Lui & Lei
Sono un assegno in bianco
di pattymilf
11.04.2023 |
10.499 |
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"Il cazzo era ancora barzotto ma non ci volle molto a farlo crescere
-Sei proprio una brava succhiacazzi; si vede che ti eserciti spesso, e che ti piace-
Le..."
Era nuda, distesa sul letto, prona, le gambe appena divaricate; la testa appoggiava sul cuscino, le braccia distese lungo il corpo. Una benda le copriva gli occhi. Sentì entrare qualcuno, il passo sembrava quello di un uomo. Si sedette al suo fianco. Era un uomo pesante.
Le posò una mano sulla schiena, accarezzandola.
- Come ti chiami? -
-Patrizia, Patty per tutti-
-Sei bella; quanti anni hai? -
-42-
-Perde spesso? -
-Si-
-Tanto? Almeno così pare-
-Sì-
-Tu sei un assegno-
-Si-
-Coperto..-
-Sempre-
-In bianco? -
-Sono le regole del gioco-
-Lui perde, tu paghi-
Le stava palpando il culo, bello, rotondo, sodo. Si notavano i segni dell’abbronzatura estiva: non usava certo costumi castigati. Lui aveva mani grandi, le pizzicò una natica
-Bel culo! - Nel dirlo la colpì con forza strappandole un grido di dolore. La colpì ancora.
-Shhhh-
Con l’indice le percorse la schiena, scendendo lentamente fino al solco fra le natiche. Si fermò sulla rosellina, saggiandola. Cedeva, facilmente.
Le appoggiò l’indice e il medio fra le labbra, forzandola ad aprire la bocca.
-Fammi sentire come la usi-
Aveva labbra carnose e la lingua calda, abile, esperta
-Sei brava…. Bagnale bene –
Le liberò la bocca, tornò al culo. La penetrò con l’indice bagnato, facilmente; aggiunse il medio, lei ebbe solo un breve sussulto. Affondò fino alle nocche. La sentì gemere appena. Estrasse le dita, erano pulite
-Oltre che brava sei esperta, mi farai divertire…-
Lo sentì alzarsi, si stava spogliando.
-In piedi; le mani dietro la schiena-
Obbedì, era di fronte a lui, Il seno, sporgeva, invitante. I capezzoli erano grossi circondati da ampie aureole appena sfiorate dall’abbronzatura.
-Hai proprio due belle tette. Da vacca, come sei; sarai brava a fare spagnole; o no? -
-Si, vengono... tutti-
- Sul tuo bel visino... avrai cominciato presto-
Parlava e giocava con i suoi capezzoli, stringendoli, tirandoli
-Rispondi! - le ordinò torcendole il capezzolo destro
Le strappò un gemito
-Avevo 14 anni quando ho fatto la prima, era estate, un amico di mio fratello-
- Una puttanella in erba; e tuo fratello dov’era? -
-Guardava-
-Solo? -
-Si segava-
-Ed è venuto? -
-Dove? -
-Sul mio viso-
Le lasciò i capezzoli, le prese le tette, una per mano, soppesandole
-Belle sode-
Cominciò a spremerle, aveva mani grandi e forti ma non le contenevano tutte.
Gemeva, le faceva male, cercava di ritrarsi ma gliele stringeva sempre più forte;
-Te le strapazzerei per ore, mi dicono che alla fine ti piace-
-Ti prego, fammi respirare un attimo, faccio quello che vuoi-
-Lo dovrai fare lo stesso Patty-
Le liberò le tettone spingendola a sedersi sul letto. Erano arrossate ma i capezzoli sporgevano eretti.
-Sei proprio una bella vaccona-
Le riprese i capezzoli fra le dita, tirandoli e costringendola ad avvicinare il viso al suo cazzo.
-Usa solo la bocca-
Fare pompini le piaceva, l’uomo era pulito, e il suo seno avrebbe avuto un po’ di requie
Usò la lingua: inizio dallo scroto, lunghe leccate; i coglioni erano grossi, li prendeva delicatamente fra le labbra, li ripassava per bene. Li prendeva in bocca. Il cazzo era ancora barzotto ma non ci volle molto a farlo crescere
-Sei proprio una brava succhiacazzi; si vede che ti eserciti spesso, e che ti piace-
Le prese la testa fra le mani, spingendole il cazzone fino in gola; le scopava la bocca come se fosse stata la figa, calda e umida.
La fece inginocchiare, per usarla meglio; era solo carne per il suo cazzo, godeva nell’umiliarla e maltrattarla.
