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Con mio nipote e il ragazzo di mia figlia 02


di Membro VIP di Annunci69.it pattymilf
04.10.2022    |    34.581    |    14 9.5
"Sentivo la mia figa dilatarsi, il dolore cresceva, cercavo di liberarmi ma Simone era troppo forte; mugolavo, mi contorcevo, sentivo i due ragazzi ridere..."
Scopare Patrizia era sempre un piacere; era proprio una milfona perfetta, disponibile a qualsiasi voglia o desiderio; all’occorrenza bastava strapazzarla un pochino. Il fatto che fosse la mamma di Daniela, la mia ragazza rendeva ancora più piacevole la situazione. Daniela ovviamente non ne sapeva nulla e minacciare Patrizia di dirle tutto mi consentiva di farle fare quello che volevo.
Eravamo nel soggiorno della casa di un amico; l’avevo appena scopata, sporta da una finestra le tette al vento, con un vicino che si era goduto lo spettacolo, filmandolo.
La porcona, esibizionista, aveva goduto ed era ora di fronte a me; le era rimasta addosso la sola gonna, corta. Il seno abbondante e sodo era arrossato per le strizzate che le avevo dato, mentre i capezzoloni duri tradivano il recente orgasmo.
Le indicai la porta che dava nella zona notte.
-Come ti dicevo, di là c’è una bella sorpresa -

Entrai: Daniela, mia figlia, era nuda, supina su un vecchio letto in ottone con pediera e testiera a colonnine; ai polsi due corde le tenevano le braccia aperte, senza possibilità di muoverle. Una benda le copriva gli occhi. Le gambe le erano state lasciate più libere ma non sarebbe riuscita comunque a chiuderle.
Andrea, mio nipote e suo primo cugino, era inginocchiato al suo fianco: le strofinava il cazzo grosso e duro sul volto mentre con una mano le tormentava i capezzoli.
–Scaldala- mi disse Simone
Al mio rifiuto mi aveva mollato uno schiaffo sulla tetta destra; un colpo forte dall’alto in basso, la pelle bianca e delicata del seno si stava rapidamente arrossando.
-Muoviti! –
Mi arrivò una seconda pacca sul culo, mentre con l’altra mano mi aveva preso la tetta sinistra, stringendola. Non resistetti molto. Salii sul lettone dalla parte opposta ad Andrea; conoscevo il corpo di Daniela. Avvicinai le labbra ai suoi capezzoli che sporgevano duri dalle sue tettine sode, baciandoli e succhiandoli mentre con una mano le accarezzavo le lunghe cosce nude, risalendo verso la delicata fighetta. Le titillavo il clitoride sensibile. Scesi con le labbra sull’addome piatto fino a raggiungere il pube prominente. Mi posizionai fra le sue gambe, e iniziai a scaldarla con la lingua come mi era stato richiesto. Non ci volle molto: sapevo dove toccare e come toccare; sapevo come entrare mentre con le dita le aprivo la passerina; sapevo che ero una madre degenere ed eccitata. Sentivo Daniela fremere mentre arrotolavo i suoi capezzoli fra le mie dita. La sentivo che si sollevava allargando le cosce cercando di farsi penetrare per quanto possibile. Gemeva sempre di più.
-Mettimelo dentro- supplicò.
Andrea si mise al mio posto ed io presi il suo grosso e duro cazzo in mano dapprima strofinandolo e poi guidandolo nella fighetta di mia figlia. Entrò dentro di lei, la riempiva completamente, incurante dei suoi gemiti di dolore. Era grande il doppio di lei, la montava a colpi serrati, forti, badando a soddisfare sé stesso. Simone le si era avvicinato, mettendole il suo pene tra le labbra
-Dai puttanella, due per te sono il minimo-

Ero distesa sul letto, bendata, nuda e indifesa; il cazzo di Simone tra le labbra e un grosso cazzo sconosciuto che mi riempiva la vagina sfondandola con affondi pesanti e ripetuti che mi facevano ballare le tettine. Qualcuno me le stava accarezzando, non Simone di cui conoscevo le mani, non lo sconosciuto che mi teneva per i fianchi. Poco prima la mia fighetta era stata leccata, penetrata con la lingua e con le dita, non da Simone e neanche dallo sconosciuto che mi aveva messo il cazzone in bocca mentre mi strapazzava il seno. Erano in tre sul mio corpo. La mia fighetta era sempre più bagnata e il cazzone vi si muoveva ormai agevolmente.
-Sleghiamola e mettiamola a pecora- sentii proporre da Simone -e tu guai se ti scopri gli occhi!-
Mi liberarono dai lacci e mi misero a quattro zampe sul letto.
-Ha proprio un bel culetto- sentii bisbigliare
-Pensa che è ancora vergine- rispose Simone -anche se non lo sarà sempre-
-Glielo romperei volentieri a questa puttanella-
-Puoi farne quello che vuoi, meno che aprirlo-
Subito dopo mi arrivarono due sculaccioni, uno per ogni chiappa. Me le sentii divaricare, così da esporre bene il mio buchetto e la passerina sottostante.
-Ha ancora la fighetta aperta, e bagnata-
Poco dopo sentii il suo cazzone penetrarmi fino in fondo.
-Daniela ora dovresti restituire la cortesia a chi ti ha fatto godere poco fa-
Sentii Simone ordinare a qualcuno di mettersi di fronte a me. Sempre lui mi spinse le spalle verso il basso, costringendomi ad appoggiarmi sui gomiti. Sentii il classico odore di sperma.
-Datti da fare troietta!- mi disse spingendomi la testa verso il basso.
Con le labbra riconobbi l’ombelico per cui mi spostai in giù cercando un cazzo. Sentii un po’ di pelo liscio, ma sotto non c’era un cazzo ma una figa. Mi ritrassi istintivamente ma Simone mi aveva preso la tetta destra con una mano, e mentre me la stringeva mi diceva
-Tocca a te farla contenta-
Gli piaceva strizzarmi le tette e tirarmi i capezzoli, gli stavano giuste in una mano, erano forse un po’ piccole, ma sode mentre i capezzoli erano in proporzione più grossi e mi spuntavano sempre sotto i vestiti.

