appena. Si calò sull’uccello duro appoggiandosi sulle spalle del ragazzo; non aveva bisogno di ulteriori ordini per iniziare la sua cavalcata; le sue poppe generose ballavano libere e invitanti. Enrico le prese palpandole a piene mani. Li lasciai fare, segandomi lentamente per tenermelo in tiro.
Poi risalii sul letto, inginocchiandomi dietro a Patrizia. Le misi una mano sulla schiena spingendola verso Enrico. Vedevo il suo cazzo pompare la ragazza; ma soprattutto vedevo il suo meraviglioso culetto. Le divaricai le chiappe mettendo bene in evidenza il suo buchetto, appena socchiuso. Vi appoggiai il cazzo, spingendo. Feci un po’ di fatica ad entrare, c’era anche mio fratello dentro di lei, ma il piacere era troppo grande per rinunciare.

Patrizia mi stava sverginando. Era stata la prima ragazza a farmi un pompino ed adesso era la prima che scopavo. O forse era lei che scopava me… Si era infilata il mio cazzo nella figa calda e umida, saliva e scendeva lungo il mio uccello con un ritmo crescente, pareva quasi dovesse uscire da me e si riempiva un’altra volta. Mi stava mungendo. Tenevo le sue tette tra le mani palpandole e spremendole. Portavo i suoi capezzoli duri verso le mie labbra succhiandoli avidamente La sentivo ansimare, avvertivo i suoi umori colare su di me.

Avevo voglia di un cazzo vero nella figa. L’ultimo che avevo preso era dello zio di Marco. Mi avevano inculata, riempita la bocca e le tette di sborra ma la mia fighetta era rimasta vuota.
Avevano timore di ingravidarmi e finalmente, coperta dalla pillola potevo essere scopata senza problemi. Stavo usando Enrico per il mio piacere, era un ragazzo come me, sicuramente inesperto, ma con un bel cazzo duro. Mi bruciavano le cinghiate che avevo preso, volevo decidere io ma ero ormai la loro cagnetta. Sentii Marco dietro di me, quando mi aprì le chiappe compresi cosa sarebbe successo. Non opposi resistenza; mi aprì senza problemi e poco dopo godevo con due cazzi dentro.

La mia cuginetta si stava dimostrando una puttanella perfetta. Aveva due uccelli nella pancia; vedevo il suo corpo fremere sotto i colpi che riceveva. Dalle sue labbra uscivano suoni inintelligibili o un’unica parola
- ancora! –
Enrico doveva essere giunto al limite. Lo vidi stringere Patrizia, esclamando
- sborrooooo! Prendila tutta troiaaaaaaa –
- dammela tutta, riempi la tua puttana –
- toh… toh… toh.. –
- bravo! Tanta…. Calda .. falla tutta per la tua Patty –
Le diede gli ultimi colpi, si sfilò lasciandola con Marco.
- penso ora io a romperti la passerina –
La zoccoletta era ancora calda: quando Marco le tolse il cazzone dal culo e glielo ficcò nella figa cominciò a ululare come una cagna in calore. La teneva per i fianchi dandole colpi violenti e profondi. Le sue tette ballavano libere.
- Ti basta puttana? –
- No, ancora –
- Vuoi ancora cazzo? –
- Si voglio cazzo, sfondami –
- Patty sei una troia –
- Si sono la vostra troia, il vostro sborratoio .
- Prendine ancora, allora –
Marco la stava pompando a ritmo crescente. La mia cuginetta si era appoggiata con i gomiti sul letto, la testa tra le braccia. Ormai dalla sua bocca usciva solo un gemito continuo.
Anche Marco era alla fine. Le diede le ultime spinte e le riempì la figa.
Quando estrasse il suo uccello una lunga colata di sborra uscì dalla passera aperta di Patrizia
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