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Patty porcellina in erba 10


di Membro VIP di Annunci69.it pattymilf
18.07.2018    |    29.236    |    12 8.8
"- E ora puliscimi – - Si Marco – Si inginocchiò davanti a me e mi leccò per bene il cazzo –..."
Ero fuori dal negozio con Gianfi e Marco; i tre vecchi si erano svuotati dentro di me; mi ero presa la sborra di mio cugino e del commesso; tutto questo era legato ad una falsa denuncia di furto concordata tra Marco e il proprietario del negozio. Ero vestita del solo top che conteneva a stento le mie tette e da una minigonna che mi copriva appena. Puzzavo come una puttana.
- Ne hai presi di cazzi oggi, cuginetta puttanella – esordì Gianfi
- Tutti meno il mio – disse Marco
- Adesso vado a casa, ho bisogno di lavarmi e cambiarmi –
- Ti accompagniamo –
A casa non c’era nessuno, i miei genitori e gli zii erano andati a vedere una mostra in una città vicina.
Ero appena entrata in doccia quando sentii aprirsi la porta del bagno. Attraverso il vetro smerigliato non vidi chi potesse essere, ma poco dopo entrò nella ampia cabina Marco.
- Cosa vuoi? –
- Indovina –
- Per oggi ne ho abbastanza e tutto per colpa tua, maiale –
- Mi sembrava ci stessi volentieri, come sempre del resto –
- Adesso non voglio –
- Sei una svuota cazzi, Patty, ora tocca al mio –
- Ti ho detto no, capisci l’italiano? –
- Mi diverto di più se non vuoi, dai girati –
- Fottiti –
Mi prese per un braccio, torcendomelo dietro la schiena, costringendomi così a girarmi. Con la mano libera cominciò a pastrugnarmi le tette
- Mi fai male, lasciami –
- Le tue tettone mi piacciono, sei una bella vacca, da mungere –
Continuava a tenermi il braccio, mi prese prima una tetta, poi l’altra, le palpò, le strinse, le spremette. Sentivo intanto il suo cazzo duro premere tra le mie natiche
- Marco, per piacere lasciami, mi rompi il braccio –
- Dipende da te, sarai obbediente? –
- Si, ma lasciami –
- Usciamo dalla doccia –
Chiusi l’acqua e uscimmo.
- Appoggia le mani al lavandino, allontanati più che puoi, e allarga bene le gambe –

La vedevo sullo specchio, sensuale, le tette che pendevano libere con i capezzoloni eretti. Le divaricai le natiche, mettendo bene in evidenza il suo buchetto e la passerina.
- Oggi ne hai già preso uno qui dietro, non basta per una come te –
- Smettila –
Le feci scorrere un dito sulla fighetta, coperta dal suo pelo biondo, mi feci strada tra le labbra vaginali, accarezzandola.
- Hai una bella fighetta, tra pochi giorni, appena la pillola sarà sicura, te la apriremo come si deve e ti riempiremo per bene –
Entrai con due dita
- Il mio cazzo è molto più grosso di queste dita, sarà bello sentirlo stringere …. –
La sentii spingere un po’ verso di me
- Ti piace, che puttanella che sei –
- Lasciami, lasciami stare –
Vicino al lavandino c’era una spazzola per capelli, la presi, era una cosa che avevo sempre avuto voglia di fare. Vidi il suo sguardo nello specchio, spaventato. Aveva capito.
- No, Marco… non farlo –
- Sarò gentile, te la infilo dalla parte del manico, sarà come scoparti –
Provò a muoversi ma una bella sberla sulla coscia destra la fece desistere.
- Te la infilerei volentieri nel culo ma lì voglio metterci qualcos’altro –
- Sei un porco –
Girai la spazzola e puntai il manico sulla figa; la guardavo nello specchio, gli occhi pieni di lacrime, per l’umiliazione. La penetrai, lentamente, fino in fondo; puoi cominciai a ruotare la spazzola facendola andare avanti e indietro. Scorreva sempre più facilmente, Patrizia cominciava a mugolare. Cambiai idea, parzialmente. Improvvisamente gliela sfilai dalla figa e gliela ficcai nel culo.
- Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhh – Patty urlo, più per la sorpresa che per il dolore.
Le ravanai un po’ il culo, poi tornai nella figa, andai avanti e indietro nei suoi buchi più volte. Finchè perse il controllo. Si dimenava, gemeva, mugolava. Le tolsi la spazzola e la inculai brutalmente.
Non avevo mai avuto per le mani una ragazza come quella. Un corpo splendido e disponibile, si faceva fare di tutto, godeva facilmente e soprattutto, almeno per me, con un culo da favola, dentro e fuori.
La vedevo allo specchio e mi godevo le sue tettone che ballavano sotto i colpi del mio cazzo.
La tenevo per i fianchi spingendo ogni volta di più. Volevo farglielo uscire dalla bocca.
- Marcooooooo, ancora, spingi ancora –
- Puttanella, te lo rompo una volta per tutte -
Resistei un bel po’ ma alla fine la riempii della mia sborra.
- E ora puliscimi –
- Si Marco –
Si inginocchiò davanti a me e mi leccò per bene il cazzo –
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