Ero semi seduta sul letto appoggiata a Simone, di cui sentivo il cazzo duro contro la schiena; avevo le ginocchia flesse e bene aperte mentre la bocca di mia figlia si avvicinava alla mia passera ancora bagnata dalla sborra del suo ragazzo. Andrea la penetrava da dietro.
-Datti da fare, devi fare godere questa puttana, come lei ha fatto con te-
Sentii la lingua di Daniela sfiorarmi, aprii involontariamente ancora di più le gambe; avrei dovuto vergognarmi ed ero invece eccitata. Simone mi abbracciava da dietro, mi palpava le tette, mi tirava i capezzoli, mi diceva che ero una cagna in calore.
La lingua scorreva tra le piccole labbra, sentivo il clitoride gonfio; mia figlia dovette riconoscerlo perché vi insisteva con la punta della lingua girandoci attorno. Mi penetrava. Ansimavo, sollevavo il bacino verso la sua bocca, le accarezzavo la testa e le spalle nude.
-Infilale due dita in figa- le disse Simone
Daniela aveva le mani minute, delicate. Entrò agevolmente nella mia vagina allenata ma tonica.
-Frugala e scopala!-
Con la punta della lingua continuava a tormentarmi il clitoride, sentivo le sue dita dentro di me, dapprima timide, poi più decise. Simone intanto si era concentrato sui miei capezzoli, li tirava e li torceva, mi mungeva come una vacca.
-È bagnato il troione?-
-Si Simone-
-Ti piace lesbicare piccola puttanella!-
-Sssi-
-Ficcale dentro un altro dito-
Lo faceva apposta, mi torturava le tette per rallentare con il dolore il mio orgasmo.
Andrea aveva smesso di chiavare sua cugina che era così tutta concentrata nei miei confronti.
Entrò con un quarto dito, riempiendomi quasi completamente. Lo sciacquettio provocato dai miei umori era chiaramente udibile
-Senti come gode la puttanona, merita tutta la mano-
-Dai che le sfondiamo la passera; anche se penso che già così due cazzi entrino lo stesso- disse Andrea
Simone disse a mia figlia di unire le cinque dita della mano sulle punta così da formare un cuneo; con una mano Andrea mi aprì la figa mentre con l’altra guidò Daniela dentro di me.
-Ruota ed entra e poi riprendi a scoparla-
Il porcone mi teneva la bocca chiusa con una mano.
Sentivo la mia figa dilatarsi, il dolore cresceva, cercavo di liberarmi ma Simone era troppo forte; mugolavo, mi contorcevo, sentivo i due ragazzi ridere mentre Daniela spingeva.
Arrivò fino alle nocche e si fermò, ansimavo: mio nipote la prese per il polso e diede una gran spinta; la mano entrò completamente riempiendomi come il cazzo più grosso che avessi mai preso.
-Chiudila a pugno, e muovila-

Simone era proprio un porco perverso. Zia Patty era semidistesa che si contorceva con la manina di sua figlia infilata nella figa mentre lui con una mano le teneva la bocca chiusa perchè non urlasse mentre con l’altra le strizzava le tettone.
Daniela dapprima timidamente, poi con maggior sicurezza muoveva il pugno dentro sua madre che chiaramente cominciava ad apprezzare il trattamento; Simone l’aveva liberata, si era spostato ficcandole il cazzo in bocca che lei stava succhiando avidamente. La vidi inarcarsi, i capezzoli duri sopra le tette gonfie di piacere, prese con una mano il polso di Daniela spingendola dentro di sè in preda ad un orgasmo furioso, mentre con l’altra si pastrugnava le tette. Non avevo mai assistito ad una scena così, il cazzo mi faceva male per quanto era duro. Daniela aveva sfilato la mano dalla figa della troia. Era di nuovo a pecora; avevo ripreso a scoparla cercando di sfondarle la figa, mentre il suo ragazzo faceva lo stesso con la sua bocca.
La puttanella era fradicia ed io resistevo.
Fu Simone a parlare per primo
-Fermati un momento le voglio riempire la bocca-
-E tu non ingoiare, ho altri programmi-
Usava la bocca di Daniela come una figa, la teneva per i capelli mentre gliela scopava divertendosi nel contempo a schiafffeggiarle le tettine. Proseguì per qualche minuto, finchè lo vidi inarcarsi e svuotarsi dentro di lei.
Si rivolse a Patrizia.
-Limonatevi e passatevi la mia sborra-
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