Non riusciva quasi a respirare, sbavava. Ora la teneva con una mano per la nuca, con l’altra aveva ripreso a divertirsi con le sue mammellone da vacca.
-Non userai biancheria per una settimana- le disse ridendo
Le liberò la bocca, la fece alzare, fu lui a sedersi.
-Hai ancora i capezzoli duri, sei una troiona! -
-Lasciami respirare, ti prego-
-Allarga le gambe-
Obbedì
-Di più-
Le accarezzava il lato interno della coscia
-Sei in forma, e con delle belle gambe-
-Grazie-
-Quando ti sei fatta toccare la passerina per la prima volta? -
Aveva capito che doveva rispondere alle sue domande, anche se la mettevano in imbarazzo.
-Tredici anni, più o meno-
-Chi è stato? -
-Un ragazzo più grande, ad una festa di compleanno-
-Come? -
-Ballavamo stretti, era molto bravo; mi baciava; mi faceva sentire importante. Mi accarezzava tutta, ero già formata. Mi aveva infilato una mano sotto la maglietta, mi palpava le tette. -
-Potevi allontanarlo, ma eri già una puttanella-
-Mi vergognavo, volevo fare vedere che ero grande-
-Scommetto che non portavi il reggiseno-
-Vero-
-Sempre disponibile... e come è finita? -
-Incantonata contro un muro, una mano sulle tette e una tra le cosce. Mi ha scostato le mutandine e mi toccava con un dito la fighetta. Ha smesso quando gli ho detto che ero ancora vergine. Mi ha detto che ce l’aveva duro e dovevo fargli almeno una sega. Si è aperto i pantaloni e glielo ho preso in mano. Mi ha sollevato la maglietta denudandomi. E’ venuto rapidamente schizzandomi e spalmandomi la sua sborra calda sul petto.
Era nuda, le gambe divaricate, di fronte a lui; la sua mano era risalita fino alla sua figa, giocava con le sue labbra, trovò il clitoride che dapprima massaggiò con un dito; lei sospinse il bacino verso di lui, offrendosi più o meno consapevolmente.
-Sei proprio una puttana affamata- nel dirle questo affondò dentro di lei con due dita; aveva le mani grandi e la riempì tutta; iniziò a masturbarla violentemente e velocemente, con la mano libera le palpava il culo. Patrizia si appoggiò alle sue spalle, leggermente china in avanti. Ansimava in maniera sempre più evidente mentre le sue poppe arrossate ondeggiavano appena.
Erano molto invitanti, lui ne prese una per mano, mungendola come una vacca, quale poi era.
Andò avanti per parecchi minuti, incurante dei suoi gemiti di dolore.
-Dovresti dire a tuo marito di smetterla di giocare, o forse lo fa apposta per farti montare-
-Chiavami! -
Le liberò finalmente le tettone; si fece succhiare ancora e la mise fece mettere sul letto a quattro zampe, come una cagna.
Lui aveva un cazzo grosso, molto grosso. Le divaricò le natiche esponendo il buco del culo; vi appoggiò la punta del cazzo e spinse, vigorosamente. Le entrò dentro fino alle palle. La prese per i fianchi, Iniziò a scoparla, duramente.
-Quanti ne hai presi in culo? -
-Ho…perso…il…conto-
-Hai iniziato presto? -
Non rispose subito. La colpì a mano piena sulla natica sinistra
-16 anni-
-Che puttanella dovevi essere-
-Chi te lo ha rotto la prima volta? –
- Mio cugino, più grande –
- Solo una volta? –
- No, è andato avanti un’estate intera-
-Solo lui? -
-Anche altri-
-Quanti? -
-Dieci, almeno-
-Anche insieme? -
-Si-
Ad ogni risposta corrispondeva uno schiaffo sul culo, forte, a mano piena
Le sue tette ballavano libere; lui le vedeva sullo specchio, vedeva le espressioni di dolore di lei e si eccitava ulteriormente.
-Hai il più bel culo che abbia visto e posseduto; sodo, rotondo, ospitale, stretto quanto basta. Non sembra neanche che lo usi fin da ragazza-
La guardava sullo specchio e vedeva gli occhi lei concentrati sul godimento che sentiva arrivare. La sua espressione da troia era impagabile. Era consapevole della potenza del suo cazzo sotto i cui colpi molte donne avevano ceduto. La rigirò supina, voleva vederla direttamente. Entrò ancora dentro di lei. Le sue tettone ondeggiavano in sincronia con i colpi di cazzo che le dava nel culo. Raggiunsero l’orgasmo quasi insieme, e lui alla fine le pisciò nell’intestino.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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